Nonsource:Dexter contribuisce a Nonciclopedia

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Questa notte è la notte. È la notte giusta, e ne verranno altre, e altre ancora. Deve succedere.

Nonciclopedia è un sito fantastico, adoro leggere i suoi articoli, perfino gli stub. Ma questa notte sono interessato a ben altre letture.

Eccolo lì. L’IP 218.36.3.98. È lui il prescelto.

***

IP 218.36.3.98, ora sei mio.




«Sei mio, fai esattamente come ti dico adesso.»

«Che cosa vuoi?»

«Voglio che stai zitto. Fai come ti dico. E ora guarda!»

«No.»

«Guarda! È orribile, vero?»

«Ti prego...»

«APRI GLI OCCHI E GUARDA CHE COSA HAI FATTO! Guardalo o ti taglierò le palpebre dalla faccia.»

Un ACFC, devo vendicare questo scempio!
Un ACFC, devo vendicare questo scempio!



«Mi ci è voluto tanto tempo per restaurare questo articolo. Era scritto così male che praticamente ho dovuto rifarlo da zero. L'ho riscritto paragrafo per paragrafo.»

«Non sono stato io...»

«Smettila, il registro delle modifiche non mente!»

«Ti prego... Puoi avere qualunque cosa... Mi impegnerò, lo giuro. Leggerò tutti gli aticoli in Walk of Shame e il Manuale di umorismo

«Bravo, fatti una cultura. Non potevi leggerli prima di scrivere questo articolo di merda

«Non riuscivo a trattenermi, non riuscivo! Volevo a tutti i costi vincere l'Articolo della Settimana e tutti i miei amici ridevano alle mie battute su... Chuck Norris. Ti prego, tu devi capirmi...»

«Fidati, ti capisco perfettamente. Anch'io non riesco a trattenermi. Ma agli articoli di Nonciclopedia non potrei mai farlo. Non come te, mai. Mai agli stubbini

«Perché?»

«Perché seguo le Linee Guida



«E adesso sarai impacchettato con cura. Il tuo IP sarà bannato in eterno e gettato nel dimenticatoio. E il mio piccolo, personale angolo di Nonciclopedia sarà un posto più umoristico e divertente. Un posto migliore.»


***




Mi chiamo Dexter, Dexter Morgan, non so cosa mi ha fatto diventare ciò che sono, ma probabilmente ha influito l'abuso di stupefacenti abbinata alla lettura assidua di Nonciclopedia. Non so perché faccio quello che faccio ma so che lo faccio, come so che indosso sempre una maglietta color verde caco marcio e che quando compio azioni quotidiane tipo radermi, affettare il bacon, spremere un'arancia o allacciarmi le scarpe, sembra sempre che stia uccidendo qualcuno. Inquietante, eh?

Scusatemi, vorrei tanto continuare questo accattivante monologo interiore, ma sento che sta arrivando un flashback.




«Tu sei diverso, vero Dexter?»

«Intendi ricchione, papà?»

«No, no, intendo un adolescente pazzo omicida che in futuro diventerà il serial killer più prolifico degli Stati Uniti d'America

«Ah, sì, allora sì.»

«Meno male, per un attimo ho temuto che fossi per davvero ricchione.»

«Già, pensa che io meditavo di iscrivermi a ragioneria

«Oh, cielo, sarebbe terribile.»

Mio padre, Harry Morgan, sapeva tutto di me. Lo aveva capito perché lavorava nella Polizia postale. Che ironia, un serial killer figlio di un poliziotto, e che poliziotto. Harry era un grande poliziotto qui a Miami, mi ha insegnato a pensare come uno di loro, cioè molto poco. Mi ha insegnato come coprire le mie tracce. Mi ha insegnato a completare le parole crociate a pagina 46 della Settimana Enigmistica inserendo a caso delle lettere nelle caselle vuote e tante altre cose.

Ma soprattutto, Harry mi ha insegnato il Codice. Il Codice di Harry, da non confondere con Il codice da Vinci o il codice Morse, è tutto quello che un mostro come me ha bisogno di sapere per dar sfogo ai propri implusi omicidi senza finire sulla sedia elettrica.

«È una sola e semplice regola, Dexter. Se proprio devi uccidere qualcuno, uccidi qualcuno che se lo merita davvero.»

«Intendi un criminale?»

«Peggio.»

«Un politico

«Peggio, peggio ancora.»

«Minchia. Luca Cordero di Montezemolo

«No, non così tanto. Potresti uccidere Quei niubbi che la sera devastano Nonciclopedia, per cominciare.»

«Quei maledetti bastardi, mi danno il voltastomaco.»

«Non sono molto diversi da te.»

«Non dirlo neanche per scherzo, o ti faccio fare la fine della nostra vicina di casa. Ops, come non detto...»

E così capii che per continuare a nutrire il mostro dentro di me, il mio passeggero oscuro, dovevo seguire il consiglio di Harry. Da quel giorno li studio, vandali e bimbiminkia. Controllo le ultime modifiche, non li perdo mai di vista. Li rintraccio e... faccio giustizia.

È un lavoro nobile. Dovrebbero premiarmi almeno con un distintivo, ma invece sono costretto a nascondermi.

***

«Dexter?»
«...»


«Dexter?»
«...»


«Dexter? Puttana di quella maiala inculata da una zebra superdotata dell'Abkhazia, sei di nuovo perso in uno dei tuoi cazzo in culo di monologhi interiori?»


Lei è Debra, mia sorella adottiva. È fine come uno scaricatore di porto e penso spesso a farmela, ma nel codice di Harry c'è scritto che non posso, dannazione. Ha un gran cuore, ma non permette a nessuno di vederlo, al contrario della sua vagina. Anche lei fa la poliziotta, ma non sa nulla di me. Penso che se lo scoprisse comincerebbe a dire talmente tante parolacce da far commuovere un toscano.

«Dexter, cazzo, devi venire ad aiutarmi. C'è bisogno di te su una cazzo di scena del crimine del cazzo.»

C'è sempre qualcosa di strano nell'osservare una scena del crimine a Miami alla luce del sole. Il sole, tanto per cominciare. Se quelli di CSI lavorano nel buio più totale un motivo ci sarà, no?

«Dex!»

«Debra, ciao.»

«Hanno trovato un altro articolo scritto col culo

«Un altro?»

«È il terzo in cinque giorni.»

«Il terzo? Vuol dire che c'è un...»

«Un cazzo di niubbo, proprio così. Gli altri due sono stati calciorotati ma questo...»

«Cosa?»

«Questo ha il template in costruzione.»

«Non si può cancellare un articolo in costruzione, lo dice il regolamento.»

«Esatto.»

«Qualche sospettato?»

«Magari lo sapessi. Ma quelli della sorveglianza mi tengono fuori dal caso.»

«Devo vedere il corpo.»

«Fai pure, ma non sarà uno spettacolo piacevole.»


Suppongo che dovrei essere arrabbiato, sentirmi addirittura violato. Ma non è così. No. In realtà penso che questo sia un messaggio amichevole, del tipo: "Ehi, vuoi giocare?".

Eh, sì, caro niubbo pirla, voglio giocare.

Lo voglio davvero... davvero...