Gaio Giulio Cesare: differenze tra le versioni

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[[File:Busto Cesare Maglia Roma.jpg|miniatura|Giulio Cesare veste la tonaca da dittatore.]]
{{storia}}
[[File:Busto Cesare Maglia Roma.jpg|thumb|220px|Giulio Cesare veste la tonaca da dittatore.]]
 
{{Cit2|In [[politica]] la prima regola è guardarsi sempre le [[spalle]]. [[AAAAAAAAA!|AAAAAAAAHHH!!!]]|Giulio Cesare, 15 marzo '44}}
{{Cit2|Ha fatto fuori galli, calli, britanni, pontici, iberici, cilici, daci, cappadoci, lici, traci, froci, repubblicani, russi, mongoli, germanimongoloidi, lusitanigermani, egiziani e marziani. Ma dopo sono io l'assassino!|[[Bruto]] su Gaio Giulio Cesare}}
{{Cit2|Veni, vidi, veni!|Cesare su [[eiaculazione precoce]]}}{{Cit2|Veni, vidi, WC!|Cesare su [[dissenteria]]}}
{{Cit2|DividiDivide et impera.|Cesare spiega l'importanza delle frazioni in politica}}
{{Cit2|Alea iacta est. Meo turno est. | Cesare mentre batte [[Gneo Pompeo]] a [[Dungeons & Dragons]]}}
{{Cit2|Piscia de core e piscia contento, ma l'immortacci, piscia dentro!| Cesare ad un [[servo]]}}
{{Cit2| Tu quoque, Brute, fili mi...gnotta!| Cesare, morente, al figlio [[Marco_Giunio_Bruto|Bruto]] che lo accoltellava}}
 
'''Gaio Giulio Cesare''', (in [[latino]]: ''Frocius Iulius Caesar'', ([[Roma]], Idi di [[Marzo]] 101 a.C. - Roma, Idi di [[Merda]] 44 a.C.) è stato un militarepolitico, consolemilitare, [[dittatorescrittore]], statista, [[scrittorestatistica|statistico]], inventorestatico die salsestitico, pittore [[surrealismo|surrealista]] e diun insalatebuon [[trequartista]] romano. Fu ''dictator'', il che vuol dire che era un pezzo grosso, più o meno quanto il presidente della repubblica o l'[[amministratore di condominio]];. daDa molti considerato il primo imperatore di Roma, fu il primo ede purtroppo ultimo [[politico]] della storia ad essere ucciso per averessersi fattopresentato bene il proprioa [[lavoro]]. È stato uno dei più grandi personaggi della storia antica, così tanto importante da meritarsi il nome di una strada dietro casa mia.
 
== Vita==
 
[[File:Scontri ultras.jpg|thumb|290px|Durante l'infanzia di Cesare Roma viveva un periodo di pace e armonia.]]
== Infanzia ==
 
Cesare nacque a [[cavallo]] tra il 100 e il 101 a.C., quindi appena fu sceso da cavallo partecipò ai festeggiamenti per la [[notte]] di [[capodanno]]. Provenivaproveniva da una [[nobile]] [[famiglia]] patrizia, la gens ''Iulia'', che secondo la leggenda annoverava tra i suoi avi il primo re di Roma, ovvero [[Romolo]], e il primo sacco di concime di Roma, [[Remo]]. AGiulio loroaveva voltadue [[sorella|sorelle]], questiGiulia sarebberomaggiore discesie daGiulia quelminore; granuna [[figlio]] diterza [[Troiafiglia]] difu [[Enea]],cacciata ilperché chenon insi teoriasapeva rendeva Cesare un uomo votato alcome successochiamarla. Nella pratica, però, nonostante le nobili origini, laLa famiglia di Cesare non era particolarmentemal [[soldi|ricca]] o influente evista, per di più,difatti lo [[zio]] Gaio[[Caio Mario]] aveva attirato su di loro l'[[odio]] dei nobili, dei poveri e, degli [[schiavo|schiavi]]; ine realtàdei stava sul cazzo a [[tutti]]turisti. CiononostantePreso Giulioin fugiro moltodai influenzatocompagni dallodi zio eclasse, dopo che silo ripreseappellarono dall'influenza'Giulio che lo zio gli aveva attaccato[[Cesso]]'', iniziòper avendicarsi studiaredelle comevessazioni mentiresi eripromise frodare la gente, prospettando quindi fin dadi [[piccolo]]conquistare unail [[carrieramondo]] politica. <br/>
Per di più, il [[padre]] era stato pretore, il nonno era stato console e la [[madre]] era stata sia con un pretore che con un console. Giulio aveva due [[sorella|sorelle]], Giulia maggiore e Giulia minore, una terza [[figlia]] fu cacciata perché non si sapeva come chiamarla. La sua famiglia viveva in una modesta [[casa]] in un quartiere malfamato, in un [[periodo]] che vedeva contrapposte le fazioni degli optimates, favorevoli all'aristocrazia, i populares, che preferivano assoggettare la folla con gli strumenti democratici e le divinas che volevano [[Patty]] come imperatrice. <br/>
Cesare fu educato dal precettore Marco Antonio Gnifone, che conobbe il [[giovane]] [[ragazzo]] molto a fondo, nello stesso modo in cui si conosce [[qualcuno]] dopo avergli fatto una [[rettoscopia]]. Nonostante le sue origini, Cesare si schierò fin dall'inizio con i populares, poiché gli optimates lo avevano sempre trattato [[male]] e non lo avevano mai invitato a prendere una [[birra]].
[[File:Benigni vestito da soldato romano.jpg|left|thumb|300px|Pompeo cerca di riallacciare i rapporti con Cesare.]]
 
