Resistenza italiana: differenze tra le versioni

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LA RESISTENZA NON SI TOCCA! IDIOTI QUALUNQUISTI
[[File:Resistenza_elettrotecnica.png|thumb|Simbolo della resistenza.]]
[[File:Buddisti dicono Ohm davanti una resistenza elettrica gigante.jpg|right|thumb|250px|La resistenza [[Tibet]]ana.]]
{{Cit2|Abbiamo duramente combattuto contro il nemico, guidati soltanto dal disinteresse e dall’amor di patria.|Ex-[[partigiano]] mezzo secondo prima di crepare dalle risate}}

{{Cit2|Il bello dell’essere partigiano è che le donne te la danno. E se non te la danno, puoi sempre prendertela.|[[Michele Santoro]] su incontrare resistenza}}

{{Cit2|Ecco fatto. Anche oggi abbiamo dato il nostro contributo nella lotta al collaborazionismo.|Partigiano che si riabbottona la patta, mentre la collaborazionista inginocchiata davanti a lui tossisce ripetutamente}}


La '''Resistenza''' (conosciuta anche come ''Grande Infamia'' dai [[fascismo|fascisti]] o come ''Via libera, tiriamo fuori le lupare'' dai partigiani), nella [[storia]] [[Italia|italiana]] indica un periodo di ritorno al [[caos]] primordiale infilatosi nella pausa fra [[dittatura]] e [[democrazia]]. Da qui il termine tecnico con cui la indicano gli studiosi, vale a dire ''Dalla padella nella brace''.

==Caratteristiche generali==
[[File:Travaglio mano alzata.jpg|right|thumb|175px|Futuro partigiano fotografato un [[petosecondo]] prima della caduta del regime.]]
Secondo quanto accertato dagli esperti di [[Studio Aperto]], la Resistenza è un tipo di guerra combattuta da una figura chiamata [[partigiano]], sorta di soldato, ma con una differenza sostanziale: se il soldato ha sempre torto, il partigiano {{citnec|ha sempre ragione}}, soprattutto se si autodefinisce rivoluzionario.
Sulle motivazioni della Resistenza gli storici hanno discusso a lungo, giungendo a {{s|reciproche minacce di morte}} un sostanziale accordo. Alcuni sogliono ricondurre le origini di tale fenomeno alla [[G8 di Genova|semplice voglia di far casino]], ma i motivi sono assai più profondi. Diciamocelo, non se ne poteva più di avere fra i piedi tutti quei tedeschi vestiti di nero che puzzavano di [[crauti]]. E non se ne poteva più nemmeno del [[fascismo]]: trascorrere ore e ore impettiti nel [[saluto romano]] provocava diffusi crampi alle braccia, impedendo di utilizzarle per scopi più utili<ref>L’agricoltura, ovviamente.</ref>.

La Resistenza interpretava un diffuso malcontento a livello popolare per la [[cazzata|fin troppo gloriosa gestione della guerra]] da parte del regime, com’è dimostrato dalla sua composizione politicamente trasversale: qualche decina di migliaia di [[comunismo|comunisti]], poche migliaia di socialisti, un centinaio scarso di anarchici e due o tre [[papaboy|papaboys]] che [[gente che passava di lì per caso|passavano di lì per caso]]. Il fatto che il novanta per cento dei partigiani fino al giorno prima indossasse la camicia nera non deve trarre in inganno. Si trattava, infatti, di un’astuta tattica per confondere il nemico.<ref>Chi ha detto [[frottola]]?</ref>

==Breve storia della Resistenza==
Tutto cominciò quando un aeroplanino telecomandato di proprietà di due marinai statunitensi sfuggì al controllo e si schiantò sulla costa [[Sicilia|siciliana]]. I soldati italiani, in preda a un attacco di coraggio, si presentarono dal generale per rassegnare le dimissioni, ma scoprirono che il prode comandante li aveva battuti sul tempo e si trovava già sulla spiaggia di [[Ibiza]] a brindare con [[Francisco Franco]].

Nella notte, un’epidemia di [[diarrea]] fulminante sconquassò il paese, i [[calciatori]] scesero in [[sciopero]] e fu il rompete le righe.

