Fenice: differenze tra le versioni

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== Storia ==
== Storia ==
Cenni di questa creatura leggendaria si trovano nella Bibbia, ove funge da "diavolina" per permettere agli ebrei in fuga di accendersi il fuoco ogni qual volta ne avessero avuto bisogno.<br />Venne Erodoto e provò per primo a spogliare quella creatura, cercando di carpirne i segreti. Ovviamente si beccò uno sganassone e una minaccia di denuncia per molestie, ma riuscì a fare un quadro schematico dell'esemplare:
{{quote2|La fenice è un uccello col becco a forma di zoccolo di gnu e dalle tantissime piume d'oro, d'argento e di mirra. Mangia ogni 500 anni e poi muore, perché s'ingozza a tal punto che le scoppia lo stomaco.}}
Giunse Ovidio e arricchì la descrizione di particolari:
{{quote2|La fenice è dotata di ali epicicloidale, è perciò in grado di passare dalla prima alla quarta e di raggiungere i 90 km/h in 5,8 secondi. Costruisce un nido sui tetti dei nidi, protetto da nidi di mitragliatrici, e nutrendosi solo di nidi di rondine. Quando muore lo fa esalando non l'ultimo respiro, ma l'ultimo dei Mohicani. Grazie a tutta le schifezze piene di conservanti che assume si mantiene fresca fino al 21 giugno, che è San Lazzaro. Quel giorno particolare, se hai conoscenze altolocate, resuscitare è possibile.}}
Capitò Tacito "Il Tamarro" e il racconto si infarcì di bestialità:
{{quote2|Cioè, figa... la fenice c'ha tutta quella livrea che risplende ogni volta che la si vede sbattersi col proprio papi, lei solleva il suo cadavere fino al sole, lo puccia nella superfice di fuoco e se lo mangia come un pan di stelle. Poi l'uccellino diventa un uccellone e assume l'aspetto di Salvatore, che non so chi sia ma mi gioco un orecchio che è pugliese, che là si chiamano tutti Salvatore e Antonio. E dirà ''Non sono venuta qui per eliminare la legge, ma per ridicolizzarla: scemo chi legge''}}
Infine arrivò Dante Alighieri e rovinò tutto:
{{quote2|La fenice vien di notte con le scarpe tutte rotte...}}


== Il mito ==
== Il mito ==

Versione delle 00:45, 6 lug 2015

Template:Inc Template:Creature leggendarie

L'Araba fenice è da sempre sostenitrtice di Arcigay.
« Ma insomma, parlo arabo?! »
(Araba fenice quando i figli le disubbidiscono)
« Post festa rigurgito... BEURK! »
(Motto della Araba fenice)

La fenice, detta anche Araba fenice, Amatullah, ma non fenice Araba perché i pezzi non sono interscambiabili, è, contrariamente a quello che si possa credere, quell'uccellaccio del malaugurio che plana circolarmente sulle carogne di grossi animali per cibarsene. Anche gli avvoltoi lo fanno, ma loro girano in senso opposto, come lo sciacquone del cesso di due emisferi differenti. Questa analogia fa supporre un'origine comune, come le pulci e i cani, i gatti e l'erba gatta e il pistacchio e la stracciatella. Nasce quindi spontanea la domanda: è nata prima l'Araba fenice, l'avvoltoio o lo sciaquone?
Difficile stabilirlo, di certo vi è che la femmina che ha partorito lo sciaquone doveva avere un'apertura vaginale gigantesca.

Storia

Cenni di questa creatura leggendaria si trovano nella Bibbia, ove funge da "diavolina" per permettere agli ebrei in fuga di accendersi il fuoco ogni qual volta ne avessero avuto bisogno.
Venne Erodoto e provò per primo a spogliare quella creatura, cercando di carpirne i segreti. Ovviamente si beccò uno sganassone e una minaccia di denuncia per molestie, ma riuscì a fare un quadro schematico dell'esemplare: Template:Quote2 Giunse Ovidio e arricchì la descrizione di particolari: Template:Quote2 Capitò Tacito "Il Tamarro" e il racconto si infarcì di bestialità: Template:Quote2 Infine arrivò Dante Alighieri e rovinò tutto: Template:Quote2

Il mito

Leggenda vuole che questo uccello dalle carni rosate sia in grado di risorgere da morte. Probabilmente l'ispiratrice del mito non era altro che una sterna o una comune anatra selvatica, vissuta millenni fa. Qualche rozzo pescatore dell'epoca, ignorante come la merda e incapace di guardare più in là del proprio naso, dopo averla vista sparire sott'acqua in cerca di cibo e vederla riemergere dopo parecchi minuti, ha cominciato a elaborare fantasie mentali degne di Verne, concludendo che quell'uccello sapeva rinascere da morte. Potevano esserci millanta ipotesi più plausibili:

  • La sterna era riemersa dietro rocce o detriti galleggianti, per inabissarsi nuovamente e poi riemergere pressappoco nel punto precedente;
  • La sterna era dotata di un banalissimo snorkil, di quelli da 4 soldi che si trovano anche nelle edicole in prossimità delle spiagge;
  • La sterna era riemersa subito, ma un micro-buco nero s'era interposto tra lei e il pescatore, assorbendo la sua luce e celandola alla sua vista;
  • La sterna si era immersa in acqua, ma poi era riemersa dall'uscita posteriore;
  • La sterna si era immersa in acqua e, risalendo troppo velocemente, le è partito un embolo, con conseguente ictus e morte apparente per una quindicina di minuti.

Tutte queste ipotesi erano perfettamente accettabili da qualsiasi logica. Ma lui no, non ne volle sapere. Il pescatore s'intestardi che la sterna era nata e risorta, basta. E così nacque la leggenda.

Effettivamente rinascere dalle proprie ceneri si può.

Altre fregnacce

Alcune fenici, per far le esibizioniste, solgono risorgere in grande stile con una gran fiammata, tornando però così alla situazione di partenza e ritrovandosi a dover risorgere nuovamente. Si crea perciò un circolo vizioso.