Peter Dinklage: differenze tra le versioni

È affetto da [[nano|nanismo]] acondroplasico. Chi ne è colpito sopravvive solo pochi giorni o nasce già [[morte|morto]]; l'aspettativa di [[vita]] di chi supera i primi giorni, invece, è piuttosto lunga. Per questo lo vedremo, a farci bene caso, sullo [[cinema|schermo]] ancora a lungo. Inizialmente gli offrivano solo piccole parti ma [[lavoro|lavorando sodo]] ultimamente è riuscito a interpretare personaggi degni della sua statura artistica. Il [[nano]] Trumpkin in ''[[Le cronache di Narnia - Il principe Caspian]]'' è solo uno di questi e rappresenta la punta {{s|<del>dell'iceberg}}</del> del [[Calippo]] della sua carriera. È [[vegetariano]], cosa che lo accomuna a [[Umberto Veronesi]], e [[Zoofilia|amante degli animali]], come un discreto numero di [[pastore sardo|pastori sardi]]. Dinklage ha vinto un Emmy nel [[2011]], come ''"miglior attore non protagonista e anche drammaticamente invisibile"''.

Nasce (e già questo è un gran colpo di [[culo]]) e cresce (per quello che può). La [[mamma|madre]] è Katja Hammerseng, una [[Turista nordeuropea|stangona bionda]], tre volte campionessa di [[salto in alto]] al Bloomfield College (NJ), di chiare origini [[Norvegia|norvegesi]]. Il [[padre]] è praticamente un [[pene]] con gli [[occhiali]]. Come suol dirsi "In medio stat virtus" e, facendo la media tra molto e pochissimo, il risultato è [[poco]]. Questo non scoraggia il piccolo Peter che lavora molto per migliorare il [[fisico]] con una massiccia [[sport|attività sportiva]]. Nel [[canottaggio]] conquista il titolo per due anni nel ''"due con"'' (lui è il ''con''). Per tre anni è capitano della nazionale americana di [[Gioco dei tappi]]. Nell'[[hockey su ghiaccio]] non va benissimo, lo scambiano spesso per il disco e lo percuotono come un [[tamburo]]. Meglio nell'[[Ippodromo|ippica]], come fantino ha un discreto successo, ma nel passaggio dalla categoria [[pony]] a quella [[cavallo|cavalli]], perde una caratteristica fondamentale: riuscire ad arrivare alle staffe. Il [[basket]] gli concede l'opportunità di rifarsi, viene però inspiegabilmente scartato ai [[provini]] con futili [[scusa|scuse]] (probabilmente per far posto ad un [[raccomandazione|raccomandato]]). Deluso, abbandona lo [[sport]] e si dedica [[anima]] e [[corpo umano|corpo]] al suo secondo grande [[amore]]: gli [[animale|animali]].

Diventa un attivista [[PETA]], viene spesso [[Paparazzo|fotografato nudo]] durante le [[sciopero|manifestazioni di protesta]], il più delle volte attacato alla gamba di una [[ragazza]] nell'atto di mimare (come provocazione) un [[cane]] infoiato. Frequenta l'[[Università]] di Bennington, nel [[Vermont]], [[laurea|laureandosi]] nel [[1991]] nel corso di ''"Arte drammatica e altre amenità"''. Nel [[1995]] il debutto sul [[cinema|grande schermo]], nel ruolo di [[Tito]] in ''"Si gira a Manhattan"''. Le [[ManualiNonbooks:Realizzare un film|riprese]]

Nel suo piccolo ha partecipato a 33 film, alcuni con registi del peso di Neil LaBute (circa 116 kg). Tra le sue {{s|<del>più grandi}}</del> migliori interpretazioni vale la pena ricordare: