Ferrari: differenze tra le versioni

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Ferrari S.p.A. è una casa automobilistica italiana, fondata da Enzo Ferrari, che produce autovetture sportive d'alta fascia e da gara; essa gestisce, tra l'altro, una delle più titolate squadre sportive impegnate nelle competizioni automobilistiche del mondo, la Scuderia Ferrari. La sede dell'azienda è situata a Maranello, in provincia di Modena ed è guidata, dal 1991, da Luca Cordero di Montezemolo, ex presidente di Confindustria e del Gruppo Fiat.
{{nota disambigua|altre cose che si chiamano "Ferrari"|Ferrari (disambigua)}}


Il simbolo ufficiale, storicamente rappresentato da un cavallino rampante, è attribuibile a quello dell'aviatore romagnolo ed asso della prima guerra mondiale Francesco Baracca (1888-1918) ceduto personalmente dalla madre nel 1923 come portafortuna ad Enzo Ferrari e da allora diventato emblema del marchio Ferrari e dello stesso reparto corse.
[[File:Cavallino_ferrari.gif|right|thumb|175px|Lo stemma della Ferrari.]]
{{Cit|Ormai è fatta, siamo campioni del... ma [[d'oh]]!|[[Michael Schumacher]] sulla rottura del motore alla gara decisiva del mondiale 2006}}
{{Cit|Io non credo nella sfortuna.|[[Kimi Raikkonen]] prima di ritirarsi da un Gran Premio}}
{{Cit|Io non credo nei miracoli|[[Kimi Raikkonen]] prima di vincere il mondiale 2007}}
{{Cit|Che ce li hai i bollini che sto facento la raccolta punti?|[[Michael Schumacher]] durante una sosta ai box}}


Nel 2013 e 2014 il marchio Ferrari viene riconosciuto come il più influente al mondo: è il 35° marchio con più valore ossia quattro miliardi di dollari.[2]
La scuderia '''Ferrari''', meglio conosciuta semplicemente come '''Ferrari''' o come '''la Rossa''', è una scuderia [[automobile|automobilistica]] che gareggia nel campionato di [[Formula 1]], con specializzazione in primi posti.


Indice [nascondi]
== Cenni storici ==
1 Storia
=== Il nome ===
2 Le corse
'''FERRARI''' è una sigla che sta per '''F'''abbrichiamo '''E'''meriti '''R'''onzini '''R'''aglianti '''A'''utomobili '''R'''icopiate da McLadren '''I'''ndistruttibili.
3 Il "Cavallino Rampante"
4 Rosso Corsa
5 Vetture
5.1 Stradali
5.1.1 In produzione
5.1.2 Tutti i modelli stradali Ferrari
5.2 Da competizione ed utilizzo esclusivo in pista
5.2.1 In produzione
5.2.1.1 F1
5.2.1.2 Altre competizioni
5.2.2 Fuori produzione
5.2.2.1 F1, F2 ed altre monoposto
5.2.2.2 XX Programmes
5.2.2.3 Altre competizioni
5.3 Prototipi
5.4 One-off
6 Dati finanziari
7 Bibliografia
8 Note
9 Altri progetti
10 Collegamenti esterni
Storia[modifica | modifica sorgente]


[[File:ferraridonna.jpg|right|thumb|Il progetto primo che ispirò la Ferrari.]]
=== Le origini ===
Perché, [[a nessuno importa|a qualcuno importa]] delle origini della Ferrari? Basta sapere, a grandi linee, che la Scuderia Ferrari nacque da una costola sanguinante (da qui il colore rosso) della [[Fiat Panda]] estratta per mano di un tale [[Enzo Ferrari]] per ordine del [[Gianni Agnelli|Grande Capo]]. Tutto ciò avvenne all'incirca all'inizio del secolo. Poi fino al Duemila accadde... beh... qualcosa, insomma.


Ingresso della fabbrica della Ferrari
=== 1929-1940 ===
Come tutti sanno (voi lo sapete?) la Scuderia Ferrari fu dal 1929 al 1940 la squadra corse dell'[[Alfa Romeo|Alfa Romeo e Giulietta]]. Fin dalle sue origini fu chiaro che la Scuderia era la più forte di tutte. Vinceva ogni gara. Celebre è l'episodio del Gp di Germania del 1935 in cui uno dei piloti di punta della Scuderia Ferrari vinse la gara all'ultimo giro ai danni delle Auto Union e delle Benz-Mercedes, mentre i [[Germania|crucchi]] delle SS e Hitler festeggiavano già allegramente.


=== 1947-1973 ===
Dopo che Enzo Ferrari lasciò l'Alfa Romeo e Giulietta nel 1940 decise, dopo la guerra, di fondare una vera e propria Casa Costruttrice nel 1947. La Scuderia, conosciuta per la sua specializzazione in primi posti, persistette nella sua filosofia e in questi anni annientò, distrusse, frantumò e ridicolizzò i propri avversari nei Campionati del Mondo di [[Formula 1]], Sport Prototipi e GT. Basti pensare che nell'arco di questi 26 anni la Ferrari vinse per ben 432 volte il Mondiale di F1 e per 672 quello per vetture Sport Prototipi e GT. Da ricordare sono anche i 645 successi alla [[24 Ore di Le Mans|24 Ore delLe Mani]].


Ferrari 360 GTC
=== L'arrivo del calzolaio ===
Nel 1996 a Maranello approdò un tal [[Michael Schumacher]], ciabattino [[Germania|tedesco]] che negli anni precedenti aveva ottenuto alcuni mondiali con i simpaticoni della [[Benetton]]-[[Renault]], scuderia [[Francia|franco]]-[[Veneto|veneta]] le cui carrozzerie multicolore venivano cucite a mano sopra il motore (ancora rovente) da [[bambini]] poveri stakanovisti. Schumi arrivò alla Ferrari accompagnato dal fedele amico [[Nigel Stepney]].


