Disco music: differenze tra le versioni

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==Discomusic==
La '''discomusic''' (detta anche ''musica disco'', ''[[disco]]'', ''lancio del disco'', ''[[disco]] dance'', ''discodèns'', ''dance'' o semplicemente ''[[musica]]''), è un genere che ha goduto di una grande popolarità a carponi fra gli anni 70 e 80. Il nome non si riferisce al genere musicale come erroneamente si può pensare ma alle [[ernie]] del [[disco]], dovute alle strane movenze dei ballerini del tempo, talmente assurde da rendere il controllo ortopedico un passo inevitabile. Nonostante i problemi medici la discomusic assurge in questo biennio a [[musica]] universale fungendo da icona di un periodo favoloso in cui aumentarono le [[discoteche]], i musicisti di colore e le denunce per schiamazzi notturni.
 
===Gli albori===
L'idea di [[discoteca]] è originaria dell'[[Europa]] e risale all'occupazione nazista in [[Francia]]. All'epoca era vietato divertirsi (era consentito soltanto ballare sulle note dell’inno tedesco), e per questo motivo molte persone si riunivano in gran segreto per ascoltare le loro canzoni preferite su vinile. La cosa non aveva molto a che fare con la [[discoteca]], anzi non c’entrava un [[cazzo]] ma da qualche parte bisognava pur cominciare.
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===[[La FebbrA]] del [[sabato sera]]===
Dall’ inizio degli anni 70 ci troviamo di fronte ad un vistoso mutamento della musica nera. Artisti come [[Berry White]], Congo Bongo e Buga Buga prendono sempre più piede ed aumentano gli arrangiamenti creativi, vale a dire quelli senza un perché e inventati sul momento, esplodono inspiegabili nuove mode ed il [[kitsch]] assurge a ruolo di status. Il ballerino [[disco]] si lascia crescere il ciuffo, le basette, le sopracciglia, il [[cerume]] nelle orecchie e il [[cotone]] nell’[[ombelico]]. Il suo [[look]] comincia ad essere il simbolo di una generazione: capello sugna e pepe che attira i moscerini peggio della frutta marcia, inguardabile camicia fantasia a pappagalli fucsia aperta sul pettorale villoso, [[catena]] del [[motorino]] attorno al collo con soggetti vari (gettonatissimi la [[Madonna del Rosario]] e il [[Crocifisso]], ma anche [[Sai Baba]] che fa il gesto dell’[[ombrello]]), pantalone scampanato (quelli con l’ampio orlo destinato a infracidarsi penosamente sotto il tacco dello [[stivale]]), ascella ai frutti di[[mare]] per lo sfrenarsi parossistico sulla pista, [[alito]] da [[coma]] diabetico per tutti gli alcoolici introitati, [[occhiali da sole]] anche di [[notte]] (di fatto in quegli anni i ballerini [[disco]] venivano arrotati più dei gatti randagi).
[[Immagine:Village.jpg|thumb|I Village People. Da sinistra: Renato “short cock” Schifani, David Hodo, Felipe Rose, Homer Simpson, Alex Briley e Gianni Alemanno.]]
 
Nei primi anni 70 alcuni [[dj]] di origine italiana sono protagonisti delle scene disco: [[Nicky Siano]], inizia a proporre accostamenti osceni, mixando i gargarismi mattitutini di Gloria Gaynor con le cover dei Cugini di campagna mentre [[Dave Mancuso]] lancia uno sconosciuto singolo, ''Don’t vomitate on my tappetin because the car is new, ma c’ marronn’''; improvvisamente la [[disco]] emerge dai clubs e diventa fenomeno di [[massa]]. Molte [[città]] iniziano a propinare i loro artisti creando veri e propri filoni all'interno della [[disco]]:
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