Welcome to the NHK

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In quest'immagine, da sinistra: il 98% di Misaki, Satō, l'espressione alla "chi mi ha nascosto i porno!?" di Satō e il corpo decapitato di Yamazaki.
« Gonzo! »
(Messaggio che la Gonzo rivolge a tutti gli spettatori in ogni episodio dell'anime. Fortuna che la compagnia non si chiama "Coglione".)
« Questo...è un GOMBLODDO!!!1!11 »
(Tatsuhiro Satō su scie chimiche.)
« Ma certo!! È tutto un complotto della NHK, Nippon Hikikomori Kyōkai!! AAAAAAAAA! »
(Satō su una puntura di zanzara.)
« Io sono solo... UN BUGIARDO!! »
(Satō, divorato dai sensi di colpa, dopo aver cliccato su "Accetto i termini e le condizioni".)

Welcome to the NHK è un anime, un manga, un romanzo, una soap opera, un balletto, un genere musicale popolare tra i giovani, uno stile di vita... A pensarci meglio, forse si farebbe prima ad elencare cosa non è. Welcome to the NHK non è uno stereopazzetto. Fine.

Welcome to the trama

Satō intento a riflettere su quanto faccia cagare il suo cappello.

Il roman L'anim Il man L'opera racconta la storia di Tatsuhiro Satō, un ragazzo che da quattro anni non esce praticamente di casa, passando le giornate a rubare l'ossigeno alla gente normale. Una volta andava all'università di Tokyo, ma ha mollato dopo aver deciso di dedicarsi al fancazzismo di livello avanzato e alla visione delle repliche di Buona Domenica.
I genitori di Satō lo mantengono mandandogli un sussidio mensile di 4 yen e una gomma da masticare, perché pensano che stia studiando duramente per poter un giorno diventare qualcuno; in effetti Satō è già qualcuno: un babbione che non fa una mazza tutto il tempo, ma comunque qualcuno.

Welcome to that rompicoglioni of Misaki

Un pomeriggio, mentre Satō è impegnato a cercare di far esplodere la testa al conduttore del telegiornale con la forza del pensiero, bussano alla sua porta. Temendo che siano i testimoni di Geova, il giovane apre indossando un'armatura improvvisata costruita con dei cuscini e brandendo un mestolo; ma alla porta ci sono una vecchia rompizeppole amante dell'uncinetto e una ragazza di nome Misaki, che appena vede Satō intuisce la verità su di lui: è un pirla! Anzi, un hikikomori pirla. Gli hikikomori sono quelli come Satō: ragazzi che vivono isolati dal mondo, stanno in casa tutto il giorno, non studiano, non lavorano, occasionalmente vandalizzano Nonciclopedia e in genere passano le ore grattandosi le palle.

Misaki in una posa affranta; la sua tristezza deriva dal fatto che si sono dimenticati di disegnarle gli occhi.

Misaki propone allora a Satō di aiutarlo a smettere di essere un hikikomori, e gli fa firmare un contratto secondo il quale i due devono incontrarsi ogni sera al parco affinché lei possa insegnare a Satō a sviluppare delle capacità sociali superiori a quelle di una tenia. Intanto l'hikikomori, sentendo degli orribili suoni che fanno accapponare la pelle provenire dall'appartamento accanto al suo, sfonda la porta del vicino a colpi di sopracciglia per salvare la povera bambina che stanno apparentemente torturando con un ferro rovente. In realtà va tutto bene: le urla raccapriccianti che sentiva erano solo la sigla di un anime per bambine dagli 8 ai 12 neuroni pro capite. Il malato di mente che ascoltava questi orrori si rivela essere nientepopodimenoché Kaoru Yamazaki. Sticazzi, mica pizza e fichi! Yamazaki è un otaku più piccolo di Satō che veniva preso di mira da tutti i suoi compagni delle medie perché usciva di casa vestito da Sailor Moon. In un flashback si scopre che i due si erano conosciuti qualche anno prima, quando Satō aveva salvato Yamazaki da alcuni bulli rompendo loro le mani con la faccia.
Satō e Yamazaki si scambiano così le classiche domande di rito: "come stai?", "che hai fatto dopo la scuola?", "questi pantaloni mi ingrassano?", "qual è la formula della legge di Coulomb?", "ma tu ci hai capito qualcosa nel finale di Lost?", prima che Satō, in difficoltà per quest'ultima domanda, si diriga al parco con la scusa di dover incontrare Misaki. Qui l'hikikomori racconta alla ragazza una marea di cazzate; le dice infatti di non essere affatto un hikikomori, bensì uno che lavora da casa (che sarebbe anche vero, se solo farsi le seghe tutto il giorno tutti i giorni fosse un'attività retribuita dallo stato) e di aver creato un sacco di programmi fantastici, quando in realtà urla di meraviglia alla vista di Pong.

