Enrico Fermi: differenze tra le versioni

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{{quote|Bau! Bau! Woof! Grrrrrrrrr...
''(Il suo cane)''|}}
[[Immagine:Schemacalciotto.gif|left|thumb|200px|Enrico mentre rispiega a [[Lucio Anneo Seneca]] la tattica del [[fuorigioco]].]]Fatto sta che il giovane Enrico, figlio di un importante matematico e della sua calcolatrice, venne effettivamente al mondo e, durante gli anni dell'asilo, strinse una profonda amicizia con Oscar D'Agostino, Emilio Segrè, Arnoldo Mondadori, Edoardo Amaldi, [[Lucio Anneo Seneca]](di un anno più grande) e Franco Rasetti. Quando, a 4 anni di distanza, al gruppo di unì Orso Mario Corbino, venne alla luce quella che verrà definita la storica prima formazione dei [[Ragazzi di via Palisperna]], la squadra di [[Calcio|Calciotto]] più forte della [[Roma|città]], tuttora ineguagliata circa atomi rotti, femori spezzati e spalle lussate.
 
Poi, come spesso accade nelle storie più sputtanate e scontate, il gruppo si divise: Rasetti partì per il [[Canada|Paese delle Favole]], Segrè andò a fare bungee jumping dalla [[Torre di Pisa]] (dove dimostrò che due gravi lanciati dall'ultimo piano di una torre contemporaneamente arrivano a terra nello stesso momento, ma solo i gravi, dal momento che gli acuti si sono dimostrati giustamente restii a farsi un volo del genere preferendo spingere giù a tradimento il fisico e se necessario tutta la sua equipe), etc. Cosi Fermi si ritrovò privo prima della sua ala sinistra (''"Pazienza, giochiamo in 7, tanto gli spacchiamo il culo comunque!"''), poi del miglior realizzatore (''"Ok ragazzi, siamo in svantaggio numerico, ma sono sicuro che se gli scindiamo qualche osso in due o più, possiamo cavarcela a buon mercato!"'') e infine del suo portiere, quando [[Lucio Anneo Seneca|Lucio]] si ritirò dalla squadra con la scusa assurda che era troppo vecchio per reggere i ritmi dei compagni.