Gli esordi in rosso del calzolaio furono però ostacolati da un'impiegato finlandese dell'[[IKEA]], un tizio di nome Mika Hakkinen che gareggiava per hobby nella [[McLaren]], la scuderia gemellata alla Ferrari. Calzolaio si prese la dura responsabilità di riportare la scuderia italiana ai fasti dei tempi mai giunti, ma non fece i conti con la leggendaria [[sfortuna]] che affliggeva la Rossa fin dall'antichità: nel bel mezzo di una gara importante, il nostro tedesco fece un incidente e salutò il mondiale, con la beffa di farsi perfino superare dal barista irlandese [[Eddie Irvine]], suo compagno di squadra. In compenso la Ferrari si accaparrò il mondiale distruttori.


Ferrari 599 GTB Fiorano
=== Il dominio rosso ===
La nascita della Ferrari viene talora fatta coincidere con la fondazione, nel 1929 a Modena, della S.A. Scuderia Ferrari, ma la Scuderia non produceva proprie automobili, era soltanto la responsabile della messa a punto di quelle dell'Alfa Romeo, che allora partecipavano a diverse competizioni.
[[File:Pitstop.jpg|thumb|300px|La rossa durante un pitstop.]]
Nel 2000 la Ferrari cominciò a sfruttare le sue conoscenze nel paddock per accapparrarsi qualcosina come cinque mondiali di fila grazie al Calzolaio. La Ferrari approfittò della mancanza di rivali e del pensionamento di Hakkinen per vincere con relativa facilità i mondiali 2000 e 2001, con la [[sfiga]] proverbiale che optò per una bella vacanza.


La casa costruttrice nacque ufficialmente il 13 settembre 1939 a Modena, con la fondazione da parte di Enzo Ferrari della Auto Avio Costruzioni. Le sue prime commissioni furono la costruzione di componenti per velivoli e solo a partire dal 1947 la costruzione di autovetture divenne l'attività principale.
Nel 2002 il cabarettista colombiano [[Juan Pablo Montoya]] con la sua Williams aprì la sua pulitissima carriera: aprofittando del suo solido humor, Montoya cominciò a causare incidenti e fece più volte finire Schumacher fuori pista. I due amiconi si presero più volte a botte durante i GP, ma la Ferrari riuscì comunque a vincere.


La prima autovettura costruita, in soli due esemplari, fu la Auto Avio Costruzioni 815 datata 1940, mentre la seconda, sempre in soli due esemplari, fu la Ferrari 125 S, a causa della seconda guerra mondiale solo nel 1947, e fu guidata da Franco Cortese, primo pilota e collaudatore Ferrari[3]. Quest'ultima vettura è la prima a portare il nome Ferrari, non però per volontà di Enzo Ferrari ma per clausole contrattuali che lo legavano all'Alfa Romeo dove precedentemente era stato direttore del reparto Alfa Corse: clausole che gli impedivano fino al 1942 di utilizzare il proprio nome sulle autovetture da lui allestite.
Ma nel 2003 un certo [[Kimi Raikkonen]], cugino di Hakkinen e come lui impiegato all'IKEA, cominciò con la sua McLaren a insidiare la Ferrari, che, dato che aveva un buon rivale, ricominciò a rompersi spesso e volentieri. Tuttavia, la sfortuna della Ferrari si scoprì essere inferiore alla colossale [[iella]] del buon Kimi, che perse il mondiale per due punti.


Nel 1957 la Auto Avio Costruzioni cambiò denominazione in Auto Costruzioni Ferrari per diventare SEFAC (Società Esercizio Fabbriche Automobili e Corse) SpA il 26 maggio 1960 e Ferrari SpA nel 1965. Nel 1969 la Ferrari SpA entrò a far parte del gruppo FIAT[4]. Nel 1988, alla scomparsa di Enzo Ferrari, il pacchetto azionario divenne per il 90% della FIAT mentre la parte restante rimase al figlio Piero Lardi Ferrari, restato anche all'interno del team aziendale come vice presidente. In questo periodo i marchi Ferrari e Scuderia Ferrari iniziarono a essere usati per una vasta gamma di prodotti: capi di abbigliamento, orologi, occhiali, profumi, ecc.
Il mondiale del 2004 fu uno dei più avvincenti di sempre. Calzolaio vinse qualcosina come 15 gare su 18, lasciando le briciole rispettivamente al compagno di vita Barrichello e ai due della giovane Renault: un tal [[Jarno Trulli]], futuro campione della F1, e lo sconosciuto spagnolo [[Fernando Alonso|Fernando "Gastoncino" Alonso]].


Nel 2006 il 5% delle azioni è stato acquisito da una società finanziaria degli Emirati Arabi Uniti, la Mubadala, società che ha promosso anche la costruzione del Ferrari World ad Abu Dhabi. Ferrari è poi ritornata in possesso di questo 5% nel corso del 2010[5].
=== Lo spagnolo comunista spodesta la Ferrari ===
Nel 2005 la famosa [[sfortuna]] che aveva abbandonato la Ferrari per pietà tornò a incombere. Colui che la attirò fu il giovane Alonso, ex-militante comunista in patria spagnola che causò il fallimento della Scuderia Ferrari, che in suddetto mondiale non vinse neanche una gara, se non la celebre gara [[USA|statunitense]] in cui la maggior parte dei piloti scioperò contro [[George W. Bush|Bush]], Alonso compreso.


Il 18 maggio 2012 a Shanghai (Cina) il cavallino rampante ha inaugurato il primo museo Ferrari fuori dai confini Italiani. Al taglio del nastro avvenuto nello Shanghai Italian Center, presenti le istituzioni italiane e cinesi.
La gara fu tutta fra il Gastone spagnolo e un ritrovato [[Kimi Raikkonen]], che però dovette fare i conti con la sua iella personale, senza la quale avrebbe matematicamente vinto. Invece, Raikko ruppe il motore con una frequenza che neanche la Ferrari avrebbe mai eguagliato e Alonso vinse il campionato.