Cesare crebbe in un [[periodo]] che vedeva contrapposte le fazioni degli ''optimates'', favorevoli all'[[aristocrazia]] e che sostenevano il bisogno di portare le [[mutande|mutande]] sotto la tunica, i ''populares'', che erano [[democratici]] e comunisti e dunque sostenevano che tutti, [[ricco|ricchi]] e [[povero|poveri]], avessero il sacrosanto [[diritto]] di sventolare il loro [[pene|pendaglio]] al [[vento]]. Nonostante le umili origini, Cesare si schierò fin dall'inizio con i populares, poiché gli optimates lo avevano sempre trattato [[male]] e non lo avevano mai invitato a prendere un [[gelato]].
== Gioventù ==
 
A 17 anni ripudiò la sua promessa [[moglie|sposa]], Cossuzia, perché aveva un [[nome]] di merda e sfigurava sugli inviti nuziali, per sposare Cornelia Zinna Maggiore, e il solo nome spiega il perché della scelta.
Quando Cesare aveva solo [[sedici]] anni, morì il padre Gaio Giulio Cesare il [[Vecchio]], chiamato così perché uscì già settantenne dall'[[utero]] della madre. Questa rappresentò una grave [[perdita]] per il giovane Cesare, poiché il vecchio era [[morte|morto]] senza dirgli dove aveva nascosto i soldi per le emergenze. Arrivato alla veneranda [[età]] di diciassette anni dovette pensare a cose serie, come contrarre [[matrimonio]], entrare in politica, trovarsi un'[[amante]]. <br/>
 
Per prima [[cosa]] ripudiò la sua promessa [[sposa]], Cossuzia, perché aveva un [[nome]] di merda e sfigurava sugli inviti nuziali, per sposare [[Cornelia]] Zinna Maggiore, e il solo nome spiega il perché della scelta. La [[ragazza]] era nipote di un populares e questo contribuì ad arrecargli problemi durante la [[dittatura]] di [[Silla]], il quale era avverso ai populares e convinto sostenitore delle divinas, loro avversarie nel saggio canoro di fine anno del senato. Inoltre Silla era ricco da far paura e non poteva permettere che i poveri avanzassero richieste sindacali come salari più alti, pause [[caffè]] più frequenti e pause [[malattia]] per ogni volta che erano colpiti dalla [[peste]]. <br/>
SillaAvverso cercò,a dunque[[Silla]], costui cercò in tutti i modi di ostacolare l'ascesa di Cesare, fin dalle [[elezioni]] per eleggere il [[capoclasse]] alle elementari, che riuscì a fargli perdere nonostante studiasse a casa da solo. La situazione siprecipitò aggravòdefinitivamente ulteriormentedopo quandoche gliSilla fecedivenne perderedittatore l'ambitoe [[compito]] diunico giudice nel celebredi [[concorsoMasterchef]] diRoma Misse tonacaCesare bagnata,fu conmandato suaa grandefare delusioneil vistomilitare chepresso quell'[[annoMitridate]] partecipònella persino[[guerra Poppea ladel GrandePonto]]. InoltreQui Cesare si distinse dai commilitoni, Sillase eranon avvezzoaltro ancheperché acapiva praticheda diche [[bullismo]]lato neiandava confrontiimpugnata deluna giovane:spada, glie rubavaper itale soldiragione delottenne una [[pranzomedaglia]] all'uscitaal delvalore, foro eche gli ripetevaconsentì chedi suatornare madre era talmente populares che tuttaa Roma lada conosceva molto benevincitore. <br/>
La situazione precipitò definitivamente dopo che Silla riuscì a concentrare nelle sue [[mani]] il [[potere]] assoluto, diventando dittatore e unico giudice di [[Masterchef]] Roma, perché a questo punto ordinò a Cesare di divorziare da Cornelia, in quanto la moglie non li vedeva bene insieme. Cesare si rifiutò, in quanto nessuno sapeva fare la [[carbonara]] come la moglie, e Silla meditò di ucciderlo. <br/>
Dovette però desistere quando tutte le sue sorelle, sua [[madre]], sua moglie, la sua [[bisnonna]] e il [[cugino]] lo implorarono di non farlo. Fu così che Silla, persuaso e molto confuso, decise di lasciare in vita il giovane [[marpione]]. Ciononostante avvertì i sostenitori di Cesare dicendo:
{{Cit|Abbiatela pure vinta! Ma quello che oggi difendete, un giorno creerà problemi. Infatti in Cesare ci sono tanti Gaio Mario.|}}
[[File:Donna che lecca un pene di ghiaccio.jpg|thumb|right|Un'immagine di Cornelia che spiega perché Cesare ci tenesse a non separarsi.]]
Anche se molti storici hanno ritenuto che in realtà intendesse dire che dentro Cesare c'erano stati molti gai [[marinaio|marinai]].
Cesare, temendo comunque che Silla si arrabbiasse dopo aver scoperto che gli aveva lasciato un [[merda|regalino]] sulla scrivania del suo [[ufficio]], lasciò Roma e si rifugiò in Sabina, famosa per le sue [[donna|donne]] e per i [[padre|padri]] coglioni, quindi la [[città]] perfetta per lui. <br/>
Poco dopo, poté finalmente partire per la [[guerra]] e fu spedito in [[Asia]]. Qui si distinse per il suo coraggio in battaglia, nascondendosi sotto il cadavere di un compagno, visto che era uno dei pochi che non erano scappati dal [[campo]] di [[battaglia]] imbrattandosi di [[urina]]. <br/>
Per questo ottenne una [[medaglia]] al valore, il che gli consentì di tornare a Roma da vincitore e di aspirare addirittura al [[Senato]], o per lo meno ad un posto al [[ministero]].
 
