Casa Savoia: differenze tra le versioni

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Suo figlio, ''Carlo Emanuele I'' detto ''Cristu'' (lo Spirito Santo era il Cabaretto, perché i Savoia erano pur sempre cattolici, anche se anticlericali, nel senso che non potevano sopportare che uno stronzo di papa gli venisse a dire cosa fare in Savoia) era un’anima inquieta che avrebbe fatto la fortuna di qualsiasi [[psicanalista]]; ma essendoci nel tardo Cinquecento solo maghi e indovini, già da bambino dovette rivolgersi a [[Nostradamus]], il quale soggiornò per breve tempo in Savoia, dove trovò l’ispirazione per le quartine delle sue Centurie grazie a dei quartini spacciatigli da Carlo Emanuele, al quale per ringraziare predisse un futuro di merda. Difatti Carlele, per brevità, non seppe mai prendere una decisione definitiva, si alleò prima con i francesi, poi decise invece di mandarli affanculo, e già che c’era, sentendosi protetto in alto da non si sa bene chi, forse da Nostradamus, fece incazzare l’imperatore, gli spagnoli, il papa e anche un panettiere di Rivoli, incominciando a dichiarare guerra a destra e a manca, pure al panettiere, perché, si dice, quando l’alleanza con i cugini illegittimi d’oltralpe era già saltata, un giorno, avendo finito le biove gli aveva consegnato una baguette. Ma Carlele aveva sottovalutato la permalosità dei nemici che di volta in volta minacciava, a seconda di come si alzasse da letto la mattina, oppure sopravvalutato la potenza del suo esercito di contadini – Testa di Ferro aveva infatti istituito per la prima volta nella storia universale la coscrizione obbligatoria arruolando le famigerate ''balosdivisionen'' armate di roncole, falci e rastrelli, che una volta spedì in [[Ungheria]] a massacrare i turchi insieme agli imperiali. Tale esercito, pur lottando eroicamente fino all’ultimo sangue, naturalmente non poteva nulla contro i mercenari svizzeri: provateci voi a minacciare un mercenario svizzero ubriaco con un forcone sporco di letame, o una guardia svizzera armata di alabarda e cartucciera di santini di Padre Pio. Allora incominciano i dissapori tra Savoia e Chiesa, mentre quelli con l’impero erano atavici e quelli con i [[francesi]] erano congeniti, cosa, insieme all’esercito di zappaterra, che fece parlare per la prima volta di una Savoia marxista-leninista.
[[Immagine:Segretaria Sexy.png|right|thumb|220px|Una duchessa francese a caso.]]
 
Esito delle continue guerre, dei continui scambi di insulti, delle madonne e dei santi tirati giù, degli scherzi (tipo nascondere i diplomatici francesi nei gabinetti e buttare via le chiavi) fu la ''Seconda Spartizione della Savoia'', con la differenza che questa volta i territori restarono in mani sabaude, ma con un deretano spagnolo sulla faccia e un cazzo francese nel culo per almeno sessant’anni. E ce ne volle per liberarsene, solo per brevi momenti e per brevi tratti, e quando non c’era uno spagnolo infrattato in qualche fortezza o uno stronzo di francese alle spalle c’era una troia di duchessa francese a tenere per le palle i successivi Carli Emanueli e Vittori Amedei. Gli unici aspetti positivi di questo secolo furono la barocchizzazione degli edifici di Torino e la conquista di Asti, del [[Monferrato]] e di Saluzzo, strategica per le comunicazioni (altrimenti bisognava sempre fare dei giri della madonna per andare da Torino a Vercelli e da Torino a Cuneo) e per l’approvvigionamento di barbera, tartufi e castagne.
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