Devil May Cry 4: differenze tra le versioni

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Tutto comincia una domenica qualunque, nella città di ''Fortune''. Il {{s|papa}} prete del luogo, nominato guarda caso ''Sanctus'', si appresta a eseguire la messa dopo che la corista in erba ''Kyrie'' ha {{Citnec|allietato}} l'auditorio con la sua voce. ''Nero'', il suo fidanzato, arriva in tempo per la fine della sua "prestazione", salvandosi così le orecchie; ma non aveva tenuto conto dell'inizio della messa vera e propria. L'evento risulta talmente scocciante che non solo Nero fa per andarsene, ma dal tetto piove un individuo vestito di rosso che fa ciò che tutti i presenti non hanno avuto il coraggio di fare: pianta una pallottola in testa al prete. Subito scoppia un putiferio e le guardie accerchiano il nuovo arrivato, ma dato che gli tolgono l'aria, lui le spedisce ai quattro lati della stanza a suon di spadate. È il turno di Nero quindi, che si appresta a combattere a mani nude. Sì, perché lui ha il ''Devil Bringer'', una versione scrausa del guanto di [[Megaman]]. Con esso, Nero corca di mazzate il nuovo arrivato e lo impala con la sua stessa spada, tanto per mantere vive le tradizioni della serie. Inutile dire che l'altro non ne risenta minimamente e se ne vada fischiettando... Con lo stesso tempismo di [[Commissario Clancy Winchester|Winchester]], ''Credo'', il fratello maggiore di Kyrie, arriva sulla scena del delitto e porta via il cadevere, smollando il resto del lavoro a Nero. Ora infatti sta a lui liberare la città che si è {{u|tutt'all'improvviso}} riempita di demoni: con la sua nuova "''Spada a Benzina<sup>made in [[Mondial Casa]]®</sup>''" compie una strage e si avvicina a una cava abbandonata, dove l'aspetta un {{Citnec|Cane Demone Infuocato}}: ''Berial''. Il cucciolo viene prontamente pestato tramite Devil Bringer e torna nella sua cuccia, permettendo a Nero di proseguire sino al castello di Ventura. Lì farà la conoscenza di una certa ''Gloria'', della cui personalità gli rimarrà impressa soprattutto la sua [[tette|prosperosità]].
[[File:Tette Gloria Devil May Cry 4.jpg|thumb|right|200px|L'unica parte di Gloria che ricordano tutti i giocatori.]]
Il castello si dimostra pieno d'insidie, come armature semoventi e rane glaciali enormi, ma Nero è agguerrito abbastanza da proseguire e sfondare un muro per ripicca con un lampadario enorme. Il passaggio segreto lo porta {{s|nella Bat-caverna di [[Batman]]}} in un antro oscuro, dove uno scienziato balbuziente e occhialuto farnetica di spade demoniache. Non si tratta però di [[Final Fantasy VII|Hojo]], bensì di un certo ''Agnus'', che vive rintanato in questo laboratorio sotterraneo. Dove paga un botto di bolletta, altrimenti non si spiegherebbe quel pavimento elettrificato. A ogni modo, Nero distrugge il laboratorio e riunisce{{Censura| con tanta colla vinilica}} la ''Yamato'' di ''Vergil''. Uscito di lì con la spada sotto braccio, si dirige nella foresta perché le forze dell'ordine lo stanno cercando per aver rubato la spada. Qui fa la conoscenza con un serpente-drago-pianta-[[donna]], che insemina la foresta, nel massimo dell'ambiguità... Comunque, Nero riesce a piantarle i suoi semi su per il retto e rispedirla [[Inferno|al mittente]], per poi proseguire sulla sua strada. Dove troverà di nuovo Credo, stavolta {{Citnec|trasformato in {{s|demone}} angelo|e=risata necessaria}}, a intralciarlo. O almeno questa è l'intenzione, in realtà si farà solo riempire di pugni o trafiggere dalle sue stesse spade. Il vero protagonista è infatti Agnus che, trasformatosi in uno tafano, rapisce Kyrie davanti agli occhi di Nero e fugge in un palazzone stile ''[[Morte Nera]]''. Inutile dire che, una volta arrivato lì e pestato il tafano gigante, nemmeno stavolta Nero riesce salvare la propria donzella in pericolo. Questo non solo lo porta a farsi delle domande sulle sue effettive capacità, ma anche a scontrarsi nuovamente col tizio in rosso, che si rivela poi essere {{u|inaspettatamente}} Dante, e infine con Sanctus. Sì, nel frattempo in cui succedevano tutti questi casini, lui è risorto; sempre perché l'Inferno è un Bed&Breakfast in cui si sosta per un po' e poi si esce a piacimento in questa serie. Nero però, durante il combattimento con Sanctus, finisce inglobato in una statua enorme, detta ''Il Salvatore''; ovvero la versione muscolosa di pietra di [[Galeazzi]]. '''Finalmente ci si libera di Nero ed entra in scena Dante.''' Il cacciademoni ora non farà altro che rifare all'inverso tutta la strada percorsa prima da Nero, rendendo di fatto le precedenti missioni [[tempo perso|una perdita di tempo]]. Eliminati quindi ''Echidna'', ''Bael'', ''Berial'' e finalmente anche ''Agnus'', Dante se la deve vedere col ''Salvatore'', che non è esattamente "un tipo socievole". Dopo qualche pestone amichevole, Dante risveglia Nero tirandogli una spada addosso, contrariamente a qualsiasi logica che l'avrebbe visto ucciso. Ripresosi nel ventre del mostro, Nero si arma di [[coraggio]] e della Katana che Dante gli ha rifilato e si avvia allo scontro finale con Sanctus. Egli stavolta ha {{Citnec|la potentissima ''Spada di Sparda''}}, perciò Nero ci mette due secondi per ucciderlo invece di uno. Eliminato Sanctus, spappolata la testa del Salvatore e salvata Kyrie, la storia si conclude col solito "''e vissero per sempre tutti felici e contenti''".<br />
Tranne Nero che nonostante si sia fatto un culo così per salvare Kyrie, non abbia ottenuto da lei nessuna [[sesso|ricompensa]].
 
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