Tourist Trophy

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Un abitante dell'isola di Man si reca con guida tranquilla e disinvolta al più vicino alimentari.

Il Tourist Trophy dell'isola di Man o più semplicemente TT è l'evento cardine per quanto concerne la disciplina del suicidio di massa agonistico, anche se a prima vista sembrerebbe una "normale" corsa motociclistica.

L'evento

Ogni anno centinaia di aspiranti suicidi migrano sulla famosa Isola di Man per dare vita a una delle carneficine istituzionalizzate più truculente della storia; la ricetta è quanto mai semplice e di immediata comprensione, bastano infatti 200 partecipanti muniti di casse da morto su due ruote elaborate con una potenza di 2800 CV, un peso di pochi grammi impossibilitate a procedere con la ruota anteriore sull'asfalto, un circ..traccia...strad...percorso di 60 km, e una rete stradale normalmente abilitata al'uso di carri trainati da buoi sulle quali raramente si scende sotto i 300 Km/h in regime di gara. Il regolamento prevede che il vincitore sia il primo a morire contro i muretti delle case che cingono le strade su cui si snocciola il percorso, anche se, normalmente, si organizza una finta premiazione per chi ha completato per quattro volte di fila il percorso prestabilito nel minor tempo(fraintendendo quindi completamente lo spirito della manifestazione).

La storia

Il TT affonda le sue radici in un'epoca ben anteriore all'invenzione del velocipede semovente a propulsione termica meccanicizzata, infatti la prima edizione si tenne sull'ovale del Circo Massimo a Roma nell'anno 0 A/C-D/C e fu vinta da un certo Giuda Ben Dur che a quei tempi correva per il team giudaico.Dopo i primi esempi di TT, la competizione cambierà ambientazione diverse volte fino a giungere nel 1907 su quello che verrà ribetezzato Sniffael mountain course(probabilmente per il fatto che l'organizzatore fosse completamente allucinato da un trip andato a male di cocaina durante la progettazione del tracciato).La competizione allora prevedeva il completamento di un tracciato che copriva la totalità della rete stradale dell'isola di Man (che fino ad allora non annoverava strade dato che le uniche cose che dovevano muoversi sull'isola erano greggi di pecore). In breve tempo il suicidio di massa agonistico conobbe una popolarità fino ad allora inaudita e sempre nuovi suici..(vabbe' chiamiamoli pure piloti) s'iscrissero alla "gara".Ovviamente i primi mezzi che affrontarono questa sfida non erano all'altezza dei mostri di oggi e conseguentemente le velocità erano decisamente poco elevate, lo testimonia il fatto che l'edizione del 1907 non si sia ancora conclusa unitamente al fatto che a detenere il record del tracciato fino agli anni venti fosse Dorando Pietri e non un motociclista.

