Utente:Eeeeee/Noncipoliziesco

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« E quando niubbi e vandali guarderanno verso le ultime modifiche e chiederanno aiuto, io sussurrerò... "Rollback!" »

I: Pampa Begins

Ammazzato.
L'hanno ammazzato.
Avvolto nel suo lungo cappotto lacero, il corpo martoriato, la faccia contorta dal dolore, in un ultimo, disperato tentativo di rangeblockare.
Sul cadavere un solo biglietto. Una sola firma: Komandante.
Il piccolo Pampa stringe convulsamente il pupazzo del Papocchio. Eurinome cerca di coprire i suoi occhi, di nascondere l'orrore. Ma ormai è tardi, e l'orrore è solo uno dei tanti che vedrà nella sua vita, anche se ancora non lo sa.
Si ricorda di quando Pfenner li portava a fare una scampagnata, i piccoli pulisher. La sera si sedevano attorno alle ultime modifiche e si raccontavano ridendo le storie di PornoBambino e di De Poli. Che tempi. Poi Pfenner si faceva serio, e parlava di MFH, del Grande MFH; di come fosse migliore di lui, sebbene lui comandasse la squadra.
Ora non ci sono più entrambi. Pfenner si è ritirato prima della catastrofe. E MFH è morto. Morto, cazzo.

È una notte buia per Nonciclopedia. Troppo buia.
"Black Out, cazzo ci fai qui?"
"Scusa, stavo cercando il mio cacciatorpediniere."
Bambini...

II

Odore di feci. Pungente, terribile. La pioggia sporca della Nonciclopedia di notte non migliora certo la situazione. L'auto è tutta lercia, c'era da aspettarselo. Un solo messaggio, scritto a stronzi cubitali.
Tornerò
L'ispettore Pampa si stringe nel suo cappotto e avvia la macchina. C'è molto lavoro da fare.


"Chi è?"
"Si fa chiamare Il Tubero. Un coprofago seriale di origini albanesi. Un cazzo di emule di Gianni Morandi." Pampa tira fuori uno schedario dal cassetto e comincia a leggere con fare annoiato:
"Professor Raffaele Quagliarulo, ex accademico stimato, i suoi studi sulla paposcia hanno fatto il giro del mondo. Un bel giorno gli parte la testa e decide che l'universo è frutto di un gigantesco parto anale. Convintosi che la merda è la materia fondante dell'universo, decide di ricoprire tutto di stronzi, sostenuto dalle visioni allucinatorie del suo spirito guida, il mago Otelma"
Il commissario Nevermind sogghigna.
"Come lo prendiamo?"
La porta si apre. È Verp, un piccolo ma sfuggente sottoufficiale lettone. Cerca di fare carriera avvelenando le ciambelle dei superiori. E sta avendo successo.
"Credo che abbiamo un problema."
"Di nuovo quello del nord Europa?"
"No, stavolta è un problema interno."


"Ti prego non ce la faccio più!"
La figura esile legata alla sedia ci mette tutte le sue forze per dimenarsi, ma l'omaccione calvo non molla la presa. Noncio, un gigante barbuto delle montagne. Una specie di incrocio fra un boscaiolo canadese e Claudio Bisio. Con la passione per le rocce.
Nel senso che se le mangia.
Davanti a loro uno schermo proietta le gesta di Goku contro Freezer.
"Guarda bene, adesso sta per trasformarsi!" Noncio sogghigna. Sadico bastardo.
"Nooo, basta! L'avrò vista milioni di volte!"
"E aspetta solo che arrivi Junior!"
"Aaargh! Si chiama Piccolo!" L'uomo agonizza.
"E allora dimmi dove hai nascosto quei cazzo di voti!"
Schizzi di sangue, Teoskaven cade per terra.
"Ti giuro, non lo so, era Aquila a occuparsi di tutto"
Beccato, pensa Noncio. Aquila Nera, un sordido nippofilo con la passione per la robaccia dell'Est. Dirigeva una gang di esaltati paranoidi nota come Portale Manga.
Noncio sta per calare i suoi stivali da montanaro quando la porta si apre.
"Smettila, Noncio." La cavalleria. Sempre al momento più inopportuno.
Il commissario entra, seguito da Pampa e dall'agente Zenzo. Si siede stancamante davanti a Teoskaven, gli pulisce con un fazzoletto un rivolo di sangue dalla bocca e gli offre un bicchiere d'acqua.
"Devi scusare Noncio, ogni tanto si lascia prendere la mano. O il piede." Risatina trattenuta. "Senti... noi non abbiamo nulla di che contro quelli come te, però se voi potete gestire i vostri affari è perché noi ve lo permettiamo."
Teoskaven lo osserva di sbieco, sospettoso.
"Ricordi quelli dei paesini, quelli che venivano da fuori? Li hai mai più visti? Io no. Vedi, il mondo là fuori è fottutamente pieno di gente come Noncio. Nippofobi rabbiosi e schiumanti, gente a cui piace sporcarsi le nocche, se mi capisci. Mi capisci?"
Un cenno col capo nervoso.
"Bravo. E allora immagino tu non voglia dare loro un pretesto per agire, no?"
Con un filo di voce: "No..."
"Bene. Agente Zenzo, controlli il suo stato."
"Commissario, gli ci vorranno almeno tre articoli su Final Fantasy per riprendersi."
"Oh, Santo Cielo... Va bene, portatelo via. Quanto a te Noncio, che cazzo ti è saltato in mente?!"
"Stavo solo cercando di fare il mio lavoro."
"Il tuo lavoro è controllare i template, porca puttana! Hai lasciato quell'incapace di Se La Merda da solo e ha pisciato su un template di sezione!"


