Cucina francese: differenze tra le versioni

(Creata pagina con 'right|thumb|320px {{cit2|La cuisine française est magnifique!|Tipica frase "di apertura" del cameriere francese appena giunto al vostro tavol...')
 
Riga 6:
 
== Storia ==
[[File:Dipinto medievale 2.jpg|right|thumb|320px250px|L'ignaro [[cane]] sta per essere cucinato ''"à la Bourguignonne"'', secondo l'antica ricetta in uso a Chaloche-sur-Piedône.]]
Uno dei primi manoscritti di ricette francesi, intitolato ''[[Quattro salti in padella Findus|Quatre sauts dans la poêle]]'' e risalente al [[medioevo]], fu opera di Guillaume Tirel (detto Marmittone), [[cuoco]] personale del sovrano [[Carlo VI di Francia|Carlo VI]] ed inventore della celebre ''carbonade Taillevent''. La pietanza (uno stufato di montone lardellato, bagnato con birra scura di abbazia, speziato con timo e chiodi di garofano, e servito con abbondanti cipolle in agrodolce e cavolo acido) era tipica della [[Pasquetta]] e, una volta ingerita, veniva smaltita dall'organismo appena in tempo per il pranzo di [[15 agosto|ferragosto]].<br /> Il tipico banchetto aristocratico di allora anticipava gli attuali canoni di eleganza e raffinatezza, le portate arrivavano tutte assieme, gli ospiti si avventavano sul cibo con le mani, ci scappava qualche gomitata nelle gengive e, non di rado, [[qualcuno]] ci [[Morte|rimetteva la pelle]] per una "forchettata" al costato, più o meno quello che accade oggi quando il servizio è "a buffet". I pasti si concludevano spesso con un ''issue de table'', che prevedeva un dessert di confetti di miele, formaggi affumicati, noci, vino speziato e conati di [[vomito]]. Ben diverso il pranzo dei poveri, costituito normalmente da brodo di [[ipnorospo]], patate lesse, erbe di campo, visioni e dolori addominali.<br /> Nel tardo Medioevo si diffuse la pasta brisée, con cui veniva preparato una sorta di contenitore (adatto ad essere infornato) in cui mettere tutti gli avanzi del giorno prima, dopo averli sminuzzati ed amalgamati con uova, strutto e [[colesterolo]] alto.
 
Riga 12:
Nel XV e XVI secolo la cucina francese ebbe una grande svolta, che la portò a essere una delle più grandi del mondo. Questo cambiamento avvenne grazie a [[Caterina de' Medici]]<ref>e questo spiega tutto</ref>, andata in sposa ad [[Enrico II di Francia]] famoso perché, una volta terminato il piatto, era uso "fare la scarpetta" con la barba. La [[Queen|regina]] portò con sé tutta la scuola della [[cucina toscana]], all'epoca molto raffinata, che comprendeva pietanze di classe come i ''[[Fagiolo|fagioli alla scurreggiona]]'', la ''[[ribollita]]'' e il ''[[Lampredotto|lampredotto coi porri]]'' (manicaretti oggi vietati in quasi tutti i paesi industrializzati). Come tutti i grandi chef, Caterina andava personalmente a comprare al mercato i prodotti necessari, sceglieva i migliori e tirava sul prezzo (giacché notevolmente [[Spilorcio|spilorcia]]). Veniva chiamata ''"La dame de Cordon Bleu"'', perché indossava una fascia blu da Ambasciatrice del Granducato di Toscana. Detto questo, ora che sapete, ogni volta che addenterete quella specie di panino fatto con le cotolette, ripieno di formaggio e prosciutto, farete "mea culpa" per aver inneggiato in precedenza all'inventiva culinaria francese.<br /> Alla scuola di cucina ''"Cordon Bleu"''<ref>ancora oggi attiva, e sarebbe ora di darle fuoco</ref> si forgiarono i più grandi chef francesi della storia, che servirono le corti e le casate aristocratiche fino a quel [[Rivoluzione francese|simpatico evento che fece perdere la testa a molti nobili]]. Rimasti improvvisamente senza lavoro, i cuochi aprirono i primi ''restaurant'' (che corrispondono al livello italiano "trattoria"), i popolari ''bistrot'' (le nostre bettole) e i raffinati Cafes (i [[bar]]).
 
[[File:bistrot francese Chez Guevara in rue de merde.jpg|right|thumb|320px380px|Un antico bistrot francese in ''Rue de Merde'', famoso per il suo piatto ''Liberté égalité omeletté''.]]
L'Ottocento vide {{citnec|l'apogeo della cucina francese|e=mica cazzi}} imperniata sulle tradizioni regionali e in seguito definita "cuisine de ménage" (che se fosse "à trois" garberebbe anche a noi). Nel [[1950]] Antoine Guêvar, titolare del bistrot "[[Che Guevara|Chez Guevara]]", diede un contributo decisivo a codificarla. Il frutto del suo prezioso lavoro, che durò ben tre ore, resta il manuale di riferimento dell'odierna cucina transalpina. In quelle nove pagine, scritte a caratteri belli grossi, vengono custoditi tutti i segreti che la rendono una delle migliori del nord-ovest europeo, ma non troppo a [[ovest]] e nemmeno troppo a [[nord]].
{{cit2|L'omelette non va assolutamente girata e si serve sempre piegata in due.|Antoine Guêvar mentre svela il segreto della "parfait omelette" durante il corso di cucina ''"Vulevant da le pal"'' (da lui organizzato).}}
{{cit2|Mi scusi, ma questa è una frittata!|un giovanissimo ed imprudente [[Gualtiero Marchesi]], poco prima di essere cacciato a pedate dal corso.}}
461

contributi