Venere (divinità)

Da Nonciclopedia, cioè, 'sti cazzi.
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« Pensa, ieri sera ero con tua moglie e ridevamo tanto, tanto, ma così tanto... che siamo caduti tutti e due dal letto! »
(Marte confessa a Efesto la sua malefatta)
La dea durante un toga party moderno.
« Olé olé olé, già nel culo ne tengo tre! Olé olé olé, e di posto ancor ce n'è! »
(Venere)

Venere era la dea romana dell'amore, della bellezza, della fertilità e di altre cazzate romantiche.
Sono molte le ipotesi sulla nascita della dea. C'è chi sostiene che essa scaturì dal seme di Urano, il proctologo degli dei, quando i suoi genitali caddero in mare dalla castrazione subita dal figlio Crono, dopo che il padre gli negò il motorino per il compleanno. Data la sua grande bellezza tutti gli dei, minori, principali, maschi, femmine, sposati, belli o calcarei volevano divertirsi con lei. Giove, a quel punto, prese in mano la situazione:

- Giove: “Visto che fate come i bambini io la concedo all'ultima ruota del carro, il roito, il derelitto tra tutti gli dei, l'unico che non ha fatto a cagnara per averla: Efesto”
- Efesto: “Ehm... G-grazie sire. Anche per la sincerità”
- Venere: “E chi lo vuole quel tumore?!”
- Giove: “Zitta, lucciola! Che poi a fare tricche e ballacche non sei nemmeno sto granché!”

Non ci è dato sapere del perché Giove non si tenne per sé la bellissima dea, probabilmente Giunone gli aveva applicato un collare elettrificanto in caso di tradimento.
In ogni caso ci fu il lieto fine per quel dio sfigato e ignorato che era Efesto, il dio delle mollette per il bucato, che da allora potè stendere i panni da asciugare direttamente sulle proprie corna.

« E pensare che prima di sposarmi con Venere neanche ce le avevo, le corna! Me lo sentivo che la fortuna avrebbe girato dalla mia parte, prima o poi! »
(Efesto "il pacioccone")

Culto

Efesto talvolta viene giust inspiegabilmente raffigurato con le corna.

Il culto della dea a Roma era piuttosto importante perché veniva considerata l'antenata del popolo romano in quanto, durante una delle sue numerose avventure, diede alla luce Enea, l'eroe troiano che sfuggì al massacro della sua gente perché s'era svegliato per un bisognino.

Mitologia romana

Il culto della dea Venere, anche se non proprio identico, è uguale spiccicato a quello della dea greca Afrodite, l'aspetto è identico , il carattere anche, la taglia dei vestiti pure... Insomma, stavolta i Romani hanno cambiato solo il nome e hanno risparmiato sulla fantasia.

Pettegolezzi della mitologia

Come detto prima Venere fu anche la dea delle corna. Visto che Efesto era orribile e soffriva di fimosi ferrata (no, non serrata, lui era un fabbro), la dea preferì una relazione extraconigale con il bodyguard Marte, anche conosciuto come dio degli omini verdi. Da questa relazione nacquero due figli: Deimo e Fobo. I due furono scoperti da Efesto e, imprigionati in una rete metallica da lui stesso lavorata, furono esposti al mercato rionale del pesce di Ravenna. Fortunatamente vennero riacquistati dalla stessa madre, interi.
Un altro dei figli di Venere più famosi è certamente il dio dell’amore Cupido, di cui non si conosce con sicurezza il padre (Marte? Minerva? Trucebaldazzi?), probabilmente ignoto anche alla dea, visto che nella sua tazza transitò anche del seme suino.
Dopo questo inconveniente la dea si dedicò ai comuni mortali, che loro non si fanno tante domande quando qualcuna è disposta a donare.

Da loro ebbe un numoro indescrivibile di figli in epoche diverse, ma di cui non le fregava niente perché era una dea e gli dei non pagano gli alimenti. Molti provarono a vendicarsi spargendo la voce sulla presenza di piattole sul monte di Venere di Venere. Ma la dea ne sapeva una più del diavolo e non si lasciò infamare.
Un primo piano del vaccone (sto parlando di Venere, ovvio) con ben evidenti alcuni dei suoi difetti.

Difetti

Oltre ai già citati facili costumi e al carattere capriccioso e vanitoso, è tradizione identificare sette tratti definiti del corpo della dea Venere, veri e propri difetti, che fanno a pugni con l'immagine di una gran bella figliuola ma che lì stanno, fetenti, come i capperi nella napoli. Secondo Moccia sarebbero addirittura 8.

  1. Capelli biondi con il colore differente all'attaccatura (forse è tinta)
  2. Dito medio della mano più lungo del palmo
  3. Naso più lungo del dito medio
  4. Piede a petrangola
  5. Occhi di camaleonte, disgustosamente indipendenti tra di loro
  6. Incisivi sporgenti
  7. Tonsille sporgenti

Rimane comunque una donna di gran fascino. E poi nei quadri e nelle raffigurazioni viene sempre raffigurata in topless, che bisogno c'è di guardare il resto?

Venere tra i fenici

Ebbene sì, Venere era conosciuta anche tra di loro, col nome di Bocce, e portò anche tra quella popolazione tanta fenicità[citazione necessaria].

Venere nel villaggio gallico

Ci passò per errore: scambiò Automatix per suo marito.

Voci correlate