== Ritorno a Roma e cazzeggio ==
 
[[File:Dante.JPG|thumb|Cesare rappresentato con l'alloro della vittoria.]]
Tornò a Roma dopo aver ricevuto la [[notizia]] della morte di Silla e si presentò al suo [[funerale]] distribuendo inviti per il dopo-festa. A quel punto decise però di imbarcarsi per Rodi, meta dei rampolli delle famiglie nobili dell'epoca vogliosi di studiare la [[geometria]] euclidea e in particolare il [[triangolo]]. Convinto di essersi imbarcato su una [[nave]] da [[crociera]], contando di lavorare come [[animatore]], scoprì presto di trovarsi su una nave di [[pirata|pirati]], dove ben presto divenne l'equivalente di una [[bambola gonfiabile]]. <br/>
 
Durante la permanenza con i pirati, si comportò in modo molto intelligente e scaltro, componendo poesie che declamava alla [[due]] di notte e promettendo che dopo averlo liberato li avrebbe fatti uccidere tutti. Inoltre, quando gli venne chiesto di pagare [[venti]] talenti per la sua libertà, promise di pagarne [[cinquanta]], dimostrando un gran talento nel contrattare. <br/>
Tornò a Roma casualmente subito dopo aver ricevuto la [[notizia]] della morte di Silla e si presentò al suo [[funerale]] distribuendo inviti per il dopo-festa. Poi partì di nuovo alla volta dell'Oriente per sconfiggere i [[Pirati dei Caraibi]]. A quel punto tornò a Roma, dove fu eletto [[questore]] e, l'anno dopo, [[Miss Italia]] 52 a.C.
Attraccati nell'isola di Farmacussa, dei suoi amici gli pagarono il [[riscatto]], che Cesare gli disse ammontare a cento talenti, e, poco dopo essere stato liberato, assunse il comando di una [[flotta]] con la quale catturò i pirati. Come aveva promesso, li uccise strangolandoli e poi crocifiggendoli, tanto per stare sicuri. Da ciò si capì che era meglio non rompere le [[palle]] a Cesare e nessuno si permise più di offenderlo o di disturbarlo mentre stava mangiando o mentre guardava la [[partita]] di [[coppa]]. <br/>
 
A quel punto tornò a Roma, dove divenne [[questore]]. In questo periodo si posizionano [[due]] eventi speciali della [[vita]] di Cesare. Il primo consiste in un [[sogno]] incestuoso, in cui Cesare sognò di giacere con la madre (in sua difesa, non era l'unico a Roma a fare certi sogni su di lei). Piuttosto che preoccuparsi e andare da uno [[psicologo]] bravo, Cesare interpretò il sogno come un [[presagio]] di imminente dominio sul [[mondo]]. Il secondo si ebbe quando, di fronte ad una [[statua]] di [[Alessandro Magno]], Cesare scoppiò a piangere urlando che Alessandro alla sua [[età]] aveva già conquistato mezzo [[mondo]], mentre lui doveva ancora dare l'[[esame]] di [[diritto]] romano. Inoltre, molti sostengono che la vista delle dimensioni del [[membro]] della statua lo deprimettero ancora di più.
In questo periodo si verificarono [[due]] eventi speciali della [[vita]] di Cesare. Il primo consiste in un [[sogno]] incestuoso, in cui Cesare sognò sua madre che lo sodomizzava con una [[banana]] (in sua difesa, non era l'unico a Roma a fare certi sogni su di lei). Piuttosto che preoccuparsi e andare da uno [[psicologo]] bravo, Cesare interpretò il sogno come un [[presagio]] di imminente dominio sul [[mondo]] e come un segno che doveva assumere più potassio. Il secondo si ebbe quando, di fronte ad una [[statua]] di [[Alessandro Magno]], Cesare scoppiò a piangere urlando che Alessandro alla sua [[età]] avesse già conquistato mezzo [[mondo]], mentre lui doveva ancora dare l'[[esame]] di [[diritto romano]].
[[File:Soldatini romani.JPG|300px|thumb|left|La battaglia di Farsalo in tutta la sua crudezza.]]
 
Nel 65 a.c. Cesare aveva ormai acquistato grande prestigio tra la popolazione, finanziando una [[squadra]] di gladiatori per gli [[Hunger Games]] dell'epoca; ma la vera svolta si ebbe quando venne nominato pontefice massimo, pagando una pesante [[somma]] a Licinio Crasso e offrendo prestazioni sessuali al resto della commissione, per poi scoprire che non era necessario e sarebbe bastato chiederglielo dicendo per favore. <br/>
Nel 65 a.C. Cesare aveva ormai acquistato grande prestigio tra la popolazione, finanziando una [[squadra]] di [[gladiatori]] per gli [[Hunger Games]] dell'epoca; ma la vera svolta si ebbe quando venne nominato pontefice massimo di ottavo livello, pagando una pesante [[somma]] e regalando una cesta di meloni a [[Licinio Crasso]] e, per di più, offrendo prestazioni sessuali al resto della commissione, per poi scoprire che non era necessario e sarebbe bastato chiederglielo dicendo per favore.
 
