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[[File:Toastoyevsky.jpeg|miniatura|250px|Fëdor Michajlovič Toastoyevskij.]]
{{cit2|[[AAAAAAAAA!|Aaaaaaaaa!]] Babaabghuuu! Glo glo [[Tennis|glo]] glo glo! Hi hi! [[Svizzera|Belo]], belissimo! Didibammoooooo! Tu vo fa mericano, [[Fisica|mericano]], mericano...|''L'[[idiota]]'' di Dostoevskij}}
{{cit2|La condizione [[umanità|umana]] non è uno stato dell'essere. È un essere dello stato. Perché ognuno è stato. Chi è stato? Forse che la colpevolezza è un delitto? Criminalizziamo anche i sottaceti, allora. Non ho mai sopportato quel retrogusto oscenamente acidulo, bieco e molesto come una vecchia donnina bigotta, a cavallo fra la maionese rancida e il Ferrero Rocher offerto da un Ambrogio infernale e catafratto. Preferisco ordinare subito il conto, perché le pietanze di questa vita ingrata e matrigna mi sono del tutto indigeste. Però non ho con me la carta di credito. Lei segni, che io pago tutto a fine mese.|[[Cagata|Incipit]] di ''Memorie dal sottomarino''}}
{{cit2|<span lang<nowiki>=</nowiki>"ru" xml:lang<nowiki>=</nowiki>"ru">Так и будет, если дело продолжится, если сам народ не опомнится; а интеллигенция не поможет ему. Если не опомнится, то весь, целиком, в самое малое время очутится в руках у всевозможных жидов, и уж тут никакая община его не спасет…</span>|[[antisemitismo|Oscura dichiarazione antisemita]] di Dostoevskij}}
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'''Fëdor Michajlovič Dostoevskij''' ([[lingua russa|russo]]: <span lang="ka" xml:lang="ka">ყოვვე არსებუის ერბლიობა</span>; * [[Mosca (città)|Mosca]], [[11 ottembre]] [[1885]] - † [[San Pietroburgo]], [[29 aprile]] [[1814]] - § [[Palermo]], martedì 31) fu un celebre romanziere, [[Filosofia|filosofo]] e [[Uomo (maschio)|uomo]] di sesso maschile [[Russia|russo]], ritenuto dalla critica e dal pubblico come il più importante
== Biografia ==▼
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▲==Biografia==
▲[[Immagine:Charlie_chaplin.jpg|thumb|200px|left|Il piccolo Fëdor con il padre, febbraio 1845.]]
La vita dello scrittore russo è stata estremamente movimentata, ricchissima di episodi che hanno suscitato scandalo nell'alta società moscovita alternati ad altre vicende, ben più tristi ma non meno sconcertanti, accadute durante i suoi numerosi viaggi in [[Europa]]. Il noto critico letterario '''Filberto Maria Maria''', in occasione della V edizione del festival '''''Classici della Letteratura Fatiscente''''' di [[Torino]], ha eloquentemente commentato: «''Dostoevskij, un grande. Un grande cacciapalle matricolato del tutto fuori dal comune. Di scrittori ne ho conosciuti molti, anche troppi, ma scassaminchia come lui non ne avevo visti mai''».
=== Infanzia ===
Fëdor viene alla luce una notte buia e tempestosa sia del [[30 ottobre]] che dell'[[11 novembre]] del [[1821]] ad Antenna, frazione di Mosca, dal nobile Michail Andreevič, [[medico]] della mutua sospetto alla [[polizia]] zarista di simpatie clericonazionalfiloanarcoreazionarie, e da Marija Fëdorovna Ščëžova, di famiglia borghese, malata di tubercolosi tifoidea e addestratrice professionista di camaleonti albini, sospetta di aver fregato alla vicina di condominio ben 26 capi di biancheria intima di fattura [[sadomasochismo|sadoporno]] e circa una dozzina di bottiglie di vodka delle distillerie clandestine di Sverdlovsk. Secondo di 39 figli (dei quali il 58,12% non sopravviverà ai sette mesi), il piccolo ''Fedja'' (vezzeggiativo russo del nome ''Fëdor'', Teodoro) cresce in una famiglia problematica che avrà forti ripercussioni sulla sua [[infanzia]] e lascerà profondi segni anche nella sua produzione letteraria. Il padre, burbero libertino cagacazzi e disinteressato all'educazione della prole, verrà infatti preso a modello per il personaggio di ''Fëdor Karamazov''; la madre, invece, del tutto priva di personalità e anche alquanto scassapalle, non verrà degnata di considerazione.<br />
Il fratello più grande, Michail Michajlovič, sarà invece una compagnia preziosa e costante - fino a quando non si azzufferanno - per il giovane scrittore, specialmente quando avrà bisogno d'aiuto per nascondersi dai creditori.
