Utente:Cugino di mio cugino/Secondo Giallo Antracite

Vai alla navigazione Vai alla ricerca

La vera storia di Philip, il Cugino di mio Cugino

Philip è sempre stato il mio mito, non ho problemi ad ammetterlo.
Aveva 25 anni e portava già due occhiali grossi e spessi ed un riporto talmente esteso che quando tirava vento il ciuffo si alzava e gli faceva la ruota del pavone. Aveva inoltre due grossi dentoni da castoro e una sciarpa rossa che portava avvolta al collo anche ad Agosto, stile pirla del paese. Ma più di tutto Philip aveva una faccia da culo invidiabile e un senso degli affari così spregiudicato che avrebbe potuto mandare Bill Gates a vendere gelati allo stadio.

Un giorno di Giugno, in pieno inverno, poiché si rompeva il cazzo lasciò Napoli e si trasferì a New York: non fare un cazzo su una panchina di Rockfeller Center è sempre meglio che non fare un cazzo su una panchina di piazza Risorgimento- così ci scrisse.

Philip passò il primo mese seduto proprio su quella panchina, aspettando un autobus che non passava di lì. Eppure proprio su quella panchina ebbe l’idea che gli avrebbe fruttato il primo milione di dollari. In quel periodo mio cugino stava cercando di sfondare sul mercato del bucato con un nuovo detersivo, lo Sbiador 200, a base di varecchina e acqua ossigenata. Il primo mese di vendite fu un disastro: lo Sbiador stingeva tutti i capi e scambiava i colori persino usandolo sui bianchi. E fu proprio allora che quel paraculo di mio cugino ebbe l’illuminazione.

Erano gli anni 70 ed impazzava la moda dei capelloni e dei vestiti cangianti, vestiti che avevano più colori fusi insieme e davano quell’aspetto assurdo agli abiti con cui gli hippy amavano rovinare la loro reputazione.

Philip rilanciò lo Sbiador 200 con un nuovo nome: lo Scambior 2000, il detersivo fatto apposta per scambiare i colori dei capi che ami di più. Tutti volevano scambiare i vestiti grazie al nuovo nome e ad un abile marketing. Le vendite si alzarono come la libido di un adolescente al suo primo rapporto sessuale e Philip incassò il suo primo milione di dollari.

Il primo mezzo milione Philip lo spese in hot-dogs, per allargare la sua preziosa collezione di bandierine dei panini raffiguranti paesi del mondo. Con l’altro mezzo milione Philip si pagò un mese di degenza allo Smemorial Hospital di New York dopo l’indigestione di hot-dog. La diagnosi del professor Andy Balena fu chiara: cagarella acuta fulminante. Durante il periodo di degenza Philip ebbe l’idea che gli avrebbe fruttato stavolta non uno ma due milioni di dollari. Egli vide che molti anziani prostatici dell’ospedale non erano in grado di alzarsi dal letto ma facevano pipì nel pappagallo.

Allora si chiese: quanta gente fraccomoda che si rompe il cazzo anche di alzarsi per andare in bagno c’è a questo mondo? Tantissima. Tutto ciò che devo dargli è un motivo per andare in bagno senza un bagno. Fu così che applicando al pappagallo una cintura egli lanciò sul mercato il wc portatile, altrimenti detto il "cessofonino": basta corse per andare al bagno, da oggi in poi col wc portatile dove stai la fai!- questo era lo slogan.

Un successo planetario, dall’oceano Atlantico al Golfo di Taranto, da Los Angeles ad Auronzo di Cadore, dall’Alpi alle Piramidi e dal Manzanarre al più o meno.

Le cose andavano a gonfie vele per Philip che quell’anno si fidanzò con una spogliarellista brasiliana e a Natale al posto della cartolina ci spedì un paio di mutandine fuxia. In famiglia la sera a cena non si parlava d’altro: mia madre diceva di averlo capito da tempo che suo nipote aveva estro ed inventiva, fin da quando a sei anni pisciava nelle aiuole per potare le rose. Mio padre diceva che era tutto culo, che presto la sua fortuna sarebbe finita e se ne sarebbe tornato a Napoli con la coda tra le gambe. D’altronde mio padre apparteneva a una generazione di gente che c’aveva sempre azzeccato:

« Napoleone? Non conquisterà un cazzo vedrete »
(Il mio tri-tri-trisavolo)
« Se Garibaldi unisce l’Italia mi sputo in faccia da solo! »
(Il mio tri-trisavolo)
« Il cinema non soppianterà mai il grammofono, lo giuro sul mio avo, quello che si sputò in faccia da solo! »
(Il mio trisavolo)
« Mussolini è uno cazzuto, ci darà un paese libero, grande e vittorioso! »
(Mio nonno)


Quindi quando disse quella frase, in quel preciso istante io capii prima di mio cugino Philip che mio cugino Philip ce l’avrebbe fatta.

Philip era ormai pronto per lanciare sul mercato l’idea definitiva, quella che lo avrebbe reso celebre come Antonio Meucci, Thomas Edison e Alfonso Beghelli: la brillantina per i calvi.