== Il triumvirato e la conquista della Gallia ==
 
Eletto pretore e diventato ancora più [[fico]], Cesare dovette affrontare la [[morte]] di Cornelia, che riuscì a superare con grande difficoltà sposando due [[giorno|giorni]] dopo Poppea, la nipote di Silla, cosicché non solo lo aveva fottuto da vivo, ma alla fine si scopava anche la nipote. Il [[matrimonio]] non durò a lungo, in quanto Cesare scoprì Publio Clodio Porco che, introdottosi a casa sua travestito da [[ancella]], ci provava con la moglie. Molto offeso dal fatto che non ci avesse provato con lui, ripudiò Poppea e si promise che non avrebbe più amato nessuno, dopo la delusione che gli aveva dato Clodio.
 
Dopo aver ampliato i confini romani nella [[Spagna]] Ulteriore, che da allora fu ancora più ulteriore, gli vennero offerti il [[trionfo]] militare, un attestato di partecipazione, dei buoni [[regalo]] e cento punti esperienza, che però dovette rifiutare per entrare a Roma e diventare [[console]]; questo per colpa di quel vecchio rompipalle di [[Catone l'Uticense]], che non vedeva di buon occhio un [[pazzo]] assetato di potere con un [[esercito]] a marciare su Roma.
 
Fu allora che Cesare capì che i tempi erano maturi e strinse un'alleanza con i due più influenti personaggi dell'epoca, [[Marco Intestino Crasso]] e [[Gneo Pompeo|Gneo Marameo Pompeo]].
 
[[File:Triade moggi giraudo bettega.jpg|thumb|left|300px|Il primo triumvirato, o triade.]]
 
Crasso era l'uomo più ricco di Roma, Pompeo il più onorato militarmente, e insieme avrebbero potuto tranquillamente pilotare la politica romana e la [[Serie A]]. Cesare rispetto a loro non era [[nessuno]], ma fu lui a rappacificarli dopo una violenta [[lite]] su chi era stato più figo durante la [[guerra servile]]. Col loro appoggio, fece passare una [[legge]] con la quale venivano redistribuiti gli appezzamenti di terreno ai più sfortunati, tra cui i veterani, i poveri e i [[laureato|laureati]] in [[lettere]], ottenendo così l'appoggio dell'intera [[popolazione]].
 
Nel [[qualcosa]] a.C. Cesare venne inviato nelle province della [[Gallia]] Cisalpina e della Gallia Transalpina per l'operazione ''Duratura Libertas'' (Enduring Freedom, in antico druidico) allo scopo di spodestare [[Vencingetorige]], capo dei [[Galli]], accusato di possedere [[armi di distruzione di massa]] nel suo pollaio. Inoltre, da questa impresa Cesare trasse ispirazione per il suo primo [[best seller]] ''[[De bello gallico]]'', che, in base alla traduzione, può essere un [[libro]] di [[viaggio|viaggi]] sulle bellezze della Gallia (Il bello della Gallia) o un libro di [[cucina]] (Il bello di cucinare i galli).
 
[[File:Julio Cesar.jpg|thumb|Giulio Cesare nella trasferta contro i [[Germani]] del [[Borussia Dortmund]].]]
== Il triumvirato ==
 
