Eneide: differenze tra le versioni

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Dopo una settimana passata a ubriacarsi e a giocare a dadi nelle taverne col suo nuovo amico Tarconte e con '''Pallante''', figlio adolescente di Evandro, Enea fece ritorno dai suoi concittadini, che nel frattempo si erano fatti un mazzo tanto per respingere gli attacchi di Turno & Friends.<br />Lo scontro tra gli schieramenti raggiunse toni così epici da mettere in difficoltà persino due grandi commentatori come [[Christian Recalcati]] e [[Ciccio Valenti]].<br />[[File:Soldati che pregano in irak.jpg|300px|thumb|I troiani pregano per l'anima di Pallante.]]Da una parte e dall'altra erano centinaia i guerrieri che perivano, e altrettanti quelli che si mettevano in mostra: Pallante incuteva timore grazie alla sua potente lancia e all'acne giovanile, Enea era così invasato che uccideva ogni avversario tre volte, Turno tagliava arti e squartava interiora con tale precisione che ormai il suo grido di battaglia era: "''Ho fatto un etto e mezzo, lascio?''"
 
Nel furore della battaglia Turno e Pallante si trovarono faccia a faccia. Il giovane già pregustava di poter [[abbordatore da strada|abbordare]] le pollastre dicendo loro di aver ucciso Turno, ma i suoi sogni scoperecci ebbero una brusca interruzione quando il re dei Rutuli lo passò da parte a parte con la lancia.<br />Enea rimase agghiacciato nel vedere la fine del suo giovane amico. Straziato dal dolore, fece appena in tempo a pensare: "''PorcoddioPorcozio! Stai a vedere che adesso suo padre se la prende con me!''" e poi si rituffò nella lotta con forze rinnovate. Enea pareva invincibile: né la superiorità numerica dei nemici, né le ferite, né le malattie veneree rimediate nelle bettole parevano in grado di fermarlo. Sotto la sua spada e il suo alito perirono:
 
*'''Tarquito''', a cui Enea staccò la testa e la usò per palleggiare.
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