[[File:Soldatini di piombo nordisti.jpg|left|thumb|225px|L'unico reparto italiano che rimase fedele al Duce.]]
Dopo aver ottenuto la mattina stessa la fiducia in [[parlamento]] con trecentotredici voti favorevoli, zero contrari e due astenuti <ref>i fratelli Matteotti erano assenteisti cronici</ref>, [[Benito Mussolini]] venne preso alla provvista, ovvero col panino in mano, e arrestato, mentre il nuovo governo predisponeva la carcerazione delle truppe a lui più fedeli.

I partigiani presero in consegna il Duce e lo portarono in un {{citnec|sorvegliatissimo}} agriturismo abruzzese. Si sparse però la voce che per un sentiero non lontano stava transitando un [[Qualcuno|tizio]] che portava in tasca un [[orologio]] d’oro, e la maggior parte dei partigiani presenti abbandonò l’agriturismo. Quando giunsero sulla strada si avvidero che il passante era in realtà uno spaventapasseri vestito da soldato [[tedesco]] che faceva il gesto dell’ombrello. Tornarono indietro, ma era già troppo tardi: il Duce aveva già corrotto uno dei carcerieri con l’ausilio di un piatto di lenticchie e si stava allontanando sghignazzando, stile Dottor No in ''[[James Bond]] Moon[[Mafia|racket]]'':

{{quote|Li ho fregati nel 1922 e ci cascano ancora come dei fessi.|Benito Mussolini}}

[[Cosa avrà voluto dire?]]

I partigiani compresero che con una simile organizzazione avrebbero rimediato [[figure di merda]] perfino contro [[Chic Bipapo]], perciò si rivolsero a un gruppo di esperti del ramo. Nel corso di una serrata riunione al Cremlino in compagnia della mummia di [[Lenin]], dello spirito di [[Lev Trotsky|Trotsky]] <ref>evocato dal [[Mago Otelma]] travestito da stregone [[Siberia|siberiano]]</ref>, di [[NonCitazioni:Palmiro Togliatti|Palmiro Togliatti]] e [[Giulio Andreotti]], [[Stalin]] decretò il nome del nuovo movimento {{citnec|che avrebbe liberato l’Italia}}.

[[File:Julius Evola.jpg|right|thumb|170px|Un raggiante Julius Evola ritira il premio ''Bandista dell'[[anno]] 1943''.]]
Il nome originale in russo suonava ''Resistenza Elettrica'', ma Berlinguer, incaricato dal [[Partito Comunista Italiano|Partito]], sbagliò la traduzione perché al piano di sopra [[Julius Evola]] si stava esercitando alla grancassa.

Il resto è presto detto: dopo anni di risse in tutte le osterie dello stivale, la Resistenza ridusse l’occupazione nazifascista al solo [[Padania|Nord Italia]]. Una serata un gruppo di partigiani scese a valle per far rimbalzare i sassi sul lago e intercettò il prode Mussolini che si stava recando a nord. Interrogato sul perché stesse volgendo le spalle al nemico, il Duce si giustificò dicendo di aver confuso il confine [[Svizzera|svizzero]] con la Linea Gotica. I partigiani lo catturarono, ma riuscirono ad astenersi da una vendetta crudele e insensata. Infatti, invece di scendere al suo livello e fucilarlo come facevano i fascistoni, gli spararono in testa e lo appesero umanamente per i piedi, portandone poi la salma a [[Milano]]. Caso volle che nella capitale padana quel giorno si tenesse il mercato, così che la nuova prelibatezza chiamata ''Stoccafisso Benito'' raggiunse quotazioni elevatissime.

Mentre i tedeschi attraversavano piangendo<ref>In tedesco, ovviamente.</ref> le Alpi per tornare dalla [[mamma]], il Generale Patton visitò le città italiane accompagnato da [[Giorgio Napolitano]], ex-podestà ora a capo della Resistenza. Ammirando i monumenti italiani poco prima che i partigiani li abbattessero, il generale confidò alla propria guida di trovarli molto {{s|affascistanti}} affascinanti.

