Dino Buzzati: differenze tra le versioni

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== Tematiche e stile ==
[[Immagine:Luca_giurato_al_mare.jpg‎|300px270px|thumb|Anche al mare Buzzati non disdegnava di perdersi in dotte riflessioni interiori.<br />O forse era solo incazzato perchè avrebbbeavrebbe preferito andare in montagna.]]
A torto ritenuto dalla critica letteraria come uno “scrittore di un solo libro” (quando invece [[A tutti importa|tutti sanno]] che lo scrittore bellunese era '''analfabeta'''), Buzzati ha forse raggiunto il suo culmine narrativo con la sua vasta produzione di racconti brevi e di inserzioni compro/vendo nei giornali.<br />È innegabile tuttavia che egli nella sua intera [[Cazzata|attività narrativa]] sia rimasto fedele ad un ristretto gruppo di temi, anche perchè avrebbe fatto fatica a ricordare più di 20 o 30 vocaboli. Con uno stile fiabesco ed elegante Buzzati affrontò sentimenti e temi come l'angoscia, la magia, il mistero, la secchezza vaginale, l'[[Supercazzola|Antani]], la difficoltà nell'annodarsi la cravatta, la mancanza di parcheggi a Milano, la [[morte]], lo scorrere del tempo e, ultimo <s>ma non</s> per importanza, il turismo del [[Molise]].<br />Il grande protagonista dell'opera buzzatiana rimane comunque il [[Dottor Destino|destino]], onnipotente e talora beffardo come un giornalista di [[Studio Aperto]]: l'autore aveva cioè un atteggiamento di “'''serena coglionaggine'''” nei confronti del destino, accettando con remissione tutti i pestaggi di merda di cane per la strada (tanti), le cazziatone dei capi (tanti), i [[due di picche]] delle donne (poche: ma le donne, non i due di picche) che gli capitarono nella vita perchè riteneva inutile ribellarsi a un copione già scritto.<br />La letteratura di Buzzati ha talvolta presentato elementi comuni al filone horror <ref>Nel senso che fa paura da quanto è scritta con i piedi</ref> e al teatro dell'assurdo <ref>In effetti è assurdo che le opere di Buzzati siano state pubblicate</ref>, e questo ha portato la critica ad accostare il nome dello scrittore bellunese ad autori come [[Edgar Allan Poe]], [[Agatha Christie]] e Franz Kafka. tutti e tre morti e sepolti e, si può starne certi, rivoltatisi nella tomba dopo aver saputo del [[Bestemmia|lusinghiero paragone]].
 
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