Le corse[modifica | modifica sorgente]
Scumacher ebbe uno scatto d'orgoglio e nel 2006 si avvicinò molto a soffiare allo spagnolo filonazista il titolo, ma non ce la fece. E perché? Per colpa del [[culo]] di Alonso e della sfiga rossa: alla penultima giornata del mondiale, con Schumi in testa alla classifica iridata, a due metri dall'arrivo ''si ruppe il motore''. E Alonso rivinse.
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Scuderia Ferrari.
La vera passione di Enzo Ferrari, nonostante gli ottimi affari derivanti dalla vendita di autovetture, è stata sempre la corsa. La sua Scuderia era iniziata come uno sponsor indipendente per piloti di varie macchine, ma divenne presto parte del team corse dell'Alfa Romeo. Dopo l'uscita di Enzo Ferrari dall'Alfa, egli iniziò a progettare e produrre vetture per proprio conto; il team Ferrari apparve per la prima volta sulla scena di gran premi europei dopo la fine della seconda guerra mondiale. La prima monoposto costruita dalla Ferrari, la "125", debutta al Gran Premio d'Italia il 5 settembre 1948 a Torino, pilotata dal francese Raymond Sommer che si qualifica terzo alle spalle di Wimille (Alfa Romeo) e Villoresi (Maserati).


=== Tra spionaggi e androidi inglesi ===
Con l'addio di [[Michael Schumacher]], il nuovo duetto rosso fu formato da [[Felipe Massa]], ballerino brasiliano di samba con origini [[Puglia|pugliesi]], e dal buon [[Kimi Raikkonen|Kimi]], passato dalla McLadren ai rossi della Ferrari. Nella stessa McLadren giunse Alonso, e con lui arrivò il suo [[culo]]. Raikkonen (dichiarando che dopo cinque anni alla [[McLaren Mercedes|McLadren]] gli si era davvero rotto il cambio!) aveva rinunciato a fare coppia con lui: in caso contrario, la sua sfortuna avrebbe inesorabilmente cozzato contro il culo di Fernando, causando una reazione nucleare di dimensioni catastrofiche.


Insieme ad Alonso, nella [[McLaren]] arrivò un certo [[Lewis Hamilton]] ''(liùiss emilto)'', un [[robot]] mascherato da inglesino di colore che, in [[barba]] ad Alonso incazzato nero, cominciò a collezionare nove podi di fila e un sacco di vittorie, senza mai fare un singolo incidente, un singolo sbaglio. Alonso, nonostante il continuo [[rosikone|rosicamento]], gli stette dietro. E la Ferrari? be', nonostante un numero di vittorie pari a quello della scuderia anglotedesca, ''non riuscì quasi mai a portare entrambi i piloti a punti''. Se uno vinceva, l'altro o rompeva il motore o partiva ventesimo a causa delle qualifiche maiale.
[[File:Ferrari incidente.jpg|thumb|right|300px|Il segreto del successo è l'affidabilità e la resistenza della monoposto.]]
Dopo uno dei GP centrali, però, una strana [[cocaina|polverina bianca]] venne ritrovata sui serbatoi delle rosse. Da qui partì un'indagine che rivelò che il caro amico [[Nigel Stepney]] aveva passato informazioni segrete riguardo ai rapporti sessuali di [[Jean Todt]], mascherati da informazioni riguardanti la vettura. Per una cosa simile, dieci anni fa la [[Giappone|nipponica]] Toyota era stata squalificata per due anni. Invece la [[McLaren]], giustamente, fu assolta con scuse.


Ferrari di Formula 1
In seguito, però, grazie agli occultamenti di [[Jean Todt]] la Ferrari riuscì a ottenere nuove sconcertanti prove che incastravano la McLadren e la scuderia d'argento si vide azzerare i punti del campionato costruttori, lasciando così il titolo iridato su un piatto d'argento. I piloti invece furono assolti con un buffetto sulla guancia, nonostante persino quel brav'uomo di [[Ron Dennis]] abbia ammesso che [[Fernando Alonso|Alonso]] sapeva e godeva. Ma niente, lui è un santo intoccabile. Così il mondiale piloti è ancora aperto.
La Scuderia aderì al Campionato del mondo di Formula 1 nel primo anno della sua esistenza, il 1950. Fece il suo debutto al Gran Premio di Monaco. José Froilan González diede al team la sua prima vittoria nel Gran Premio di Gran Bretagna del 1951. Alberto Ascari ottenne per la Ferrari il primo titolo di Campione del mondo l'anno successivo.


La Ferrari è, ad oggi, l'unico team ad aver partecipato a tutte le edizioni del Campionato del Mondo di Formula 1 e, soprattutto, quello con il maggior numero di successi: vanta il record di 15 titoli di Campione del mondo piloti (conseguiti nel 1952, 1953, 1956, 1958, 1961, 1964, 1975, 1977, 1979, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, e nel 2007), il record di 16 titoli di Campione del mondo costruttori (1961, 1964, 1975, 1976, 1977, 1979, 1982, 1983, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, 2007, e nel 2008) ed il record di 221 vittorie in un Gran Premio (aggiornato al giugno 2013).
Alla terzultima gara le rosse decidono di fare una brutta gara e così avviene. Hamilton-D24598P-L1 vince e Alonso cade. Insomma, ormai peggio delle Ferrari [[c'è]] solo Alonso. Ma il suo proverbiale [[culo]] si sveglia e alla penultima gara Hamilton ''rompe il motore'' e Raikko, beneficiando della fortuna di Alonso, 2°, vince e trattiene un barlume di speranza. Certo, sette punti da recuperare in una gara non sono noccioline. Corre voce quindi che per l'ultima gara Kimi si sia affidato ad [[Nigel Stepney|un esperto]] nel [[spionaggio|settore]].


Tra i piloti famosi che hanno corso per la "Rossa": Tazio Nuvolari, Juan Manuel Fangio, Alberto Ascari, Phil Hill, Mike Hawthorn, John Surtees, Clay Regazzoni, Niki Lauda, Jody Scheckter, Gilles Villeneuve, Didier Pironi, Michele Alboreto, Alain Prost, Nigel Mansell, Ivan Capelli, Michael Schumacher, Gerhard Berger, Jean Alesi, Eddie Irvine, Rubens Barrichello, Felipe Massa, Kimi Räikkönen e Fernando Alonso.
Arriva l'ultima gara e Raikkonen pensa solamente alla partita a briscola lasciata in sospeso il giorno prima con Jean Alesi. Che accade? Hamilton ha dei capricci e finisce fuori, Alonso si accontenta di farsi una sega mentale pensando alla sua faccia sconvolta e Raikko è campione del mondo.


