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{{Processo|03 agosto 2014|note=}}
{{Cit|Dio è morto dopo aver visto i film di
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== Vita ==
Il suo amore per la slow-life gli porta qualche difficoltà nel laurearsi, così presto Tarr trova un impiego a lui congeniale in un agenzia di pompe funebri. Purtroppo viene licenziato subito perchè prima che il carro funebre giunga a destinazione la salma aveva già completato il processo di decomposizione.
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Sempre più consapevole del proprio talento (omicida), il nostro eroe comprende che la sua via non è la musica, bensì il cinema. Si procura così una cinepresa amatoriale e realizza la sua prima opera, un cortometraggio di 190 minuti che testimonia la lunga e straziante agonia del suo gatto szomorúság-a-pikk. Il film è considerato dagli [[Nessuno|esperti]] una toccante riflessione sulla vita delle classi disagiate nonchè, ovviamente, un omaggio alla triste e nebbiosa pianura ungherese (com'è noto, infatti, in [[Ungheria]] non spunta mai il sole e inoltre il mondo è in bianco e nero).
[[File:Nebbia in città.gif|250px|right|thumb|L'ungheria vista da Béla Tarr.]]
È in questo periodo che Tarr conosce lo sceneggiatore [[Giacomo Leopardi]]. I due scoprono notevoli affinità tematiche e decidono di avviare un progetto per un nuovo film che si intitolerà
"A boldogtalan paraszti élet egy olyan világban, ahol az Isten halott, és mi több, mindig esik az eső" (''"l'infelice vita dei contadini in un mondo in cui Dio è morto e perdipiù piove sempre"''). La sceneggiatura del noto poeta e sceneggiatore italiano raccontava una storia epica che tocca tutte le grandi tematiche del pessimismo cosmico ma tutto ciò che si sa sul film è che si apre con un piano sequenza di circa sei ore in cui delle vacche pascolano in un prato.
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