=== Giovinezza ===
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L'adolescenza di Fëdor è segnata da tragici avvenimenti: la morte prematura della madre, malata di tifo, una tragica domenica in trasferta contro il [[Waterloo]] nel dicembre [[1834]] e l'assassinio del padre, il giorno prima, da parte dei suoi servi, a causa del mancato pagamento dei contributi previdenziali. Infine, la sospensione del cartone animato [[Babar]] sarà la goccia che farà traboccare il vaso, un vaso colmo di sciagurate sciagure e insoddisfazioni insoddisfatte. <br />
Iscrittosi all'Istituto Tecnico Militare di [[Kiev]] a 13 anni, lontano da casa e dalla sua amata città, il giovane Dostoevskij soffrirà la solitudine tipica di un ragazzo dotato di talento ma senza speranza di poterlo mettere a frutto. In quegli anni cominciano a farsi sentire le prime avvisaglie dell'[[epilessia]], [[male]] che lo affliggerà per tutta la vita e che si ritrova come elemento caratteristico nei personaggi della sua produzione letteraria. La nuova scuola non gli garantisce strutture e servizi adeguati ad appagare le esigenze del suo genio; tuttavia, la modesta biblioteca gli offre l'occasione per leggere almeno i grandi classici della letteratura mondiale da [[Shakespeare]] a [[Puškin]], del quale diverrà presto uno sfegatato estimatore e a cui invierà ardenti lettere d'ammirazione, ignaro che il poeta russo sia morto in [[duello]] da parecchio tempo, forse perché i volumi in dotazione alla scuola non venivano aggiornati dal 1552, quando ancora governava Ivan IV il Terribile.<br />A due anni dall'iscrizione, viene cacciato via dall'istituto per aver commesso atti di [[bullismo]] sul [[figlio]] [[disabile]] di un importante notabile del luogo, un ragazzo affetto da [[vecchio|invecchiamento]] precoce (progeria). Successivamente, si scoprirà che il figlio del notabile altri non era che il notabile medesimo, il quale non era affetto da progeria ma era vecchio anagraficamente, che si era introdotto nell'istituto a circuire [[adolescenza|giovani imberbi]] per convincerli a sposare la figlia quindicenne, questa sì affetta da progeria e rimasta [[gravidanza|incinta]] di non si sa bene chi.<br />
Intanto Dostoevskij, tornato a Mosca, comincia a scrivere articoli umoristici e di costume per un giornalino locale, il ''Moskovskaja Nietciklopedja'', punta di diamante della stampa satirica cittadina e clandestina. Querelato per [[diffamazione]] a mezzo stampa da una donna dell'alta [[borghesia]], Madame Sonja Fikanova, viene assolto in primo grado perché effettivamente il nome della signora è ridicolo e meritorio di dileggio, ma condannato in appello perché non è elegante fare [[
=== Crimea e Siberia ===
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Ritrovato il fratello Michail, latitante per non meglio specificate truffette ai danni dell'erario provinciale, Dostoevskij progetta la pubblicazione di una rivista letteraria dedicata alla promozione della [[cultura]] slava. Ma le speranze editoriali dei due fratelli vengono stroncate dallo scoppio della [[Guerra]] di Crimea nel [[1853]]: chiamati a servire il fronte a Sebastopoli, i Dostoevskij si fingeranno dementi per essere riformati alla visita militare per conclamata infermità. Durante l'ispezione medica, Fëdor e Michail si accorgeranno che quasi tutti i richiamati alle armi sembravano dei deficienti mongoloidi, segno che la loro [[idea]] era talmente scontata da essere venuta in mente a chiunque. Sicuri di venire scartati dai medici, scopriranno con disappunto che, per ordine dello Zar Nikolaj I, a combattere in Crimea sarebbero dovuti andare solo gli elementi più indesiderabili della società, in particolar modo i minorati mentali, i galeotti, gli ubriaconi e i simulatori, siccome la guerra era ormai persa e tanto valeva sfruttare l'occasione per liberarsi di tutta quella sgradevole gentaglia.<br />
Partiti per il fronte, i Dostoevskij verranno spediti subito in
=== Il successo ===
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Conclusasi la guerra nel [[1856]], graziati e riabilitati per l'intercessione della [[Madonna]] di [[Fatima]] presso l'[[vescovo|archimandrita]] di Mosca, i fratelli Dostoevskij torneranno nella Capitale e si separeranno dopo una furibonda scazzottata scaturita da opposte intenzioni in merito alla spartizione dell'eredità di una zia ricca di Perelkino, presso il governatorato di Smolensk, morta di una lieve contusione riportata alla fronte dopo essersi scontrata con un proiettile che procedeva contromano.<br />