Il 14 gennaio 2007 la Ferrari ha presentato la F2007, la sua 53° monoposto, la prima dopo l'era Schumacher. Il 18 marzo a Melbourne, con Kimi Räikkönen, la Ferrari ha iniziato nel migliore dei modi la stagione 2007 con una vittoria.
=== La stagione post-barbecue ===
{{NonNotizieLink|Ferrari e McLaren presentano le nuove F1}}
Nel [[2008]] sono cambiate molte cose. [[Alonso|Il figlio di Gastone]] [[nonNews:Alonso-McLaren: la coppia si lascia|lascia il barbecue]] e se ne va alla [[Renault|Renò]], per concludere prematuramente la sua culosa carriera con un'ultima stagione da risate. Al suo posto arriva [[Heikki Kovalainen|il cugino minore di Raikkonen]], mentre [[Giancarlo Fisichella]] fa un salto di qualità e approda nella fortissima e indomabile [[Force India]].


Il 21 ottobre a San Paolo la Ferrari si è aggiudicata il suo 15º titolo mondiale piloti con Kimi Räikkönen. Particolare significato ha assunto la vittoria, arrivata in una stagione caratterizzata dallo scandalo Spystory, poiché alla vigilia la situazione in classifica vedeva i due piloti McLaren, Hamilton ed Alonso, precedere il finlandese rispettivamente di 7 e 3 punti. Ma grazie a una doppietta Räikkönen-Massa, e ai problemi accusati da Hamilton durante la corsa, che lo relegarono nelle retrovie, Räikkönen scavalcò i rivali della scuderia anglo-tedesca in classifica, vincendo il titolo con un punto di vantaggio su Hamilton e Alonso. La Ferrari aveva già vinto anche il titolo costruttori, arrivato in Belgio dopo la cancellazione dei punti della McLaren nel campionato marche per la vicenda di spionaggio ai danni della scuderia di Maranello.
Nella prima gara non può mancare un bel disastro augurale, con [[Felipe Massa|Massa]] che decide di provare l'ebbrezza della [[morte]], senza riuscirci, e Raikkonen che, in preda a una crisi d'identità, si crede [[Takuma Sato]]. Poi alla seconda gara Massa, in seconda posizione con un vantaggio di cinque minuti e quaranta secondi sul terzo classificato, sotto stress va ancora fuori. Ma tanto ai tg [[nonNews:Raikkonen vince in Malesia, Sandokan sporge ricorso|non gliene frega niente, tanto vince Raikkonen]].


Nel 1986 Enzo Ferrari ordinò anche la costruzione di un'autovettura per la partecipazione al campionato di Formula Indy e alla 500 miglia di Indianapolis, in risposta alla FOM, che non accettava alcune richieste di Ferrari per il nuovo Patto della Concordia. Di fronte alla minaccia di vedere la scuderia abbandonare la Formula 1, palesatasi quando apparirono le prime foto della monoposto realizzata per le gare americane, Bernie Ecclestone accettò le richieste di Ferrari, così la vettura non venne mai utilizzata in gara.
Raikkonen, che ci ha preso davvero il gusto a vincere, si rifà nella gara seguente. Dopodiché c'è il GP di [[Montecarlo]], che da sempre porta [[sfiga|fortuna]] e [[morte|buonaugurio]] a Maranello. Infatti Raikkonen si ritira. La bella stagione continua in [[Canada]], Gran Premio famoso per la sua sicurezza e per l'assoluta perfezione dell'asfalto. Stranamente, per venti giri nessuno della Ferrari ha un incidente mortale o altro: allora [[Lewis Hamilton|l'anglonegro]], dopo il concilio degli dèi voluto da Poseidone in persona, decide di riparare urtando qualcuno ai box, compiendo il perfetto omicidio-suicidio. E chi può essere se non Raikkonen? Ovviamente è secondario il fatto che Hamilton abbia deciso di svoltare a sinistra quando stava per urtare contro il [[Robert Kubica|Cubico]] a 100 km/h. Non contenta, la Ferrari decide di mettere in mutande anche [[Felipe Massa|Massa]], confondendo la benzina con l'olio per il barbecue. Massa però arriva quinto, anche se [[a nessuno importa]].


Il "Cavallino Rampante"[modifica | modifica sorgente]
A quel punto il [[Kimi Raikkonen|Ghiacciato Kimi]] decide che è ora di tirare i remi in barca, così appende l'auto al chiodo e lascia il comando a quello sfaticato di [[Felipe Massa]], che strafatto di coca inizia a vincere Gran Premi a ripetizione recuperando [[millemila]] punti al [[Lewis Hamilton|negro sculato]] e ritrovandosi, ma guarda un po', con sette punti da recuperare all'ultima gara, con lo [[Fernando Alonso|sculato bianco]] che rimane a guardare da lontano. Ancora una volta la [[culo|fortuna]] del culattone giovine sembra cambiare direzione e portare al trionfo Massa e con lui la massa di brasiliani festanti, finché uno [[Stronzo]] di nome Timo Glock (con quel nome di merda che s'aritrova che doveva fa?) non decide di forare una gomma subito davanti all'infame Lewis all'ultima curva dell'ultimo giro.
Il marchio Ferrari, famoso in tutto il mondo, è il Cavallino Rampante nero in campo giallo, con in basso le lettere S F per Scuderia Ferrari, con tre strisce, una verde, una bianca e una rossa, colori nazionali italiani, in alto. Questo è il logo che viene applicato su tutte le auto da competizione direttamente supportate dalla scuderia.


