Palermo

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Paliemmu

(Stemma)

"Minchia sbulugghiata 'un canusci padruni (=cane senza guinzaglio non ha padrone)"

(Motto)

Posizione geografica Incensurata
Anno di fondazione 32 settembre 1956
Abitanti Varie centinaia di migliaia di bravi picciotti
Etnia principale Brava gente, qualche albanese dall'omonima piana, sfincionari,stigghiolari, paninari ricottari,melonari e qualsiasi altra cosa che finisca con -ari, parcheggiatori, venditori di pane e panelle, truzzi nell'idioma locale altrimenti detti gairgi e tasci a seconda del grado di "tasciumarìa", immagrati neri detti turchi
Lingua Paliemmitano
Sistema di governo Gestito dal saggio e potente Orlando.
Moneta €uro (pochi), pizzo e favori
Attività principale Suonare il marranzano, organizzare feste, manciari, biri e futtiri
Patrono A Santuzza
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Palermo
« Il pobblema di Paliemmo? Il tchraaffffico »
« Uora 'u sfuirnavu, uora... 'U sfinciunieddu cavuru! »
(Telecronaca diretta, secondo gli sfincionari a Paliemmo.)
« A tri anni chi pi Santa Rusulia mi misi a vinniri i vasteddi ca meusa a via banniera »
(Tipico ristoratore palermitano)
« Accattatev'u sali! U sali ca ci vuali! U sali ca nun è mai picca! »
(Venditore (probabilmente abusivo) di sale)

Palermo (in italiano Paliemmu) è la capitale del Regno delle Due Sicilie. È la città con più servizi e comodità del regno, e vanta la maggiore quantità di verde pubblico "eliminato" e non più esistente per cittadino. Ci asteniamo dal fornire eccessive informazioni perché nenti hamu vistu e nenti ama dittu, e s'iddu c'hamu dittu fussi comu chiddu c'hamu vistu, è comu si 'un l'avissamu dittu[1], ma dato che siamo una enciclopedia libera da qualsivoglia contenuto, una pagina dedicata a Palermo deve pur esserci.

Storia

Gruppo di paliemmitani sconvolti dall'aver appreso le origini della città. Se vi chiedete perché abbiano tutti in mano un'arma fareste meglio a non chiedervelo...

In antico esisteva una colonia di Fenici che - vuoi per la comodità del posto, vuoi per l'amenità dei luoghi, vuoi per le ottime cassate che ivi venivano preparate - si stanziarono in questi paraggi, tra i due fiumi che la circondavano, Papireto e Canneto, e il Monte Pellegrino, detto così perché non stava mai fermo.
I Fenici fondarono un paesino la cui economia era basata essenzialmente sul traffico illegale di perline di vetro da collane, ma tale attività fallì a causa dell'invenzione delle perline da braccialetto in plastica e il villaggio cadde presto in rovina. Fu così che cadde facilmente sotto gli attacchi dei romani (ai greci non interessava affatto conquistare tale paesino di secondo piano) che gli diedero il nome di Panormus, derivandolo dal greco[2]. A questo punto è doverosa una storia etimologica della città, pertanto apriamo una breve parentesi: (.
Bene, sperando che la parentesi appena aperta sia stata di un qualche aiuto riteniamo opportuno richiuderla, anche perché poi rischia di fare corrente: ).

Sotto i Romani la città crebbe di importanza anche grazie alla realizzazione di una fabbrica di pollici opponibili a pochi stadi dal centro. La fabbrica garantì il lavoro a quasi tutti gli abitanti del luogo in quanto a quel tempo i pollici opponibili erano piuttosto richiesti.
Il problema di questa fabbrica però erano i suoi scarichi, che puntualmente venivano riversati abusivamente a mare, rendendo le coste non balneabili. Questo degrado della costa attirò molti vandali che con i loro stereo da spiaggia sparati a palla e con le loro bighe tamarre conquistarono facilmente le aree marittime impedendo così ai bagnanti di rinfrescarsi nelle afose giornate estive.

I vandali, dopo aver imbrattato di scritte la metropolitana, distrutto le panchine dei giardinetti e orinato nella fontana del Genio, se ne andarono a cercare qualche altra città da vandalizzare. Fu in queste condizioni che Panormus fu trovata dai Mussulmani. Essi erano indecisi su cosa farsene di una cittadina imbrattata la cui unica fonte di sostegno era la fabbrica di pollici opponibili, tuttavia, attratti dall'improvviso odore nell'aria della Pasta cche' saidde cucinata da una signora del posto si fermarono dalla signora per pranzo. Evidentemente la signora cucinava bene, in quanto non se ne andarono più via per un bel pezzo.

