Winston Wolf

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« Buongiorno, cari lettori. Sono il signor Wolf, risolvo problemi. Vorrei presentarmi a voi raccontando qualcosa di me, perciò mettetevi comodi, prendete una bevanda calda da sorseggiare e cominciamo.
Per correttezza, ci tengo a precisare subito una questione: non sono qui per chiedervi per favore, la pagina è lunghetta ma non scoraggiatevi alla prima riga, sono qui per dirvi come leggere il mio articolo: con quel tono equilibrato e deciso di quel mangiaspaghetti che mi ha dato la voce, intesi? Vedrete che arriverete alla fine senza annoiarvi.
E ora, vi prego, per piacere, leggete questa cazzo di pagina! »

Breve introduzione

Non voglio seccarvi con inutili aneddoti, imparerete a conoscermi mentre descrivo alcune imprese per il quale oggi sono conosciuto, diventando un'icona del cinema e mentore di ogni generazione dell'avvenire. La mia vita privata, invece, non vi riguarda né vi deve interessare, intesi? Non fate domande imbarazzanti e ricordatevi che Mostro Joe non mi ha mai rifiutato un favore. È comunque doveroso mettere in chiaro alcuni aspetti di me che vi saranno utili per comprendere il resto della storia. Sono stato concepito come un misterioso personaggio che compare solo dieci minuti all'interno della pellicola. Questo non deve farvi pensare che sono un carattere secondario, marginale, di contorno o altre stronzate. Io sono un leader, esigo e ricevo rispetto da chiunque e per chiunque offro i miei servigi. E no, non sono un misero scagnozzo di Marsellus. Marsellus è un vecchio amico e sono sempre lieto di dargli una mano ogni volta che posso, a titolo di amicizia, diciamo. Se poi lui vuole sdebitarsi in maniera più che concreta non sarò certo io a offenderlo rifiutando i suoi regali, vi pare? Non male l'Acura qui fuori, vero? Per non parlare dello smoking che ora mi state ammirando invidiosamente, figuratevi che l'animale con il quale è stato ricavato è tuttora estinto.

La nascita: due babbei, un cadavere e un caffè da leccarsi i baffi

Proprio così, un caffè da leccarsi i baffi: quel Jimmy sapeva davvero dove trovare le miscele di quelle buone. In quel film interpretava un giovanotto nervoso con le palle girate. E aveva anche maledettamente ragione: quei due sicari della domenica erano entrati con non so quale scusa nel sua garage con un'auto, e fin qui niente di strano. Solo che l'interno di quell'auto sembrava il grembiule da macellaio di mio padre dopo che aveva sgozzato il tacchino per il Ringraziamento. Chi o cosa fosse quel coso nel sedile posteriore non gliel'ho neanche chiesto. Non so cosa gli abbia detto Jimmy, ma quella mi sembra una bella e rispettabile villetta, non un cazzo di deposito di negri morti! Con che gente si circonda, quel Marsellus? Dunque, sono arrivato, ho lasciato l'auto in mezzo alla strada e inquadrato la situazione. Rincaro il concetto: garbato ma con polso, ho messo sull'attenti i due babbei e li ho fatti sgobbare di buona lena, poche chiacchiere e via di olio di gomito. Fatto, un lavoro pulito e nei tempi giusti. E Jimmy si è preso una bella soddisfazione quando c'è stato da lavarli e rivestirli come... come due cazzoni. Sono contento per lui e sua moglie.
A proposito, se beccate in giro quel damerino strafottente ditegli che la prossima volta che si rivolge a me con quel tono non lo lascio nella merda, gliela faccio mangiare.

