Canzone estiva
La canzone estiva, detta anche tormentone estivo o semplicemente tormentone, è un fenomeno fastidioso e ineluttabile che si manifesta con l'arrivo della stagione estiva. Fa parte di un elenco di cose (come le zanzare, l'ascella pezzata e la coda sulla Salerno-Reggio Calabria) di cui tutti farebbero a meno, ma la loro assenza minerebbe i concetti stessi di "estate" e "vacanza". Il dizionario PiccoloRom[1] data al 1983 la nascita del vocabolo "tormentone", in corrispondenza del successo dei Righeira "Vamos a la playa". Nello stesso anno viene presentata la Fiat Uno, il giudice Rocco Chinnici muore assieme alla sua scorta, un aereo sudcoreano viene abbattuto in Russia (con 269 vittime) e sparisce Emanuela Orlandi. Questo ci porta ad alcune considerazioni:
- i guai non vengono mai da soli,
- i Righeira portano sfiga,
- il 1983 è stato un anno da dimenticare.
La canzone estiva si prefigge due obiettivi fondamentali: riempire le tasche del produttore dell'artista e saturare i serbatoi riproduttivi di chi l'ascolta. Il martellamento continuo delle note, ripetute fino allo sfinimento, ha il fine di scatenare l'acquisto compulsivo del disco, alimentando la falsa speranza che: una volta comperata l'ultima copia in commercio, il tormento avrà fine.
Caratteristiche di una canzone estiva
Da oltre trent'anni il surreale Gioca Jouer continua a "sfamare" Claudio Cecchetto, forte del suo essere nel contempo canzone, ballo e gioco collettivo.
Del fenomeno ne parlerà una speciale puntata della trasmissione Mistero che, vista l'importanza dell'argomento, ha sostituito quella in cui veniva svelato il vero assassino di John Fitzgerald Kennedy.
La domanda che tutti si stanno facendo (escludendo ovviamente "come faccio a pagare la rata del mutuo?") è proprio:
Benché non esista una ricetta vera e propria, alcuni parametri (comuni a molte canzoni estive di successo) tracciano il probabile profilo di un tormentone.
- Elevata fruibilità: la canzoncina deve uscire fuori da qualsiasi fonte acustica nel raggio di due chilometri dal soggetto, si ricorre a radio locali, jukebox, gente pagata apposta che la fischietta passando, suonerie dei cellulari, televisioni, musica di sottofondo nei supermercati ed individui provvisti di auto con stereo altamente potenziato.
- Ritmo ballabile: deve avere un motivetto che induca al movimento, con passi semplici e facilmente memorizzabili, per intenderci, una versione per paraplegici del ballo del qua qua.
- Testo semplice: è fondamentale che un bambino sia in grado di pronunciare correttamente l'intero ritornello, prima ancora di proferire i difficili termini "mamma" e "papà". Per legge occorre prestare attenzione ad alcune rime obbligatorie, "cuore" va sempre con "amore", "mare" va con "baciare" e "sole" con "prole" (ma solo se non utilizzi il preservativo).
Il prodromo
Siamo alla fine degli anni '70, il rock internazionale ha dato i suoi frutti migliori: Pink Floyd, Deep Purple, Led Zeppelin e Queen (solo per citarne alcuni) sono ascoltati in tutto il mondo. E in Italia?
Il Belpaese sta ancora cercando di riprendersi dal ciclone Julio Iglesias. Nel tentativo di cancellare il predominio spagnolo nella canzone strappamutande, la Spurgo Records produce (nel 1977) il 45 giri "Ti amo" di Umberto Tozzi. Il successo è strepitoso, nei jukebox di ogni spiaggia il disco viene sostituito due volte a settimana, perché si logora per l'uso eccessivo. Nel testo, oltre l'ovvia presenza di un numero incalcolabile di "ti amo", alcune frasi su cui si sono interrogati i maggiori esperti mondiali di esoterismo.
Dopo due anni è la volta di Gloria, un chiaro inno alla marijuana nel pieno di una crisi di astinenza:
La consacrazione del genere
Gli anni '80 segnarono la definitiva affermazione del tormentone estivo, uno per anno, come vuole una regola non scritta.
- 1980, Gianni Togni esplode col brano Luna, purtroppo solo metaforicamente. Siamo di fronte ad un prodotto ancora di stampo "tozziano", che tenta di conquistare tre generazioni: le anziane rimbambite, le madri telenovela-dipendenti e le ragazze diversamente carine.
- 1981, è la volta del già citato Gioca Jouer (di cui s'è già detto anche troppo).
- 1982, Giuni Russo canta Un'estate al mare. La presenza come coautore di Franco Battiato rende il pezzo uno dei meno peggio, ma causa comunque il suicidio professionale della cantante.
- 1983, i Righeira fanno il colpaccio con Vamos a la playa, brano che sta alla musica come Stalin al capitalismo.
- 1984, Aleksandar "Sandy" Marton (un croato privo di scrupoli e soldi) lancia People from Ibiza, cantata in inglish perché convinto che Ibiza fosse in California.
- 1985, tornano i Righeira con L'estate sta finendo, il nuovo look alla Albert Einstein per molti rappresenta un fiacco tentativo di sembrare più intelligenti, per altri la "cotonatura" serve a nascondere (senza successo) l'incipiente calvizie.
- 1986, Ivana Spagna (la risposta italiana a
MadonnaSandy Marton) canta Easy Lady, brano definito dalla critica con uno sputo per terra. - 1987, la hit è Boys (Summertime Love) di Sabrina Salerno. L'artista vuole togliersi di dosso il cliché di oca giuliva e gira un videoclip in cui la sua intelligenza viene fuori in modo prepotente, da una coppa quinta misura.
