Eneide: differenze tra le versioni

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Approfittando dell'assenza di Enea, Turno strinse d'[[assedio]] la cittadella troiana e cercò di forzarne le difese, ma le porte sigillate col silicone ressero. Incazzatissimo, Turno ordinò allora di appiccare il fuoco alle navi troiane, ma quelle per volere dell'ennesima dea ficcanaso si trasformarono nelle copie sputate di [[Federica Pellegrini]] e sparirono nell'acqua fra orrende bestemmie in [[venezia|veneziano]].<br />A Turno stava venendo un ictus dalla rabbia. I troiani si misero a intonare cori da [[stadio]] per sbertucciarlo. Alla decima riproposizione di "Che puzza, che tanfo, Turno entra in campo" il re dei Rutuli impazzì: con un urlo belluino e un balzo plastico da [[La ballerina girevole|ballerina]] del Bolshoi oltrepassò la palizzata troiana e si mise a trucidare tutti quelli che gli capitavano sotto mano. L'eccidio si concluse a quota duecentonove quando Turno pestò erroneamente un [[rastrello]] e si rifilò da solo una mazzata sui denti. Evitò un sicuro linciaggio grazie alla prontezza dei suoi guerrieri che se lo caricarono in spalla e lo portarono in salvo.
 
Calò la notte. Sugli spalti della cittadella troiana si trovavano due sentinelle, '''Eurialo''' e '''Niso'''. I due erano amici d'infanzia e analmente intimi. In quel momento erano in un bel rovello: da un parte sapevano che il loro dovere era restare di guardia, dall'altra desideravano con tutto il [[culo|cuore]] andare nella vicina città di Agilla dove era in corso l'ultimo giorno di [[Gay Pride]].<br />Dopo una scrupolosa analisi decisero che rivendicare il loro orgoglio gaio era più importante della salvezza dei loro concittadini, per cui lasciarono la loro postazione e con fare silenzioso attraversarono le linee nemiche. I soldati erano pieni di birra e cibo, e dormivano placidamente nel loro stesso vomito; per i due troiani fu facile ammazzarli nel sonno. Eurialo, da quel modaiolo folle che era, commise però l'errore di prendere come trofeo una borsa coperta di paillettes.<br />Affrettando il passo, si erano lasciati alle spalle l'accampamento di Turno quando udirono rumore di cavalli. Eurialo e Niso si nascosero tra i cespugli, ma il luccicchio di paillettes li tradì e ben presto si ritrovarono circondati dai cavalieri nemici. I due amici lottarono con la furia del [[Cristiano Malgioglio]] dei tempi d'oro, ma vennero ben presto catturati. Condannati al supplizio dell'[[impalamento]], seppero affrontare la morte con [[coraggio]] e anche con un pizzico di soddisfazione.
 
Dopo una settimana passata a ubriacarsi e a giocare a dadi nelle taverne col suo nuovo amico Tarconte e con '''Pallante''', figlio adolescente di Evandro, Enea fece ritorno dai suoi concittadini, che nel frattempo si erano fatti un mazzo tanto per respingere gli attacchi di Turno & Friends.<br />Lo scontro tra gli schieramenti raggiunse toni così epici da mettere in difficoltà persino due grandi commentatori come [[Christian Recalcati]] e [[Ciccio Valenti]].<br />[[File:Soldati che pregano in irak.jpg|300px|thumb|I troiani pregano per l'anima di Pallante.]]Da una parte e dall'altra erano centinaia i guerrieri che perivano, e altrettanti quelli che si mettevano in mostra: Pallante incuteva timore grazie alla sua potente lancia e all'acne giovanile, Enea era così invasato che uccideva ogni avversario tre volte, Turno tagliava arti e squartava interiora con tale precisione che ormai il suo grido di battaglia era: "''Ho fatto un etto e mezzo, lascio?''"
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