Canzone estiva

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia destinata a un pubblico di soli adulti.
(Rimpallato da Tormentone estivo)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Due delinquenti già segnalati dall'Interpol come autori di tormentoni estivi.
« Dammi tre parole: sole, cuore, amore... »
(Tipico testo di una canzone estiva.)
« Per vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni! »
(Raffinato testo di una canzone estiva.)
« Ti... amo, ti amo ti... amo! »
(Complicato testo di una canzone estiva.)

La canzone estiva, detta anche tormentone estivo o semplicemente tormentone, è un fenomeno fastidioso e ineluttabile che si manifesta con l'arrivo della stagione estiva. Fa parte di un elenco di cose (come le zanzare, l'ascella pezzata e la coda sulla Salerno-Reggio Calabria) di cui tutti farebbero a meno, ma la loro assenza minerebbe i concetti stessi di "estate" e "vacanza". Il dizionario PiccoloRom[1] data al 1983 la nascita del vocabolo "tormentone", in corrispondenza del successo dei Righeira "Vamos a la playa". Nello stesso anno viene presentata la Fiat Uno, il giudice Rocco Chinnici muore assieme alla sua scorta, un aereo sudcoreano viene abbattuto in Russia (con 269 vittime) e sparisce Emanuela Orlandi. Questo ci porta ad alcune considerazioni:

  1. i guai non vengono mai da soli,
  2. i Righeira portano sfiga,
  3. il 1983 è stato un anno da dimenticare.

La canzone estiva si prefigge due obiettivi fondamentali: riempire le tasche del produttore dell'artista e saturare i serbatoi riproduttivi di chi l'ascolta. Il martellamento continuo delle note, ripetute fino allo sfinimento, ha il fine di scatenare l'acquisto compulsivo del disco, alimentando la falsa speranza che: una volta comperata l'ultima copia in commercio, il tormento avrà fine.

Caratteristiche di una canzone estiva

L'autore di questo articolo si scusa per non aver trovato la forza di riascoltare il brano, quindi potrebbero esserci delle imprecisioni sui nomi delle "figure" del ballo.
« Pèppe-perepè, Pèppe-perepè, Pèppe-perepè, pè pè... Superman! »
(Finale ad effetto di Gioca Jouer, il grande successo del 1981 di Claudio Cecchetto.)

Da oltre trent'anni il surreale Gioca Jouer continua a "sfamare" Claudio Cecchetto, forte del suo essere nel contempo canzone, ballo e gioco collettivo.
Del fenomeno ne parlerà una speciale puntata della trasmissione Mistero che, vista l'importanza dell'argomento, ha sostituito quella in cui veniva svelato il vero assassino di John Fitzgerald Kennedy.
La domanda che tutti si stanno facendo (escludendo ovviamente "come faccio a pagare la rata del mutuo?") è proprio:

« Cosa garantisce il successo ad un tormentone? »

Benché non esista una ricetta vera e propria, alcuni parametri (comuni a molte canzoni estive di successo) tracciano il probabile profilo di un tormentone.

Il prodromo

Umberto Tozzi: un artista sottovalutato, un genio incompreso, l'orgoglio del nostro paese, il Mick Jagger italiano, un mito... scusate, ho perso il filo, ma di chi sto parlando?

Siamo alla fine degli anni '70, il rock internazionale ha dato i suoi frutti migliori: Pink Floyd, Deep Purple, Led Zeppelin e Queen (solo per citarne alcuni) sono ascoltati in tutto il mondo. E in Italia?
Il Belpaese sta ancora cercando di riprendersi dal ciclone Julio Iglesias. Nel tentativo di cancellare il predominio spagnolo nella canzone strappamutande, la Spurgo Records produce (nel 1977) il 45 giri "Ti amo" di Umberto Tozzi. Il successo è strepitoso, nei jukebox di ogni spiaggia il disco viene sostituito due volte a settimana, perché si logora per l'uso eccessivo. Nel testo, oltre l'ovvia presenza di un numero incalcolabile di "ti amo", alcune frasi su cui si sono interrogati i maggiori esperti mondiali di esoterismo.

« ...apri la porta a un guerriero di carta igienica e dammi il tuo vino leggero (ti amo, ti amo) che hai fatto quando non c'ero... »
(Uno dei passi più oscuri della canzone. È parere diffuso che facendo girare il disco al contrario, evochi il demone Belfagor.)

Dopo due anni è la volta di Gloria, un chiaro inno alla marijuana nel pieno di una crisi di astinenza:

« ...per me che senza Gloria[2], con te nuda sul divano, faccio stelle di cartone[3] pensando a Gloria[4]... Gloria, manchi tu nell'aria[5], manchi come il sale, manchi più del sole, sciogli questa neve[6]... t'aspetto Gloria[7]. »
(Umberto Tozzi: Gloria, 1979, Sniffo Records.)

La consacrazione del genere

Dopo il disco Vamos a la playa i Righeira, nonostante i sei mesi di elettroshock rieducativi a cui vennero sottoposti, fecero un'altra bravata.

Gli anni '80 segnarono la definitiva affermazione del tormentone estivo, uno per anno, come vuole una regola non scritta.

Il tormentone è nemico dello sport

Secondo una teoria di Solange, in seguito avvalorata dai fatti, i tormentoni portano sfiga in ambito sportivo.