La notte non va certo meglio per l'ispettore Pampa. Il letto sembra duro come marmo e le coperte di Hello Kitty non lo consolano come farebbero di solito. Domande senza risposta lo tormentano e fantasmi del passato, fantasmi Senza Nome, lo assalgono.
La Foca, che in realtà è una talpa, ha fatto la soffiata: non è uno dei soliti noti. Ma allora chi è e, soprattutto, perché?
Un rumore lo desta dai suoi pensieri. Un tonfo sordo, un'ombra davanti alla finestra passa sfuggente. L'ispettore mette mano all'istante al suo Ban calibro .44 cromato nascosto sotto al cuscino. Poi si ricorda. Che idiota, sarà solo il piccolo President che dorme in cucina: un bambinetto rubato alla strada, la madre lo aveva abbandonato per scappare con Max Pene. Ogni tanto ha gli incubi e si sveglia di soprassalto, temendo che qualcuno lo possa scaricare all'orfanotrofio di Soggettopedia. Pampa reinfodera il cannone e torna a dormire, ma con l'orecchio vigile.
È alla mattina che tutto accade. L'urlo di President lacera il dormiveglia dell'ispettore, il quale fa detonare all'improvviso una statua di Pistacchio dal nervosismo. Poi si riprende e si guarda intorno. L'inconcepibile: tutta la casa è disseminata di merda. Ovunque. Merda ovunque: sui suoi documenti, nel suo armadio, persino sulla discografia di Avril Lavigne. Avril no, però. Tutto ma non lei.
Il Tubero ha colpito ancora. Stavolta avrebbe potuto farlo secco. Invece si diverte a giocare, come un gatto col topo. Una preda diventata predatore.
Ancora a torso nudo, l'ispettore mette mano alla cornetta mentre si prepara.
"Fatelo."
"Cosa? Chi?" La bocca impastata dal sonno del Lord lo riceve. Uno dei nuovi, strappato dalle grinfie della mafia dei manga e riutilizzato come scaldavivande in centrale. Puzza terribilmente di cadavere e nessuno ha ancora capito perché.
"Attivate il CU."
L'agente si fa all'improvviso serio. Un brivido di paura misto eccitazione lo scuote mentre pensa a cosa seguirà: rangeblock. E stavolta non ci saranno sopravvissuti.

III

Nero: "Ehi ehi ehi, cazzo! Non mi devi mettere quella merda addosso, mozzarella del cazzo!"
Il nero si agita come Spike Lee in mezzo ad una riunione del Ku Klux Klan. Una sorta di 50 cent, ma senza i muscoli, le pallottole e i soldi. Nero, insomma.
Ten. SeiVocali: "Che succede qui?"
Jack Il Grosso: "Tenente, lo abbiamo beccato mentre spacciava sockpuppet all'angolo fra la quinta e la sedicesima."
Nero: "Ehi amico, il capellone mente, cazzo! Non era un sockpuppet, era mio cugino!"
Il Cugino: "Eh?"
SeiVocali: "Non tu. Dicevamo... ah, certo, tuo cugino. Ora mi dia i suoi nominativi."
Eyry: "Eyrìque Eyrìquez."
Il tenente SeiVocali lo guarda come se avesse appena visto Jimbo Wales in persona ballare nudo sulla sua scrivania.
SeiVocali: "Mi scusi?"
Eyry: "Sono mezzo spagnolo mezzo inuit."
SeiVocali: "Certo, e io sono Eddie Murphy."
Eyry: "Ma allora sei un fratello! Cazzo dammi il five!"
Il Grosso: "Non gli mettere le mani addosso!" Rollback dritto sulle nocche. Da spezzare le ossa.
SeiVocali: "Devi scusare Jack, sono mesi che non ha fra le mani un buon acfc. Sta diventando nervoso. Per il momento ti mandiamo al fresco."
Eyry: "Oh no, amico, non puoi dirmi questo! E tutte le polle là fuori?"
SeiVocali: "Aspetteranno. Intanto dividerai la cella con un feticista della pasta ripiena e dei tooltip. Portatelo via."