Da qui cominciò le sue memorabili campagne militari, che lo portarono fino in [[Germania|Tedeschia]], in [[Britannia]], in Mezzo [[Oriente]] e, dove nessuno aveva mai osato prima, nel quartiere Magliana. In poche parole, ovunque ci fossero poveri innocenti da uccidere. In questi anni Cesare accumulò un successo dopo l'altro, fino a diventare il [[personaggio]] di spicco della politica e della televisione romana, il che lo portò a scontrarsi con i senatori e con vari ospiti dei [[talk show]], oltre a dover combattere con le [[emorroidi]], a furia di stare a [[cavallo]].
Eletto pretore e diventato ancora più [[fico]], Cesare dovette affrontare la [[morte]] di Cornelia, che riuscì a superare con grande difficoltà sposando due [[giorno|giorni]] dopo Poppea, la nipote di Silla, cosicché non solo lo aveva fottuto da vivo, ma alla fine si scopava anche la nipote. Il [[matrimonio]] non durò a lungo, in quanto Cesare scoprì Publio Clodio Porco, introdottosi a casa sua travestito da [[ancella]], che ci provava con la moglie. Molto offeso dal fatto che non ci avesse provato con lui, ripudiò Poppea e si promise che non avrebbe più amato nessuno, dopo la delusione che gli aveva dato Clodio. <br/>
Dopo aver ampliato i confini romani nella [[Spagna]] Ulteriore, che da allora fu ancora più ulteriore, gli venne offerto il [[trionfo]] militare, che però dovette rifiutare per entrare a Roma e diventare [[console]]; questo per colpa di quel vecchio rompipalle di [[Catone]] Uticense, che non vedeva di buon occhio un [[pazzo]] assetato di potere con un [[esercito]] a marciare su Roma. <br/>
Fu allora che Cesare capì che i tempi erano maturi e strinse un alleanza con i due più influenti personaggi dell'epoca. Riunitisi all'[[osteria]] del senato, per non dover pagare, stipularono il cosiddetto [[primo]] triumvirato, chiamato così perché stipulato da [[tre]] senza palle, l'accordo per spartirsi il potere e per decidere a chi sarebbe toccata l'ultima fetta di [[pizza]]. Egli lo strinse con Gneo Pompeo Magno, che doveva il suo nome al fatto di avere [[masturbazione|le mani piene di calli pur non avendo mai lavorato in vita sua]], e Marco Licinio [[Grasso]], che passava lì per caso ed era convinto che stessero giocando a [[Risiko]]. <br/>
Crasso era l'uomo più ricco di Roma, Pompeo il più onorato militarmente. Cesare rispetto a loro non era [[nessuno]], ma fu lui a rappacificarli dopo una violenta [[lite]] su chi aveva il [[pene]] più lungo, e sfruttò i suoi due potenti [[amico|amici]] per portare avanti la sua [[politica]]. Col loro appoggio, fece passare una [[legge]] con la quale venivano redistribuiti gli appezzamenti di terreno ai veterani, ai poveri e ai [[laureato|laureati]] in [[lettere]], ottenendo così l'appoggio dell'intera [[popolazione]]. <br/>
Ottenne la provincia delle [[Gallia]] Cisalpina da cui cominciò le sue memorabili campagne militari, che lo portarono fino in [[Germania]], in Britannia e in [[Oriente]], ovvero dovunque ci fossero poveri innocenti da uccidere. In questi anni Cesare accumulò un successo dopo l'altro, fino a diventare il [[personaggio]] di spicco della politica romana, il che lo portò a scontrarsi con i senatori e a dover combattere con le [[emorroidi]], a furia di stare a cavallo.
 
== La guerra civile e la dittatura ==
 
IlConcluse le campagne, Cesare cercò nuovamente di rientrare a Roma, ma il senato si sentìrese intimoritoconto dalche sarebbe stato troppo [[poterepericolo|pericoloso]]: l'esercito di Cesare era troppo grande e il [[buffet]] non aveva abbastanza tartine. Per questo e si affidò all'appoggio di Pompeo., Nelche frattempoera l'unico [[idiota]] disposto a farlo, mentrepur ildi triumviratonon avevadover persostare ormaia qualunquecasa [[valore]]con quella rompipalle della moglie. Nel frattempo, Cesare chiedeva senza successo al senato di entrare a Roma con l'esercito, dandogli la sua [[parola]] di giovane[[Giovani marmottaMarmotte|Giovane Marmotta]] che non li avrebbe trucidati. Allora Cesare, superò con le sue truppe il fiume Rubicone, che segnava il confine del territorio romano, pronunciando la famosa [[frase]]: "Alea iacta est", che tradotto suona più meno: <br/>
I senatori invece proibirono a Cesare di superare l'uscita del casello [[Rubikone|Rubicone Sud]]. Allora Cesare, in segno di sfida e di bastardaggine, superò con le sue truppe il [[fiume]], che segnava il confine del territorio romano. Nel farlo Cesare pronunciò la famosa [[frase]]: "Alea iacta est", che tradotto suona più meno:
 
{{Cit|E mo'so [[cazzo|cazzi]] vostri!|}}
 
[[File:Idi di Marzo a cuscinate.jpg|right|thumb|340px|"Vai al [[pigiama party]] del senato hanno detto, ti divertirai hanno detto..."]]
Inoltre si dice che mentre attraversava il fiume domandasse al [[cuoco]]:
A questo punto Cesare diventava nemico di Roma e il senato gli dichiarò [[guerra]]. Pompeo avrebbe dovuto combatterlo, ma erano anni che non si prendeva un po' di [[ferie]] e il quel momento si diede irreperibile. Dopo una veloce discesa della [[penisola]], Cesare entrò a Roma e instaurò una [[dittatura]]. Allarmato, Pompeo raggiunse l'esercito ancora in canotta e ciabattine da [[mare]], ma ormai era troppo tardi. Lo scontro si ebbe nella battaglia di Farsalo dove Cesare, secondo il [[gergo]] militare, prese a calci in [[culo]] Pompeo e il suo esercito. Pompeo fuggì in [[Egitto]], ma lì fu ucciso da uno che aveva provato a superare al casello per la fretta. [[Catone]], alla notizia della sconfitta, si suicidò bevendo una bottiglia di [[Fanta]] calda e sfiatata. Cicerone non si suicidò, ma lasciò la politica e lanciò una linea di [[profumo|profumi]] e abbigliamento. <br/>
 
