Josip Broz Tito

Da Condiclodepia, l'onciclepadia disclesica.
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Il maresciallo mentre guarda un centinaio di crucchi appena maciullati. Visti i suoi lineamenti si ipotizza che esso sia un antenato diretto del Gigachad.
« Credo che la sua chiave di lettura sul marxismo sia tra le più complesse e illuminanti che abbia mai letto »
(Il maresciallo Tito parlando di Topolino)
« Oh guarda, un istriao! »
(Il maresciallo indicando ai suoi soldati la prossima vittima)

Josip Broz fu un operaio metallurgista, militare e politico che dal 1945 al 1980 fu a capo dellla SFR di Jugoslavja. Esatto, se non lo sapeste Tito era un soprannome, che cazzo pensavate, che una mamma slovena lo chiamasse come un imperatore romano? Sciocchi! Tornando a noi, Tito fu una figura contorta, secondo alcuni considerato un uomo venerabile, mentre secondo altri un vero e proprio dio del comunismo sceso in terra. Vi erano pure delle malelingue che sostenevano che egli fosse in realtà un tiranno sanguinario, ma questi ultimi sono stati giustamente eliminati dall'esercito di liberazione Jugoslavo, quindi la loro opinione non importa.

Biografia

Gioventù e la grande guerra

Tito e altri benefattori dell'umanità che si giocano i fondi dell'Unicef in una partita di Risiko.

Nato nella ridente cittadina di Kumrovec, nella regione dello Hstrabf Ktritovic, Tito cerca fin da giovane di organizzare tutti i lavoratori della sua città: tre contadini, sette mucche e ventotto galline. Sfortunatamente per lui viveva nell'impero austro-ungarico, mica nel regno dei diritti e della pace, pertanto i crucchi decisero di prenderlo a sberle, mettere il suo bel culo da socialista in una divisa dell'esercito e mandarlo al fronte contro i russi. Ciò che questi geni germanici non avevano considerato era che quest uomo non aveva mai toccato un fucile in vita sua, pertanto durante la sua prima battaglia iniziò a correre, gli cadde il fucile, inciampò e si cagò addosso, portando così non solo alla cattura di tutto il suo battaglione, ma anche alla nascità della più grande figura di merda di tutta la Prima Guerra Mondiale. In seguito, venne deportato in Russia a lavorare in una miniera negli Urali; se fosse stato una persona normale avrebbe lavorato lì fino alla fine dei suoi giorni, ma una botta di culo immonda ha voluto far sì che lui fosse un marxista in un paese che stava vivendo una rivoluzione comunista, e che vuoi di più dalla vita, una fetta di culo? Per i prossimi due anni quest'uomo passerà le sue giornate ad organizzare i socialisti, sparare ai reazionari e chiavarsi una splendida russa che in qualche anno diventerà sua moglie; dopo 3 anni, la sua compagna farà coming out rivelando di essere un orso bianco siberiano, Tito la accetterà così com'è e continueranno a scopare amorevolmente.

La seconda guerra mondiale e la resistenza

Tornato a casa nella sua amata Jugoslavia, se ne stette a braccia incrociate boffonchiando lamenti sull'esistenza della monarchia, aspettando uno occasione per una rivoluzione. L'occasione si presentò quando un pittore fallito del Dams ha deciso che la sua nuova tela sarebbe stata l'Europa, creando qualche piccolo disguido all'interno della comunità internazionale. Tra le tante simpatiche idee che aveva proposto vi era pure la totale conquista della Jugoslavja e l'annichilimento del suo popolo.