Dopo tutte queste merdate Lewis Hamilton vince il campionato lasciando quello costruttori alla Ferrari, Massa dice che va bene pure così (mentre si trasforma in un pesce spada), e Timo Glock viene felicemente [[linciaggio|linciato]], [[sodomia|sodomizzato]] e [[tortura]]to in tutti i modi umanamente concepibili, mentre la [[FIA]] decide di mettere il NOS sulle F1.


===Il 2009: i diffusori aeroplani e le vetture pompate===


Francesco Baracca
Ora c'è una domanda da porsi, ma se questo marchingegno (SKERS) è pericoloso per le persone che lavorano sulle macchine? In effetti, durante un Pit Stop della [[BMW|Biemmevù]] un meccanico, toccando la vettura, viene sbalzato a [[millemila]] KM da essa prendendo la scossa (e consegnando la sua eredità all'avversario).
Il Cavallino Rampante, simbolo di coraggio e temerarietà, era originariamente l'emblema personale del Maggiore Francesco Baracca, che l'asso della prima guerra mondiale faceva dipingere sulle fiancate dei suoi velivoli. Sul colore esatto del cavallino di Baracca esiste un piccolo mistero. Sembra infatti accertato che il colore originario del cavallino fosse il rosso, tratto per inversione dallo stemma del 2º Reggimento "Piemonte Reale Cavalleria" di cui l'asso romagnolo faceva parte, e che il più famoso colore nero fu invece adottato in segno di lutto dai suoi compagni di squadriglia solo dopo la morte di Baracca[6].


Il 17 giugno 1923 Enzo Ferrari vinse la prima edizione del Gran premio del Circuito del Savio[7] (Savio è una frazione di Ravenna), e in quell'occasione incontrò la contessa Paolina, madre dell'aviatore lughese. La contessa propose a Ferrari di utilizzare il Cavallino Rampante sulle sue macchine, sostenendo che avrebbe portato fortuna. La prima corsa nella quale l'Alfa permise di utilizzare a Ferrari il cavallino sulle macchine della Scuderia fu la 24 ore di Spa del 1932. L'Alfa, con il simbolo del cavallino rampante, vinse in quell'occasione.
Comunque la maFIA lo vuole a tutti i costi (infatti il KERS si addice proprio al progetto risparmio di quest'[[anno]]...). Così il primo gp in Australia è una formula a 3 categorie:


Nel 1945 Ferrari fece ridisegnare un nuovo cavallino rampante da Eligio Gerosa, (1889-1978) giovane incisore milanese ancora oggi ricordato come uno tra i più apprezzati incisori del secolo scorso. Nel progetto ampiamente modificato rispetto al disegno originario (soprattutto nella coda, che nel cavallino di Baracca puntava verso il basso), viene aggiunto lo sfondo giallo canarino, uno dei colori di Modena. Fu sempre Eligio Gerosa che nel 1947 disegnò il logo ufficiale della scuderia con un cavallino più snello e riproporzionato nelle dimensioni che con lo zoccolo sovrasta la barretta allungata della F. Il Cavallino Rampante non è stato utilizzato unicamente dal marchio Ferrari: l'ingegnere Fabio Taglioni, concittadino di Baracca, lo applicò sulle motociclette Ducati tra la fine degli anni cinquanta e l'inizio degli anni sessanta. Il Cavallino Rampante è un marchio registrato della Ferrari.
* La prima: Le vetture con il diffusore a [[millemila]] piani ([[Toyota]], [[Williams]] e [[Brawn GP]]) ;
* La seconda: Le vetture con il KERS ([[McLaren]], Ferrari, [[BMW]] e [[Renault]]);
* La terza: Gli altri [[sfiga|sfigati]] che non hanno ne il diffusore super e ne il KERS.


Nel 2014, per la seconda volta consecutiva, il marchio del cavallino (dicitura Ferrari più logo del cavallino rampante su sfondo giallo quadrato con bande tricolori) viene riconosciuto come brand più influente al mondo in assoluto (superando ancora una volta Coca Cola) secondo l’annuale classifica di Brand-finance. Il riconoscimento viene supportato da tale motivazione: <il Cavallino rampante su sfondo giallo è immediatamente riconoscibile in tutto il mondo anche dove non ci sono ancora le strade. Nel suo paese natale e tra i suoi molti ammiratori in tutto il mondo la Ferrari ispira molto più della lealtà al brand, più di un culto e una devozione quasi religiosa>>[2]. Il marchio Ferrari è anche il 35° di maggior valore al mondo (valutato quattro miliardi di dollari).
Stà di fatto che [[Kubica|Cubico]], perché pesa come un elefante indiano, non può usare il KERSO. Infatti ora per restare nei limiti di peso, i piloti sono diventati tutti come un grissino (tagliato in due da [[Miracle Blade]]) è sotto peso, tatto che a volte con una ventata, volano via.


Rosso Corsa[modifica | modifica sorgente]
Ad preannunciare il loro fallimento, tutti i KERSissimi, a fine gara, belli carichi, vengono usati come motorino per alimentare le rulotte (peccato che la carica dura pochissimi minuti).
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Rosso Corsa.
Fin dagli anni venti, le automobili da corsa italiane erano verniciate di rosso. Questo era il colore consueto per le vetture italiane che gareggiavano in campionati automobilistici, in base ad un provvedimento, preso durante le due guerre mondiali, dall'associazione che in seguito verrà chiamata FIA; nello schema della federazione, tra le altre, le auto francesi erano blu, le tedesche bianche, e le inglesi verdi.


La tonalità del rosso è gradualmente passata dal rosso scuro (famoso come rosso Alfa) ad una tinta notevolmente più accesa, nota come rosso corsa. Tale colorazione è rimasta immutata per le Ferrari di serie, mentre per quelle di Formula 1, dopo l'acquisizione da parte del Gruppo Fiat, ci sono state variazioni di tonalità, di anno in anno più chiare o più scure, assecondando gli interessi degli sponsor.
Stà di fatto che dopo pochi gp, il sistema va in pensione perché non porta grandi vantaggi. Chi li porta, invece, è il super diffusore che, porta la [[Mister Brown]] in testa al mondiale (con Button, mentre Barrichello rimane fermo 3 mesi sulla griglia di partenza dell'Australia).