Epoche meno passate

Nel Medioevo Paliemmo si dota di splendidi edifici realizzati in cartongesso, come questo, il Palazzo dei Normanni, eretto in prossimità di una statua in cartavelina raffigurante un'aquila, simbolo del potere

Ecco allora il periodo di grande fioritura dell'economia paliemmitana, con l'intensificazione dei ristoranti per Mussulmani - dove ovviamente non si mangiava carne di maiale, ma in compenso si era serviti da splendide odalische che portavano le pietanze curveggiando sensualmente - e l'apporto di nuovi elementi per nuove prelibatezze, amate soprattutto dai masochisti: Mazz' e Panelle (pane con schiaffi), Pane cca' Meusa (pane con sprangate)[3], Paista cca' Muddica (pasta asciutta: la mollica è quella rimasta dai due piatti precedenti).

Ma i mussulmani, si sa, non sono molto amati dagli europei sin dal medioevo. Anzitutto perché nel medioevo in Europa si viveva in povertà e in guerra, mentre nei paesi Islamici si viveva nella ricchezza e in pace; poi perché in Europa l'ignoranza era dilagante, mentre nei paesi Islamici si leggevano Seneca e Catullo e si facevano importanti scoperte scientifiche[4]. Questi sentimenti ostili spinsero i Normanni a conquistare i paesi Islamici in Europa, tra cui la Sicilia dov'è appunto ubicata Paliemmo, vuoi per un fiero sentimento cristiano, vuoi perché volevano vedere Afef nuda. Tuttavia i Normanni videro quanto fossero avanzati i Mussulmani in Sicilia, così anziché ucciderli decisero di convertirsi ai loro costumi, ma mai alla loro religione per paura della circoncisione. Mica scemi.
Sotto i Normanni la città si allargò al punto da diventare la città più grande abitata dal popolo Normanno, ma visto che essi in Normandia vivevano in agglomerati urbani composti da un massimo di cinque-sei palafitte la cosa non ci sorprende più di tanto. Ne fecero capitale del Regno delle due Sicilie e la riempirono di fontane, perché a furia di mangiare salato avevano sempre sete.

Ovviamente la storia ci insegna che tutte le cose belle finiscono, così Palermo viene persa ai dadi dall'ultimo Normanno che la cede agli Angioini, famiglia franco-napoletana dedita al gioco d'azzardo e famosa per usare dadi truccati. In quel tempo la capitale di Sicilia fu spostata a Napoli, come anche il capitale di Sicilia, e per farlo bisognò smontare ogni edificio e ri-assemblarlo, seguendo attentamente il foglietto illustrativo.

Epoche ancora meno passate

Il periodo più buio di Paliemmo si chiama Rinascimento. Strano, vero? In questo periodo viene fondata ufficialmente la Mafia, viene sperimentata la Corruzione e si trova sempre meno parcheggio in centro.
Questo ha causato un aumento della microcriminalità e del disagio sociale, come ricordato dall'aumento delle chiese erette in quei secoli. È infatti risaputo che le chiese vengono erette con i finanziamenti dei boss di quartiere per lavarsi la coscienza e che fungono anche da centri sociali con le loro parrocchie.

Dal 1861 fa parte dell'Italia e da allora le cose non sono cambiate più di tanto.

Cittadini illustri

In pratica si chiamano tutti Totò a Paliemmo.

Clima

La cappa di fumi industriali della fabbrica di pollici opponibili che ricopre la città, vista dalla campagna

A causa dell'inquinamento dell'aria dovuta agli scarichi della fabbrica di pollici opponibili dismessa a Paliemmo si è creata una sorta di "cappa" che per la forma particolare della zona tutt'intorno (la Conca d'oro) è rimasta ad aleggiare su Paliemmo per secoli, così che la città sia come chiusa in una sorta di "bolla climatica". In una parola? Non c'è stagione in cui non si muoia dal caldo a Paliemmo.
Ogni tanto però, anche a causa di strane coincidenze astrali, capita che ci sia neve sul Monte pellegrino, quanto basta ai paliemmitani a credersi sulle Dolomiti e, armati di scì, salgono sul monte per lo sport invernale più amato di tutti i tempi: il rompi-l'osso-del-collo. Uno dei massimi campioni mondiali è proprio paliemmitano e ovviamente fa di nome Totò.

Mare

Per una località che si chiama "tutto porto" vi aspettavate non ce ne fosse? Invece non solo c'è, ma è pure usato. In ogni modo possibile: dallo spaccio di acqua marina nel mercato clandestino a fognatura a cielo aperto, da scarico industriale a zona di lottizzazione per le nuove residenze. Pensavate che ci andassero a nuotare o pescassero? Che credete?