Divisa equamente l'eredità, dietro ingiunzione di un [[giudice]] di [[pace]], Dostoevskij sfrutterà inizialmente il piccolo gruzzolo per compare carta, penna e calamaio e mettersi a [[lavoro|lavorare sul serio]]. Nel maggio 1856 comincia la prima stesura del breve romanzo lungo '''''La povera gente stanno male''''', che viene pubblicato sette mesi dopo da un editore anonimo che, pur riservandosi tutti i diritti, voleva rimanere ignoto, forse per evitare la figuraccia. Il libro fu un vero successo di vendite e di critica e l'editore, fiutando l'affare, fece proporre a Dostoevskij un contratto perenne per la pubblicazione di tutte le sue opere future e l'amministrazione delle rendite. Bisognoso di denaro, poiché - come si vedrà - aveva già sputtanato l'eredità giocando al [[videopoker]], Dostoevskij firma la proposta senza pensarci sopra, scoprendo solo dopo che l'editore non era altri che lo zoppo Stellovskij, pronto a vendicarsi per l'antico incidente subito in guerra. Ad un'analisi più attenta, eseguita da un notaio che si nutriva abitualmente di [[limoncello]], venne fuori che il documento [[sottoscritto]] da Fëdor Michailovič era un vero e proprio contratto capestro, irrescindibile, eterno, diabolico e perfettamente regolare: d'ora in poi Dostoevskij avrebbe dovuto fornire, ogni due mesi, una nuova opera di successo, pena il pignoramento di tutti i suoi averi. Ma dato che le sventure non arrivano mai da sole, proprio in quel periodo Dostoevskij aveva sviluppato una dipendenza maniacale dal [[gioco d'azzardo]], che lo costringeva
=== Problemi giudiziari e rivalità con Tolstoj ===
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Nel luglio dello stesso anno, Fëdor termina la prima stesura de '''''Il sosia''''', che non convincerà l'editore Stellovskij e costringerà lo scrittore
Nel gennaio del [[1857]], pubblica a puntate il romanzo '''''Memorie dal sottomarino''''', che sarebbe stato pubblicato in volume se non fosse scoppiato uno scandalo presso alcuni circoli aristocratici di pesca subacquea. Il presidente di uno di questi, il conte Vladimir Pirogov, ammanigliato con i consiglieri di corte, farà bloccare la pubblicazione senza motivo, tanto per passare il tempo. Non potendosi pagare un [[avvocato]], Dostoevskij deciderà di portare il conte in giudizio, difendendosi da solo. Il giudice Provenko, per nulla convinto dall'arringa dello scrittore e dal suo alito all'etanolo, si pronuncerà in una smemorabile sentenza:
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{{dialogo|Tolstoj|Io ce l'ho anche più lunga e grossa di te.|Dostoevskij|Cazzaro.|Tolstoj|Scommettiamo? Ti sfido a chi ce l'ha più grande.|Dostoevskij|D'accordo. Quando e dove?|Tolstoj|Domani a mezzogiorno, nel giardino dei marchesi Fedotov. E le useremo come armi da combattimento.|Dostoevskij|Ci sto, non mi fai paura.|Tolstoj|A domani, allora, mezza calzetta.|Dostoevskij|Sarò puntuale, brutta [[merda]] che non sei altro.}}
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Si trattava di una delle famigerate sfide dove vince chi ha la matita più grande, un duello sanguinario molto diffuso all'epoca e che aveva già provocato la morte di Puškin e di nessun altro.<br />
Il giorno dopo, [[5 maggio]] 1857, a mezzogiorno in punto, presso il cortile di villa Fedotov, i due scrittori si preparavano a sguainare le rispettive matite. Giudice di gara era Pantelej Sanktilikerij, Marisa del [[Grande Fratello]] faceva la valletta sul ring e la campanella di rito era stata prodotta dalla ditta [[Bizzozero]]; non erano previsti padrini a supportare i duellanti. Il sole cadeva a perpendicolo sui nobili astanti che, sudati e scocciati, indirizzavano alla Marisa frasi di dubbia moralità, profferte di prestazioni innominabili e menzognere proposte di [[matrimonio]]. Finalmente, gli sfidanti mostrarono le armi: con sommo stupore e delusione, scoprirono di aver comprato lo stesso modello, un matitone ''Faber-Castell'' in frassino verniciato di rosso, con grafite di [[Scozia]] e gommino in latice vulcanizzato, acquistabile per soli 18 rubli e 30 kopeki presso la ditta ''F.lli Stellovskij'' - ''Edizioni librarie e cartoleria''. Un altro brutto tiro di Pavel Stellovskij, che a quanto pare aveva anche un fratello.<br />
Insomma, la gara si giocava tutta sul combattimento, essendo perfettamente uguali le armi in dotazione. Appena dopo l'''en garde'' di Dostoevskij, Lev Tolstoj spezzò subito la punta della mina e gliela lanciò sul petto; per un lunghissimo istante, ai presenti sembrò che il tempo andasse a rilento: il cuneo appuntito gravitava nell'aria lasciandosi dietro onde d'urto trasparenti, mentre Fëdor, roteando le braccia, chinava sempre più la schiena verso il suolo. Neanche il tempo di schivarla che, brandendo il matitone, si lanciò verso Tolstoj, mirando al centro della fronte. Lo spettacolo fu scioccante per tutti: la matita, penetrando per mezzo millimetro la pelle di Tolstoj, andò letteralmente in frantumi. Non ebbe modo di riaversi dalla sorpresa, il nostro Fëdor, che già Lev lo precipitò al suolo con un colpo ben assestato sullo stomaco. Torcendosi dal dolore, gli bastò solo il fiato per chiedere al malefico Tolstoj se fosse un demone o cosa. Celeberrimo fu il colpo di scena che ne seguì: mentre il povero Dostoevskij, sconfitto e dolorante, piagnucolava per terra, Tolstoj si fece portare un cerotto, un tè, dei sigari e qualche pasticcino; poi raccontò amabilmente ai presenti: «''È stato nel '53, guerra di Crimea. Ero primo tenente scelto del settimo cavalleggeri. Una scheggia di granata mi trapassò una tempia, portandosi via la calotta cranica. I medici del campo mi inserirono una protesi in acciaio. Avrei fatto certamente carriera se non avessi sparato, per errore, alla gamba di un tizio della nostra truppa, non so più bene chi, assomigliava vagamente a quello che mi ha venduto la matita. Mi rimandarono a Pietroburgo, o forse Mosca, non ricordo. Ma ormai sono uno scrittore affermato, che me ne fotte della guerra? Quanto a te, Dostocoso, ho vinto, vedi di sparire dalla circolazione''».