Vetture[modifica | modifica sorgente]
La Rossa è in una situazione di M.... e cerca di tirarsi fuori con una misera versione B che va bene per 2 gare ma finisce nel baratro subito dopo.
Le autovetture Ferrari, notevoli per lo stile raffinato, opera di illustri progettisti e designer di primo piano del novecento e duemila, hanno stretto negli anni una forte collaborazione stilistica con la Pininfarina. Sono da molto tempo oggetto del desiderio per ricchi di tutto il mondo (tanto che l'azienda ha deciso di limitare la produzione per mantenere l'esclusività[8]), particolarmente negli Stati Uniti dove il marchio ha riscosso molto successo, ma anche nei nuovi mercati dell'Est e dell'Oriente. Altri designer e case che hanno lavorato per Ferrari durante gli anni comprendono Scaglietti, Bertone e Vignale. I motori impiegati nelle autovetture Ferrari sono prevalentemente dei V8 e V12.


Nel luglio 2009 è stata presentata in anteprima la Ferrari 458 Italia, entrata in produzione nel 2010. In seguito sono state presentate la 599 GTO e la SA Aperta, costruita in 80 esemplari per celebrare gli 80 anni di Pininfarina.
Poi [[Felipe Massa|Massachusetts]] si becca la molla di Barrichello (che tornava di fretta dall'Australia, e perde pezzi) e il [[Kimi Raikkonen|Ricchionen]] deve fare tutto il lavoro di squadra. Anche perché, prima Badoer e poi Fisico (spompato) non pigliano nemmeno un misero punto.

Insomma, la stagione per la ferrari finisce prima di incominciare. Il 2009 è iridato per l'[[Assassino|Jenson Button]] e per la [[Mr. Brawn|Brawn GP]] con il suo diffusore jet.

Perciò il Cavallino Ragliante decide di effettuare il colpo del secolo:

si decide di mandare a casa Rakkionen e di ingaggiare il 2 volte inculato [[Alfonso|Fernando Alonso]] e torna Masso.

== Le quattro stagioni seguenti ==
Con il Re di Spagna, dicono a Maranello, si vincerà più che con Schumacher (che ritorna a tradimento con la Mercedes). Purtroppo il destino infame ha mandato sul pianeta [[Terra]] un individuo ben più culoso di Alonso: il giovane [[Germania|krukken]] [[Sebastian Vettel]]. Con lui in Red Bull, Alonso perde buona parte del suo leggendario culo, ed è costretto ad ogni gara, tra esplosioni di sospensioni, rotture di alettoni mobili, radio e specchietti, a rimonte dal 24° posto che lo portano sempre, sistematicamente, alla fine della gara, subito dietro il crucco junior. E Massa non collabora certo: troppo impegnato a realizzare il suo sogno di distruggere la monoposto persino più di [[Takuma Sato]]. Ma l'entusiasmo non è sparito certo, i tifosi ferraristi lo osannano in ogni gara, non cambia nulla...

== Il futuro ==

Nel paddock dei freschi campioni del mondo corre voce che Jean Todt abbia assoldato una nuova promessa della F1. Il suo nome, stando a indiscrezioni, dovrebbe essere [[Vitantonio Liuzzi]]. Il giovane talento italico dovrebbe essere affiancato dal pluricampione [[Takuma Sato]].

[[Ma anche no]].

[[File:Ferrari pink.jpg|right|thumb|150px|La F430 rosa, la prima Ferrari per le [[donna al volante|donne]].
(in dotazione senza il motore per la nostra sicurezza)]]

== Voci correlate ==
*[[McLaren]]
*[[FIAT]]
*[[Sfortuna]]
*[[Fernando Alonso]]
*[[Veicoli Super Car|Supercar]]

{{F1}}

[[Categoria:Automobilismo]]
[[Categoria:Formula 1]]

[[el:Ferrari]]
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Versione delle 01:27, 24 mag 2014

Ferrari S.p.A. è una casa automobilistica italiana, fondata da Enzo Ferrari, che produce autovetture sportive d'alta fascia e da gara; essa gestisce, tra l'altro, una delle più titolate squadre sportive impegnate nelle competizioni automobilistiche del mondo, la Scuderia Ferrari. La sede dell'azienda è situata a Maranello, in provincia di Modena ed è guidata, dal 1991, da Luca Cordero di Montezemolo, ex presidente di Confindustria e del Gruppo Fiat.

Il simbolo ufficiale, storicamente rappresentato da un cavallino rampante, è attribuibile a quello dell'aviatore romagnolo ed asso della prima guerra mondiale Francesco Baracca (1888-1918) ceduto personalmente dalla madre nel 1923 come portafortuna ad Enzo Ferrari e da allora diventato emblema del marchio Ferrari e dello stesso reparto corse.

Nel 2013 e 2014 il marchio Ferrari viene riconosciuto come il più influente al mondo: è il 35° marchio con più valore ossia quattro miliardi di dollari.[2]

Indice [nascondi] 1 Storia 2 Le corse 3 Il "Cavallino Rampante" 4 Rosso Corsa 5 Vetture 5.1 Stradali 5.1.1 In produzione 5.1.2 Tutti i modelli stradali Ferrari 5.2 Da competizione ed utilizzo esclusivo in pista 5.2.1 In produzione 5.2.1.1 F1 5.2.1.2 Altre competizioni 5.2.2 Fuori produzione 5.2.2.1 F1, F2 ed altre monoposto 5.2.2.2 XX Programmes 5.2.2.3 Altre competizioni 5.3 Prototipi 5.4 One-off 6 Dati finanziari 7 Bibliografia 8 Note 9 Altri progetti 10 Collegamenti esterni Storia[modifica | modifica sorgente]


Ingresso della fabbrica della Ferrari


Ferrari 360 GTC


Ferrari 599 GTB Fiorano La nascita della Ferrari viene talora fatta coincidere con la fondazione, nel 1929 a Modena, della S.A. Scuderia Ferrari, ma la Scuderia non produceva proprie automobili, era soltanto la responsabile della messa a punto di quelle dell'Alfa Romeo, che allora partecipavano a diverse competizioni.

