Bonvi: differenze tra le versioni

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=== La svolta ===
[[File:Bonvi e Nick Carter.jpg|thumb|250px|left|Bonvi istruisce [[Silver]] sullo "sporco [[umorismo]] da caserma".]]
La terrificante esperienza nei militari lo portò a una fortissimaun [[depressioneesaurimento nervoso]] con annessi [[incubi]] e [[allucinazione|visioni]], che Bonvi cercò di [[esorcismo|esorcizzare]] mettendoli su carta (ma anche su muri, mobili antichi di sua [[nonna]], rotoloni Regina che non finiscono [[mai]]...). Eppure, tutto ciò non servì a nulla e fu per questo che si rinchiuse in una buia stanzetta con le mani legate, ma i [[piedi]] presero il sopravvento sul suo corpo dando vita alla sua prima grande opera: le [[Sturmtruppen]]. Il Bonvi sapeva che il [[ferro]] va battuto finché è caldo, seppe cogliere la palla al balzo e cavalcò l'onda del successo ottenuto sfornando montagne di nuove idee, ben conscio del fatto che, quando il pubblico è in [[delirio]], puoi rifilargli un trattato sui succhi gastrici spacciandolo per la tua opera letteraria migliore e ottenere comunque una [[standing ovation]]. Fu così che in una notte in cui la fecero da padrona le sigarette, un [[liquore]] ottenuto dalla [[polvere da sparo]] e il [[flusso di coscienza]], Bonvi sfornò una marea di personaggi stravaganti: abbozzò i tratti di ''[[Nick Carter|Nick "Culo di Gomma" Carter]]'', tratteggiò i lineamenti di ''[[Marzolino Tarantola|Marzolino Coglionazzo]]'', scrisse la prima storia di ''Alì Bebè e i quaranta pannoloni'' e impostò le vicende di ''[[Cronache del dopobomba|Coliche del doposbornia]]''. Poi arrivò ''[[Cattivik]]''... e si ciulò tutto.
[[File:Omaggio di Ortolani a Bonvi.jpg|316px|thumb|right|Una vignetta disegnata da Bonvi stesso e inviataci da [[paradiso|un luogo del quale non ha mai creduto l'esistenza]]. Ecco perché appare così imbronciato.]]
 
=== Verso la fine ===
Il furto di idee da parte di una sua creatura fu un colpo tanto duro che il Bonvi non si riprese più: troncata di netto la sua carriera da [[imbrattamuri]], il fumettista tentò di [[solletico|solleticare]] la [[dea bendata]] e convincerla a volgere il suo sguardo verso di lui: provò la carriera del [[costumista]], ma fu beccato dalla [[buoncostume]]; cercò l'aiuto dell'allora [[amico]] [[Guccini]]<ref>Che da quei dì venne declassato da "amico" a "semplice conoscente".</ref>, ma questo era nel bel mezzo di una relazione con un'anziana e ricca [[locomotiva]], che di lì a poco avrebbe fatto la sua fortuna, e lo snobbò sdegnosamente; insistette {{citnec|fino alla morte}} con il [[Corriere della sera|Corriere]] di farsi pagare le 18 risme di strisce e tavole prodotte per lui sin dal [[1961|'61]] e mai retribuite, ma il Corriere sapeva svincolarsi dalla presa dello scarabocchiatore come un lottatore di [[sumo]] bisunto di burro e non sganciò mai neanche un nichelino. L'ultimo tentativo di rilancio fu tentato con la trasmissione [[Supergulp]], che Bonvi avrebbe usato come catalizzatore per il suo nuovo e sperato successo tra il pubblico. Ma non c'era niente da fare: quella zoccola della dea bendata, che da anni vezzeggiava e adulava, gli rifilò l'ennesimo [[2 di picche]]: nella notte tra il 9 e il 10 dicembre 1986, mentre si dirigeva agli studi televisivi, il Bonvi venne dapprima sequestrato, derubato e malmenato in un vicolo puzzolente da dei banditi puzzolenti; poi calpestò una [[cacca di cane]]; lercio e livido, si presentò con un'ora di [[ritardo]], scoprendo di aver sbagliato edificio e che gli studi erano nel palazzo di fronte; rimase quindi bloccato in [[ascensore]] per un altro paio d'ore e, per concludere in bellezza, venne investito da un'auto, mentre era ancora bloccato in ascensore.<br />Le sue spoglie mortali riposano tra le tantissime nell'immenso [[cimitero]] militare di Modena, ma la sua [[tomba]] è facilmente riconoscibile: per omaggiare la sua [[fede]] anarchica, amici e parenti lo hanno fatto sepellire col [[dito medio]] di fuori.
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