Il Grosso: "Ehi svitato, te ne ho portato uno nuovo. Vedi di non romperlo come quello precedente."
Turtelèn: "Piacere, sono un tortellino."
Eyry: "E io sono una lasagna, amico. Sei più fuori di me, cazzo! Comunque, per cosa sei dentro?"
Turtelèn: "Sockpuppet. E masturbazione compulsiva in un negozio di tecnigrafi, ma questa è un'altra storia."
Il suo sguardo si perde nel vuoto per un istante. Poi uno scossone, il ritornare in sé. Fruga freneticamente sotto il letto. Ne escono fuori un paio di giornali consunti e la foto macchiata di un tizio pelato dalla barba che sembra sia stata tagliata da Edward Mani di Forbice.
Turtelèn: "Conosci Oscar Giannino? È il mio giornalista preferito." dice eccitato. Fin troppo eccitato.
Eyry: "No amico, io leggo solo Wesley Snipes."

E fu l'inizio di una grande amicizia. Purtroppo per noi.


IV

Alla fine ce l'hanno fatta. Sembrava volesse saltare tutto alla fine, e invece sono riusciti a completare l'opera. Ora il centro storico è a nuovo, tirato a lucido e infiocchettato con nastrini bluastri manco fosse una bambola ottocentesca. Le famigliole si aggirano stupite, i bambini indicano i nuovi template sgranando gli occhi. Big Z taglia il nastro dell'inaugurazione, per poi tagliare la corda alla prima avvisaglia di problema.
E noi siamo qui, a controllare che tutto vada a posto. Un tizio prova a pisciare sulla fontana dei sapevatelo, ma viene bloccato da Giucas, uno dei vecchi dalla mano pesante. Avrà problemi a pisciare per i giorni che gli rimangono.
Ten. SeiVocali: "Jack..."
Jack "B.": "Sì?"
Jack "Il Grosso": "Sì?"
SeiVocali: "Sigh... uno di voi due controlli il tizio col pastrano che si aggira con fare furtivo. No, non Pediatra che spaventa i bambini, l'altro."
L'agente si avvicina all'uomo con fare spavaldo. Solo un controllo, oggi è giornata di festa, cazzo.
"Tutto a posto, signore?"
L'uomo si volta di scatto con l'aria spaventata, gli occhi sfuggenti. Poi un gesto fulmineo, l'aprirsi del pastrano, l'espressione di terrore sul volto di Jack.
"SVUOTAPAGINE! TUTTI A TERRA!"
Solo il tempo di girarsi prima che l'esplosione ci stordisca per un buon minuto. Luci danzanti offuscano la mia visione, le orecchie insensibili. Mi rialzo intontito e analizzo la situazione. L'uomo è sparito, dileguato nella folla, ma il commissario Nevermind è già alle sue calcagna. Valutiamo i danni: un chiosco di citazioni è saltato, spargendole per terra; un anonimo è ferito gravemente. L'agente Jack è illeso, forse perché si è fatto scudo con l'anonimo. Mi avvicino a lui.
SeiVocali: "Jack che cazzo ti è saltato in mente? Ma che agente sei?"
Il Grosso: "Un agente vivo."
C'era da aspettarselo da uno come lui. Machiavellico bastardo.

La sua puzza arriva prima di lui.
Max Pene: "Oh raga mi sono perso qualcosa? Cazzo è 'sto casino?"
Ottimo tempismo.


