→Voci correlate
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Il '''Decameron''', scritto da [[Giovanni Boccaccio]] tra il [[1965]] e il [[1969]] è una raccolta di [[100]] novelle legate allo spirito della rivoluzione giovanile dell’epoca, raccolte in una struttura a cornice.<br />
Il titolo originale dato dal poeta è ''“Comincia il libro chiamato [[Tre Metri Sopra Il Cielo]], Decameron per gli amici”''.
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La storia che funge da cornice è la cronaca dei dieci giorni passati da una compagnia di [[hippie]] benestanti (una sorta di contraddizione in termini, ma Boccaccio riprende il filo della filosofia del soldato Joker, imperniata sulla dualità dell’essere umano) in attesa di recarsi al festival di [[Woodstock]] del ’69.<br />
La compagnia, formata da sette ragazze e tre ragazzi, passa
[[File:Chitarrista 1.jpg|right|thumb|260px|Non [[c'è]] niente di eguagliabile ad una ''schitarrata'' in allegra compagnia. Bravo Panfilo!]]
Il '''primo giorno''' passò tranquillamente, senza particolari episodi, fino alla sera, trascorsa cantando attorno al falò acceso in giardino e sognando l’uguaglianza in Terra accompagnati dal suono della chitarra di Panfilo e aiutati da una quantità di droghe leggere (e non) pari a quella che si poteva trovare in quel periodo durante una settimana intera in un luogo chiamato dal poeta Mur’Atzi Delpo (trascrizione incerta).
Le canzoni che venivano cantate prima dell’incombere della [[fame chimica]] sono le novelle precedentemente citate. C’è poi una stasi narrativa che rispecchia il senso di apatia caratterizzato dall’attesa del [[pony express]] de “Gli amici del [[kebab]]”.
Il '''secondo giorno''' i tre ragazzi decisero di scoprire le carte e confessare il loro scarso interesse per gli ideali e la politica e rivelare la loro ardente passione per il [[sesso]] di gruppo. Per le ragazze non fu un problema concedersi (cliché delle hippie ninfomani, molto caro al Boccaccio che nella sua opera spesso sottolinea come il mondo sia mosso da una forza, la FIGA, spesso tradotta erroneamente come Fortuna, e dall’Amore, concetto utopico non ancora completamente decriptato) con l’[[eccezione]] di Lauretta. La ragazza, peraltro sofferente di [[meteorismo]]
Dopo essere stata schernita per la sua [[gobba]] e il porro sul naso (era una schifezza di persona), Lauretta minacciò di avvertire le forze dell’ordine del possesso da parte del gruppo delle camionate di Afghano e [[Marijuana]]. Gli amici la rinchiusero quindi in uno sgabuzzino senza né luce né finestre, in balìa di sé stessa e del proprio gas.<br />
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Il '''settimo giorno''' fu caratterizzato dal tentato suicidio di Fiammetta.<br />
Esasperata dal buio, la solitudine e la puzza, rimpianse il fatto di non indossare né reggiseno (simbolo dell’oppressione maschile), essendo aderente al movimento femminista, né biancheria intima (''“perché mi irrita”''), in quanto non aveva nulla con cui impiccarsi. Cercò quindi di farla finita prendendo a testate una parete che però crollò rivelandosi di [[cartongesso]].
[[File:Tanga coin.jpg|left|thumb|260px|''Non fate come Fiammetta: portate sempre con voi un simpatico tanga come questo, potrebbe essere utile per [[Suicidio|ogni evenienza]]!]]
La ragazza, appena riassaporata la libertà e l’aria pulita, venne prontamente legata, imbavagliata e tappata (il suo intestino oramai produceva lo stesso rumore di una Alfa Romeo Arna con la marmitta sporca) dagli amici, ancora risentiti per le minacce, e venne offerta come vittima sacrificale a [[Francesco Guccini]] (il mangiabambini con la barba, un allegoria di Satana) in nome della pace.<br />
In questa giornata le dieci novelle sono tutte canzoni di Guccini, intonate dalla compagnia mentre ''“aiutavano Fiammetta a ricongiungersi con madre natura e il barba”''.<
[[File:Suora nuda.jpg|right|thumb|260px|La badessa Usimbalda, buona e santa donna, protagonista di una [[La badessa e le brache|celebre novella]]]]
Gli '''ultimi tre giorni''' della cornice trattano il viaggio verso Bethel, N.Y. (sede del tanto agognato festival) che distava un oceano, ma che i <
Durante il viaggio i ragazzi sparano cazzate a tutto andare, viste le facoltà mentali oramai del tutto offuscate dal [[THC]]; cazzate che compongono le ultime novelle, senza un tema fisso.
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Con questa opera Boccaccio vuole esprimere il proprio odio per i monregalesi, i [[terroni]], i polentoni, i [[negri]] e le mozzarelle e i virtussini e l’importanza di un giusto connubio tra sesso, [[droga]] e rock ‘n’ roll.
[[Categoria:Libri]]▼
== Voci correlate ==
*[[Giovanni Boccaccio]]
*[[Frate Cipolla]]
*[[La badessa e le brache]]
*[[Il Decameron]] (film di [[Pasolini]])
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