=== Disavventure in Europa ===
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Umiliato e offeso, con una contusione guaribile in 15 giorni, Dostoevskij, stufo delle assurdità che il vivere in Russia costringeva a sopportare, prepara i bagagli per un viaggio di qualche [[anno]] attraverso l'Europa, con l'obiettivo di ammirare grandi opere d'arte nei musei, conoscere colleghi famosi e, soprattutto, visitare i casinò e le bische più prestigiose del mondo [[occidente|occidentale]]. Ad accompagnarlo alla stazione, il 7 gennaio [[1858]], c'era il solito Pavel Stellovskij, a ricordargli che l'obbligo di scrivere un romanzo a bimestre era ancora valido, che avrebbe dovuto inviargli puntualmente i manoscritti tramite pacco celere e che le succursali della sua ditta erano diffuse anche in Europa, quindi non doveva neanche provare a sognarsi di sgarrare i termini del contratto, perché l'avrebbero beccato subito.<br />
Prima tappa del viaggio fu Bohn, in [[Germania]], presso la ''Große Biske'', un totale di 3.000 talleri persi e un ceffone preso dal buttafuori quella volta che diede un pizzicotto sul sedere
Nella primavera del [[1861]] partirà per l'[[Italia]], il paese del sole e del mare, sperando di poter riacquistare il buonumore e il denaro perduto in Teutonia. Giunto in Toscana, viene invitato presso alcuni circoli letterari come conferenziere, zimbello e [[capro espiatorio]]. Il paesaggio toscano gli sarà di sollievo e avrà modo di poter scrivere '''''Il videogiocatore''''', '''''Umiliati e appesi''''' - ambientato proprio in Italia - e un centinaio di racconti da inviare a Stellovskij, per placare lui e certi signori con coppola e baffi che erano venuti a fargli visita. Stregato dalle bellezze di [[Firenze]], vi si stabilirà per due anni, ove incontrerà diversi [[intellettuale|intellettuali]] e scrittori con i quali intratterrà piacevoli conversazioni e catastrofiche partite a ramino, come la sconfitta subita contro '''[[Giosuè Carducci]]''' in una partita a poker avvenuta la sera del 31 giugno del 1862 nella villa del cav. Cioni. In palio una preziosa saliera d'oro del Cellini e un [[Gesù Cristo]] tempestato di pietre preziose, che furono rubati da chi sa chi mentre tutti erano intenti a sedare un principio di rissa, perché Dostoevskij accusò Carducci di barare.<br />
Sdegnato dalle scorrettezze dell'italica furbizia, Fëdor parte per Parigi, sempre più indebitato e in ritardo con la produzione letteraria. Qui si innamora della duchessa '''Jeannette Frasquita Bijoux De Maracaibo y Candelora''', bellissima e misteriosa direttrice del ''Moulin Rouge'', forse mulatta e forse neanche tanto duchessa. Non trovando il tempo di scrivere niente, Dostoevskij viene improvvisamente individuato dagli scagnozzi di Stellovskij, riportato a calci nel sedere a Mosca, imprigionato nel retrobottega dell'editoria-cartoleria e incatenato al tavolo con carta, penna e inchiostro in abbondanza. Verrà rilasciato solo nel marzo [[1867]].