==Tattiche partigiane==
Le prime azioni dei partigiani consistevano nel farsi catturare e fucilare dai nazisti per poi mettersi a frignare. Queste azioni erano compiute da un corpo scelto, i celeberrimi ''[[Coglioni]]'', che si distinguevano dagli altri partigiani perché invece di annodare la bandana sulla fronte la portavano sugli occhi. Presto però i partigiani si avvidero che tale strategia comportava un [[morte|piccolo svantaggio]], così decisero di passare alle tattiche di guerriglia, le cui azioni base sono composte come segue.

[[File:Yesica Toscanini.jpg|left|thumb|300px|Anche se sembra solo una povera [[bambina]] sperduta e bisognosa d'aiuto, costei in realtà è una ''pericolosissima'' collaborazionista. Svelto! Puniscila, prima che sia troppo tardi!]]
===Lotta al collaborazionismo===
In primo luogo è necessaria una precisazione: i partigiani non commisero '''mai''' stupri sulla popolazione civile. Contrastarono il collaborazionismo, che è una cosa molto diversa, così come una [[guerra umanitaria]] non ha nulla a che fare con una [[guerra]]. Il fatto che le collaborazioniste fossero ''mogli di gente che stava sulle palle al partigiano/donne che non l’avevano data al partigiano prima della guerra/[[bella figa|belle gnocche]]'' è un dettaglio che non inficia minimamente l’alto valore civico del gesto. Com’è noto, l’[[Italia]] di allora era piena di {{Censura|belle}} collaborazioniste [[Cosa avrà voluto dire?|a cui tappare la bocca]].

===Lotta allo sciacallaggio dei potenti===
Il principale nemico dei partigiani comunisti era il {{s|capitalismo borghese mercantilista e plutocratico}} nazifascismo, che andava combattuto con ogni mezzo a disposizione. Ecco perché i partigiani andavano in cerca dei funzionari statali che si erano arricchiti {{citnec|alle spalle del popolo}}, insegnando loro nuove attività ricreative come l’indigestione di piombo e il ballo a testa in giù. Il fatto che, cinque anni prima della nascita del [[fascismo]], partigiano e funzionario si fossero accapigliati circa la proprietà del [[banana|banano]] che sorgeva ai confini dei loro campicelli è una sciocchezzuola di nessun interesse.

===Gestione della rete viaria===
[[File:Attacco alla diligenza.jpg|right|thumb|210px|Talvolta i viandanti erano più coriacei del previsto.]]
Forse non tutti sanno che durante la [[Seconda guerra mondiale]] il ruolo dei partigiani risultò fondamentale per la gestione della rete viaria. In un paese oppresso da una crudele dittatura, i dissidenti sono costretti a nascondersi e non hanno certamente tempo di andare a spasso. Ne consegue che chiunque viaggiasse utilizzando la rete stradale fosse {{citnec|un collaborazionista venduto ai nazifascisti }}, ed è per questo che le cellule di partigiani si premuravano di randellarlo al più presto per poi nasconderne il cadavere. Il fatto che le tasche del viandante fossero piene di [[soldi]] non è un dettaglio senza importanza, anzi, è fondamentale, poiché i fondi sottratti ai collaborazionisti venivano poi utilizzati per finanziare {{s|la rivolta del proletariato}} la lotta di liberazione.<ref>C’è sempre la possibilità che altri nuclei partigiani abbiano la vostra stessa idea e si trasformino in pericolosi concorrenti. Ma è un problema [[omicidio|risolvibile]].</ref>

==={{s|Lotta ai nazifascisti}}===
{{cit|Ma che sei scemo? Dico, sono armati questi, sono pericolosi. Lasciamo che il lavoro sporco lo faccia [[Mister No]]. È stato spedito qui per questo, no?|Anonimo emiliano.}}

==Geografia della resistenza==

[[File:Monnezzanapoli.jpg|left|thumb|190px|Contro i nazifascisti i napoletani fecero un intenso uso di armi chimiche. Per favore, dite loro che la guerra è finita da decenni!]]
===Napoli===
{{vedianche|Quattro giornate di Napoli}}
In realtà a [[Napoli]] la Resistenza non avvenne: si trattò di un equivoco. Alcuni [[Camorra|camorristi]] chiesero il pizzo a un gruppo di turisti tedeschi in infradito e furono così soprannominati ''partigiani''.
Il pizzo non venne in realtà mai pagato perché i [[nazisti]] erano già scappati tutti per sfuggire alla terribile piaga dei [[parcheggiatore abusivo|parcheggiatori abusivi]].

