William Gibson

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia denuclearizzata.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
il Mito in tutto il suo apollineo splendore


« Il cielo sopra il porto aveva il colore di un televisore sintonizzato su un canale morto »
( William Gibson mentre fissa inebetito il suo acquario vuoto)
« Faceva caldo la notte che bruciammo Chrome »
( William Gibson si scalda una fetta di pane bianco per vincere i morsi della fame chimica)
« ...'sti ragazzi... »
( Isaac Asimov su William Gibson)
« Per lui farei di tutto. Anche cantare per davvero »
( Lady Gaga su William Gibson)
« La mia vita non è più la stessa da quando mi ha piantata »
( Pamela Anderson su William Gibson)
« Come dopo un viaggio con la mescalina che finisce male »
( Franco Battiato su William Gibson )
« Mio cugino grande era fissato con Arma Letale »
( Poser bimbominkia che non ha capito un cazzo)
« I don't like the drugs, but the drugs like me »



William Gibson (Chiba City 2029) è uno dei più rinomati autori di saggistica speculativa sull'imminente, nella fattispecie del sottogenere cyberpunk, branca prodotta e consumata da nerd metallari con il corpo interamente coperto da brufoli e piercings ricavati da schede di cellulari e PC portatili, soprattutto nell'area genitale.


Le Mirabili Gesta

un panino al prosciutto visto attraverso gli occhi di William Gibson
William Gibson impegnato nel suo hobby prediletto: cagare negli angoli

Nato in America dall'unione di un'ombrello ed una macchina da scrivere, scopre prestissimo il favoloso mondo delle droghe, grazie alle quali inizia a vivere in una realtà parallela dove le coscienze umane percorrono autostrade elettroniche nel cuore informatico dell'allucinazione collettiva nota come Matrice (o Matrix, ma ovviamente è solo una coincidenza). Questo gli permette di superare indenne ma allucinato il duro periodo noto come adolescenza e, soprattutto, la devastante deficienza di vitamina F. Negli anni Sessanta viene precettato nell'esercito, ma il suo breve colloquio con l'ufficiale addetto al reclutamento è più che sufficiente a farlo esonerare dal servizio militare. In crisi d'astinenza ed arrapato come una volpe in una pellicceria, scappa allora in Canada, dove i costumi liberali hanno saturato l'aria di THC e le hippie sono talmente zoccole da darla ripetutamente pure ad uno come lui. Dopo alcuni anni passati a ficcare e spinellare, si affaccia anche sulla sua vita il grande problema di sbarcare il lunario: troppo pigro per lavorare, si dà a varie attività alternative come il furto di autoradio, la prostituzione minorile, il mercato nero degli organi ed il racket della pizza a domicilio finché non scopre che, in quegli anni oscuri, è possibile tirare a campare facendo lo studente perennemente fuoricorso e succhiando generosi assegni dalla mammella dello Stato. Sprofondato nei manuali di letteratura, riscopre il suo io nerd e decide di raccontare la propria vita in una serie di racconti autobiografici, ignorando che gran parte dei suoi ricordi non sono altro che allucinazioni narcotiche. Inizialmente rifiutato da riviste letterarie come Penthouse e Famiglia Cristiana, il suo lavoro riscontra un certo successo nel mondo della fantascienza. Trovata la sua strada, si rinchiude in una stanza buia con un Commodore 64, una pila di hentai giapponesi ed un pupazzo del Signor Spock, riemergendo solo anni dopo con un plico di parole scritte a caso, spesso e volentieri sconosciute a qualunque dizionario, che compongono "Neuromante", il suo primo romanzo. Tra i vari neologismi e supercazzole, spicca il termine cyberspazio, di cui Gibson detiene il copyright anche se non importa a nessuno. Uscito negli anni '80, quando gli allucinogeni erano fuorimoda e la cocaina costava un terno al lotto, il malloppo si rivela una perfetta alternativa per i tossici alla ricerca di facili evasioni, se non altro perché le pagine erano ottime per rollarsi le canne. Vincendo con una sola mano i maggiori premi della fantascienza (iil premio Hugo Boss, il premio Nebula ed il Gatto Randagio di Terni), William Gibson diviene il profeta per milioni di giovinastri con gli occhi a palla e i calli sulle mani.

Le Opere

I Racconti

tipico fan di Gibson intento a vivere una vita piena


Come tanti scrittori in erba (e lui di erba se ne è fumata tanta), anche Gibson iniziò a farsi conoscere negli ambienti letterari con una serie di racconti pubblicati su riviste, la maggior parte dei quali vennero poi raccolti nell'antologia "La notte che bruciammo Chrome". Quest'ultimo è anche il titolo di una delle storie incluse nella raccolta, che tratta di un gruppo di teppistelli niubbi che si divertono a crackare siti porno e bruciare automobili invece di andare a scuola o trovarsi un lavoro. Il racconto più importante (secondo qualcuno) è "Johnny Mnemonico", storia di un tizio di nome di Johnny che non riesce a ricordarsi il numero di pin del suo bancomat, vedendosi così negata la possibilità di acquistare i favori della prostituta Molly Millions (chiamata così per via delle sue esose tariffe) almeno finché non incontra un delfino eroinomane e telepatico che gli legge nella memoria. Il racconto fu adattato come opera cinematografica con protagonista Neo e venne anche portato in scena da Pirandello come "Lo Smemorato di Collegno".

I Romanzi

Mona Lisa Cyberpunk


Forte del successo dei suoi racconti, che scalarono le hit-parade di tutti i manicomi da Portland (Oregon) a Portland (Maine), Gibson sfornò il suo primo romanzo. Intitolato "Amante della Neurodeliri" (o "Neuromante" nell'edizione paperback), il malloppo ad alta concentrazione narcotica racconta di un giovane nerd tossicodipendente che si allea con la succitata Molly, un pervertito ed un giamaicano per cercare di truffare la Microsoft senza sapere di ricevere ordini da un vecchio ZX Spectrum abbandonato nella cantina di un liceo italiano. Assieme ai successivi "Conta fino a Zero" (Count Zero) e "La Mona di Lisa è Cyberpunk" (romanzo epistolare di un ginecologo alle prese con una pornobimba fissata coi piercing), "Neuromante" forma la cosiddetta "Trilogia dello Sprawl", ovvero un pugno (ma forse anche uno schiaffo) di storie ambientate in un agglomerato urbano multietnico e caotico (Napoli, insomma). A questa fa seguito un secondo trittico intitolato "Trilogia del Ponte" per via del costante declino nelle vendite che costrinse l'Autore a vivere e lavorare sotto un cavalcavia della Torino-Piacenza, nutrendosi dei muschi e dei licheni che gli crescevano sotto le ascelle. Negli ultimi anni, il nostro eroe ha abbandonato la fantascienza, decidendo di muoversi nei generi dello spionaggio e della fantapolitica in attesa di potersi candidare alle prossime elezioni come Presidente della Terra.

Curiosità

  • È nonno di sè stesso.
  • I suoi romanzi sono scritti in binario.
  • Usa un procione come tostapane.
  • Ha visto cose che vuoi umani non potete immaginare.
  • Esegue periodicamente un backup del suo cervello su floppy disk.