=== Il declino ===
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Frustrato da un lavoro sempre più estenuante e faticoso, Dostoevskij riesce a far annullare il suo contratto capestro ingaggiando un sicario del quartiere di Kasaldiprinsk, che pagherà con qualche migliaio di foto autografate e diverse copie dei suoi libri con dedica personalizzata. Sconvolto dall'inaspettata e tragica scomparsa del suo editore, Dostoevskij organizzerà un rave party nei giardini del Palazzo dell<nowiki>'</nowiki>''Ermitage''. Qui fa conoscenza con Vera Varzanova, donna più giovane di lui e poco avvezza alla vodka, che sposerà il mattino dopo in fretta e furia, quando ancora il tasso alcolemico di entrambi era al di sopra dei limiti consentiti dalla legge.<br />
Fra il [[1870]] e il [[1885]], a rilento, comincia la stesura contemporanea dei suoi ultimi romanzi, da '''''Delitto e castità''''' (inizialmente intitolato '''''Delirio e castagne bollite''''') ai '''''Fratelli Karamazov''''', la sua opera più importante e pregna di coinvolgimento filosofico e politico (''vedasi l'ampia descrizione al prossimo paragrafo'').<br />
Sempre in quegli anni cominciano a farsi strada nel pensiero dello scrittore, chissà perché, delle antipatie antisemite. Inizia a frequentare i circoli reazionari e filozaristi, schierandosi apertamente contro primi i movimenti operai e sindacali che si stavano organizzando anche in Russia. Molto accese sono le sue accuse al pensiero [[ateismo|ateo]] e materialista che accompagna siffatte ideologie: secondo Dostoevskij, [[Dio]] non ha mai chiesto appoggio e protezione ad alcun sindacato, chi cavolo si credevano di essere loro per permetterselo?<br />Nel novembre [[1879]] partecipa
La fama di Dostoevskij andò pian piano scemando negli anni, complici sia la diffidenza della gente comune verso uno scrittore divenuto così incomprensibilmente retrogrado e antioccidentale sia le spassose parodie satiriche dei suoi romanzi, che venivano scritte da un certo '''Lev Nikolaevič [[
Avvilito dagli umili, osannato dai fondamentalisti, Dostoevskij morirà il [[3 marzo]] [[1886]] circondato dal dolore dei parenti, una notte buia e tempestosa come quella in cui venne alla luce, mormorando le parole «''Le tenebre mi avvolgono!''» e domandando una mentina.
== Valore letterario ==
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L'opera letteraria e saggistica di Dostoevskij si contraddistingue per un elemento fondamentale: il continuo riciclo della stessa minestra riscaldata, ma in maniera geniale e tipicamente dostoevskiana. Poverelli, reietti, [[idiota|idioti]], [[criminale|criminali]], [[morte|morti]] [[omicidio|ammazzati]], [[terrorista|terroristi]] ed esplosioni trovano spazio nelle sue novelle e nei suoi romanzi come mai prima di allora. Questi elementi avranno sempre molta presa sul pubblico meno [[cultura|colto]], soprattutto quando verranno sapientemente mescolati, come accade ne ''Gli indemoniati'', con vicende a sfondo [[politico]] molto attuali nella Russia dei tempi e per niente attuali adesso, nemmeno in [[Argentina]].<br />
Lo stile dostoevskiano si connota per le numerose perifrasi, le ampie divagazioni didascaliche e le prolisse descrizioni fisiognomiche e [[psicologia|psicologiche]]. Giustamente ritenuto il vero ispiratore dell'[[esistenzialismo]], Dostoevskij dosa con [[genio|genialità]] eventi apparentemente marginali, con lo scopo di distrarre il lettore e fargli perdere il filo della trama, così da far passare inosservati i tanti [[CCSG|messaggi subliminali]] a sfondo erotico che popolano le vicende dei suoi [[libro|libri]].<br />
Secondo il critico ucraino Aleksandr Sangeorgič, tutte le volte che Dostoevskij scrive la lettera <span lang="ru" xml:lang="ru">Ж</span>, che pare somigli ai [[vagina|genitali femminili]]{{citnec}}, vuole richiamare l'inconscio del lettore verso pensieri [[sesso|sessuali]]. Questa stupida teoria è stata ampiamente smentita, ma è ancora viva la [[leggenda metropolitana]] che la lettura ''Delitto e castità'' abbia effetti [[afrodisiaco|afrodisiaci]] e sovente, nelle [[biblioteca|biblioteche]] pubbliche, sono stati rinvenuti i volumi del romanzo imbrattati di secrezioni vaginali e/o [[sperma|liquido seminale]].<br />
Grande è stato l'influsso di Dostoevskij sulla [[letteratura]] e sulla [[filosofia]] europee: [[Nietzsche]] verrà praticamente folgorato dal [[nichilismo]] e dal superomismo ''ante litteram'' delle numerose [[testa di cazzo|teste di cazzo]] dostoevskiane, il cui slancio eroico influenzerà il pensiero di Friedrich più di quanto abbiano fatto le lezioni [[università|universitarie]]. Questo spiega come mai le opere di Nietzsche, valutate razionalmente, sembrino un cumulo di [[cazzata|scemenze]] senza logica, mentre se le si considerano semplici favolette sconclusionate e senza pretese, allora acquisiscono il valore che meritano; altro autore pesantemente coinvolto dall'opera dostoevskiana è certamente [[Franz Kafka]], talmente coinvolto da potersi considerare uno sporco [[plagio|plagiatore]].<br />
Ciononostante, l'esplorazione dell'opera del Maestro Dostoevskij riserva sempre al lettore straordinarie sorprese, emozioni vivide e cangianti, risposte simpatetiche, crisi mistiche, reazioni [[allergia|anafilattiche]], convulsioni e decesso.
