Casa Savoia: differenze tra le versioni

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Ma le palle incominciò a romperle lui, perché, nonostante avesse abdicato consen-sualmente, continuava a dire a Carlin fai questo e fai quello, al che Carlin, che era sempre Carlin ma si era anche un po’ rotto il cazzo, gli disse testualmente “O la fini-sci di rompere i coglioni o ti mando in Francia”, che allora significava più o meno “ti mando a fare in culo.” Ma Vimedeo non lo volle capire, e continuò con il suo gover-no ombra, tanto che alla fine, temendo una sua cospirazione ai danni di Carlin, fu messo da questo agli arresti domiciliari nel castello di Moncalieri, castello intorno al quale fece costruire una palizzata di legno per impedirgli anche di andare a pisciare in giardino. Un giorno i dragoni della Sicurezza Sabauda (SS) irruppero a sorpresa nel castello alla ricerca di prove del complotto, ma l’unica cosa compromettente che tro-varono, nascosta in un baule, furono tre filiberti (circa duecentottanta chili) di ciocco-lata.
[[Immagine:Zombie8.jpg|right|thumb|250px|I soldati spagnoli al Colle dell'Assietta.]]
 
Alla fine Carlin si rassegnò alla buonafede del padre e, prima che qualcuno lo vedes-se e andasse a staccarne cimeli, fece abbattere il muro – la cosiddetta “Caduta del muro di Moncalieri” – mentre Vimedeo capì finalmente che era ora di levarsi dalle balle e passò il resto della sua gloriosa vita a succhiare gianduiotti. Carlele III poté così essere libero di passare un tranquillo weekend di montagna al Colle dell’Assietta, e rispaccare il culo ancora non del tutto rimarginato di una ridicola coa-lizione di francesi e cadaveri spagnoli, sempre in compagnia dei compagni di meren-de austriaci. Difatti, nel pomeriggio, fecero tutti merenda con pane e salame e con pane e speck sui cadaveri agonizzanti o già in decomposizione dei francesi (gli spa-gnoli erano ormai ectoplasmi) da dove nacque l’appellativo “bogianen” dato ai pie-montesi – la storia tramandò poi che ciò si riferiva al fatto che i soldati sabaudi, pur in inferiorità numerica di fronte al nemico, avessero tenuto fino all’ultimo le posizio-ni appunto non muovendosi, in realtà fu un granatiere di Chivasso che, seduto in e-quilibrio instabile sullo stomaco di un francese in fin di vita, non riuscendo a mangia-re il suo panino col salame perché quello continuava a rantolare gli disse “bogia nen” (non ti muovere). Questo evento è simpaticamente rievocato di anno in anno da tizi vestiti come Gianduja e Pierrot che si sparano con gli elastici. Per non essere da meno dei suoi innumerevoli predecessori, Carlele approfittò della vittoria per aggiungere un’altra provincia al nascente impero sabaudo, vale a dire [[Novara]] (+ Verbania, che allora non era ancora provincia, completando così il puzzle del Piemonte, limite oltre il quale in molti non si sarebbero più spinti, ma non i Savoia) da cui riportò romeni e altre zanzare, tanto che qualcuno in patria cominciò a lamentarsi, accusandolo di an-dare alla conquista di scatole di rubinetti e di inutili risaie (ma poi si scoprì che sotto le risaie c’era il petrolio, che nel Settecento non serviva ancora a un cazzo e quindi fu sotterrato di nuovo).
 
A Carlin fecero seguito un Vittorio Amedeo III che visse tra le puttane – tratto distin-tivo dei Savoia nel corso dei secoli fu l’avere almeno quattro donne ufficiali: la mo-glie con cui fare nuovi Savoia, l’amante con cui fare alleanze, l’amante con cui fare sesso contronatura e l’amante con cui giocare a briscola durante la vecchiaia – e morì prima della catastrofe e un Carlo Emanuele IV, detto Lo Sfigato, che invece la cata-strofe dovette sorbirsela per intero. Questo flagello aveva le sembianze del peggior incubo sabaudo: il grande nano francese, che sembrava tornare dall’aldilà e reclamare vendetta per tutti i giusti soprusi cui era stato sottoposto nel corso dei millenni. Napo-leone, che ispirò a Orwell la figura del protagonista del racconto “La fattoria degli a-nimali” e che gli assomigliava anche vagamente, sarà stato un porco, ma legnava co-me un bastardo di gorilla. E cosa poteva fare la piccola Savoia, che tra l’altro il Porco riteneva Francia, contro questa masnada di barbari se non tirargli gianduiotti? Carlele IV pensò bene che era ora di levarsi dal cazzo e aspettare tempi migliori, e, visto che gli dissero che la Sardegna era sua (non lo sapeva) andò in ferie con tutta la famiglia in Costa Smeralda, che fino ad allora si chiamava Costa di Merda. Si ebbe così la Terza Spartizione della Savoia, e la cosa cominciava a farsi un po’ pesante anche per gente pesante come i Savoia.
 
 
=== Vittorio Emanuele I ===
Utente anonimo