Welcome to the balle apocalittiche

Yamazaki, dopo essere stato corrotto con un paio di mutande di Puni Puni Poemi, accetta di venire incontro all'amico: lavoreranno insieme alla creazione di un gioco da far vedere a Misaki; ecco, qui l'autore avrebbe potuto riscattare in un colpo solo tutti gli orrendi stereotipi sui giapponesi segaioli che fanno solo GDR e giochi pornografici (spesso la linea di confine è più labile di un tanga di Jennifer Lopez). Invece ha deciso che i due ragazzi dovevano realizzare un galge, complimentoni! I galge sono una delle tante cose che contribuiscono alla morte degli spermatozoi dei ragazzi giapponesi: in pratica sono simulazioni di situazioni sentimentali o, come li definisce il dizionario Webster, "quel tipo di giochi che se li vai a comprare ai grandi magazzini ti vergogni come un ladro e speri che al bancone non ci sia la bella ragazza di turno, così per mascherare l'acquisto compri anche una confezione di preservativi". Mentre Satō dovrà scrivere la sceneggiatura, Yamazaki si occuperà della programmazione, dal momento che le uniche fiche che abbia mai visto in vita sua sono i dischetti di plastica dei casinò.

Welcome to the a Satō piace Hitomi! A Satō piace Hitomi!
Satō dopo aver scoperto l'identità della ragazza conosciuta online.

Un giorno, dopo che Yamazaki ha attaccato a Satō l'otakite e i due sono in giro per la città alla ricerca di action figure della cugina di quarto grado del salumiere di Haruhi Suzumiya, l'hikikomori incontra la sua senpai del liceo, Hitomi Kashiwa, famosa per farlo venire duro a Satō solo sorridendogli. Purtroppo per lui, la donna è fidanzata; per giunta con un ragazzo con gli occhiali di Harry Potter e i capelli di Panatta. Ciononostante una sera Hitomi si presenta da Satō e gli finisce tutto il Tavernello, dopodiché lo convince ad andarsi a suicidare insieme ad altri casi umani. Satō accetta, convinto, acuto com'è, che la senpai voglia farsi scavare il terreno dalla sua trivella[Metafora sessuale necessaria] ma, proprio mentre Satō, Hitomi e altri aspiranti ripieni per bare stanno per buttarsi da una scogliera, arrivano a salvarli in barca Yamazaki, Misaki e il ragazzo coi capelli da Playmobil. Il fidanzato di Hitomi riesce a dissuaderla dicendole che senza di lei non potrebbe vivere, che solo lei sa preparargli i bomboloni alla crema che gli piacciono tanto, che dall'ultima volta che l'ha vista ha perso peso e che quegli orecchini le stanno decisamente da dio. Dopodiché Satō diventa dipendente da un MMORPG con la grafica di Tetris all'interno del quale si innamora di una furry coniglietta. Misaki non demorde e si improvvisa cosplayer presentadosi a casa di Satō con lunghe orecchie da playmate. Purtroppo non riesce a individuarlo tra i sacchetti di pattume che saturano la stanza di Satō, inoltre viene ricoverata a causa di una brutta intossicazione da metano a causa degli innumerevoli sacchetti di feci. Satō abbandonerà il gioco istantaneamente solo dopo aver scoperto la vera identità del suo amore virtuale: il suo amico Yamazaki. Si rimette così al lavoro dopo aver rigettato copiosamente. Alla fine i due amici riescono finalmente a creare il loro videogioco, ma fa talmente schifo che, sebbene sia un galge, non solo non lo fa rizzare a nessuno, ma lo fa addirittura accorciare.