La casa costruttrice nacque ufficialmente il 13 settembre 1939 a Modena, con la fondazione da parte di Enzo Ferrari della Auto Avio Costruzioni. Le sue prime commissioni furono la costruzione di componenti per velivoli e solo a partire dal 1947 la costruzione di autovetture divenne l'attività principale.

La prima autovettura costruita, in soli due esemplari, fu la Auto Avio Costruzioni 815 datata 1940, mentre la seconda, sempre in soli due esemplari, fu la Ferrari 125 S, a causa della seconda guerra mondiale solo nel 1947, e fu guidata da Franco Cortese, primo pilota e collaudatore Ferrari[3]. Quest'ultima vettura è la prima a portare il nome Ferrari, non però per volontà di Enzo Ferrari ma per clausole contrattuali che lo legavano all'Alfa Romeo dove precedentemente era stato direttore del reparto Alfa Corse: clausole che gli impedivano fino al 1942 di utilizzare il proprio nome sulle autovetture da lui allestite.

Nel 1957 la Auto Avio Costruzioni cambiò denominazione in Auto Costruzioni Ferrari per diventare SEFAC (Società Esercizio Fabbriche Automobili e Corse) SpA il 26 maggio 1960 e Ferrari SpA nel 1965. Nel 1969 la Ferrari SpA entrò a far parte del gruppo FIAT[4]. Nel 1988, alla scomparsa di Enzo Ferrari, il pacchetto azionario divenne per il 90% della FIAT mentre la parte restante rimase al figlio Piero Lardi Ferrari, restato anche all'interno del team aziendale come vice presidente. In questo periodo i marchi Ferrari e Scuderia Ferrari iniziarono a essere usati per una vasta gamma di prodotti: capi di abbigliamento, orologi, occhiali, profumi, ecc.

Nel 2006 il 5% delle azioni è stato acquisito da una società finanziaria degli Emirati Arabi Uniti, la Mubadala, società che ha promosso anche la costruzione del Ferrari World ad Abu Dhabi. Ferrari è poi ritornata in possesso di questo 5% nel corso del 2010[5].

Il 18 maggio 2012 a Shanghai (Cina) il cavallino rampante ha inaugurato il primo museo Ferrari fuori dai confini Italiani. Al taglio del nastro avvenuto nello Shanghai Italian Center, presenti le istituzioni italiane e cinesi.

Le corse[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Scuderia Ferrari. La vera passione di Enzo Ferrari, nonostante gli ottimi affari derivanti dalla vendita di autovetture, è stata sempre la corsa. La sua Scuderia era iniziata come uno sponsor indipendente per piloti di varie macchine, ma divenne presto parte del team corse dell'Alfa Romeo. Dopo l'uscita di Enzo Ferrari dall'Alfa, egli iniziò a progettare e produrre vetture per proprio conto; il team Ferrari apparve per la prima volta sulla scena di gran premi europei dopo la fine della seconda guerra mondiale. La prima monoposto costruita dalla Ferrari, la "125", debutta al Gran Premio d'Italia il 5 settembre 1948 a Torino, pilotata dal francese Raymond Sommer che si qualifica terzo alle spalle di Wimille (Alfa Romeo) e Villoresi (Maserati).


Ferrari di Formula 1 La Scuderia aderì al Campionato del mondo di Formula 1 nel primo anno della sua esistenza, il 1950. Fece il suo debutto al Gran Premio di Monaco. José Froilan González diede al team la sua prima vittoria nel Gran Premio di Gran Bretagna del 1951. Alberto Ascari ottenne per la Ferrari il primo titolo di Campione del mondo l'anno successivo.

La Ferrari è, ad oggi, l'unico team ad aver partecipato a tutte le edizioni del Campionato del Mondo di Formula 1 e, soprattutto, quello con il maggior numero di successi: vanta il record di 15 titoli di Campione del mondo piloti (conseguiti nel 1952, 1953, 1956, 1958, 1961, 1964, 1975, 1977, 1979, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, e nel 2007), il record di 16 titoli di Campione del mondo costruttori (1961, 1964, 1975, 1976, 1977, 1979, 1982, 1983, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, 2007, e nel 2008) ed il record di 221 vittorie in un Gran Premio (aggiornato al giugno 2013).

Tra i piloti famosi che hanno corso per la "Rossa": Tazio Nuvolari, Juan Manuel Fangio, Alberto Ascari, Phil Hill, Mike Hawthorn, John Surtees, Clay Regazzoni, Niki Lauda, Jody Scheckter, Gilles Villeneuve, Didier Pironi, Michele Alboreto, Alain Prost, Nigel Mansell, Ivan Capelli, Michael Schumacher, Gerhard Berger, Jean Alesi, Eddie Irvine, Rubens Barrichello, Felipe Massa, Kimi Räikkönen e Fernando Alonso.

Il 14 gennaio 2007 la Ferrari ha presentato la F2007, la sua 53° monoposto, la prima dopo l'era Schumacher. Il 18 marzo a Melbourne, con Kimi Räikkönen, la Ferrari ha iniziato nel migliore dei modi la stagione 2007 con una vittoria.

Il 21 ottobre a San Paolo la Ferrari si è aggiudicata il suo 15º titolo mondiale piloti con Kimi Räikkönen. Particolare significato ha assunto la vittoria, arrivata in una stagione caratterizzata dallo scandalo Spystory, poiché alla vigilia la situazione in classifica vedeva i due piloti McLaren, Hamilton ed Alonso, precedere il finlandese rispettivamente di 7 e 3 punti. Ma grazie a una doppietta Räikkönen-Massa, e ai problemi accusati da Hamilton durante la corsa, che lo relegarono nelle retrovie, Räikkönen scavalcò i rivali della scuderia anglo-tedesca in classifica, vincendo il titolo con un punto di vantaggio su Hamilton e Alonso. La Ferrari aveva già vinto anche il titolo costruttori, arrivato in Belgio dopo la cancellazione dei punti della McLaren nel campionato marche per la vicenda di spionaggio ai danni della scuderia di Maranello.