Nel 47 assunse il titolo di dictator e di fatto concentrò nelle sue mani tutto il potere, tenendo comunque il [[vita]] in senato come un simpatico [[giocattolo]] con cui giocare, divertendosi a guardare i senatori discutere come se contassero [[qualcosa]]. Non ebbe rancore contro i suoi avversari sconfitti, come dimostrò condannandoli a morte per impalata [[ano|anale]]. <br/>
{{dialogo2|Cesare|Che si mangia oggi?|Cuoco|Oggi brodino di dado, o Cesare!}}
Seppe come farsi amare dal popolo, elargendo denaro e organizzando [[gioco|giochi]] circensi, per lo più consistenti in emozionanti sfide di ex senatori contro [[leone|leoni]] e tigri (per rendere lo scontro più equo ai senatori venivano legate le mani dietro la [[schiena]]). Fece erigere statue raffigurante lui che sconfigge Pompeo, che scioglie i senatori nell'[[acido]] e che vince la finale di [[Champions League|Champions]]. <br/>
{{dialogo2|Cesare|Ma fa schifo!|Cuoco|Oramai il dado è tratto, sennò vattene in trattoria che ti trattano meglio! Ma guarda questo come mi tratta.}}
Inoltre riorganizzò completamente l'amministrazione, l'[[economia]] e le legge romana. Ma si tratta di cosa troppo noiose per parlarne qui e si correrebbe il [[rischio]] che il [[lettore]] chiuda la finestra per cominciare a smanettarsi su [[Youporn]].
 
Il cuoco fu condannato alla fucilazione da Cesare per indisponenza.
 
[[File:Soldatini romani.JPG|300px|thumb|left|La battaglia di Farsalo in tutta la sua crudezza.]]
 
Pompeo avrebbe dovuto combatterlo, ma ormai erano anni che non si prendeva un po' di [[ferie]] e in quel momento si diede irreperibile. Dopo una veloce marcia Cesare entrò a Roma e instaurò una [[dittatura]]. Allarmato, Pompeo raggiunse l'esercito ancora in canotta e ciabattine da [[mare]], ma ormai era troppo tardi. Lo scontro si ebbe nella [[battaglia di Farsalo]] dove Cesare, secondo il [[gergo]] militare, prese a calci in [[culo]] Pompeo e il suo esercito. Pompeo fuggì in [[Egitto]], ma lì fu ucciso da uno che aveva provato a superare al casello. [[Catone]], alla notizia della sconfitta, si suicidò bevendo una bottiglia di [[Fanta]] calda e sfiatata. [[Cicerone]] non si suicidò, ma lasciò la politica e lanciò una linea di [[profumo|profumi]] e abbigliamento.
 
Nel 47 Cesare assunse il titolo di ''dictator'' che, di fatto, concentrava nelle sue [[mano|mani]] tutto il potere, promettendo però di assumere il controllo solo nei casi di emergenza. Peccato che fosse proprio Cesare a decidere quali fossero le emergenze, cosicché se un [[gatto]] rimaneva incastrato su un [[albero]] o se veniva previsto [[caldo]] record per l'[[estate]], veniva proclamato lo stato di allarme e Cesare tornava sul trono.
 
{{Dialogo|Cesare|Com'è la situazione là fuori?|Servo|Tutto tranquillo.|Cesare|Tutto tutto? Non c'è proprio [[niente]] che non va?|Servo|No niente.|Cesare|Ma dai qualcosa ci deve essere! Una [[vecchio|vecchietta]] che deve attraversare la [[strada]], una [[bambina]] a cui è caduto il gelato...|Servo|No, è tutto perfetto signore.|Cesare|Ma da quando questa città è così perfetta? Prima c'erano tanti bei crimini, ti ammazzavano appena uscivi di casa e adesso... Dove andremo a finire?|Servo|Peccato solo che fuori sia un po' umido.|Cesare|Oh mio [[Giove]]! Cosa aspettavi a dirmelo? Sciogli il senato! Siamo in stato di emergenza!}}
 
A garanzia della democrazia, Cesare tenne comunque in [[vita]] il senato, divertendosi e a lanciare noccioline ai senatori mentre questi discutevano. Non ebbe rancore contro i suoi avversari sconfitti, come dimostrò condannandoli a morte per impalamento; o almeno quelli che rimanevano, visto che la maggior parte era scappata o si era nascosta sotto il [[letto]].
 
Seppe come farsi amare dal popolo, elargendo denaro e organizzando [[gioco|giochi]] circensi, per lo più consistenti in emozionanti sfide di ex senatori contro [[leone|leoni]] e tigri (per rendere lo scontro più equo ai senatori venivano legate le mani dietro la [[schiena]]). Fece erigere statue raffiguranti lui che sconfigge Pompeo, che scioglie i senatori nell'[[acido]] e che vince la finale di [[Champions League]].
 
Egli, infatti, cercava sempre di accontentare il popolo in ogni modo, tranne una volta: un giorno, mentre Cesare attraversava Roma sulla sua [[biga]] d'[[oro]], un tribuno [[balbuziente]] gli chiese: ''"Cesare, il popolo chiede sesterzi"''; e Cesare rispose: ''"No, vado dritto"''.
Proseguì con le sue campagne militari, vincendo le battaglie di Tapso, Munda e [[Waterloo]]. In più era talmente megalomane che fece rifare la [[battaglia di Zama]] e la vinse. Si spinse in [[Asia]], dove però le sue conquiste furono bloccate dal popolo più fancazzista dell'epoca: i [[Parti|Party]].
 
Inoltre riorganizzò completamente l'amministrazione, l'[[economia]] e le legge romana. Ma si tratta di cose troppo noiose per parlarne qui e si correrebbe il [[rischio]] che il [[lettore]] chiuda la finestra per cominciare a smanettarsi su [[Youporn]].
 
[[File:Donna che lecca un pene di ghiaccio.jpg|thumb|left|La morigerata [[Cleopatra]].]]
 