===Emilia Romagna===
[[File:Omino resistenza.jpeg|right|thumb|250px|Un partigiano francese.]]
L’Emilia Romagna ospita notoriamente una popolazione integralmente antifascista, dunque tutti i suoi abitanti si diedero alla lotta partigiana. Così facendo, però, non rimasero [[fascisti]] contro cui lottare. Contro chi o che cosa combattessero i partigiani dell’Emilia Romagna è tutt’ora un mistero.

===Padania===
Metà della popolazione della [[Padania]] era troppo oberata di lavoro per {{citnec|pensare a queste idiozie}}, mentre l’altra metà era troppo occupata a sembrare fascista per poter essere partigiana. Si sa, i [[nazisti|tedeschi]] non si voltano dall’altra parte in eterno.

===Bolzano===
Bozen ist in Italien nicht, deshalb hat nichts mit dem Widerstand zu tun, verdammt! <ref>[[Eh?]] Ah, già, siete di Bolzano. Scusatemi, scusatemi.</ref>

==Conclusioni==
Alcuni sostengono che la Resistenza fu un movimento che violò sovente la Convenzione di Ginevra, ma si tratta con ogni evidenza di una critica in malafede: i partigiani infatti non avevano firmato la Convenzione di Ginevra, bensì quella Ouagadougou. A testimonianza della bontà delle intenzioni dei resistenti, alla fine della guerra il capo partigiano Felice Tammazzo si recò ad [[Oslo]], ove ricevette il ''Premio Nobel per la Pace'' per mano del celeberrimo attivista dei diritti umani Breivik Anders.<ref>Primo e ultimo caso di ''Premio Nobel'' calibro 7,62.</ref>

{{s|I [[ricercatori Oral-B]]}} Valenti storici hanno dimostrato che i timori dei benpensanti nei confronti delle influenze sovietiche sui partigiani furono eccessivi. Il fatto che dopo la liberazione orde di partigiani invasero le città sventolando bandiere rosse non significa che fossero comunisti, vuol dire soltanto che avevano finito i fazzoletti. Non bisogna nemmeno scandalizzarsi per tutti quei pugni chiusi sollevati in aria: erano alzati per bussare alla porta del destino. In barba a quei [[Borghesia|borghesi]] ignoranti che non conoscevano [[Beethoven]].

==Curiosità==
{{Curiosità}}
*Ancora oggi capita di vedere degli ex-partigiani ultranovantenni armati di piccozza che vagano per le valli alpine in cerca dell’oro di Dongo.
*Dopo la fine della guerra, un intellettuale che si occupò molto di celebrare la Resistenza fu [[Pierpaolo Pasolini]]. Fra un [[bambino]] e l’altro.
* La resistenza che le ragazze fanno quando [[tu]] offri loro un passaggio in [[automobile]] e le porti in una zona isolata non ha nulla a che vedere con la Resistenza partigiana.
*Poichè la [[Italia|Repubblica Italiana]] è {{citnec|notoriamente}} fondata sui valori della resistenza, il passaggio dalle lampadine ad incandescenza a quelle a basso consumo ha provocato una profonda crisi morale nella popolazione.

==Voci correlate==
*[[Quattro giornate di Napoli]]
*[[Induttanza]]
*[[NonNotizie:Via dai libri di scuola la Resistenza]]

== Note ==
{{Legginote}}
{{Note|2}}

[[Categoria:Storia]][[Categoria:Risse famose]]

Versione delle 00:10, 25 dic 2012

LA RESISTENZA NON SI TOCCA! IDIOTI QUALUNQUISTI