Altre mie imprese meno note, ma che vorrei proporvi ugualmente

Quei bravi ragazzi

« Beh, ammettiamo pure che la vicenda è stata riportata dai giornali in modo un tantinello - come dire? - pittoresco... »
« Un mio piccolo capolavoro, al quale aggiungo, qui a fianco, una simpatica vignetta: non so se ricordate, probabilmente siete troppo giovani, di quei tre audaci navigatori dello spazio che volevano mettere un altro passo sulla Luna. Ecco, stavo seguendo le operazioni comodamente seduto nel salotto di casa mia, in pantofole e ZAC! Telefonata dal quartier generale della NASA e in breve mi spiegano che la missione è stata annullata perché uno degli astronauti, non so quale, aveva pasticciato coi comandi ed erano rimasti a corto d'aria. Benedetti ragazzi! E allora è cominciato quel lungo discorsone con quel tecnico isterico: quindi la missione non si può portare più a termine? Mm, certo, peccato... Atterrare e ripartire immediatamente? Mm, certo, capisco... Invertire la rotta? Mm, certo, i danni a catena blablabla e quindi non si può... Maaaa... prodotti per pulire la casa e trapunte pesanti quei tre giovanotti ce le hanno? Mm, certo, immaginavo... no no, un'idea che avevo in mente, ma a questo punto... Figliuoli, che quello che vi sto confidando non esca da questo articolo: lo ammetto, non sapevo davvero che pesci pigliare. Ma mentre ero lì irrequieto a invocare il miracolo, ecco che guardo nel cortile e osservo casualmente la mia nipotina Fanny - oggi madre e splendida donna, scusate se lo dico con un certo orgoglio - giocare alle corse coi suoi amichetti. Un semplice "chi arriva prima" avanti e indietro tra i due pali per stendere la biancheria. E lei vinceva sempre. Cosa c'entra tutto questo? C'entra, perché Fanny, quel cervello fino, mentre gli amici rallentavano o la prendevano larga al momento del giro di boa, s'aggrappava al palo con la manina, lo usava come perno e ripartiva più veloce di tutti. Ho ripensato al razzo che si dirigeva verso la Luna, ci ho aggiunto un pizzico di fantasia e ottimismo e... siete ancora in linea? Credo d'avere la soluzione al problema. Dite a quei ragazzi di fare così, così, così e così. Sì, tutto qui, chiaro? Sì? Bene, buona giorn... Prego, prego. Massììì, tranquilli, poi mi fate sapere. Sì, è stato un piacere anche per me, ciao, ciao, sì, ciao. »

Three Mile Island, un posto incantevole

« Lì c'era davvero da farsi quattro grasse risate, se non fosse che c'era da pigliare a calci in culo quattro babbei. Mi hanno chiamato per un incidente in una centrale nucleare. D'accordo, mi presento e un ingegnere grasso come un cinghiale mi espone la situazione: capisco subito che prima di avvisarmi hanno provato a risolvere il problema confidando sulla loro preparazione, affondando solo di più il piede nella merda. Ancora un'ora e quel cancro avrebbe fritto mezza contea in un colossale fuoco d'artificio. "C'è una perdita di refrigerante, ma non abbiamo di che sostituirlo! Se va in ebollizione siamo fottuti!" E mi rompete le palle per queste stronzate, gli dico?! Andate in cucina, prendete tutto il sale che trovate e gettatelo nelle vasche per aumentare il punto di ebollizione! Mai cotta una cazzo di pastasciutta?! Tzè, mi hanno guardato per un istante come fossi quel bimbo olandese che ficcò il ditino nel buco della diga per non farla crollare. Poi, come quando spaventi uno di quei cosi a venti zampe dopo che sollevi la pietra, sono schizzati a destra e a manca eccitati e strepitanti. Puff, tutto sistemato in un battibaleno. E coi media se la sbrigliarono usando paroloni tecnici e difficili e parlando di "una spontanea fissione sovrabbondante". »

A teatro con la gente che fa baccano

« Un attentato terroristico a Mosca, una decina d'anni dopo, forse un po' meno, la vicenda del deposito di negri morti. Quella fu una gran brutta storia. Non sto nemmeno a commentare le mie considerazioni sulle occupazioni di chi, il perché, il per come e chi ci rimette, c'è da uscire di matto. E poi, Dio Cristo, quel negoziatore che mi chiamò a mezzanotte per chiedermi consiglio? Lo sai che vado a letto presto, lo sai che odio il tuo accento comunista, lo sai che odio i teatri... ti stupisci se ti sbatto il telefono in faccia senza nemmeno degnarti di una parola? Poi ero incazzato e nervoso, non sono riuscito a riprendere sonno e questo fu un bene, perché sono tornato sui miei passi e l'ho richiamato, anche se in realtà erano già passati due giorni. Gli ho semplicemente detto che la richiesta dei terroristi era legittima e l'esercito russo doveva schiodarsi velocemente dalla... Crimea? Com'è che si chiama? Insomma, fate meno i prepotenti e ne uscite con la camicia linda e senza versare una goccia di sangue. Ora, io non so quel russo al telefono cos'abbia capito, so solo che la faccenda si è risolta in un'ecatombe da far rizzare i capelli. E pensare che il cretino mi ha pure richiamato per ringraziarmi e dirmi che tutto si era risolto per il meglio. Giuro, fate che il suo culo non venga mai alla portata del mio piede. »

« Questo è quanto, giovanotti. Spero che la permanenza in quest'area virtuale con questo vecchio lupo solitario non sia stata un problema, altrimenti ci ritroveremmo ironicamente nel bel mezzo di un paradosso. E i paradossi, quelli, non so risolverli. Ora ci salutiamo con una stretta di mano e ci leviamo tutti dalle palle: io vado a fare colazione con un'amica, mentre nel vostro futuro vedo... un bel cazzo! No, dai, siete simpatici. State lontano dai guai, pazzerelli, e mi raccomando: d'ora in poi chiamatemi Winston! »