Valle d'Aosta

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(Rimpallato da Val D'Aosta)
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Veduta aerea di Aosta.

La Valle D'Aosta è apparentemente una regione sperduta in mezzo alle montagne, dove nessuno osa andare. In realtà è la sesta provincia della Calabria
Fu fondata dai romani, mentre le popolazioni autoctone erano intente come oggi ad accudire mucche e a fare Fontina. Fra le principali attrattive locali ricordiamo il capoluogo Aosta (12 abitanti), e il Monte Bianco, dove ogni anno molti scalatori sperimentano ciò che provano i 4 salti in Padella Findus.

Fauna locale

Gli abitanti si suddividono in bacanotti e gli ormai passati di moda technofolli. Questi ultimi vestono con pantaloni rattoppati che bloccano la circolazione del sangue e cinture con su incisi strani versi, quali "Bimba sotto shock", " "Bimbettina technofolle" e altre frasi celebri tratte dalla "Divina Commedia".

Spettacoli

La Valle d'Aosta sarebbe una regione bilingue italo-francese. Ma lo spettacolo più divertente in Val d'Aosta è ascoltare i giornalisti e i politici locali che cercano disperatamente di fingere di parlare in un francese improbabile con errori di pronuncia allucinanti. Dalla vicina Francia e dalla Svizzera francofona organizzano speciali pullman per assistere a questi spettacoli di cabaret linguistico.

Bacanotto

Il nome Bacanotto deriva dal latino Baccellus, bordello. I bacanotti si riconoscono grazie ai loro discorsi riguardanti le Vatze, L'Union Valdotaine (chiamata anche Ndrangheta del nord ovest) e i terroni. Su questi ultimi non possiamo citare i loro discorsi perché impossibili da tradurre in qualunque lingua umana e animale. È bene precisare che oltre il 300% della popolazione di Aosta non è di pura origine bacanotta, bensì vili terroni o veneti.

La canzone preferita dai bacanotti è Felicità di Albano, soprattutto il pezzo: La felicità è un bicchiere di vino... che è il primo comandamento a prima colazione, pranzo, merenda, cena, spuntino di mezzanotte e tutti i pasti intermedi, rigorosamente Rodzo. Il bacanotto (Bacan per gli autoctoni) si riconosce a prima vista per alcuni tratti distintivi:

  • i pantaloni di velluto a coste larghe rigorosamente marrone.
  • la camicia felpata a quadri, quasi sempre rossa e nera.
  • gli stivali sporchi di letame bovino.
  • le guance rosso acceso, di solito causato da qualche bottiglione di Rodzo di troppo.
    • Solitamente presentano artrosi del gomito sinistro, causa eccessiva usura da appoggio continuo su bancone da bar. il polso destro invece denota perlopiù tendiniti da sforzo per i vari bicchieri di vino maneggiati.
  • il mezzo di trasporto, ovvero l'Ape Piaggio. Quella del vero bacan è color diarrea a chiazze, con rollbar in ferro battuto e adesivo VDA sulla sponda posteriore, e avanza in modo consono allo stato di ebbrezza del pilota, ostacolando il normale deflusso del traffico animale.
  • Nell'ultimo ventennio si assiste alla diffusione del bacanotto semi-culturalizzato. Lo si trova seduto presso le migliaia di uffici regionali sparsi in ogni angolo della Valle ma spesso passa le giornate alla macchina del caffè a discutere delle varie prestazioni domenicali dei "jouà de noutra tera". I piu fortunati poi sono selezionati nelle schiere politiche del partito locale e, se leccano per bene il posteriore, potranno sedere al tavolo con famosi amministratori locali durante le cene offerte in cambio del voto.
Il potente mezzo del Bacanotto DOC.

Tutti i veri bacanotti si radunano una volta l'anno al vaccodromo regionale per assistere all'evento "sportivo" più importante: la Bataille des Reines, che consiste nel far scontrare due mucche alle volta a forza di cornate finché una delle due, stanca di farsi prendere per il culo da tutti gli spettatori, non se ne va. Le Reines vengono regolarmente dopate con grappa artigianale da almeno 80 gradi iniettata in vena. Ovviamente con il tempo anche i bacan si sono evoluti, e anziché utilizzare la genetica per sfamare il mondo, la usano per mischiare embrioni di vatze più resistenti all'alcool.

Frasi celebri

« Mòndjeu-mé, tanque eun litro de lacé couta mouèn qu'eun veillo de gazeusa lé bague vont pà bien. »
(Dio Cristo, finché un litro di latte costa più di un bicchiere di vino le cose non vanno proprio bene!)
« Te dìo mé, aprì tcheu si travail ni fran fata de euna PINODA! »
(Dico io, dopo tutto questo lavoro ho proprio bisogno di sollazzarmi con una fanciulla!)
« Niir lo nét, blan sètze lo mateun! »
(Rosso di sera... bianco secco al mattino!)
« Pe mé lo mondo comenche su pe Croméyeui e va pà pì llouèn de Pon-sèn-marteun. »
(Secondo me il mondo comincia a Courmayeur e finisce a Pont-Saint-Martin)
« Tè baiomè le melanzane! »
(Te le do io le melanzane!)
« Aara te panteufflo! »
(Guarda che ti tiro le ciabatte!)

Quest'ultima è la minaccia preferita dei bacan.

Curiosità

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Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse ti incuriosisce sapere com'è dormire coi pesci?

  • Ci sono più cittadini valdostani in Francia che nella propria regione.
  • Per molti valdostani, il fuori-valle incomincia dal confine di Chatillon.
  • L'80% dei cittadini proviene dal centro-sud e il 90% dalla Calabria.
  • I discorsi dentro le scuole sono tutti centrati su: scarpe-squadre comunali di calcio-netlog, feste dei coscritti, palet, tzan.
  • L'alcolismo è un buon rimedio per sopravvivere
  • Se passeggiate per le strade di uno dei paesi della valle non incontrerete mai nessuno; infatti il valdostano vive rinchiuso in casa o nei bar.
  • Se incontrate un vostro amico per strada entro due ore sarete in coma etilico.
  • Il TG regionale parlerà sempre e inesorabilmente di mucche e turismo e sport popolari.
  • Sul Monte Bianco si può incontrare un raro animale, il Dahu: avendo due zampe da un lato più corte è condannato a vita a girare come un coglione intorno alla montagna, senza potersi girare, pena tragici cappottamenti
  • In certi periodi dell'anno tenere le finestre aperte può essere una sfida: il letame liquido spruzzato sui prati viene quasi nebulizzato, come se fosse eau de toilette, e raggiunge ogni dove entrandoti nelle narici e bruciandoti i polmoni.

Voci correlate