Eneide: differenze tra le versioni

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*'''Polite''', massacrato sotto gli occhi di suo padre.
 
Insomma, Enea combatteva da schifo ma aveva un culo pazzesco.<br />Quella notte l'eroe era particolarmente inquieto: eppure, la guerra era vinta, sua moglie '''Creusa''' russava tranquilla nel talamo, suo padre '''Anchise''' riposava sereno all'ospizio, suo figlio '''Julo''' guardava i pornazzi di nascosto a volume abbassato.<br />Dato che il sonno stentava a venire, Enea decise di andare in terrazzo e di dedicarsi a uno dei suoi passatempi preferiti: sputare in testa ai passanti. Appena mise piede sulla porta, però, rimase senza fiato: Troia era in fiamme! Dappertutto c'era gente che combatteva disordinatamente, e dai templi e dalle case si levavano urla di disperazione e angoscia.<br />"''Che strano, non mi pare sia iniziato il periodo dei saldi!''" - rifletteva tra sé e sé Enea.<br />"''Col cazzo, quelli sono greci!''" - fece allora da una finestra '''[[Laocoonte]]''', il suo dirimpettaio che come lui assisteva alle devastazioni. "''Quei bastardi si sono nascosti nel cavallo di legno e, approfittando dell'oscurità, sono usciti e hanno aperto le porte della città! Tra un po' tutto l'esercito di Agamennone invaderà Troia! [[Portanna]]! L'avevo detto io, di non portare dentro quel cavallo!''"<br />[[File:Vecchio annoiato.jpg|280px|thumb|Il saggio Anchise piange la rovina della sua città.]]E qui Laocoonte, che si credeva un [[profeta]] solo perché aveva seguito un corso di [[astrologia]] per corrispondenza, si lanciò in una serie di [[Alzheimer|vaneggiamenti da vecchio rincoglionito]] riguardanti sventure, catastrofi e serpenti giganti.<br />Enea non se lo cagò di striscio e, al grido di "''Salviamo Troia!''", corse a indossare elmo e armatura, a impugnare la spada, a farsi una tisana al gelsomino e ad allacciarsi i sandali con il nodo [[Savoia]].<br />45 minuti dopo fu quindi pronto per combattere e scese in strada.<br />In breve attorno all'eroe si formò una piccola schiera di troiani disperati, più i soliti due o tre pensionati che non avevano nulla da fare e borbottavano: "''Va là, e la chiamano distruzione questa! Alla loro età io già saltavo i fossi per lungo! Ai miei tempi sì che c'erano dei saccheggi come si deve!''"<br />Cercando di rincuorare i compagni, Enea disse: "''La città è stata tradita! Se c'è da morire, moriremo combattendo!''" e subito si scagliò su un [[parchimetro]], tagliandolo in due con un fendente.<br />Vedendo questa dimostrazione di sprezzo del pericolo, gli altri troiani si fecero forza e ripresero in mano le armi. Combattendo con la stessa determinazione di un [[Cosa avrà voluto dire?|custode belloccio rinchiuso nella gabbia di un gorilla gay]], quella notte Enea e i suoi si lanciarono su tutti i greci che trovarono, facendo pagar loro carissima la rovina della città ma soprattutto la distruzione del negozio del miglior [[kebab|kebabbaro]] di Troia.<br />Gli achei erano moltissimi, ma ancor di più erano i loro [[SUV]] che parcheggiati alla [[cazzo di cane]] in mezzo alla strada impedivano alla popolazione di fuggire e di spostarsi per la città.<br />Ben presto Enea si rese conto che Troia era ormai condannata. A che serviva sgozzare greci a man bassa? A che serviva rigare la carrozzeria a [[cento]], duecento SUV?<br />Il suo dovere era un altro: doveva darsi allo [[sciacallaggio]]!
 
Enea si diresse quindi al più vicino c[[entro commerciale]] con l'intenzione di arraffare il maggior numero di [[spremiagrumi]], ma una volta lì si accorse che molti altri figli di Troia avevano avuto la sua stessa [[idea]]. Tra la folla vide suo padre Anchise che faceva incetta di [[dentiera|dentiere]], la sua amata moglie Creusa che si accapigliava con un'altra donna per una borsa di Louis Vitton e suo figlio Julo con le braccia piene di giochi per la [[Nintendo Wii]].<br />Incazzato come una [[iena]] perché non era rimasto neppure uno stuzzicadenti da rubare, Enea si mise a urlare: "''Basta perdere tempo! Dobbiamo lasciare la città! In fretta, con me!''"<br />Subito la sposa e il bambino gli si misero al fianco; il vecchio Anchise invece scosse la testa, scaracchiò in terra e disse: "''Andate voi, che siete giovani! Io morirò col mio [[catetere]] e con la mia città!''"<br />[[File:Culo.jpg|left|thumb|300px|Julo.]]"''Ok vecchio, fai come vuoi! Buona fortuna!''" - fecero gli altri tre senza battere ciglio, e lo avrebbero abbandonato là se Anchise non avesse cambiato idea e con un balzo da ginnasta non fosse saltato sulle spalle del figlio.<br />La famiglia si lanciò di corsa nei vicoli più oscuri della città, facendosi largo tra morti, feriti e [[vu cumprà]] particolarmente insistenti; alla fine Enea e i suoi giunsero a una porta che conduceva fuori dalle mura. "''Siamo salvi! Abbiamo seminato quei vu cumprà!''" - disse Enea ai suoi cari, ma non ebbe neppure il tempo di festeggiare il successo con un virile [[rutto]] che la gioia gli morì in gola: Creusa non era lì con loro! Dove si era cacciata quella dannata femmina?<br />Enea fu sul punto di lasciarla al suo [[destino]], poi si ricordò che la sua [[carta di credito]] era in mano a Creusa e in preda alla disperazione tornò in città da solo. Setacciò Troia palmo a palmo, incurante della battaglia che ancora infuriava attorno a lui e dei [[giornalista|giornalisti]] di [[Studio Aperto]] che filmavano la scena e sparavano vaccate. Alla fine scorse sua moglie davanti alla vetrina di una gioielleria.<br />Subito le urlò: "''Eccoti finalmente, brutta troiana! Stai bene? Ma soprattutto, non hai toccato la mia carta di credito, vero?''"<br />Sentendo quella [[voce]] Creusa si girò e con voce flebile rispose: "''No, non ho fatto in tempo. La nera morte mi ha ghermito prima. Quella che vedi è solo la mia [[ombra]], Enea! Non soffrire per me: va e segui la tua strada. Addio, ama il nostro piccolo Julo! Ah già, dimenticavo, ti tradivo col fornaio!''"<br />E in un battere di ciglia la figura di Creusa si dissolse nell'aria. Enea rimase impietrito dal dolore: in un attimo pensò alla sua carta di credito perduta per sempre, comprese perché a casa sua c'era sempre abbondanza di [[pane]] fresco, e infine decise di farsi forza e di tornare al luogo dove aveva lasciato Anchise e Julo.<br />Strada facendo passò davanti al panificio, miracolosamente scampato alla furia achea, e gli appiccò il fuoco.
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