== Il periodo in Egitto ==
 
Dopo tutto questo [[casino]], Cesare si prese una [[vacanza]] in [[Egitto]], dove intrattenne rapporti con [[Cleopatra]], la regina [[ninfomane]] e pedofila, poiché dopo aver ucciso suo fratello Tolomeomaggiore si fece suo fratello Tolomeominore. Cleopatra inoltre, [[regina]] d'Egitto, aveva una strana passione per [[serpente|serpenti]], capitoni, mazze da [[baseball]], pali telegrafici, e tutto ciò che aveva forma tubolare. Fu lietissima che in Egitto vi fossero tanti legionari e trattenne Cesare in Egitto per tutto il [[tempo]] necessario a ripassarseli tutti, compresi cavalli, cavalieri, elefanti e cammelli catturati ai [[nemico|nemici]]. <br/>
Per la verità Cesare era innamorato di Frucione, un [[numidi|numida]] al servizio di Cleopatra, ma, per l'[[occhio]] del pubblico, finse di essersi innamorato di Cleopatra.
 
== Congiura e uccisione ==
 
[[File:Idi di Marzo a cuscinate.jpg|right|thumb|340px|"Vai al [[pigiama]] [[party]] del senato" hanno detto, "ti divertirai" hanno detto...]]
Cesare nominò console sé stesso e [[Marco Antonio]] e pretori [[Bruto]] e [[Cassio]] (ottima scelta). Quest'ultimo era rimasto molto deluso da Cesare per non averlo portato con sé in Egitto per il puttan-tour di fine guerra civile. Allora galvanizzò il senato e lo aizzò contro Cesare. A questo punto le attenzioni di tutti puntarono verso Bruto, amante della [[repubblica]] e aderente alla filosofia dello [[stoicismo]] e dello bastardismo. <br/>
Secondo la tradizione Cesare ebbe molti segni premonitori della sua imminente fine. <br/>
In quei giorni molti [[uccello|uccelli]] solitari arrivarono nel foro per poi morire, i cavalli da Cesare liberati vicino al Rubicone scoppiarono a piangere, anche perché erano stati lasciati pascolare in un [[campo]] di [[cipolla|cipolle]], e ogni indovino dell'impero avvertiva che Cesare sarebbe stato ucciso. Alcuni andarono direttamente da Cesare per avvisarlo del pericolo, ma lui li liquidò credendo che fossero [[testimone di geova|testimoni di geova]]. <br/>
Nello stesso periodo fu scoperta la sepoltura del fondatore di Capua, Capi, e sulla [[lapide]] [[tomba|tombale]] fu trovata la scritta: "Quando verranno scoperte le [[ossa]] di Capi, un discendente di Iulo verrà assassinato", ma probabilmente Cesare sperava che la [[profezia]] parlasse di suo cugino [[artificiere]]. <br/>
Persino la moglie, che solitamente se ne fregava altamente di quello che faceva il marito purché continuasse a portare i soldi a casa, venne colta da incubi e da un brutto presentimento.
{{Dialogo|Moglie di Cesare|Cesare, attento alle idi di Marzo!|Cesare|Ma siamo ancora a gennaio.|Moglie|Vabbè tu stai comunque attento.|Cesare|La solita rompipalle.|Moglie|E parla un po' con Bruto, lo vedo strano. E poi sta sempre in camera a bisbigliare con quel suo amico, Cassio.|Cesare|Ma lasciali masturbare in pace.}}
Dopo tutti questi indizi fu un po' da stronzi presentarsi, ma ancora più stronzo è il fatto che di tutti i senatori assenteisti di [[oggi]] nessuno venga pugnalato. <br/>
Arrivato in senato, si sedette al suo seggio, quando i senatori lo attorniarono con la [[scusa]] di volergli chiedere l'[[autografo]]. Mentre un senatore teneva occupato Marco Antonio fuori parlando di [[fica]], per evitare che prestasse [[soccorso]], i senatori si scagliarono contro Cesare inferendogli pugnalate. Cesare tentò di resistere, ma quando vide che persino suo [[figlio]], a cui giusto il [[giorno]] prima aveva comprato il carro nuovo di zecca, si arrese e si accasciò a [[terra]]. Scoprire che il suo stesso figlio lo avesse tradito significò per Cesare una vera [[pugnalata]] alle spalle, che andò ad aggiungersi alle altre [[trentasette]].
 
Cesare nominò console sé stesso e [[Marco Antonio]] e designò come assistente il suo cane [[Dudù]]. Invece [[Bruto]] e [[Cassio]] vennero impegnati nel suo gabinetto imperiale, nel senso che dovevano pulire i [[cesso|cessi]] di casa. Forse per questo Bruto iniziò a nutrire risentimento nei confronti del [[padre]] adottivo. In realtà non aveva mai amato Cesare, fin da quando lo aveva preso al [[negozio]] di [[animale|animali]] quando aveva ormai quarant'anni, anche perché piuttosto che dargli un [[nome]] normale, gli aveva affibbiato un nome da personaggio dei cartoni animati. <br/>
== Curiosità ==
Allo stesso tempo Cassio era rimasto molto deluso da Cesare per non averlo portato con sé in Egitto per il [[Puttan Tour|puttan tour]] di fine guerra civile. Allora galvanizzò il senato e lo aizzò contro Cesare. A questo punto le attenzioni di tutti puntarono verso Bruto, amante della [[repubblica]] e aderente alla filosofia dello [[stoicismo]] e alla pratica del bastardismo.
 
