Barbarossa (film): differenze tra le versioni

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[[File:Immigrati.jpg|thumb|left|250px|I temibili soldati di Barbarossa si preparano a sbarcare in Italia con le loro possenti navi da guerra.]]
Alberto da Giussano, nel frattempo, è diventato un [[Superman|superuomo]], anche se ai più sembra soltanto un incrocio tra [[Gesù Cristo]] e Aragorn del ''[[Signore degli Anelli]]''. Questo fattone, dai capelli perennemente unti, gli occhi infossati e [[Babbo Natale|barba vaporosa]], è talmente allucinato da innamorarsi di Eleonora, una [[strega]] visionaria che, dopo aver avuto un [[colpo di fulmine]] (letteralmente), vede il nostro eroe come un gran figo, nonostante Alberto sia in realtà un [[barbone]] con urgente bisogno di antipulci.
Prima dell'attacco a [[Milano]], il nostro eroe viveva una vita tranquilla e agiata insieme ai suoi compaesani nordici, finché il Barbarossa, consigliato da quella baldracca di sua [[moglie]] e da un [[arrotino]] che passava di lì per caso, raccatta tre o quattro catapulte caricate a proiettili digitali e rade al suolo le mura di cartapesta milanesi. Il protagonista, la moglie spiritata e altri superstiti ancora in stato di [[ebbrezza]], tentano di salvare capra, cavoli e [[polenta]] e scappano nella foresta. Dapprima pensano che l'attentato [[Terrorismo|terroristico]] sia stato condotto dai [[Terrone|terùn]], ma vedendo in lontananza i gommoni e lo stendardo con una lunga barba rossa a forma di falce e martello, si rendono conto che i [[Negro che tenta di venderti i fazzoletti|venditori di fazzoletti]], guidati dall'avo di [[Stalin]], vogliono invadere la loro putrida terra. Preso dallo sconforto e dalla sete di vendetta, il nostro eroe si chiava due o tre volte la fidanzata (ottenendo [[Eiaculazione precoce|pessimi risultati]]), dopodiché richiama [[Sauron]] in persona e forgia un anello del potere per {{s|conquistare la [[Terra di mezzo]]}} sancire l'alleanza tra i comuni del nord e ricacciare indietro il barbuto tiranno in [[Svervegia]].
[[File:Tizio_sul_cesso.jpg|thumb|250px|Una prode vedetta della Lega Lombarda in attesa dell'esercito nemico.]]
Arriviamo quindi alla sanguinosa battaglia finale, caratterizzata da {{citnec|interessanti}} carrellate di slow motion ed effetti speciali degni di una recita scolastica. Il grande Alberto da Giussano ha la brillante idea di tendere un'imboscata all'esercito degli invasori, nascondendo dei vecchietti ubriachi su dei carri da [[Merda|letame]] e occultando il tutto con un fascio di erba e rami spesso 2 centimetri. Il Barba, sicuro della vittoria, avanza verso la trappola... e qui il regista Martinelli interrompe l'azione, chiedendo alle 5 o 6 comparse [[Romania|rumene]] di eseguire la [[Naruto|Tecnica della Moltiplicazione del corpo]]. Difatti, nell'inquadratura successiva, i rispettivi eserciti non sono più composti da due poveracci con delle [[padella|padelle]] in testa ma da [[millemila]] cazzutissimi cavalieri dai movimenti perfettamente sincronizzati. Lo scontro si fa sempre più acceso e i nostri paladini sembrano in difficoltà, finché Bossi, eccitatosi nel guardare un calendario sui [[Galli]] e sui Capponi, appare nel bel mezzo del campo di battaglia blaterando frasi incomprensibili e roteando il suo martello da guerra. I nostri eroi, rinvigoriti dalla presenza del capo tribù, fiaccano l'esercito nemico tramite un fitto lancio di polenta, formaggio (solo Grana Padano), stracotto e ossobuco. A dare il colpo di grazia agli invasori ci pensa il [[Roberto Calderoli|Calderoli]], un leggendario uomo delle caverne che si diletta a mangiare [[negri]] e a prendere le impronte digitali ai bambini [[Africa|africani]]. Si giunge perciò al drammatico finale: Calderoli, fatto il pieno di porchetta, prende la mira e, al grido di ''Cassoeulaaaaaa!!'', caga a spruzzo contro l'armatura del Barbarossa. Il despota, resosi conto di essersi sporcato parecchio, grida ''[[Blade Runner|Ho visto cose che voi padani non potreste immaginare...]]'' e corre in un fiume a lavarsi. Egli sembrerebbe fuori pericolo, ma si sa, gli immigrati devono [[Morte|morire]], quindi il munifico Alberto da Giussano getta prontamente nell'acqua un [[tostapane]] acceso, cuocendo a puntino Federico I, che verrà utilizzato come portata principale nel [[Maiale|Maiale Day]] organizzato per festeggiare la vittoria.
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