Antonio Salieri: differenze tra le versioni

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Nel [[1770]] Antonio Salieri si esibì con il capolavoro che consacrò la sua figura artistica: ''Le Donne letterate'' è l'[[opera buffa]], cioè eseguita interamente con [[peto ascellare|peti ascellari]] e [[gargarismo|gargarismi]], che inaugurò [[La Scala]]. Il pubblico accolse con [[entusiasmo]] quel compositore che era rimasto fino a quel momento nell'[[ombra]] e insistette tanto per il bis che Salieri fu costretto ad accontentarli. E dopo fu obbligato a concedere pure il tris, il poker, il contorno, il dolce e persino il Fernet-Branca. Alle quattro del [[mattino]] un esausto Salieri, con un principio di [[enfisema]] e le stille di [[sudore]] che gli facevano sembrare la faccia una [[placenta]] di [[vacca]], fu costretto a chiedere un po' di riposo al pubblico. Alché un vecchietto del loggione si alzò di scatto, gli puntò il [[dito]] contro e sibilò a [[denti]] stretti:
{{quote|E no, caro nostro! Tu continuerai a ripeterla finché non la farai giusta!}}
Salieri non eguagliò mai il successo clamoroso della suo debutto come compositore professionista. Come la [[libidine]] di un uomo sulla [[cinquantina]], iniziò un declino lento ma costante: ''L'Europa riconosciuta'' ricevette un boato d'[[applausi]]; con ''Der Rauchfangkehrer'' si conquistò un terzo posto in una gara per bambini a Casalpusterlengo; ''Axur, Re d'Ormus'' fu accolto tiepidamente; durante l'esecuzione di ''Il mondo alla rovescia'' un [[pomodoro]] marcio gli sfiorò l'[[orecchio]] sinistro, mentre con ''La Follia di Spagna'' rischiò il [[linciaggio]].<br />Ritiratosi dalle scene in maniera definitiva, Antonio decise di trascorretrascorrere in completa riservatezza il resto dei suoi sessant'anni brizzolati, trovando un impiego tranquillo e sicuro nel [[campanile]] della chiesetta di paese: il batacchio.
 
=== Verso la fine ===
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[[File:Ichabod Crane. La leggenda della valle addormentata.jpg|250px|thumb|right|Antonio Salieri ogni volta che giocava con Mozart a "chi ce l'ha più lungo".]]
{{quote2|C'era una volta un compositore che non sapeva che viene per chiunque il momento di tirare i remi in barca.<br />Il suo nome era ''Antonio'', ''Tonio'' per gli amici, ''Io'' per gli [[egocentrismo|egocentrici]], ''oh [[mona]]!'' per i suoi compaesani. Egli aveva un discepolo infido e ambizioso che, giorno dopo giorno, rosicchiava un pezzetto della sua poltrona del successo. Il suo nome era ''Wolfgang Amadeus'', ''Lupobanda Amedeo'' per gli amici italiani, ''[[secchione]] di merda'' per gli amici rosiconi, ''cipollino'' per il suo [[babbo]]. Tra i due la disputa diventava sempre più aspra finché un giorno degenerò, tanto che finì che uno soffiò il pan di bocca all'altro:
{{dialogo|Tonio|Ehi, Amedè! Ti dispiace se ricopro io il ruolo di insegnante di musica della principessa del Württemberg?|Amedè|Umpf! Ma sì sì, va', fai quello che ti pare!|Tonio|Ti sembra il modo di rispondere? Mi sembra di essermi rivolto a te con [[gentilezza]].|Amedè|Gentilezza [[mia nonna]]! Mi stai puntando una [[colubrina]] in faccia!}}<br />Si narra che tutto naque da uno [[scherzo]] innocente di Amedè ai danni del suo maestro, quel giorno che gli piazzò un [[cuscino]] pernacchione sulla [[sedia]] della sua [[cattedra]], causando un'imbarazzante ilarità in tutta la classe. Tonio non la prese bene e si [[vendicòvendetta|vendicò]]: introdusse dello [[sciroppo]] di [[ipecac]] nel vino dell'imperatore durante il debutto di Amedè con le sue [[Nozze di Figaro]], cosicché il primo commento del sovrano, a opera conclusa, fu uno sbrozzo dai toni accesi che centrò un violinista della seconda fila. A quel punto fu [[guerra]] dichiarata e per il povero Amedè, che era più piccolo, più ingenuo e più puro di cuore del perfido Tonio cominciò un umiliante [[calvario]]. Lui subì per anni le angherie del maestro senza rendergli mai decentemente la pariglia. Sopportava e sopportava, in fondo era un gran sopportone. Ma dopo l'ennesima [[burla]] a suo danno, quella volta che Tonio lo svegliò spalmandogli del [[wasabi]] in [[gola]], ad Amedè cedettero i [[nervo|nervi]] ed esplose. Ci vollero quattordici ore per recuperare e sepellire tutti i pezzi. E intanto Salieri se la rideva sotto i [[baffi]]...}}
Dagli eventi poc'anzi fedelmente riportati vennero fuori [[leggenda|leggende]] dimenticate e miti norreni, poemi, fiabe con [[drago|draghi]] marroni e frodi di furbastri che specularono sulla morte di Mozart, come con il boom di vendite delle sue [[maschera mortuaria|maschere mortuarie]], rigorosamente tarocche.
 
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