Alexander Manninger: differenze tra le versioni

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Alexander fugge di casa sconvolto dall'infrangersi dei suoi sogni. Arrivato in [[Germania]] non trova altra soluzione per diventare qualcuno che arruolarsi nelle [[SS]]. Dopo tre anni di fronte rimane l'unico sopravvissuto del suo reparto e viene premiato passando nel corpo d'élite delle [[Sturmtruppen]] corazzate.
Qui diventa il compagno di bevute del capitano ubriacone. Oltre che a ritrovarsi il colorito del viso perennemente rosso, sviene una sera nella neve e ci viene seppellito dal sergente sadico. E non chiedete perché, chi chiede perché è come una baionetta di latta! Ci rimane ibernato per cinquant'anni, grazie a tutto l'alcol che ha nella circolazione che gli fa da antigelo, e viene riportato alla luce dal direttore sportivo del [[Siena]] che era lì in cerca di un portiere a costo zero. Da lui Alexander apprende di aver perso la guerra, cosa che da' il colpo di grazia alla sua sanità mentale. Da allora non sa più bene chi è. Tuttavia, ricordando vagamente di essere stato un portiere, riesce a farsi ingaggiare per riprendere il vecchio mestiere e rifarsi una vita. Recentemente è stato ipotizzato che sarebbe arrivato in Italia ben prima grazie all'operazione Odessa e che usi la sua professione come copertura; si dedicherebbe di notte al vampirismo, che tra l'altro gli consente di mantenere un'età apparente di trent'anni, e alla conseguente eliminazione di sottouomini per progressivo debilitamento. Il che spiegherebbe tutti i delitti irrisolti che affliggono l'Italia da cinquant'anni a questa parte e i misteriosi cali di forma di cui soffrono i giocatori della Juve da quando [[c'è]] lui.
Accetta di andare alla [[Juventus|Ladrentus]] per mettere in atto il suo piano finale: svenare brutalmente [[Buffon]] e rubargli il posto da titolare. La squadra galoppa quindi verso la finale di Champions League e lo scudetto, grazie alla porta serrata che non subisce una rete in oltre 1150 minuti di gioco. Il giorno dopo aver alzato al cielo la coppa dalle grandi orecchie, Alexander si sveglia in una vasca da bagno piena di ghiaccio senza un rene<ref>Lui, non la vasca, né il ghiaccio!</ref>. Il suo è stato solo un bel sogno provocato dagli effetti collaterali della morfina. Risulta negli atti della FIGC che sia stato ceduto al Vattelapesca F.C., squadra che gioca nel campionato del Ma-dove-sta Inferiore. <ref>Quanto al rene è stato scambiato per carne di struzzo da Vissani e inavvertitamente cucinato alla Prova del cuoco</ref>
Secondo Scotlad Yard invece, che si è servita per l'indagine di una squadra composta dall[ispettore Clouseau]], del [[dottor Watson]] e dal [[capitano Hastings]], Manninger avrebbe invece riportato nell'intervento lesioni tali da rimanere invalido al 70%. Secco, che l'aveva fatto operare per vendere il rene e recuperare i soldi per comprare [[Felipe Melo]], l'avrebbe quindi nascosto nel sanatorio "La Quiete" <ref>uella del "Tristano" di Thomas Mann, non la clinica di Udine, ignoranti</ref> dove oltre a diventare dipendente dalla morfina diventa il cicisbeo della signora Klotherian, che era sposata con figlio e pure moribonda per tubercolosi, di cui contende l'amore con Detlev Spinell. Costui non è un terzino slovacco, ma uno scrittore in perenne crisi d'ispirazione e sofferente di crisi allucinatorie. Naturalmente, maschiacci egoisti che si approfittano di una fragile donzella! ignorano entrambi che la rispettabile signora non era assolutamente nelle condizioni psicofisiche per pensare di mettere le corna al marito...Eh-hem, di consolare affettuosamente le loro pene d'animo tramite aumento vertiginoso di testosterone, unica vera cura al mondo (secondo i [[ricercatori Infasil]] supportati dall'associazione ginecologi AOGOI) per un ego maschile in pezzi. Il ritorno del legittimo coniuge, che li prende entrambi a solenni calci nel sedere, pone fine al soggiorno in sanatorio di Manninger. Il quale opta convenientemente per l'emigrazione negli Stati uniti; e no, non si è imbarcato sul Titanic. Vi piacerebbe, eh! Vivrebbe modestamente della sua pensione di guerra in una casetta sperduta sulle Montagne rocciose, in attesa del risarcimento per malasanità, amorevolmente| accudito da [[Florence Nightingale]], pagata a quanto pare in [[natura]].
 
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* Ammesso che sia austriaco, che sia un residuato bellico asburgico della guerra del 15-18 ritrovato sul Carso dal direttore sportivo del Siena che era lì in ferie.
Quel che è certo è che una volta visto quanto è brocco, l'hanno sempre infilato nella porta per nascondere dietro un muro di difensori, di cui Manninger ha notoriamente un bisogno patologico, un simile obbrobrio.
Di fronte alla celebre difesa alta delle Juventus sono diventate pubbliche le sue fobie. Lo spirito incrollabile e i nervi d'acciaio sono fasulli: in realtà ha un'aria spiritata semplicemente perché è un nevrastenico incazzato con il mondo intero. Soffre di una combinazione di un complesso di inferiorità e un terrore panico del vuoto (e delle palle su cui deve uscire lui). Una sindrome che i [[ricercatori Oral-B]] hanno recentemente battezzato col suo nome. Come risultato o sta inchiodato sulla linea della porta, o sta sulla tre quarti. In area come dovrebbe, mai. Sue caratteristiche spiccate sono la cieca obbedienza, l'imperativo che basti resistere a oltranza (leggi: suicidarsi) per vincere e la meticolosità con cui fa qualunque cosa.
Esce a stento con le mani, non osa nemmeno pensare di intervenire di piedi. O prende il pallone proteggendolo [[addirittura]] con il proprio corpo o lo respinge come se stesso giocando a pallavolo.
È noto per la sua preparazione accurata dei suoi rinvii. Asciuga sempre la palla con la maglia se c'è la minima umidità e sistema la zolla di terra da cui deve calciare perché non è mai ordinata come dovrebbe essere, anche se i campi da gioco degli stadi italiani non lo aiutano; di solito i lanci gli riescono così lunghi che ci possono arrivare solo i difensori avversari.
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