Anti-italianismo: differenze tra le versioni

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== Identikit dell'anti-italiano ==
L'anti-italiano medio solitamente comincia la sua attività di [[Rompicoglioni|scassa-maroni]] fin da [[ragazzo]], più o meno al terzo anno di [[liceo]], ispirato o dal [[professore di filosofia]] o dall'[[Amicone|amico]] più grande che, iscrittosi all'[[Università]], ha scoperto che negli atenei italiani (a differenza di quelli stranieri) non convalidano gli [[Esame univesitariouniversitario|esami]] a coloro che non superano prima le relative prove orali e, talvolta, addirittura, pure quelle scritte. Quando poi apprende da altri conoscenti più adulti che, una volta conseguito il titolo di studio, le aziende non faranno a gara per assumerlo ma che (a differenza di quanto avviene in paesi più progrediti) gli occorrerà darsi da fare per cercare lavoro, le sue convinzioni si rafforzano e si rafforza anche la monotematicità di tutti i suoi discorsi (indebolendo, per contro, i [[palle|testicoli]] di chi gli sta intorno). Queste sue continue lamentele su un suo presunto stato di malessere derivante unicamente dall'Italia e dagli italiani, lo pongono in poco tempo in uno stato di [[solitudine]] coatta. Il giovane anti-italiano viene dunque emarginato dagli altri suoi coetanei, tutta gente che, di fronte ad un problema (quasi sempre reale), solitamente preferisce risolverlo o almeno provarci, anche a costo di farsi aiutare, per poi tornare a godersi la [[vita]] per quanto possibile<ref>Questi ragazzini allegri e spensierati costituiscono [[Il Problema dell'Italia|la causa principale di tutti i mali di questo paese]].</ref>.<br />
[[File:Radici davanti computer.jpg|thumb|left|210px|"''... ma la cosa che più mi deprime è che, nonostante tutto questo schifo, non c'è [[nessuno]] che alzi il proprio culo dalla sedia e che si dia un po' da fare per migliorare questo paese!''"]]Non trovando altri [[esseri umani]] disposti ad ascoltare le sue paranoie, si chiude in se stesso, tra [[PlayStation|play-station]], fumetti [[manga]] e letture di romanzi rigorosamente stranieri (perché si sa che in Italia, i romanzi sono scritti '''SOLO''' da gente come [[Federico Moccia]] e [[Melissa P.]]; e che i fessi che leggono le loro porcate sono [[Il Problema dell'Italia|la causa principale di tutti i mali di questo paese]]). Fino a quando non scopre che su [[internet]] esistono delle community on-line, dove tutti quelli come lui possono dare libero sfogo alla loro [[indignazione]] per tutto ciò che in Italia non funziona, condividendo con altri il loro malcontento e maturando idee di estrema [[Destra Unidimensionale|destra]], di estrema [[sinistra]] o di estrema [[Lega Nord|Lega]], individuando poi rispettivamente nei [[Sedicenne comunista|giovani di estrema sinistra]], di [[Sedicenne neofascista|estrema destra]] o nel [[Terronia|Mezzogiorno]] la causa principale di tutti i mali di questo paese. Schifato (come tutti, del resto) dai privilegi dei [[Parlamentare|parlamentari]] e dalle ingerenze della [[Chiesa Cattolica Romana Apostolica|Chiesa]] nella politica (entrambi a pari merito cause principali di tutti i mali di questo paese), trova sollievo a fine giornata, dopo che ha condiviso su [[Facebook]] tre o quattro links preconfezionati riguardo i due suddetti argomenti ed aver riscosso tre o quattro "Mi piace" per ciascuno. Generalmente questa parentesi di anti-italianismo telematico finisce dopo un tempo variabile che va dai due mesi ai venti anni, cioè il tempo necessario ad individuare in tutti i social network la causa principale di tutti i mali di questo paese. Il ritorno alla vita sociale, però, poi, non è mai facile.<br />
Se non ha un [[lavoro]], non se ne cerca uno, perché lui deve essere la prova vivente che in Italia non ci sono opportunità per le persone capaci e meritevoli {{citnec|come lui|e=senza fonte}}. Se invece ha un lavoro<ref>Perché, per quanto l'Italia faccia schifo, può capitare anche all'anti-italiano più sfegatato di avere qualche amico o qualche parente che [[raccomandazione|GLI trova un lavoro]] e lo convince pure ad accettarlo.</ref>, è certamente un lavoro che lui detesta ma che non proverà mai a cambiare perché, in fondo, a lui piace stare in una situazione sconveniente, di cui lagnarsi di continuo, dentro e fuori l'ambiente di lavoro, coi colleghi e coi conoscenti.<br />
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