Disastro del Vajont: differenze tra le versioni

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[[File:Vajont Longarone prima e dopo il disastro.jpg|right|thumb|380px|''A sinistra'': Longarone, 9 ottobre 1963. ''A destra'': Longarone, 10 ottobre 1963.]]
Raggiunto il greto sassoso del Piave, per fare ancora più danni, la gigantesca onda carica consistenti detriti e, in un eccesso sconsiderato di perfidia, li usa per distruggere quasi completamente Longarone.<br />
È stato stimato che l'onda d'urto, dovuta allo spostamento d'aria, fosse di intensità eguale (se non addirittura superiore) a quella generata dalla [[bomba atomica]] sganciata su [[Hiroshima]]. Giambattista Brigadon, [[Alcolismo|assiduo frequentatore di osterie]] (ancora in giro a quell'ora), riuscì a pensare: ''"Cazzo ci fa la bora a Longarone?!"'', subito prima di essere spazzato via.<br /> Alle 5:30 del mattino giunse sul luogo un primo reparto di [[alpini]] da Calalzo per portare soccorso; i pompieri giunti da Belluno difatti avevano dovuto fermarsi poichè verso valle la strada non esisteva più. Il colonnello in comando chiamò la base leggermente piccato:
{{Quote|Sarebbe ora di aggiornarle queste mappe di [[merda]], qui non c'è nessun paese.|Il Col. Alfio Maria Pantegana redarguisce alla radio il caporale Rampozzini.}}
L'equivoco durò poco: richiamati dalle grida di [[dolore]] gli alpini scavarono anche a mano per riuscire a trovare i corpi dei dispersi. Il bilancio fu davvero drammatico: dei circa 2000 morti furono recuperati solo 1500 cadaveri, metà dei quali impossibili da riconoscere, poiché l'acqua squagliò le loro [[carta d'identità|carte d'identità]].<br />Se non altro le fragole vennero su una meraviglia!
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