Veneziano
Etimologia
Dicasi veneziano, anti-terrone, venexiano, venessiano, o caga-in-aqua, un indigeno nativo della grande cloaca maxima, Venexia, città mitica sprofondata nelle inesorabili maree del tempo, causa una pessima gestione del condotto fognario cittadino. L’etimologia esatta di veneziano si suddivide in tre parole, vene-zia-ano, il cui significato probabilmente va a collegarsi alle emorroidi delle zie degli abitanti della Grande Laguna, dovute all’acqua salmastra, alle lunghe camminate per fare la spesa, e al consumo eccessivo di vin novello.
Origine
Si dice che i veneziani siano diretti discendenti di popolazioni irlandesi stabilitesi nel litorale veneto per sfuggire a un’epidemia devastante di colera (Co’ler’ah, divinità maligna celtica ), teoria che spiegherebbe la comune predisposizione per l’ubriacarsi, il provocare risse che si concludono con un morto e/o ferito da arma bianca, la gelosia nei confronti delle proprie donne, il bigottismo con bestemmia annessa... Hey, aspettate! Forse i veneziani discendono dai napoletani! Da sicura fonte (Super Quark) Venezia fu per un lungo periodo dominata dagli austriaci e dai teteski, i quali si divertivano a ingravidare le native donzelle della Serenissima per poi abbandonare i figlioletti sui barchini o sulle gondole, cosicché un bel prete li trovasse e li adottasse.
Caratteristiche
Oltre che per le sopraccitate qualità, i veneziani si distinguono anche per l’enorme varietà di nomi coi quali chiamano i propri figli (Japoco, Alvise, Alvise, Jacopo, Alvise e ogni tanto anche Marco, Matteo, Mattia, Mattoni, Marteo) e la fantasia nelle professioni esercitate (gondoliere, oste, gondoliere, oste, gondoliere, oste). Come già citato nell’articolo sul Truzzo veneziano il venexiano giovine si diverte a girare col barchino, a esercitarsi in maestose impennate con esso lungo i canali di Venexia, a importunare, truffare o spennare i turisti, a cacciare pantegane, a schifare i veneti di terraferma e i chioggiotti (detti cìosoti, abitanti di Cìosa) per poi scendere nelle discoteche di terraferma e scatenare risse per motivi molto validi (Ghe sboro! No el me vol dar na cicca - non mi vuole dare una sigaretta; El ga vardà ea me morosa - ha guardato la mia ragazza; El xè un paduan de merda, no un venexian! - è un padovano di cioccolata non un veneziano) oppure perché le ignare vittime non acconsentono al essere derubate o molestate. Tuttavia queste informazioni sono solo frutto delle testimonianze testamentarie dell’ultimo venexiano sopravvissuto alla malaugurata distruzione della città e dei suoi abitanti nativi (cinque, contando il testimone), tale Japoco Alvisi, morto recentemente per una rissa su di una gondola nel Mar Morto.
Da segnalare la curiosa usanza della popolazione veneziana in merito all'espletamento dei propri bisogni fisiologici: data l'assenza di un sistema fognario degno di questo nome, i cessi delle case veneziane scaricano direttamente nei canali. Da questa esotica abitudine nasce il bizzarro soprannome riportato nella sezione "Etimologia".
Luoghi di Incontro
Essendo un buco, Venezia non offre molte attività, perciò i veneziani devono trovare qualcosa da fare durante le umide serate lagunari. Uno dei luoghi di raduno preferito è l'Erbaria, a Rialto. Durante tutto l'anno in questo luogo si radunano masse di truzzi per bere Bacardi e affini, mentre si divertono con le loro "fie" (ragazze). C'è da dire che l'Erbaria è situata vicino al mercato del pesce, quindi si può immaginare l'odore di pesce che questa zona VIP di Venezia sprigiona, per la gioia e il divertimento di tutti i giovani. Altro luogo di incontro per i giovani, soprattutto universitari, è campo Santa Margherita, con i suoi millemila locali, che versano dalla mattina alla sera una bibita tradizionale veneziana chiamata Spritz; a differenza della terraferma, a Venezia si beve nella variante con Select. In questo luogo la sera si può notare come la gioventù veneziana si diletti a far pipì nelle calli e vomitare nei canali, o anche il contrario, facendo sorgere simpatiche gare a chi urina più lontano. Ma Venezia dispone di luoghi d'incontro anche per i più anziani, che di solito si ritrovano a bere "ombre" (bicchieri di vino) e a mangiar "cicchetti" (antipasti) nelle tipiche osterie, locali in cui anche i NAS dallo stomaco più forte non vorrebbero mai entrare. In estate si verificano eventi che ormai si possono ammirare solo in questa città, cioè la Festa dell'Unità e la festa di Rifondazione Comunista, feste che se venissero fatte in altre città venete verrebbero subito rase al suolo.
Passatempi del veneziano
Per ingannare il tempo in città, nel corso della storia i veneziani che non vogliono andare in terraferma per importunare gente nelle discoteche si sono inventati dei simpatici passatempo per sfuggire alla quotidiana noia, tra i quali citiamo:
- Caccia alle pantegane. I contendenti, armati di scope, corrono dietro alle pantegane (topi grossi quanto gatti) per poi vedere chi ne cattura di più.
- Pesca al Gò. Si tratta di pescare il Gò (Gobiidae per i non veneziani), tipico pesce di canale, per poi farne un bel risotto.
- Tuffi dai ponti. Vince chi fa il tuffo migliore senza andare di bocca sulla prima gondola che passa.
- Tiro al colombo. Consiste nell'abbattere più piccioni possibili con la pistola a pallini (caricata a piombini per l'occasione) nel minor tempo possibile.
- ”Giro dee Ombre”. Simpatica maratona alcolica che consiste nel girare per le osterie, e bere in ognuna almeno 2 "ombre", cioè il classico bicchiere di vino (solitamente rosso).
Solitamente le autorità sconsigliano di fare qualunque passatempo che abbia a che fare con un canale a causa del fortissimo inquinamento, ma ogni bravo veneziano che si rispetti se ne frega altamente.
- Grigliata in isola. Viene detta grigliata in isola una simpatica riunione di amici che si organizzano per andare a cenare sotto le stelle davanti a un bel falò. Peccato che la serata inizi al BILLA (tradizionale supermercato veneziano), ove, invece di rifornirsi di cibo, i baldanzosi veneziani si procurano numerose casse di birra e bottiglie di vino, in proporzione 1veneziano:4casse.
Arrivati su una delle numerose isole sparse nella laguna popolate di troll e conigli mutanti, si apprestano a fare un fuoco bruciando panchine, banchine, vecchine e ogni idrocarburo trovato nelle vicinanze perché "ghe sboro, el legno xe massa pesante da portarse da casa". Finite le birre, i "fioi" (ragazzi) lasciano l'isola, ormai ridotta a una discarica del napoletano, e tornano felici alle loro magioni.
Frasi tipiche
- Che casso ti vol?
- Ghe sboro!
- Ghe sbiro!
- Oi!
- Va remengo ti ta morti!
- Va remengo ti e chea vaca de to mare!
- Dio bueo/can/luamaro!
- Ti xè in çerca de rogne?
- Ma ti xè forà!
- No, so dentro el barchin!!
- Sta casso de ACTV... no a xè mai in orario!
- Eh ciò
- Oh, ti vien in Erbaria?
- Ou, ti me da na cica? (risponde di no) Ma ti xe qua per piantar rogne nee careghe?