Gli anni '90 iniziano all'insegna dei grandi eventi. I Mondiali di calcio Italia 1990 vengono celebrati dal brano Un'estate italiana, dell'inedita coppia Gianna Nannini-Edoardo Bennato. Dopo il colpo di testa di Claudio Caniggia, e la sconfitta ai rigori che ci preclude la finale, il brano viene inserito al sesto posto della classifica "Cose che portano sfiga parecchio", esattamente tra: Gatto nero e Marco Masini. Quattro anni dopo, ancora sotto shock, ci apprestiamo a giocare i Mondiali di calcio USA 1994. Grazie all'influente mafia di stanza a Little Italy, riusciamo a far escludere canzoncine sfigate dal corredo della manifestazione sportiva. Arriviamo alla finale col Brasile, i nemici di sempre. Siamo al Rose Bowl di Pasadena e in mezzo agli spettatori c'è Clifford Puppardone, un ragazzone cresciuto a Big Mac Menu grandi ma di chiare origini "pastasciuttare". I supplementari hanno confermato lo 0-0 e si va ai rigori, ma a questo punto accade l'imponderabile. Durante la noiosa scelta dei rigoristi Clifford mette le cuffiette, accende il walkman e ascolta un nastro che gli ha spedito un suo cugino di Cosenza. Tra i vari brani c'è il tormentone estivo degli 883 Nord Sud Ovest Est, troppo tardi. Il Brasile vince il trofeo, persino Roberto Baggio sbaglia a calciare il rigore, cosa che non avveniva da quando aveva nove anni e si allenava a tirarli bendato contro Dino Zoff. Passano altri quattro anni e siamo ai Mondiali di calcio Francia 1998. Quei maledetti "ciuccialumache" hanno capito il nostro punto debole, ai quarti usciamo proprio ad opera dei transalpini e ancora una volta ai rigori, a far da sottofondo alla tragedia c'è Ricky Martin e la sua hit La copa de la vida.
A questo punto non può essere un caso, una speciale commissione di sensitivi (coordinati da Solange) viene incaricata di studiare il problema. I risultati fugano ogni dubbio, la Nazionale di calcio dell'Italia perde i mondiali quando viene suonato un tormentone estivo, ma solo se l'artista: A) è una lesbica, B) è troppo brutto per trombare, C) è gay.

Dal vecchio al nuovo millennio

Il vecchio millennio si conclude nel peggiore dei modi. Mentre svanisce, portandosi via il ricordo delle crociate, qualche guerra mondiale e barbarie di ogni tipo, la colonna sonora di sottofondo è la superb Supercafone del Piotta. Forse è sciocco considerare il suo scellerato operato al pari di quello della Santa Inquisizione, ma sempre di tortura stiamo parlando.

« Vedrete, il 2000 ci porterà una ventata di rinnovamento, mai più canzoni prive di contenuto culturale! »
(Un critico musicale pregno di ottimismo.)
Alla fine del vecchio millennio qualcuno pensò che col Piotta s'era toccato il fondo, non era così.

Il primo tormentone estivo del III millennio è invece Vamos a bailar di Paola e Chiara, a quel punto tutti iniziano a temere il peggio, che puntualmente arriva.
L'anno seguente Valeria Rossi canta Dammi tre parole e, a furor di popolo, il trittico scelto risulta Vai a cagare.
Tutto questo però non ci mette al riparo dal fronte estero, da cui arrivano i maggiori pericoli e da dove non te li aspetti. Come tutti sanno, dalla Spagna potrebbe arrivare una nuova varietà di arance, un film semi-erotico-grottesco di Pedro Almodovar, qualche giocatore di calcio di discreta abilità, al limite qualche mignotta, non vai a pensare alla musica, ma quando mai?!

Anche all'estero il fenomeno inizia a destare preoccupazione, tanto da scavalcare il traffico di organi nelle priorità della Corte di Strasburgo.

L'estate del 2002 ci scodella invece un trio di Cozze alla Valenciana chiamate Las Ketchup, tre avanzi di bordello che cantano (in un idioma incomprensibile e del tutto privo di significato) Aserejé, canzoncina corredata di un balletto infantile, probabilmente copiato dal primo capitolo di un manuale di esercizi di riabilitazione per cerebrolesi.
La questione arriva a Bruxelles, viene rivisto d'urgenza il trattato di Maastricht e stabilito che ognuno si terrà la propria musica, pena una rappresaglia con armi chimiche. La situazione sembra tornare tranquilla, ma dura poco. L'estate seguente, la "coltellata alla schiena" arriva da un fantomatico DJ Francesco, uno moicano pluritatuato che canta La canzone del capitano, brano che scala in modo repentino la classifica "Top 10 Merda". Questa inattesa visibilità porta però allo scoperto il delinquente, rivelando la sua vera identità: è il figlio di Roby Facchinetti, tastierista e voce storica dei Pooh. La notizia getta un comprensibile scompiglio nel prestigioso[comunque mi dissocio] gruppo. L'armonia torna dopo che Roby, affibbiati allo scapestrato figlio un paio di scapaccioni, gli estorce la promessa di non fare mai più una cazzata simile.

« Ma del Waka Waka, della Macarena e del Gangnam Style ne vogliamo parlare? »
(Qualcuno che c'ha preso gusto.)
« Ma anche no! »
(L'autore di questo articolo che, sfogliando un curioso libello, ha ricordato un impegno.)

Note

  1. ^ chiamato anche Zingarelli
  2. ^ abbiamo capito tutti di cosa si parla, no?!
  3. ^ i filtri
  4. ^ il pensiero fisso che impedisce anche di fare sesso
  5. ^ ora è lampante
  6. ^ il passaggio alle droghe pesanti
  7. ^ lo spacciatore è in ritardo

Voci correlate