Utente:Nonciclopediologo/Sandbox 14/it

Vai alla navigazione Vai alla ricerca


La pressione fiscale stritola il Veneto, sudore della fronte su terra, artista sconosciuto.
« Basta inculprendenza, vogliamo l'indipendenza! »
(Lo slogan di Indipendenza Veneta)
« Ghe a ga fata anca in Sudan del Sud! Cossa ghemo nialtri in manco del Sudan del Sud? »
(Indipendentista veneto che evidentemente non ha mai visto il pene di un sudanese)

Indipendenza Veneta (Indipendensa Veneta, Diugà! in lingua originale) è un movimento intestinale nato per liberare il Veneto dalle grinfie dello stato italiano vile e truffaldino. Indipendenza Veneta si differenzia da Veneto Stato, Autonomia Veneta, Partito Nasional Veneto, Liga Veneta, Progetto Nordest e dagli altri carrozzoni di gente che sbraita: "Roma ladrona!" per il fatto che si chiama Indipendenza Veneta.
Obiettivo dell'IV è ottenere la separazione attraverso un regolare referendum, perseguendo così la strada tracciata da Serbia, Montenegro, Kosovo, Catalogna e dal fegato di Umberto Smaila, che recentemente ha ottenuto l'indipendenza dal suo padrone e un corposo risarcimento danni.

Lo zoccolo duro dei sostenitori dell'IV è formato al 99,9% da delusi della Lega, delusi non tanto dal fatto che il Carroccio si sia intascato soldi pubblici come e più degli altri partiti, ma dal fatto che sia stato scoperto: l'imprenditore veneto che si rispetti, infatti, non si fa mai beccare!
Il restante 0,01% è costituito da Antonio Di Pietro, che non ha ancora capito che l'IV non è l'Italia dei Valori.

La questione veneta

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, ci dispiace ma questo articolo non è presente sulla diabolica.
Vergogna wiki!

Come ci ricorda Luca Cazzaro Gorgheggiarutti, storico e portavoce dell'IV, il Veneto è stato annesso all'Italia con l'inganno. I veneti se ne stavano là tranquilli, di domenica, a riposarsi lavorando nei campi quando quello che sembra un corriere espresso si avvicina e fa:

« C'è da firmare un pacco, dotto'! »

I veneti, con quel loro atavico candore, firmarono e ZAC!, si ritrovarono annessi a uno stato parassita che dal 1866 ruba loro ogni anno 70 miliardi di euro. Sì, già nel 1866 l'Italia si faceva pagare in euro per prendersi avanti.
Non è giusto, Dio stracan!

Per questo, il piano di Indipendenza Veneta è insieme geniale e dignitoso: fottersene allegramente dell'Italia e lasciarla ad affondare sotto i colpi della disoccupazione, del debito pubblico e delle rivendicazioni della casta dei tassisti.
"Del resto", argomenta Gorgheggiarutti, "in Veneto abbiamo il mare, le montagne e delle fabbriche di pasta all'uovo che tutto il mondo ci invidia. Faremo il culo anche agli USA!"

Il referendum

Il referendum proposto da Indipendenza Veneta ha pieno valore legale ed è riconosciuto dalla carta dei diritti dell'ONU e nell'Incantevole Terra dei Minipony. Per non turbare troppo le laboriose genti venete, esso è molto semplice:

Come tutti sanno, in lingua veneta dio boia sta per sì.

Secondo un sondaggio scientifico (mica pizza e fichi) organizzato da un'impresa di pulizie di Brescia:

È importante sottolineare come solo la Regione Veneto possa indire questo referendum, in quanto la legge italiana (legge di uno stato che i veneti non riconoscono, ndr) legittima lo status di popolo veneto. Per tale motivo non possono indire proposte simili regioni come la Lombardia, il Piemonte e l'Emilia Romagna; il popolo molisano, che pure è riconosciuto, non può invece farlo perché abita in una regione che non esiste.

Alcuni validi motivi per votare sì

Anche Barroso sostiene Indipendenza Veneta!

Gli sviluppi

Indipendenza Veneta è un movimento apolitico, areligioso e arazzista, pertanto quando il Veneto diventerà una repubblica indipendente (ormai è questione di giorni) nessuna minoranza sarà perseguitata o espulsa. Detto questo, se i terun e le palandrane raccattassero i loro quattro stracci e decidessero spontaneamente di andare a portare la malaria altrove sarebbe molto carino.
Una volta ottenuta l'indipendenza in maniera del tutto pacifica (magari sarà necessario ghigliottinare qualche oppositore, ma cos'è la caduta di qualche testa rispetto al progresso?), IV potrà dedicarsi al suo vero obiettivo: la ricostruzione della Repubblica di Venezia.
Luca Zaia verrà eletto doge, tornerà la moda delle parrucche, dei corpetti e delle gonne pieghettate, e ci sarà l'obbligo di girare in nave. Anche sulla A4.
La rinata Serenissima mirerà poi a riaffermare il proprio prestigio internazionale invadendo il Friuli-Venezia Giulia e dichiarando guerra ai turchi, con i quali ha dei conti in sospeso fin dalla battaglia di Lepanto.

Cronistoria

Manifestanti di Indipendenza Veneta di ritorno da Hellas Verona - Salernitana.
  • 13 ottobre 2008 - Durante l'Ombralonga dei beoni cadono in un coma etilico collettivo e conversano con la proiezione astrale di Melita Toniolo, che detta loro i punti fondamentali del programma politico di Indipendenza Veneta. I beoni impiegheranno poi quattro anni a trascrivere su carta questi punti.
  • 22 maggio 2012 - Una delegazione di Indipendenza Veneta si presenta alla giunta regionale con 20000 firme a favore del referendum. La giunta li scambia per Testimoni di Geova e non gli apre.
  • 10 agosto - Primo storico corteo di IV a Venezia. Per disperdere i manifestanti le forze dell'ordine usano i getti d'acqua, un misterioso liquido che da sempre instilla il terrore nell'animo di ogni buon veneto.
  • 28 agosto - Alla domanda: "Può il Veneto ottenere la secessione attraverso un referendum consultivo?" il presidente della Commissione europea José Barroso risponde con un eloquente: "Ostrega!"
  • 26 ottobre - Viene presentata una nuova raccolta firme a sostegno di una "petizione all’Unione Europea, affinché sostenga il referendum consultivo sull’indipendenza del Veneto e garantisca l’effettiva attuazione delle conseguenti decisioni". Si tratta però di un falso: nessun veneto azzeccherebbe il congiuntivo del verbo sostenere.
  • 23 novembre - Il capo di gabinetto di Barroso, Johannes Laitenberger, scrive alla segreteria di IV confermando che sul tema di indipendenza la commissione europea rispetta pienamente il percorso democratico e chiedendo che per favore la smettano di tentare di corromperlo inviandogli sopresse.
  • 16 febbraio 2013 - Migliaia di veneti a bordo dei loro Landini testa calda si riversano in Regione Veneto per sottoscrivere la legge referendaria.
  • 11 aprile - Per protestare contro l'indifferenza delle istituzioni ai problemi del Veneto, un attivista di IV decide di intraprendere uno sciopero del raboso. "Sono stati i quindici minuti più lunghi della mia vita", dirà poi visibilmente provato.
  • 7 maggio - La legge referendaria viene protocollata in Regione come progetto di legge 342. Il consiglio comunale di Scaracchio sul Sile, amena località del trevigiano, è il primo ad approvarla.

Voci correlate