Decimo Furtivo

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Il decimo furtivo (furto decimale) è una antichissima tecnica di sottrazione risalente all'epoca paleolitica.

Consiste nella sottrazione di beni alimentari (liquidi o solidi) da ambienti lavorativi - comunque estranei al proprio domicilio - esclusivamente nella loro decima parte. Elemento essenziale alla configurazione di tale reato è la fiducia da parte di colleghi perfettamente estranei nel lasciare alimenti incustoditi in luoghi di condivisione come sale ristoro, sale riunioni, tavole o ripiani. Alla base di questa tecnica sta la teoria della decimatio inpercepta: sottraendo esattamente un decimo dell'alimento o bevanda (escludendo errori di taglio o di distrazione) è pressoché impossibile che il proprietario se ne accorga. La piccola perdita viene mentalmente ignorata per motivi che vanno ricercati nella sfera percettiva/emozionale: la perdita di esattamente un decimo rientra perfettamente nel volume emotivo non visualizzato dalle correnti percettive durante gli intervalli lavorativi. Una variante associata agli alimenti liquidi (fatta eccezione per olio e yogurt) è il cosiddetto decimo furtivo con rabbocco. Il fluido aggiuntivo è solitamente acqua, l'urina invece è spesso utilizzata in caso di concomitanti antipatie.

Applicazioni

Il decimo furtivo si applica generalmente per combattere tutte quelle fastidiose condizioni che rendono un individuo particolarmente affamato e malnutrito, ma richiede una certa pratica nonché abilità manuale per essere affinata, qui sotto vengono riportate le principali fasi in qui avviene il reato.

Fase 1:

Detta anche fase dei decimi, assicurarsi che in effetti le vivande lasciate incustodite siano realmente commestibili, perché può capitare di scambiare per tavoletta di cioccolato una cover per smartphone o peggio lo stesso smartphone, per fare ciò avvicinatevi senza essere notati da anima alcuna al bersaglio, date una prima occhiata e se fosse necessario, una prima leccata di avvertimento. Se e dico se l'avvertimento è saporito e gustoso si può procedere con la fase 2.

Fase 2:

Detta anche fase dei decimali, è l'operazione più rischiosa fra tutte, dividere in dieci parti il bersaglio per sottrarne una. Per semplicità è meglio portarsi un righello o metro di misura per non commettere imprudenze, ma anche ad occhio se si tratta di cibi solidi particolarmente grandi. Consiglio di utilizzare un'unghia volutamente lasciata più lunga per staccare il decimo pezzo direttamente senza l'ausilio di altro, se il cibo in questione dovesse essere troppo solido o troppo friabile l'unica soluzione possibile è di staccarne una decima parte a bocca, ma se fosse impossibile anche questo, ingoiate la vivanda, separate con la lingua opportunatamente biforcata una decima parte e sputate ricomponendo originariamente il maltolto. Se qualcuno dovesse notare qualcosa, sputate acido e gonfiatevi scappando come rettiliani qualunque.

Fase 3:

Detta anche fase ultima, consiste nel fare ritrovare tutto come era prima che il proprietario del genere alimentare si allontanasse, avete sbattuto contro sedie e spigoli per arrivare alla meta? Avete distrutto l'ufficio per potere dare una leccatina alla decima parte? Bene è il momento di riordinare come se nulla fosse accaduto. Tutto questo è fondamentale per due ragioni: la prima perché volete mettere la faccia impagabile del vostro collega mentre pensa che qualcosa non torni guardando i resti della sua merendina preferita smangiucchiata, la seconda è perché affinché sia considerato valido il reato non deve essere risaputo.

Varianti

Decimo furtivo con rabbocco: In questa modalità del decimo furtivo vi è la possibilità di rimpinguare il maltolto diluendolo con opportune soluzioni che in base alla necessità possono variare da semplice acqua, acqua e bava, bava, piscio, piscio e bava. È meglio un rabbocco più abbondante rispetto a quanto effetivamente si è consumato perché questo serve a sviare l'eventuale sesto senso della vittima che si ritrova confusa e vulnerabile a chiedersi come materia possa essersi generata dal nulla, utile nel frattempo per dileguarsi senza attirare l'attenzione.