=== Opere principali ===
{{trama}}<br />
* '''''La povera gente stanno male''''' - Romanzo epistolare, opera prima del Maestro. Narra delle miserie di due [[disoccupazione|disoccupati]] cronici intenti a trovare [[fortuna]] e [[denaro]] con la vendita di scatolette contenenti l'aria di [[Mosca]] - originale e certificata da un bollo di garanzia - ai turisti [[giappone
[[
* '''''Il sosia''''' - La storia del dittatore della Tartaria [[Saddam Hussein|Sammad Hunneis]], che lacerato da un forte senso di [[paura|terrore]] e temendo la vendetta dei sudditi per le sue malefatte, decide di farsi sostituire da un uomo identico in tutto per tutto a [[lui]], ma dal [[cuore]] d'[[oro]], magnanimo, coraggioso, padre e sposo esemplare. Fuggito in [[Russia]] e introdottosi in incognito in un sommergibile della Marina Russa, Hunneis apprenderà - quando ormai sarà troppo tardi - che il suo [[popolo]] ha cominciato ad adorare la sua figura, ma nella persona del suo sosia. Deciso a ritornare in patria per riprendere il suo posto sullo scranno governativo tartaro, perirà crivellato da un M16A2 presso la [[Striscia di Gaza]], avendo sbagliato direzione.<br />Grande successo editoriale, questo racconto sarà ristampato ininterrottamente fino al [[14 aprile]] [[1889]], giorno in cui la gente ne ebbe abbastanza.
* '''''Memorie dal sottomarino''''' - La tragica vicenda di una truppa di soldati cosacchi della Marina Russa, intrappolata in un sottomarino nucleare a corto di ossigeno, di carburante, di [[vodka]] e di [[prostituta|prostitute]]. Narrate in prima persona dall'ammiraglio Andrej Koimaskij, le vicende degli sfortunati marinai costretti a decidere se salvare il sommergibile o la propria [[vita]] commuoveranno i pochi fortunati lettori che ebbero la ventura di leggere le bozze.<br />Duramente censurato dalla commissione zarista, verrà pubblicato clandestinamente in [[Italia]], in funzione di propaganda antisovietica, presso l'editore Balilla solo nel [[1931]].
* '''''Ricordi da una casa di monchi''''' - A ''Villa Sbatilova'', una casa di riposo per mutilati di guerra, i vecchi soldati ricordano le avventure del tempo che fu. Durante un [[delirio]] [[febbra|febbrile]], il vivace colonnello [[Gabriele D'Annunzio|Gavril Dannunciov]], cieco da un occhio, convincerà l'amico [[Benito Mussolini|Venit Musolič]], claudicante e con la labirintite,
* '''''Le notti stanche''''' - L'assessore di collegio Dmitrij Dmitreevič Dmitrov, stanco della solita vita di burocrate, s'ingegna per cambiare mestiere e divenire ricco. Aprirà un lussuoso ed esclusivo [[casino]] sulla via Sadovaja a San Pietroburgo, accogliendo tutti gli aristocratici e i notabili abbienti della città e della [[provincia]]. Ma la sete di denaro lo porterà presto a falsificare il bilancio della sua azienda. Braccato dalla [[Guardia di Finanza|Finanza]], decide di scappare in [[Canada]] attraverso la [[Siberia]], ma una tormenta di neve lo costringe a fermarsi per alcuni giorni in [[Alaska]]. In quella landa desolata, ove le notti durano mesi, Dmitrij Dmitrov rifletterà sulla sua vita di lestofante e, pentitosi, deciderà di tornare in patria per pagare il suo debito con la [[giustizia]] e con le casse statali. Raccattato a bordo del sommergibile ''Porka Madoska'', di passaggio nella zona per sabotare certi stabilimenti [[petrolio|petroliferi]] [[USA|statunitensi]], arriverà a Mosca dopo alcuni giorni e scoprirà, con somma letizia, che il reato per cui è perseguito è stato nel frattempo depenalizzato. Soddisfatto per gli eventi, morirà inaspettatamente il giorno della notifica di assoluzione a causa della caduta di un [[fortepiano]] da un appartamento in via Grillič, a una dozzina di metri dal Tribunale Distrettuale.<br />Poco letto, questo racconto verrà rigettato dall'Autore e non apparirà nella prima raccolta integrale delle sue opere stampata nel [[1892]]. Successivamente ristampato in [[Uganda]], ispirerà alcuni fatti di [[sangue]] in [[Cina]].
