Winner Taco

Da Condiclodepia, l'onciclepadia disclesica.
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« Dai, prendilo! Altrimenti mi si scioglie sulle zampe e devo andare a fare il bagno all'autolavaggio! »
« Dopo la sua scomparsa dai bar, non è più apparso nessun Winner Taco »
(I responsabili del CICAP durante un'intervista.)

Il Winner Taco, buonanima, è stato[1] un gelato Algida, clamorosamente semicircolare e che si ispirava nello stile e nel gusto ai baffi di Bismarck, rivestiti da soffice cialda e intinti in golosa granella di nocciole al cioccolato.[citazione necessaria]

La sua invenzione si deve al ragionier Coletti Giancosimo, della Unilever Italia, che in realtà stava cercando un nuovo gusto per il lancio dei Sofficini Findus in Kirghizistan.

L'apogeo e la scomparsa

Fine anni '90: l'Italia è scampata a Tangentopoli, a Mani pulite e persino a Monica Lewinski, stretta collaboratrice[citazione necessaria] di Bill Clinton. Ma quegli anni difficili non sono ancora finiti. L'Algida decide infatti di mettere in commercio un gelato che pare un incrocio tra un sofficino finito in un barattolo di Nutella e un wafer: il Winner Taco. Il nome nasce dall'estrema fantasia di Arturo Bergamelli, o come si chiamava, che in un giorno qualsiasi all'interno della sua casa di Roma, precisamente in salotto, pensò di mescolare alcune parole delle uniche lingue che conosceva: il francese e il romanaccio. Da un canna finita male nacque infatti il nome Oui ner tacos, letteralmente Sì nei tacos[2], che divenne poi, per la fortuna (o no?) di tutti, "Winner Taco". Ora il problema era cercare qualcuno che facesse da mascotte, da promoter per questa novità nata in un momento di misticismo culinario estremo.

Nessun animale sembrava disposto a ricoprire tale ruolo, nemmeno uno come Reinhold Messner. Per superare l'impasse ci si affidò a un sistema infallibile: la conta e sotto a chi tocca. Toccò a un orso bianco che era apparso in un poster in una puntata di Milagros.
Nacquero subito molteplici diatribe tra gli animalisti che ritenevano l'orso bianco un animale incapace di poter reggere spostamenti continui tra uno studio di registrazione e l'altro. Ma erano gli anni '90: la gente era impegnata a informarsi su Wikipedia sui rischi connessi all'uranio impoverito e sul bombardamento di nazioni che possiedono il 99% del petrolio mondiale. Per di più c'erano i mondiali in Francia, ahò. Quindi non venne creata nessuna pagina su Facebook per difendere i diritti inalienabili dell'orso e nel 1998 il Winner Taco fece la sua clamorosa comparsa in tutti i bar, bettole e circoli anziani d'Italia.

Furono anni di entusiasmanti rivincite sulla Coppa del Nonno e mentre anche a Bressanone imperversava la macarena, l'orso della pubblicità trascinava il Winner Taco verso un successo e una fama paragonabili solo a quelli della grattugia a pannelli solari. Fino a quando accadde l'impensabile: il famoso gelato sparì. Al bar non c'era e non rispondeva nemmeno al cellulare. Le ricerche furono inutili e i bambini restarono con le mille lire della paghetta sperperabili in Big Babol e profilattici gusto fragola.

Dopo il ritiro del Winner Taco la mascotte è stata riciclata come testimonial dell'effetto serra

Ancora oggi non si sa cosa spinse l'Algida a ritirare improvvisamente il gelato, salvando così l’umanità da un'imbarazzante destino di colesterolemia. Oggi il Winner Taco è un ricordo vago di un periodo oscuro delle nostre vite. Un periodo di bagordi al caramello, cioccolato e granella di nocciole, ingredienti dichiarati sulla confezione ma che non furono mai accertati. Sicuramente era presente un potentissimo fidelizzante; un po' come capita per i cibi di cani e gatti. Proprio come per loro, nel giro di pochi mesi, il malcapitato avrebbe mangiato, per il resto della sua vita, solo Winner Taco e l'umanità sarebbe stata sotto il controllo della malvagia Algida.

A volte ritornano

È una tiepida mattina del novembre 2013. Il ragionier Lo Cicero Francopio, reparto risorse umane della Unilever, ha preso il posto del ragionier Scornavacche Luigi Maria, licenziato a seguito dell'affaire Sofficini. Lo Cicero è a casa, in prepensionamento anticipato grazie alla legge Biagi, sebbene abbia 23 anni. Il suo posto di lavoro è a rischio: la Motta ha lanciato la Coppa del Nonno al gusto cappuccino. Per consolarsi lo sventurato sta cercando over40 turkmene su FB, quando si imbatte in una pagina: Rivogliamo il Winner Taco! Il ragioniere è colto da una folgorazione, a causa del cavo consumato del suo pc. Dopo essersi ripreso, corre in azienda; doppia la sorveglianza, elude persino le macchinette delle brioches e non saluta la signorina Pucci Annunziata del call center a cui deve euro 1,50 per l'acquisto di un Maxibon qualcosa che non ci è dato sapere. Piomba nella sala riunioni ed esclama:

« Ho avuto un'idea! »

Racconta ai suoi superiori cosa ha scoperto e avanza la nefasta proposta: iniziare a produrre di nuovo il Winner Taco! Perché Algida ascolta sempre i suoi clienti. Anche quando guadagnano 400 euro a bimestre e dormono ancora nelle lenzuola dei Power Rangers. È un coro unanime di approvazione, complimenti, lancio di raudi e pacche sul culo. Fa eccezione il geometra del reparto amministrazione:

« Ma se l'abbiamo ritirato perché faceva cagare! »

Ma chi è stato? Chi sono i responsabili di questa stronzata quella pagina? Le teorie si rincorrono ma l'idea che

« Ahò, 'sti due ce stanno a cojonà! »

va per la maggiore. L'azienda glissa sul fatto che si stia dando retta a Lo Cicero e ai suoi simili: una generazione che passerà alla storia non per aver vinto il fascismo o per esser stata a Woodstock, ma per aver resuscitato un gelato[citazione necessaria]. E manco uno dei migliori.

L'umanità spera che il prossimo passo non sia la rivalutazione dello ius primae noctis e dell'asino come mezzo di locomozione; intanto ci si interroga sull'opinione dell'orso che, faticosamente rintracciato in un'isola deserta, ha inviato il seguente messaggio:

L'amara verità...

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Note

  1. ^ E per colpa di qualcuno, sarà di nuovo...
  2. ^ Il creatore si suicidò il giorno successivo, dopo aver letto il nome.