Giuda Ben Dur si prepara alla partenza del TT dell'anno 0

Con gli anni trenta si fecero avanti certi Inglesotti benestanti che con le loro moto dai nomi pacifici come BSA ROCKET o Norton COMMANDO seminarono il terrore tra i pastori dell'isola, schiantandosi contro qualsiasi cosa capitasse loro a tiro. dopo la guerra dei mondi il sindaco di Douglas decise di stendere una mano di asfalto che cingesse da un capo all'altro l'isola. Con questa iniziativa, apparentemente favorevole per i motociclisti, il TT divenne veramente la macchina della morte che tutti conoscono; il tracciato infatti era congeniato in modo che ogni spigolo vivo, ogni staccionata, ogni albero secolare, ogni vaso di margherite attaccato a una ringhiera e ovviamente ogni marciapiede, fosse esattamente perpendicolare al punto di corda di ogni tornante del tracciato lasciando così ai piloti un'unica possibilità di scelta:" O la pista O il muro".Fu proprio in questo periodo che i fan di questo evento proposero di cambiare il nome del TT in MM (Memento Mori).comunque sia alla fine degli anni 50 tra gli inglesotti figli di papà ne emerse uno in particolare, un certo Mike Hollywood che vinse il TT in tutte le salse (in moto, a cavallo, sul biplano dei fratelli Wright e con l'auto a pedali della chicco) e, a fine carriera, decise, avendo compreso quale fosse il vero fine di questo sport, di schiantarsi contro un tir nel cuore della notte. Negli anni 80 invece emerse un certo Joey Yokohama che si finse britannico cambiando il suo nome in Joey Dunlop.Come tutti gli sportivi anch'esso, nel rispetto delle regole di base, dopo aver vinto tutto il possibile, si è schiantato in una sconosciutissima gara su strada a Tallin, che praticamente rappresenta la cugina Estone sfigata del TT. Negli anni 90 invece venne fuori un certo King Carl detto Foggy probabilmente per il fatto che, durante la gara s'addensava una densa coltre di nebbia lungo il tracciato che avvolgeva solo lui. Va però precisato che a differenza dei campioni precedentemente citati quest'ultimo non si può considerare vincitore morale della competizione poiché, attualmente, il suo elettroencefalogramma non è piatto e lo stesso discorso lo si può fare per Giacomo DeAgostini negli anni 50-60. Venendo ai giorni nostri, possiamo dire che, tra i suicidi, quello più in voga è un certo Jonh Mc Guinnes world record che attualmente detiene il record di aspirante suicida con il maggior numero di tentativi falliti all'attivo (14).

Categorie

Il TT si disputa secondo una precisa suddivisione in categorie di suicidi ci sono infatti i neofiti, i depressi, gli abulici, gli emo,i nerd che hanno aperto gli occhi, gli strafatti e i piantati dalle morose. In particolare la categoria degli strafatti merita un capitolo a parte poiché è l'unica categoria che riesca a completare il tracciato, anche se nemmeno loro sanno bene come ci riescano. Ovviamente gli strafatti hanno a loro disposizione ogni tipo di motciclo per passare lo Stige nel modo più, veloce, spettacolare e rumoroso possibile. Si parte da della piccole 125 fino ad arrivare alle top bike, anche se alcuni optano per il veicolo da gara più inutile che l'uomo potesse mai inventare il SIDECAR DA COMPETIZIONE. Per chi non lo sapesse il sidecar da competizione assomiglia al posteriore di un pianoforte a coda adornato da una marea di sponsor, nelle cui insenature trovano posto un pilota, che può solo accelerare e frenare, e un povero cristo che spostandosi a Destra e a manca dovrebbe impartire, con il suo peso una direzione a questo inutile veicolo; come fa ben presagire la descrizione di questo ordigno, il pianoforte a coda si tramuta frequentemente in una bara sponsorizzata.

un esempio della praticità e totale sicurezza del sidecar da competizione

Per quanto riguarda i velocipedi possiamo dire che dai tempi in cui spopolava la mitica Fregn...Frera o la ABC , all'avvento del Rocket 3 passando per l'Emmevìagustacinquecento, il ducatisettecinquantaessesse l'OndaCBbollore il CAVAgippìzetanovecento, il Gammadueecinquanta ,l'RFVerrecìquarantacinque, per non tralasciare una Norton con motore rotatorio a gatti imburrati, arrivando alla letale Cibierremilleerrerrrefireblade, il progresso è stato finalizzato a rendere questi mezzi unicamente più efficaci e letali garantendo così ai piloti morti sempre più spettacolari,lente e dolorose. Ed ecco che così spiegato perché i colossi nipponici quando mettono in commercio il nuovo 1000 top di gamma venduto a prezzi irrisori e creato plasmando la lamiera di vecchie lavatrici e frullatori secondo la forma di una moto e applicandovi un motore 4 cilindri da 2000 cv che gira a 1200000 g/sec, non pensano al solito truzzo che si crede Troy bayliss e che si ribalterà appena uscito dalla concessionaria perché ha voltato la manopola come se tra le gambe c'avesse il ciclomotore che usava fino al giorno prima ritrovandosi faccia a faccia con la ruota anteriore, ma si rivolgono al pubblico dello Sniffael mountain circuit.

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