Fausto Bertinotti: differenze tra le versioni

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Oppostosi con fermezza alla svolta [[Socialdemocrazia|socialdemocratica]] del neonato [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]], all'abiura della [[rivoluzione]] e a qualsivoglia apertura al [[liberismo]] e alla proprietà privata, Bertinotti si riconcilierà con gli altri nostalgici comunisti<ref>In tutto quattro: Bertinotti, [[Oliviero Diliberto]], [[Paolo Ferrero]] e il vignettista de "[[il Manifesto]]" [[Vauro Senesi]].</ref> nel [[Partito della Rifondazione Comunista]], l'unico soggetto politico di [[sinistra]] a proporre un programma davvero inedito e innovativo: espropriazione e socializzazione del capitale, [[dittatura del proletariato]], [[grandi purghe]] per epurare la sinistra italiana dai deviazionisti pidiessini e sostituzione dell'[[inno di Mameli]] con "La locomotiva" di [[Francesco Guccini]].
 
Tuttavia il sol dell'avvenire verrà eclissato dalla discesa in campo di [[Silvio Berlusconi]], nefasta incarnazione della tracotanza capitalista.<br/>
Difatti gli sforzi compiuti da Bertinotti per destare il proletariato italiano dal letargo secolare, diffondendo tra le masse operaie le idee di [[Friedrich Engels|Engels]], [[Antonio Gramsci|Gramsci]] e [[Rosa Luxemburg]], saranno vanificati dalla contro-propaganda [[Populismo|populista]] di [[Emilio Fede]], [[Giuliano Ferrara]] e [[Paolo Del Debbio]].
 
== Note ==