Elena Santarelli: differenze tra le versioni

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==Biografia==
La nascita di Elena Santarelli si può definire con gergo calcistico un'azione corale: l'idea di fare una nuova [[bambino|figlia]] la suggerì il [[nonno]], l'[[amore]] era quello dei [[genitori]], il [[sperma|seme]] ce lo mise suo zio, ma di questo il [[padre]] non ha mai sospettato [[nulla]]. Dopo aver cambiato [[casa]] perchè il [[padre]] per non meglio specificati motivi personali aveva bisogno di un appartamento dal soffitto più alto, la giovane Elena comincia a frequentare il [[liceo]] classico ma lo abbandona proprio sul più bello: al momento di sedersi dietro a un banco per ascoltare la sua prima lezione.
 
Mentre si recava a [[scuola]] infatti, attirata dai rumori di una sfilata di moda poco distante decide di marinare il suo primo giorno di [[liceo]] e si paga il biglietto di ingresso vendendo il suo abbecedario nuovo.
Durante lo spettacolo le cade un kleenex a [[terra]] e lei si china a raccoglierlo. Un agente di modellismo (quelli che stanano le modelle) la nota e rimane colpito dal suo sguardo intenso, dai suoi capelli biondi, dal suo [[fisico]] statuario, da quel tatuaggio a forma di coda di [[castoro]] che ha sulla [[vagina]]. Così la scrittura subito con un contratto capestro che la costringe a sfilare in posti diversi anche nello stesso momento.
 
Nonostante tutto grazie a quel contratto la bella Elena inizia presto la carriera di modella, sfilando per [[Giorgio Armani]], [[Dolce&Gabbana]], [[Marta Marzotto]] e [[Francesco Amadori]]. Le infinite sfilate a cui partecipa (ben 7, per una media di 0,002 sfilate annue), le provocano una terribile forma di allergia verso qualsiasi capo d’abbigliamento, costringendo la giovane a rimanere nuda per sempre e a lasciare il mondo della moda.
[[Immagine: Giovanni rana.jpg|right|thumb|250px|Elena si gode un momento di riposo al termine di una sfilata.]]
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