Welcome to Misaki, sei una fottuta attention whore

Un giorno Misaki viene ricoverata in ospedale dopo un brutto attacco di caduta di testa sui gradini di casa sua. Ma il dottore non ha dubbi: sa che Misaki ha il lupus, quindi insulta i suoi tre assistenti e fa preparare la ragazza per la cura del vairus. Tuttavia Misaki scappa via dall'ospedale dopo aver capito che Satō non la ama. Ma soprattutto dopo aver scoperto che il suo medico è il dr. House. Lo zio di Misaki racconta così all'hikikomori la storia della giovane, della quale il padre abusava utilizzandola come martello, brandendola per una caviglia e percuotendo la testa dei chiodi con quella della figlia. Satō intuisce così che Misaki ha scelto di andare ad uccidersi nel suo paesino natale, quindi usa i pochi risparmi che ha per comprare un treno e arrivare da lei. La trova ad aspettarlo facendo il sudoku sull'orlo di una scogliera, ma lui, anziché cercare di dissuaderla, la prende per mano e i due si lanciano verso il mare in tempesta. Cosa non farebbe un pover'uomo per uno straccio di contatto fisico! Mentre i due si lanciano, il ragazzo urla inoltre:

« Ciao, MTV! Mi chiamo Tatsuhiro Satō e questo è Jackaaaaaaaaaaaaaaaaaaass!! »

Ma in realtà i due si salvano, atterrando su una rete di sicurezza messa lì proprio per evitare che la gente si butti in preda allo sconforto come un disperato ascoltatore di Mariottide. Non so come finisca la serie, dal momento che dopo quest'orrida svolta ho spento la TV e fatto causa al Giappone.

Welcome to the personaggi

Satō con i suoi migliori amici. Da notare come abbiano tutti un'espressione più intelligente della sua. Soprattutto la sedia.
Tatsuhiro Satō

Da quattro anni non esce praticamente di casa, nemmeno per fare la spesa: il suo cibo si genera spontaneamente dai suoi calzini sporchi e le bollette gliele pagano i genitori che non sospettano del suo hikikomorismo (i loro nomi di battesimo sono Shemo e Pyushema). Quando suo padre viene licenziato ed è costretto a dimezzargli il sussidio mensile (arrivando quindi a 2 yen e mezza gomma da masticare), è costretto a trovarsi un lavoro: va così a fare il collaudatore di caschi, venendo usato come ariete per sfondare i muri.

Hitomi Kashiwa

Un tempo senpai di Satō, ora fa la paranoica di professione e vede complotti ovunque.

« Aaaaaaah! Un complotto!! »
(Hitomi, guardando nel sacchetto di patatine appena aperto.)

È fidanzata con Jogasaki, l'unico personaggio dell'anime con dei tratti più femminili dei suoi, inoltre è incline al suicidio, si imbottisce di pillole e crede che il mondo cospiri per farle perdere l'autobus. Ottima scelta, Joga!

Kaoru Yamazaki
Yamazaki intento a dimostrare la sua fedeltà a Pururin.

Otaku incallito fin da quand'era nel grembo della madre, Yamazaki segue sempre lo shojo Pururin, del quale è un fan sfegatato. Nel senso che quando i suoi amici lo hanno scoperto hanno cercato di strappargli il fegato. Verso la fine della serie viene richiamato dai genitori alla fattoria di famiglia, dove passerà il resto della vita ad ubriacarsi ed a coltivare i campi usando come fertilizzante miracoloso le copie del gioco realizzato da lui e Satō.

Misaki Nakahara
Misaki : Satō, tu sei fatto di carne e sangue anche se sei un fallito... Ho finalmente trovato un essere umano ancora più squallido e inutile di me, un hikikomori più miserabile di un cane randagio!
Satō : Ooooh, che tenera! Aspettami qui ché vado a prendere il coltello da bistecca per affettare la carne.[citazione necessaria]

Mentre la gente normale gioca alla PlayStation, lavora a maglia o si conta i nasi, l'hobby di Misaki è spiare Satō dalla finestra di casa sua per farsi i cazzi suoi nel modo più efficiente possibile. Vive con i suoi zii perché suo padre era solito ammazzare il tempo eseguendo su di lei le mosse di wrestling che vedeva in TV; quando gliela portarono via, il pover'uomo dichiarò:

« Eh vabè ma che palle uffa! »

Welcome to the voci correlate