* '''''Umiliati e appesi''''' - Il ritorno di Musolič e Clarissa è narrato in questo romanzo fluviale, ricchissimo di conflitti psicologici, influenze ideologiche, personaggi antipatici. Venit, illuso dal Molise, punterà stavolta su [[Roma]], lunga sarà la marcia che lo poterà alla meta.[[
* '''''Il videogiocatore''''' - Un pomeriggio di luglio, Sergej Pavlovič Nintenko, giovane [[pianista]] di discreto talento e studente presso il conservatorio di San Pietroburgo, non ha decisamente voglia di ripassare le lezioni di armonia e composizione. Oppresso dalla [[noia]], gli salta in mente di collegare la [[Playstation]] alla tastiera del suo fortepiano, provando a usare entrambe le mani e tutte le 10 dita per giocare ad [[Half-Life|Half-Life 2]]. Pur essendosi diplomato presso l'[[ITIS]] "[[Gagarin]]" con buoni voti, Sergej non era mai stato un granché in circuiti stampati ed [[elettronica]] di basso livello. Per via degli errori di progettazione dell'apparato, in ogni caso malfunzionante per altri motivi, l'eccessiva affluenza di impulsi elettrici dalla tastiera del pianoforte alla consolle causa un'immane deflagrazione che farà volar via l'amato strumento musicale dalla finestra del suo appartamento, ubicato al quarto piano di una palazzina al numero [[42]] di via Grillič, poco distante dal Tribunale. Sdegnato dall'evento, Sergej Nintenko si toglierà la vita, chissà perché, gettandosi nel fiume Neva dal ponte Ostrovskij. <br />Anche questo racconto di Dostoevskij tratta del tema della sventura, ma il pubblico non l'apprezzerà come il precedente. Il compositore [[URSS|sovietico]] [[Sergej Prokofiev]] trarrà da questo lavoro il soggetto per un opera lirica poco eseguita.
[[
*'''''Delitto e castità''''' - Per questo romanzo abbiamo una trama più approfondita, perché lo abbiamo letto. Rodion Romanovič Raskol'nikov è uno studente di [[giurisprudenza]] fuori corso. La sua famiglia non può più mantenerlo agli studi, essendo caduta in disgrazia dopo la morte sul lavoro del capofamiglia, il luogotenente Roman Timofeevič Raskol'nikov, responsabile del gruppo radar sul sottomarino ''Porka Madoska''. La [[povertà|miseria]] e il [[pessimismo]] opprimono la vita del povero Rodion. Che fare? Un giorno di luglio, andando a impegnare per pochi rubli un orologio tarocco presso la [[giovane]], [[bellezza|bellissima]] e taccagna usuraia Alëna Sederova, decide, pur distratto dalle grazie della strozzina, sempre sfacciata e seducente, quale sarà la [[soluzione]] ai suoi problemi esistenziali e finanziari. L'indomani, dopo aver ricevuto una fastidiosa visita del collega di studi Igor Durakov, che gli suggerisce petulante di trovarsi un [[lavoro]] part-time, Rodion si organizza per mettere a punto il suo piano: ammazzare la bella usuraia, rubargli tutto e vivere agiatamente rivendendo la refurtiva. Ma come uccidere la provocante Sederova? Si ricordò di aver notato un'accetta per spaccare la legna presso la caldaia centralizzata al pian terreno del suo palazzo, dirimpetto alla cabina del portiere. Ma come
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* '''''L'idiota''''' - Il nobile rampollo pietroburghese principe Nikolaj Filippovič Myškin, affetto da cretinismo congenito, viene spedito dalla famiglia in [[Svizzera]] presso un noto neurologo, affinché lo guarisca dalla stupidità. Ritenute improvvisamente migliorate le sue condizioni mentali, anche perché all'indirizzo del professore svizzero non erano più giunti gli assegni per sostenere le spese mediche, Nikolaj Filippovič è rimandato senza tanti complimenti in [[Russia]], munito solo di un piccolo bagaglio e di un leggerissimo mantello, assolutamente inadatto al clima russo. Durante il tragitto, su un treno diretto, chissà come mai, a Kiev, il nostro ex idiota fa conoscenza con un suo concittadino, tale Cesar Rogožin, proprietario di un parrucchificio. Da costui, Nikolaj apprende a bruciapelo che la sua famiglia, nota in tutta Pietroburgo, è stata nel frattempo sterminata da un gruppuscolo di nichilisti organizzati, i famigerati ''Kosanostrij'', che avevano preso in ostaggio il padre, il principe Filip Arčibaldovič Myškin, ma per sbadataggine lo avevano buttato giù dal finestrone dell'appartamento affittato come covo segreto, precisamente al quarto piano di un palazzo in via Grillič 42, Mosca (oppure San Pietroburgo, l'Autore fa sempre confusione). Riuscendo a mascherare l'incidente, i lestofanti facero passare il povero cadavere di Filip Arčbibaldovič per quello di un vecchio [[alcolismo|alcolizzato]] corruttore di minorenni, tale Griška Bezdomny, e in tal guisa fu tumulato in una fossa pubblica poco fuori Mosca. Diffondendo notizie false sulla buona salute del principe Filip, la banda dei ''Kosanostrij'' cercò di convincere la famiglia Myškin, tramite un comunicato recapitato loro da un bambino di 11 anni, Kolja Krasotkin, a portare segretamente il riscatto al primo piano di una bettola malfamata in via Sadovaja, ricavata dall'ex bordello del signor Dmitrij Dmitrov, ex assessore di collegio, prematuramente scomparso.[[
* '''''Gli indemoniati''''' - Praticamente è l'identica storia raccontata da Rogožin nel romanzo precedente, solo che i ''Kosanostrij'' sono personaggi sostanzialmente positivi, aprono una catena di ristorazione e poi vengono acciuffati dopo 25 anni di onorata somministrazione di alimenti e bevande perché per l'omicidio e il sequestro di persona non era prevista la [[prescrizione]]. Anche in questo caso, l'appartamento al quarto piano di via Grillič 42 c'entra qualcosa come pure il suo occupante, il pianista Sergej Nintenko.<br />Inaspettatamente, questo inutile e ripetitivo romanzo ottiene un sensazionale successo di critica e di pubblico. Evidentemente sono stati corrotti con qualche bustarella oppure non si erano accorti della trucchetto.