Economia

Il simbolo della città

L'economia paliemmitana si basa fondamentalmente - e sin dai tempi dell'occupazione islamica, pertanto si tratta di un mercato resistente - sul cibo da strada. I soldi girano tra panellari, sfincionari, marocchini, pollancari, ed altri venditori di tipo mangereccio con il proprio urlo tipicamente siculo: "%&*ç°@#§££!!". Tale urlo probabilmente non significa nulla, ma a noi piace pensare si tratti di un'antica e mistica poesia araba che decanti la bellezza e esalti la vita.
Altra fonte economica è la vendita dei calciatori della sua squadra, oggi fortunatamente risalita in Serie A dopo una ricaduta in serie B, forse per mancanza di capacità tecniche o per il duro sforzo e l'allenamento costante. In questo senso Zamparini insegna a tutti la nobile arte del "prendogiocatoreazeroeuroelorivendoacento".

Come raggiungerla

L'Autostrada nel suo primo progetto di Leonardo da Vinci. La si vede stampata al contrario, forse per questo non fu mai completata

Palermo è una città molto timida e introversa e non dà facilmente confidenza agli estranei, per questo non è molto facile giungere in città.

Il modo più sicuro per arrivare a Palermo è via mare. A nuoto, però: in città non sono ammesse imbarcazioni, pena una sanzione pari a 2024000 , in aumento ogni anno. Inoltre sono difficili da parcheggiare in centro, pertanto è bene andarci a nuoto, fidatevi.

Esiste anche la possibilità di arrivarvici via aerea, mediante il servizio aeroportuale di Punta Raisi. Il problema però è che non tutti gli aerei frenano in tempo e c'è la grossissima possibilità che vi schiantate a 365 km/h sulla fiancata del monte. Dunque a vostro rischio e pericolo. Per gli amanti del pericolo è un'indimenticabile esperienza esaltante ed eccitante. Per le persone normali un incubo. Molte compagnie aeree preferiscono evitare tale aereoporto per non far sporcare i propri sedili da parte dei passeggeri terrorizzati. La sola Alitalia permette i flussi verso il capoluogo siciliano, in quanto è già nella cacca fino al collo.

Infine è possibile arrivare in città via terra, mediante l'Autostrada, su una pista ad una corsia, doppio senso di marcia, interrotta in più punti e in altrettante parti priva di asfalto. Il non plus ultra per chi ama il free climbing in automobile. Se non apprezzate questa attività sportiva ricca di emozionanti sorprese e incredibili esiti[5],

Tipico mezzo pubblico

ci dispiace per voi, ma l'unica alternativa sarebbe: scendere fino a Catania, deviare per Agrigento, andare a Malta, all'uscita Isole Cayman deviare a destra, alla rotonda proseguire per le Isole Fiji, appena appare l'Australia prendere la direzione Tokio e chiedere informazioni a un giapponese per strada, che vi siete persi. Trovavate più comoda la A20, ma non la potete prendere perché verte in pessime condizioni? Non accusate subito colui che l'ha voluta inaugurare al più presto per vantarsela con gli amici[6], né con la mafia che non esiste, prendetevela con Paliemmo: è lei che non vuole essere raggiunta. Questa meraviglia dei trasporti stradali[citazione necessaria], 120 kilometri di emozionanti e tortuose giungle simil-congolesi, è stata affittata più volte a Steven Spielberg come ambientazione per diversi suoi film: da Jurassic Park a Schindlerl's list, da Salvate il soldato Ryan ad Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo.


Curiosità

Note

  1. ^ A questo punto dovremmo tradurre la frase appena scritta, ma niente abbiamo visto e niente abbiamo detto, e se quello che abbiamo detto dovesse essere come quello che abbiamo visto, è come se non l'avessimo detto, pertanto non tradurremo nulla.
  2. ^ In origine il nome del villaggio fu Zisz - che, al contrario di quanto si creda, stranamente in fenicio significa fiore - in quanto si trovava sul seno del Mar Tirreno. I Greci, per invidia del seno, la chiamavano col termine dispregiativo Pan-ormos, che significa letteralmente "tutto porto", ma per loro significava "Gné gné! Avete soltanto quello!!"
  3. ^ Questo è un sottile gioco di parole: Pane cca Meusa significa letteralmente Pane con la Milza, organo preposto alla lavorazione del ferro
  4. ^ Sapevate che i numeri che utilizziamo (1,2,3,4,5...) sono derivati da quelli arabi? E che il termine Chimica viene dall'arabo Al Qimia? E che il primo microprocessore è attribuito ad Abdul Ibn Fr'qwam che visse nell'XI secolo in Siria?
  5. ^ Tradotto: non sapete se arrivate vivi o meno.
  6. ^ Lo ha fatto persino scendendo dall'elicottero, evitando la Salerno-Reggio Calabria e la stessa A20: mica scemo!

Voci correlate