Gabriele D'Annunzio: differenze tra le versioni

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In quegli anni D'Annunzio comprò una [[mitragliatrice]] che gli "''costò un occhio della testa''". Letteralmente. Nel gennaio del [[1916]], costretto a un atterraggio d'emergenza D'Annunzio subì una lesione all'altezza della [[tempia]] e dell'arcata sopraccigliare, urtando contro la mitragliatrice del suo aereo. Non curò la ferita per un mese e ciò portò alla perdita di un occhio. Il bello di questa storia è che è tutta vera. In questo periodo Gabriele compose il "''Notturno''" opera in prosa che parla della sua vita da guercio. Finita la guerra D'Annunzio si fece portatore del malcontento della gente per la [[prima guerra mondiale|vittoria mutilata]] e per il caro prezzi dei [[preservativo|preservativi]] di lana che ormai erano diventati parte della sfera di erotismo di cui non poteva più fare a meno. Trovò un fedele sostenitore in questa politica in [[Benito Mussolini]] e nel malcontento popolare che portò in breve tempo l'avvento in Italia del [[fascismo|liberismo sessuale]].
 
Il culmine però dell'attivismo dannunziano si ebbe nel [[1919]] quando D'Annunzio insieme ad altri volontari prese possesso con la forza della città di [[Fiume]], che le potenze alleate non avevano assegnato all'[[Italia]] nonostante D'Annunzio l'avesse occupata qualche [[anno]] prima coi carrarmatini verdi giocando a [[Risiko]]. Il [[12 novembre]] [[1920]] il governo italiano tenta la mediazione con D'Annunzio che rifiutò categoricamente; due giorni dopo le truppe alleate entreranno a Fiume e lo prenderanno, come si dice in gergo militare, a calci in [[culo]], rimandandolo a casa senza neanche passare dal via. Il bilancio delle vittime di quella battaglia fu di 12 donne fiumane stuprate in fretta e furia da D'Annunzio che non aveva ancora avuto il quinto rapporto sessuale giornaliero con loro.
 
=== La fine ===
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