Secondo la tradizione Cesare ebbe molti segni premonitori della sua imminente fine: quando camminava i gatti neri si grattavano e il suo corpo aveva smesso di avere un'ombra. Alcuni andarono direttamente da Cesare per avvisarlo del pericolo, ma lui li liquidò credendo che fossero [[testimone di geova|testimoni di geova]]. <br/>
{{Curiosità}}
Persino la moglie, che solitamente se ne fregava altamente di quello che faceva il marito purché continuasse a portare i soldi a casa, venne colta da un brutto presentimento. Infatti, la sera prima aveva fatto uno strano [[sogno]], in cui tutti i legionari facevano il "[[trenino]]" mentre Cesare era la "[[locomotiva]]". Raccontò il sogno a Cesare supplicandolo di non andare in Senato; ma il [[marito]], indignato, replicò che lui era sempre alla [[testa]] dei legionari, soprattutto nel "trenino".
 
[[File:Portacoltelli_a_forma_di_Cesare.jpg‎|right|thumb|300px|Statua di Cesare negli ultimi istanti di [[vita]].]]
*Si dice che [[nessuna]] delle pugnalate inferte a Cesare fu mortale e lui morì di [[infarto]] appena si accorse di aver lasciato l'[[arrosto]] nel forno.
*Bruto scrisse una [[sceneggiatura]] basata sulla sua vita "Come ammazzare il padre e vivere felici", che non ebbe il successo sperato poiché all'epoca il [[cinema]] non esisteva.
*Si dice che Cesare abbia inventato il [[parto]] cesareo quando uscì dal ventre materno tagliando in due la madre con una [[spada]].
 
{{Dialogo|Moglie di Cesare|Cesare, attento alle idi di Marzo!|Cesare|Ma siamo ancora a gennaio.|Moglie|Vabbé tu stai comunque attento.|Cesare|La solita rompipalle.|Moglie|E parla un po' con Bruto, lo vedo strano. E poi sta sempre in camera a bisbigliare con quel suo amico, Cassio.|Cesare|Ma lasciali masturbare in pace.}}
== Articoli correllati ==
 
Avrebbe dovuto insospettirlo anche l'atteggiamento di Bruto, poiché in quei [[giorno|giorni]] non faceva altro che sfogliare riviste di [[bara|bare]], aveva prenotato un nuovo set di coltelli stranamente dello stesso numero di quanti erano i senatori e non smetteva mai di chiedergli dove preferisse essere seppellito. <br/>
Dopo tutti questi indizi fu un po' da stronzi presentarsi al senato quel giorno. <br/>
Arrivato in senato, si sedette al suo seggio fatto di ossa di nobili, quando i senatori lo attorniarono con la [[scusa]] di volergli chiedere l'[[autografo]]. Mentre un senatore teneva occupato Marco Antonio fuori parlando di [[fica]], per evitare che prestasse [[soccorso]] o che chiamasse il CXIII, i senatori si scagliarono contro Cesare inferendogli pugnalate. Cesare tentò di resistere, ma quando vide che persino suo [[figlio]], a cui giusto il [[giorno]] prima aveva comprato la biga nuova di zecca, era tra i congiurati, si arrese e si accasciò a [[terra]], pestando una cacca. Scoprire che il suo stesso figlio lo aveva tradito fu per Cesare una vera [[pugnalata]] alle spalle. L’eminente storico Voyager sostiene che fu ucciso da uno [[sparticulo]]
 
== Opere ==
 
* ''[[De bello gallico]]''
* ''De brutto gallico''
* ''[[De bello civili]]''
* ''[[Cavalleria Rusticana]]''
* Il ''[[Vangelo]]''
* ''L'Italia secondo me''
 
== Curiosità ==
* Si dice che [[nessuna]] delle pugnalate inferte a Cesare fu mortale, infatti morì di [[infarto]].
* Si dice che Cesare abbia inventato il [[parto]] cesareo quando uscì dal ventre materno tagliando in due la madre con una [[spada]].
 
== Voci correlate ==
*[[Impero Romano]]
*[[Tiberio]]
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== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
*[[File:NonCitazLogo.png|30px]] '''[[NonCitazioni]]''' contiene frasi fatte e affermazioni ridicole attribuibili a '''[[NonCitazioni:Gaio Giulio Cesare|Gaio Giulio Cesare]]'''
 
== Collegamenti esterni ==
 
*[http://video.coolstreaming.us/watch-226ae47fce7bff88e9c3.html Rassegna stampa sul passaggio del Rubicone]
* [http://video.coolstreaming.us/watch-226ae47fce7bff88e9c3.html Rassegna stampa sul passaggio del Rubicone]
*[http://www.youtube.com/watch?v=H9Zvm1FG_1I Mike Bongiorno (già presente all'epoca) parla di Giulio Cesare]
* [http://www.youtube.com/watch?v=H9Zvm1FG_1I Mike Bongiorno (già presente all'epoca) parla di Giulio Cesare]
 
{{cronologia|[[File:Lupa capitolina.jpg|50px]]<br />[[Console|Console Romano]]<br />con '''[[Marco Antonio]]'''<br />59-44 a.C.|'''[[Pompeo]]''' e '''[[Intestino crasso|Crasso]]'''|'''[[Augusto]]''' e '''[[mia nonna]]'''}}
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