Nel 1986 Enzo Ferrari ordinò anche la costruzione di un'autovettura per la partecipazione al campionato di Formula Indy e alla 500 miglia di Indianapolis, in risposta alla FOM, che non accettava alcune richieste di Ferrari per il nuovo Patto della Concordia. Di fronte alla minaccia di vedere la scuderia abbandonare la Formula 1, palesatasi quando apparirono le prime foto della monoposto realizzata per le gare americane, Bernie Ecclestone accettò le richieste di Ferrari, così la vettura non venne mai utilizzata in gara.

Il "Cavallino Rampante"[modifica | modifica sorgente] Il marchio Ferrari, famoso in tutto il mondo, è il Cavallino Rampante nero in campo giallo, con in basso le lettere S F per Scuderia Ferrari, con tre strisce, una verde, una bianca e una rossa, colori nazionali italiani, in alto. Questo è il logo che viene applicato su tutte le auto da competizione direttamente supportate dalla scuderia.


Francesco Baracca Il Cavallino Rampante, simbolo di coraggio e temerarietà, era originariamente l'emblema personale del Maggiore Francesco Baracca, che l'asso della prima guerra mondiale faceva dipingere sulle fiancate dei suoi velivoli. Sul colore esatto del cavallino di Baracca esiste un piccolo mistero. Sembra infatti accertato che il colore originario del cavallino fosse il rosso, tratto per inversione dallo stemma del 2º Reggimento "Piemonte Reale Cavalleria" di cui l'asso romagnolo faceva parte, e che il più famoso colore nero fu invece adottato in segno di lutto dai suoi compagni di squadriglia solo dopo la morte di Baracca[6].

Il 17 giugno 1923 Enzo Ferrari vinse la prima edizione del Gran premio del Circuito del Savio[7] (Savio è una frazione di Ravenna), e in quell'occasione incontrò la contessa Paolina, madre dell'aviatore lughese. La contessa propose a Ferrari di utilizzare il Cavallino Rampante sulle sue macchine, sostenendo che avrebbe portato fortuna. La prima corsa nella quale l'Alfa permise di utilizzare a Ferrari il cavallino sulle macchine della Scuderia fu la 24 ore di Spa del 1932. L'Alfa, con il simbolo del cavallino rampante, vinse in quell'occasione.

Nel 1945 Ferrari fece ridisegnare un nuovo cavallino rampante da Eligio Gerosa, (1889-1978) giovane incisore milanese ancora oggi ricordato come uno tra i più apprezzati incisori del secolo scorso. Nel progetto ampiamente modificato rispetto al disegno originario (soprattutto nella coda, che nel cavallino di Baracca puntava verso il basso), viene aggiunto lo sfondo giallo canarino, uno dei colori di Modena. Fu sempre Eligio Gerosa che nel 1947 disegnò il logo ufficiale della scuderia con un cavallino più snello e riproporzionato nelle dimensioni che con lo zoccolo sovrasta la barretta allungata della F. Il Cavallino Rampante non è stato utilizzato unicamente dal marchio Ferrari: l'ingegnere Fabio Taglioni, concittadino di Baracca, lo applicò sulle motociclette Ducati tra la fine degli anni cinquanta e l'inizio degli anni sessanta. Il Cavallino Rampante è un marchio registrato della Ferrari.

Nel 2014, per la seconda volta consecutiva, il marchio del cavallino (dicitura Ferrari più logo del cavallino rampante su sfondo giallo quadrato con bande tricolori) viene riconosciuto come brand più influente al mondo in assoluto (superando ancora una volta Coca Cola) secondo l’annuale classifica di Brand-finance. Il riconoscimento viene supportato da tale motivazione: <il Cavallino rampante su sfondo giallo è immediatamente riconoscibile in tutto il mondo anche dove non ci sono ancora le strade. Nel suo paese natale e tra i suoi molti ammiratori in tutto il mondo la Ferrari ispira molto più della lealtà al brand, più di un culto e una devozione quasi religiosa>>[2]. Il marchio Ferrari è anche il 35° di maggior valore al mondo (valutato quattro miliardi di dollari).

Rosso Corsa[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Rosso Corsa. Fin dagli anni venti, le automobili da corsa italiane erano verniciate di rosso. Questo era il colore consueto per le vetture italiane che gareggiavano in campionati automobilistici, in base ad un provvedimento, preso durante le due guerre mondiali, dall'associazione che in seguito verrà chiamata FIA; nello schema della federazione, tra le altre, le auto francesi erano blu, le tedesche bianche, e le inglesi verdi.

La tonalità del rosso è gradualmente passata dal rosso scuro (famoso come rosso Alfa) ad una tinta notevolmente più accesa, nota come rosso corsa. Tale colorazione è rimasta immutata per le Ferrari di serie, mentre per quelle di Formula 1, dopo l'acquisizione da parte del Gruppo Fiat, ci sono state variazioni di tonalità, di anno in anno più chiare o più scure, assecondando gli interessi degli sponsor.

Vetture[modifica | modifica sorgente] Le autovetture Ferrari, notevoli per lo stile raffinato, opera di illustri progettisti e designer di primo piano del novecento e duemila, hanno stretto negli anni una forte collaborazione stilistica con la Pininfarina. Sono da molto tempo oggetto del desiderio per ricchi di tutto il mondo (tanto che l'azienda ha deciso di limitare la produzione per mantenere l'esclusività[8]), particolarmente negli Stati Uniti dove il marchio ha riscosso molto successo, ma anche nei nuovi mercati dell'Est e dell'Oriente. Altri designer e case che hanno lavorato per Ferrari durante gli anni comprendono Scaglietti, Bertone e Vignale. I motori impiegati nelle autovetture Ferrari sono prevalentemente dei V8 e V12.

Nel luglio 2009 è stata presentata in anteprima la Ferrari 458 Italia, entrata in produzione nel 2010. In seguito sono state presentate la 599 GTO e la SA Aperta, costruita in 80 esemplari per celebrare gli 80 anni di Pininfarina.