Campania: differenze tra le versioni

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[[File:Capo indiano con uomo bianco.JPG|right|thumb|240px|[[Garibaldi]] cerca di convincere il capo tribù di Benevento ad unirsi al [[Regno d'Italia]].]]
Sotto la dominazione romana comincia un periodo lungo e prospero per la felice Campania. Sì, certo, a parte [[Pirro]], [[Annibale]], un paio di eruzioni del [[Vesuvio]] che distruggono [[Pompei]] ed [[Ercolano]] facendo un migliaio di morti e poco altro. Ma la popolazione locale anche in queste occasioni reagisce sempre con serafica [[Atarassia|imperturbabilità]]. Tuttavia, come si sa, le cose belle prima o poi giungono al termine. Con la morte di [[Romolo Augustolo]] a Napoli, avvenuta per un'[[indigestione]] di frutti di mare, si fa coincidere la fine della dominazione romana e l'inizio di quel casino conosciuto come [[Medioevo]]. I primi ad insidiare le grazie della Campania furono i [[longobardi]], i quali presero a costruire castelli e strane torri ovunque. Contemporaneamente il [[Papa]] ed i [[Bizantino|bizantini]], invidiosi delle strane torri dei longobardi, costruirono altre torri ed altri castelli ancora più grandi. Dopo alterne vicende la Campania venne inglobata nel [[Regno di Sicilia]] all'insaputa del Papa, dei longobardi e dei bizantini chiusi nelle loro torri e nei loro castelli. In questa fase la Campania prosperò come un regno cosmopolita ed abusivo, ma a turbare gli equilibri di potere arrivarono gli [[spagnoli]] rappresentati da [[Alfonso V d'Aragona]] e fu a quel punto che a gran parte della popolazione locale girarono i coglioni sia per i cazzo di castelli ovunque che per l'avvicendarsi continuo di teste coronate, cosa che provocò rivolte ed insurrezioni. Ma tutto questo terminò con l'arrivo dei [[Borbone]], una famiglia di cabarettisti spacciatasi per nobile che affascinò il popolo napoletano e campano.
 
=== Il ruolo della Campania nell'Italia unita ===
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