- 1988, il musicista guyanese Eddy Grant sbanca con Gimme Hope Jo'anna, un manifesto reggae contro l'apartheid. Ovviamente nessuno capisce che ha contenuti sociali importanti, "Hope" viene inteso come "Hop" e tutti zompettano come deficienti.
- 1989, i Kaoma lanciano il fenomeno Lambada, un ballo che è sesso allo stato puro, fatto di corpi che si strusciano e carezze sensuali. In Italia il successo è mitigato però da inconvenienti di natura meccanica che generano imbarazzo.
Il tormentone è nemico dello sport
Gli anni '90 iniziano all'insegna dei grandi eventi. I Mondiali di calcio Italia 1990 vengono celebrati dal brano Un'estate italiana, dell'inedita coppia Gianna Nannini-Edoardo Bennato. Dopo il colpo di testa di Claudio Caniggia, e la sconfitta ai rigori che ci preclude la finale, il brano viene inserito al sesto posto della classifica "Cose che portano sfiga parecchio", esattamente tra: Gatto nero e Marco Masini. Quattro anni dopo, ancora sotto shock, ci apprestiamo a giocare i Mondiali di calcio USA 1994. Grazie all'influente mafia di stanza a Little Italy, riusciamo a far escludere canzoncine sfigate dal corredo della manifestazione sportiva. Arriviamo alla finale col Brasile, i nemici di sempre. Siamo al Rose Bowl di Pasadena e in mezzo agli spettatori c'è Clifford Puppardone, un ragazzone cresciuto a Big Mac Menu grandi ma di chiare origini "pastasciuttare". I supplementari hanno confermato lo 0-0 e si va ai rigori, ma a questo punto accade l'imponderabile. Durante la noiosa scelta dei rigoristi Clifford mette le cuffiette, accende il walkman e ascolta un nastro che gli ha spedito un suo cugino di Cosenza. Tra i vari brani c'è il tormentone estivo degli 883 Nord Sud Ovest Est, troppo tardi. Il Brasile vince il trofeo, persino Roberto Baggio sbaglia a calciare il rigore, cosa che non avveniva da quando aveva nove anni e si allenava a tirarli bendato contro Dino Zoff. Passano altri quattro anni e siamo ai Mondiali di calcio Francia 1998. Quei maledetti "ciuccialumache" hanno capito il nostro punto debole, ai quarti usciamo proprio ad opera dei transalpini e ancora una volta ai rigori, a far da sottofondo alla tragedia c'è Ricky Martin e la sua hit La copa de la vida.
A questo punto non può essere un caso, una speciale commissione di sensitivi (coordinati da Solange) viene incaricata di studiare il problema. I risultati fugano ogni dubbio, la Nazionale di calcio dell'Italia perde i mondiali quando viene suonato un tormentone estivo, ma solo se l'artista: A) è una lesbica, B) è troppo brutto per trombare, C) è gay.
Dal vecchio al nuovo millennio
Il vecchio millennio si conclude nel peggiore dei modi. Mentre svanisce, portandosi via il ricordo delle crociate, qualche guerra mondiale e barbarie di ogni tipo, la colonna sonora di sottofondo è la superb Supercafone del Piotta. Forse è sciocco considerare il suo scellerato operato al pari di quello della Santa Inquisizione, ma sempre di tortura
stiamo parlando.
Il primo tormentone estivo del III millennio è invece Vamos a bailar di Paola e Chiara, a quel punto tutti iniziano a temere il peggio, che puntualmente arriva.
L'anno seguente Valeria Rossi canta Dammi tre parole e, a furor di popolo, il trittico scelto risulta Vai a cagare.
Tutto questo però non ci mette al riparo dal fronte estero, da cui arrivano i maggiori pericoli e da dove non te li aspetti. Come tutti sanno, dalla Spagna potrebbe arrivare una nuova varietà di arance, un film semi-erotico-grottesco di Pedro Almodovar, qualche giocatore di calcio di discreta abilità, al limite qualche mignotta, non vai a pensare alla musica, ma quando mai?!
L'estate del 2002 ci scodella invece un trio di Cozze alla Valenciana chiamate Las Ketchup, tre avanzi di bordello che cantano (in un idioma incomprensibile e del tutto privo di significato) Aserejé, canzoncina corredata di un balletto infantile, probabilmente copiato dal primo capitolo di un manuale di esercizi di riabilitazione per cerebrolesi.
La questione arriva a Bruxelles, viene rivisto d'urgenza il trattato di Maastricht e stabilito che ognuno si terrà la propria musica, pena una rappresaglia con armi chimiche. La situazione sembra tornare tranquilla, ma dura poco. L'estate seguente, la "coltellata alla schiena" arriva da un fantomatico DJ Francesco, uno moicano pluritatuato che canta La canzone del capitano, brano che scala in modo repentino la classifica "Top 10 Merda". Questa inattesa visibilità porta però allo scoperto il delinquente, rivelando la sua vera identità: è il figlio di Roby Facchinetti, tastierista e voce storica dei Pooh. La notizia getta un comprensibile scompiglio nel prestigioso[comunque mi dissocio] gruppo. L'armonia torna dopo che Roby, affibbiati allo scapestrato figlio un paio di scapaccioni, gli estorce la promessa di non fare mai più una cazzata simile.
Note
Voci correlate
- Canzone strappamutande
- Canzone d'amore italiana
- Canzone delle osterie
- NiKoso di piombo nella notte Brutal Legend col paradosso della Volpe durante una canzone estiva di Massimo Troisi
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