Josip Broz Tito

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia Liberty.
Versione del 3 dic 2023 alle 12:48 di Il Colo (rosica | curriculum) (Espansa la biografia)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Il maresciallo mentre guarda un centinaio di crucchi appena maciullati. Visti i suoi lineamenti si ipotizza che esso sia un antenato diretto del Gigachad.
« Credo che la sua chiave di lettura del marxismo sia tra le più complesse e illuminanti che abbia mai letto »
(Il maresciallo Tito parlando di Topolino)
« Oh guarda, un istriao! »
(Il maresciallo indicando ai suoi soldati la prossima vittima)

Josip Broz fu un operaio metallurgista, militare e politico che dal 1945 al 1980 fu a capo dellla SFR di Jugoslavja. Esatto, se non lo sapeste Tito era un soprannome, che cazzo pensavate, che una mamma slovena lo chiamasse come un imperatore romano? Sciocchi! Tornando a noi, Tito fu una figura contorta, secondo alcuni considerato un uomo venerabile, mentre secondo altri un vero e proprio dio del comunismo sceso in terra. Vi erano pure delle malelingue che sostenevano che egli fosse in realtà un tiranno sanguinario, ma questi ultimi sono stati giustamente eliminati dall'esercito di liberazione Jugoslavo, quindi la loro opinione non importa.

Biografia

Gioventù e la grande guerra

Tito e altri benefattori dell'umanità che si giocano i fondi dell'Unicef in una partita di Risiko.

Nato nella ridente cittadina di Kumrovec, nella regione dello Hstrabf Ktritovic, Tito cerca fin da giovane di organizzare tutti i lavoratori della sua città: tre contadini, sette mucche e ventotto galline. Sfortunatamente per lui viveva nell'impero austro-ungarico, mica nel regno dei diritti e della pace, pertanto i crucchi decisero di prenderlo a sberle, mettere il suo bel culo da socialista in una divisa dell'esercito e mandarlo al fronte contro i russi. Ciò che questi geni germanici non avevano considerato era che quest uomo non aveva mai toccato un fucile in vita sua, pertanto durante la sua prima battaglia iniziò a correre, gli cadde il fucile, inciampò e si cagò addosso, portando così non solo alla cattura di tutto il suo battaglione, ma anche alla nascità della più grande figura di merda di tutta la Prima Guerra Mondiale. In seguito, venne deportato in Russia a lavorare in una miniera negli Urali; se fosse stato una persona normale avrebbe lavorato lì fino alla fine dei suoi giorni, ma una botta di culo immonda ha voluto far sì che lui fosse un marxista in un paese che stava vivendo una rivoluzione comunista, e che vuoi di più dalla vita, una fetta di culo? Per i prossimi due anni quest'uomo passerà le sue giornate ad organizzare i socialisti, sparare ai reazionari e chiavarsi una splendida russa che in qualche anno diventerà sua moglie; dopo 3 anni, la sua compagna farà coming out rivelando di essere un orso bianco siberiano, Tito la accetterà così com'è e continueranno a scopare amorevolmente.

La seconda guerra mondiale e la resistenza

Tornato a casa nella sua amata Jugoslavia, se ne stette a braccia incrociate boffonchiando lamenti sull'esistenza della monarchia, aspettando uno occasione per una rivoluzione. L'occasione si presentò quando un pittore fallito del Dams ha deciso che la sua nuova tela sarebbe stata l'Europa, creando qualche piccolo disguido all'interno della comunità internazionale. Tra le tante simpatiche idee che aveva proposto vi era pure la totale conquista della Jugoslavja e l'annichilimento del suo popolo. Visto che l'esercito jugoslavo all'epoca disponeva di 25 soldati e sette cavalli, le forze dell'Asse la conquisteranno nel giro di 13 minuti. Con il crollo del potere centrale, Tito ha capito che poteva portare il comunismo nel suo paese e diventare il nuovo napoleone, ma croato. Pertanto prende i suoi compagni di bevute, infila di nuovo il suo culetto nell'uniforme e inizia l'attività di resistenza e sabotaggio alle forze dell'asse. Seppure si pensi che abbia combattuto solo contro i crucchi e gli italiani, in realtà la situazione era molto più incasinata di così; c'erano loro ovviamente, i croati hustasha, i bosniaci nazionalisti, i serbi monarchici e i cinesi femmina. Nonostante ciò, anzichè aspettare comodamente l'arrivo dell'Armata rossa che avrebbe poi proceduto come un rullo compressore sui poveri soldati della Wehrmacht, il ragazzo ha deciso di fare da sè, facendo combattere i suoi soldati come se fossero degli orsi strafatti di cocaina e liberando il suo paese senza aiuto di eserciti stranieri. Partecierà alla conferenza di Potsdam del 1945 solo per mostrare le dimensioni della sua nerchia ai partecipanti, lasciando Stalin urlante ed in lacrime e Churchill con la bava alla bocca; è incerta la reazione di Roosevelt, si sa solo che è riasto chiuso in bagno per 12 ore di fila a fare qualche pratica misteriosa.

La questione di Trieste e l'esodo istriano

Alla fine della guerra, Italia e Jugoslavia reclamavano entrambi l'Istria e non riuscivano a decidersi; pertanto entrò nel discorso la Francia a cazzo duro, tracciando una linea nel mezzo, creando dal nulla uno stato e lasciando entrambi i contendenti incazzati. Dopo svariati anni, risolveranno questo problema dividendo a sua volta il territorio di Trieste e annettendolo. In Jugoslavja, però, restava ancora un grave problema economico: un surplus di munizioni che erano state prodotte durante la guerra e ora rimanendo inusate rischiavano di provocare un crollo dei mercati nazionali. L'ingegnosa soluzione che il governo del glorioso leader fu seplice ma geniale, vale a dire riabilitare e finanziare lo sport nazionale: la caccia all'Istriano. La caccia all'istriano era un usanza antichissima che si praticava già ai tempi dell'Impero romano, dove si andava a cercare ogni italiano che sembrasse un po' più a destra di Lenin per lapidarlo; eventualmente si è poi passati alle cerbottane per arrivare all'epoca contemporanea dove si usano i fucili. Grazie a questa iniziativa, l'economia Jugoslava si è risollevata diventando una delle più forti dell'area balcanica, del blocco comunista e dell'Asia Minore.