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* '''''L'adolescemo''''' - La storia infelice del piccolo Kolja Krasotkin, orfano di madre, ignorato dal padre e vessato dalla matrigna, l'affittacamere Zoja Aleksandrovna Tatarskaja. Kolja cresce in un ambiente privo di tenerezze, costretto a soddisfare per pochi kopeki (centesimi di rublo) tutte le snervanti commissioni degli inquilini in affitto, come andare a fare la spesa dal droghiere sordo all'angolo o recapitare messaggi anonimi a ricche famiglie aristocratiche. Straziante sarà la scena in cui uno stupido e crudele giovanotto, un certo Sergej, inquilino al quarto piano e insopportabile strimpellatore di pianoforte, porterà il piccolo Kolja presso una sua amichetta particolare, la quale lo sottoporrà a sevizie non adatte alla sua età prepubere. Per vendicarsi dell'affronto e della [[vergogna]], un mattino Kolja s'introdurrà nell'appartamento di Sergej, mentre questi non era in casa, e riempirà di [[alcool|alcol]] etilico la sua consolle di videogiochi preferita. Da quel giorno in poi, trovandoci gusto, Kolja deciderà di vivere esclusivamente per nuocere alla [[società]].<br />Bruttissimo romanzo, non susciterà l'interesse di nessuno. Rimane però un mistero quale sia l'esatta ubicazione del palazzo abitato da Kolja.
* '''''La padrona''''' (noto anche come '''''L'eterno marito''''') - Gabellato come nuova opera, anche questo racconto è in realtà una riscrittura del precedente, ma la protagonista, l'affittacamere Zoja Tatarskaja, stavolta si innamora del principe Nikolaj, che invece di morire sotto a una carrozza, sbanca la [[lotteria]] del [[6 gennaio]] e va in cerca di una moglie. Trovato alloggio nella solita palazzina, viene sedotto dalla padrona di casa, che abbandonerà marito e figliastro per andare a vivere nei quartieri nobili con il ricco imbecille, che a quanto pare non era stato guarito dal truffatore svizzero, il quale risulterà in possesso di una [[laurea]] fasulla. Siccome la storia sembrava troppo umoristica per la cifra stilistica dell'Autore, alla fine
* '''''I fratelli Karamazov''''' - Romanzo importantissimo, vera summa dell'opera di Dostoevskij. Peccato che non l'abbiamo letto. Sappiamo solo che c'entrano qualcosa il calesse volato via a causa del principe Nikolaj, che il passeggero altri non era che Ivan Fëdorovič, il materialista scettico, che Smerdjakov forse era davvero figlio di Fëdor Karamazov, che i fratelli Dmitrij e Aleksej si volevano bene malgrado tutto, che Varvara Petrovna non appare in questo romanzo bensì negli ''Indemoniati'', sebbene nessuno si accorga della sua presenza lì mentre la percepisca qui. Voci di corridoio sostengono che l'appartamento al quarto piano di via Grillič 42 verrà distrutto durante la [[rivoluzione d'ottembre|Rivoluzione]] del [[1917]]. Insomma, pare che sia un bel romanzo, leggetelo e fateci sapere.
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== Trasposizioni filmiche e teatrali ==
Numerose opere dostoevskiane sono state ridotte e riadattate per il teatro e per il cinema, talvolta senza riservare un minimo di rispetto per l'opera del grande Maestro. Ne elenchiamo alcune fra le più note:
* '''''Memorie dal sottaceto''''' - Spot pubblicitario della ditta ''Peperlizia Ponti''.
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* '''''Shining''''' - Lungometraggio di [[Stanley Kubrick]], questo film può considerarsi direttamente ispirato alla vita di Dostoevskij. Due nomination all'oscar come miglior sceneggiatura ispirata a fatti realmente accaduti.
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== Voci correlate ==
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* [[CCCP]]
* [[Lingua russa]]
* [[Lev Tolstoj]]
* [[Letteratura russa]]
* [[Antisemitismo]]
* [[Problema]]
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[[ar:فيودور ميخائيلوفيتش دوستويفسكي]]
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