Teatro

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Il fantasma dell'opera quella volta che si mise la maschera sul lato sbagliato.
« Albertazzi, Giorgio Albertazzi, il grande Giorgio Albertazzi, l'irreprensibile Giorgio Albertazzi. Non sapevo facesse anche teatro »
(L'autore di questo articolo mette subito in chiaro la sua profonda conoscenza del teatro.)
« Il bello del teatro è che in questo luogo tutto, anche la morte, non è altro che finzione »
(Lincoln prima di ricevere una pallottola calibro 44 tra le orecchie.)


Il teatro è l'arte della recitazione davanti a un pubblico in carne, ossa, pelliccia e monocolo. Requisito fondamentale per la riuscita della rappresentazione è la voce degli attori che deve essere, secondo il metodo Borzakovskiy, più ridicola possibile. L'atteggiamento è invece regolato, in contrapposizione fra essi, dal metodo Stanislavskij o da quello Leninslavskij: il primo prevede la totale immedesimazione nel personaggio, il secondo un argomento a piacere.

Anche questo è teatro (purtroppo).

Origine e breve storia del teatro come forma artistica

La parola greca ϑέατρον fu pronunciata per la prima volta da Euripippo, un bambino di un anno che non sapeva dire ancora παππα. Il padre Strehlerostrato ebbe un'illuminazione e visto che a quei tempi i greci inventavano tutto, s'inventò il ϑέατρον.
Alcuni studiosi sostengono che a Roma andasse già in scena il Maurizio Costanzo Show, ma non sono ancora riusciti a portare delle prove documentali più serie delle dichiarazioni della Contessa de Blank.
Il ϑέατρον di Strehlerostrato era ancora un teatro grezzo, senza palcoscenico, sipario, attori, pubblico. Era in pratica solo una parola. Ci vollero due secoli e il genio di tragediografi del calibro di Sofocle, Eschilo e Entrilo perché il teatro giungesse alle forme che conosciamo oggi: quelle di una pizza di dimensioni gigantesche.
I Romani proseguirono nella tradizione greca aggiungendovi però degli elementi essenziali come la cassa all'ingresso e la vendita di noccioline in sala.

Solo flebili luci rischiaravano le ribalte dei teatri medievali.

Nel Medioevo, periodo buio per eccellenza, il teatro continuò la sua evoluzione, ma nessuno se ne accorse per la mancanza di luce: gli attori recitavano come se non si fosse nel Medioevo, ma il pubblico non vedeva un cazzo. A ben vedere era il prototipo della radio.


Alle 19:00 del 12 ottobre 1492, Cristoforo Colombo scoprì l'America e finalmente il Medioevo finì. Vista l'ora tarda, si dovette aspettare il giorno successivo per rivedere finalmente la luce.
Il teatro riprese vigore nel Rinascimento; in Italia grazie alla Commedia dell'Arte e ai suoi simpaticissimi personaggi come Pantalone, Arlecchino[1] e Capezzone[2], mentre in Inghilterra si faceva conoscere William Shakespeare con il Teatro delle ombre cinesi e in Francia Molière metteva in scena le opere di Pieraccioni .
Poi fu il turno di Goldoni con le sue commedie giocose e divertenti come un herpes sul glande.

Abramo Lincoln, frequentatore di teatri seriale, fotografato nella zona fumatori del Teatro Ford.


Nell'Ottocento ci fu terreno fertile per i romantici e i loro drammi amorosi pieni di Stellina, coccolona del mio cuore e Amoruccio, tesoruccio mio dolce, mentre nel Novecento gli autori cominciarono ad andare fuori di melone coniando definizioni senza senso, ciascuno del proprio tipo di teatro: Avanguardia,

Ibsen, padre dell'Avanguardia nonché ispiratore dell'epopea di Napo Orso Capo e delle moderne acconciature per barboncini.

Surrealismo, Dadaismo e Botulismo. Particolarmente celebre fu il Teatro dell'Assurdo, dove l'assurdità consisteva nel fatto che ci fosse gente che pagava per vederlo.
Dopo la Seconda guerra mondiale, la crisi del teatro si fece irreversibile a causa del crescente successo del cinema, dell'avvento della televisione e dell'invenzione della lavastoviglie. L'arte teatrale perse via via importanza fino ad essere sepolta nel XXI secolo, quando venne permesso di recitare anche a Enrico Brignano.

Alcuni sottogeneri di teatro

Lo sposo del carabiniere, una delle pièce più importanti del XXI secolo. Oltre 4000 repliche, quasi quante Mamma mia.

Teatro di strada

È il genere di teatro più antico del mondo. Nato insieme all'uomo, anzi alla donna, ha avuto il suo periodo di massimo splendore dalla fine degli anni '50 grazie alle opere (una sola, in verità) della grandissima Lina Merlin.
Il canovaccio è sempre lo stesso: la bella protagonista, il cavaliere errante e cinquanta euro bocca figa. La scena invece è molto variabile: dai sedili ribaltabili di una Ritmo verde, alla cabina di un camion di ultima generazione.
Gli attori maschili sono principalmente italiani, sposati e benestanti, mentre le attrici sono in prevalenza sudamericane o dell'Europa dell'est. Negli ultimi anni il pubblico ha molto apprezzato l'idea dei costumisti di applicare curiose appendici fra le gambe delle attrici brasiliane.


Teatro dei burattini o delle marionette

Complice alcuna cattiva letteratura e cattiva informazione musicale, i burattini e le marionette sono spesso confusi tra loro e sono intercambiabili a seconda dell'interlocutore. C'è invece una differenza sostanziale: le marionette hanno i fili, mentre i burattini sono wireless. Per entrambi è comunque necessario l'abbonamento.


Teatrino dei pupi

Il Premio Nobel è un'istuzione tra le più autorevoli del mondo: premia l'eccellenza nelle scienze, nelle arti e nella politica. Nella foto, l'ultimo vincitore italiano.

È la variante siciliana del teatro dei burattini e si basa su una solida confusione storica. Orlando e Medoro si sfidano a duello per decidere chi deve essere il pappone di Rosalia la bottana, mentre compare Turiddu e Tanino combattono a Roncisvalle, Angelica mette le corna a Santino donando lo sticchio in beneficenza e, come nel dramma dell'Ariosto, tutto finisce, sempre e comunque, a schifìo.

Teatro milanese

Il teatro milanese non è propriamente un sottogenere teatrale, ma piuttosto una pagliacciata spacciata per arte. Inventato da Dario Fo e da Giorgio Strehler in risposta ai nomi di merda che si ritrovavano, è stato la culla sia del cabaret che del teatro più impegnato. Insigni artefici del suo successo sono stati attori del calibro di Enzo Jannacci, in seguito noto per fingere di essere ubriaco per mascherare la propria incapacità, Paolo Rossi, di cui si ricorda soprattutto l'esilarante tripletta contro il Brasile, Ernesto Calindri, memorabile nella pubblicità degli assorbenti con le ali e Carmelo Bene celebre per essere stato un idiota.


Ultimamente Milano da del filo da torcere alla Sicilia producendo pupi e marionette di ottima fattura


Voci suggerite

Note teatrali

  1. ^ Servitore di due padroni.
  2. ^ Servitore di un padrone solo.