V

Nonostante l'incidente, la sera ci ritroviamo comunque al Forum. Come tutte le sere, da anni ormai.
Il Forum. Prendete Sodoma e Gomorra e rinchiudetele in un caseggiato fatiscente a tre piani.
Il primo piano è quello messo peggio: qui la feccia si ritrova per fare quattro chiacchiere; fumo, alcolici e ben di peggio circolano in quantità oltre qualsiasi limite di legge. Un paio di brutti ceffi usciti da una qualche sconosciuta prigione irachena, fra cui Max Pene e un mezzo maghrebino dalla faccia pulita e la fedina sporca noto come Il Cugino, dirigono la baracca, cercando di tenere l'ordine, anche a costo di rompere qualche naso ogni tanto.
Il secondo piano è costituito da diverse sale, dove ci si intrattiene con la musica, l'arte o il gioco d'azzardo. Dietro l'apparenza, però, si nasconde un mondo di violenza repressa, di frustrati e falliti che si scotennano al minimo scontro. Non è raro vedere qualcuno di questi figli di puttana uscire dal locale in posa orizzontale.
Il terzo piano è riservato a noi. Un po' più tranquillo degli altri, è adibito a luogo di raccolta di tutti quelli che contano.
Ma il Forum è anche di più. Per noi agenti è una potenziale fonte di informazioni o, addirittura, di criminali. Sì, quegli stronzi si nascondono fra noi, si divertono a sfotterci così. Ogni tanto ne troviamo qualcuno intento a sghignazzarsela al bancone assieme al SenzaVita, il barista hippy sempre strafatto come una pera. Allora lo prendiamo, lo portiamo nel vicolo e gli diamo una lezione, una di quelle vecchio stile.
A parte questi "incidenti", però, le serate al Forum sono tranquille e occasionalmente gradevoli. Come stasera: pare infatti abbiamo aperto un nuovo topic, uno di quelli "scottanti". Ci sarà da divertirsi.
Apro così la cadente porta del locale, solo per venire investito da una puzza di couscous rancido, Jack Daniel's e ipocrisia. Schiamazzi di varia provenienza (non sto a farmi troppe domande) mi assalgono, un bicchiere vola sopra la mia testa, presumibilmente diretto alla fronte di Egno, una giovane promessa della disoccupazione, poco gradito dai gestori.
In un angolo il Pampa tiene d'occhio la clientela, la mano sempre vicina alla fondina. Gli faccio cenno col capo e mi accingo a ordinare la bellezza di quattro polli fritti e una coca.


VI

Il gommone si avvicina veloce all'isola, mentre il prigioniero alza la testa verso il suo destino. L'immensa costruzione, occupante quasi tutto l'affiorato roccioso, si staglia contro la notte con aria malvagia e famelica. I fari mai dormienti illuminano qualsiasi cosa si muova con nervosa rapidità. Guardie pesantemente armate pattugliano i camminatoi, i cui volti induriti si confonderebbero fracilmente fra chi sta dall'altra parte delle sbarre. L'Asilo. Un nome inusuale, per un carcere di massima sicurezza. Un'ultima beffa a danno dei suoi occupanti, prima che l'oblio li accolga.
Gli altri occupanti del gommone non migliorano certo la situazione. Quello al motore, un certo Asso Fiammante, ha un perenne ghigno dipinto sul volto, che farebbe venire gli incubi a Hitchcock. L'altro, seduto a prua, sta leggendo una Bibbia tascabile con tutta la tranquillità di questo mondo. Nessuno sa perché si chiami Lo Stronzo, visto l'aspetto innocuo; forse perché strangola nel sonno chiunque osi criticare Shostakovich. Ma sono voci di corridoio.
All'arrivo un colossale portone li accoglie. Una scritta in ferro lo sovrasta: "Il ban rende liberi". Sì, da chi viene bannato. Un lungo e desolato corridoio li conduce fino ad una fetida stanza scarsamente illuminata da una lampadina. Dalle pareti trasuda umidità e morte; i funghi e le muffe invaderebbero l'edificio, se non venissero serviti alla mensa come piatto principale. Qui le persone non vengono rinchiuse, vengono abbandonate.
L'uomo alla scrivania completa il quadretto con le sue sopracciglia inquietanti, i capelli unti e gli stivali sporchi appoggiati alla scrivania. Un ossicino di ignota provenienza viene voluttuosamente ripulito dalla sua lingua umida e avida.
"Oh oh oh, guarda chi abbiamo qui! Un nuovo ospite! E che espressione tosta, ragazzi. Cos'hai fatto di cattivo per finire al fresco? Hai rubato la ciambella ad un agente? Hai molestato la vecchia Sabba? Bee', a nessuno importa qua dentro, AHAHAHAH!" Il suo alito sa di cipolla e mostarda andata a male. La sua risata suona come un vecchio morente con la polmonite.
"Ad ogni modo" fa asciugandosi una piccola lacrimuccia "io sono Pediatra, piacere. L'hai capita? Un Pediatra in un Asilo?! AHAHAHAHAHA!"
Sarà una lunga prigionia.