Tales of Destiny
Tales of Destiny è il secondo capitolo di una serie giappocinese e indiana, in quanto in questo caso creato da una collaborazione con M. Night Shyamalan durante una sua vacanza di due settimane in Giappone. Nonostante il team originale si fosse preso i soldi degli incassi del primo titolo e se ne fosse scappato con essi, i disperati dirigenti Namco si affidarono al giovane produttore indiano, facendo come risultato cadere a dirotto i profitti della ditta e rischiando di causare una guerra nucleare tra Giappone e India.
Trama
Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler. Ti ricordi quella volta che per sbaglio hai toccato la vagina a tua madre? Ecco, se continui a leggere te ne pentirai allo stesso modo. |
Il gioco parte alla grande mostrando un'aeronave alimentata a gatti imburrati e il protagonista di origini texane che ci si infila come clandestino per immigrare in Messico dopo essersi macchiato di crimini contro l'umanità nel suo paese: per mostrare fin da subito il suo carisma e la sua personalità, il pischello viene arrestato immediatamente e riceve la cordiale ospitalità dello staff del velivolo, venendo costretto a fare il lavacessi nelle prigioni dell'aeronave, tradizione che verrà ripresa in futuro da The Elder Scroll IV: Oblivion. Un provvidenziale attacco di mostri casuali permette al giovine di campagna di nome Sthan non solo di liberarsi, ma anche di recuperare uno Spadiano, arma parlante e dispensatrice di coppini al portatore nel caso non segua le proprie istruzioni.
Armato dello Spadiano, Sthan riesce nell'impresa di far schiantare l'aeronave, uccidendo tutti i suoi occupanti e confermando le sue grandi doti di protagonista. Dopo ciò il contadinotto di campagna scopre di essere finito in Siberia anziché in Messico, ma incurante di ciò raccatta un paio di compagne e parte per fare letteralmente il cacciatore di lenti a contatto[1]; tuttavia, tempo un paio di giorni e si fa subito sgamare dalla KGB finendo nuovamente in gattabuia solo per poi essere costretto a seguire finalmente la trama di gioco per ordine dei produttori. A quanto pare un bigotto di una nazione estera ha rubato un potente manufatto che potrebbe distruggere il mondo intero con il suo potere magico: l'Occhio di Antani. Raccattato qualche altro elemento per rimpolpare gruppo e voglia del giocatore, Sthan e compagnia raggiungono in quattro e quattr'otto l'obbiettivo, lo atomizzano con la forza di Grayskull e recuperano l'occhio, portandolo al sicuro: baci, abbracci, saluti e addii vari, il gioco può dirsi finito.
Ecco infatti che entra in scena la diabolica mente di Shyamalan spiaccicando un plot twist enorme in faccia al giocatore: sembra infatti che uno dei ricercatori sovietici che studiava l'Occhio venga lasciato incantare con promesse di tanta gnocca, internet a banda larga per l'eternità e la resurrezione di Enrico Berlinguer, e abbia quindi finito con il decidere di voler usare l'Occhio per distruggere il mondo intero perché sì. Stahn è di nuovo chiamato dal villaggetto texano dove era tornato strisciando e di nuovo raccatta lo Spadiano e il resto del gruppo per risolvere la questione: pim, pum, pam, altre mazzate a destra e a manca e si arriva al boss finale.
Non potendo resistere una seconda volta, il regista indiano vuole inserire un altro colpo di scena degno di Mike Bongiorno prima che il gioco finisca, quindi ecco che il ricercatore che era stato corrotto dall'Occhio diventa un biondone palestrato e anonimo di cui nessuno aveva mai sentito parlare, dando il via alla tanto amata[citazione necessaria] tradizione dei giochi di ruolo muniti di cattivo sbucato fuori all'ultimo secondo che pretende di essere rilevante per la trama. Stahn e compagnia pensano bene di esprimere la loro opinione sull'argomento direttamente sul cranio del nuovo arrivato, salvando il mondo e finalmente terminando il gioco.
No, effettivamente è la fine: per assicurarsi che Shyamalan non creasse altri colpi di scena, i dirigenti Namco lo hanno preso, legato come un salame e messo sul primo aereo diretto in America, lasciandolo libero di scatenarsi negli Stati Uniti.
Personaggi
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Stahn Aileron, contadinotto di campagna creato personalmente da Rob Liefeld per l'occasione; già dall'inizio ha il culo[2] di trovare uno Spadiano che lo porterà alla ventura. Consistente quasi tutta in insulti da parte degli altri personaggi.
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Rutee Katrea, giovane ladruncola che usa la sua Spadiana per compiere furti a destra e a manca per poi far esplodere gli edifici derubati, come in questo caso. Avrebbe dovuto mettersi con Stahn, ma Rutee ha finito con lo scegliere un suo simile.
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Mary Argent, partner di scorribande di Rutee e smemorata del gioco. La sua specialità è sedurre le prede per poi far sì che poi la compagna svuoti loro le tasche, ma quando ci ha provato con Shyamalan, questi per ripicca non le ha dato nessuno Spadiano a disposizione. Cattiva Mary, cattiva!
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Karyl Sheeden, bardo a tempo pieno e principe in disgrazia nel part-time: come si confà alla sua classe, è il personaggio più inutile del gioco e con meno personalità in assoluto, e di fatto viene scartato giusto qualche stanza di dungeon appena dopo averlo incontrato.
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Garr Kelvin, altro principe in disgrazia, con la differenza che questo si tira su le maniche e cerca di riprendersi il trono a suon di mazzate; in premio riceve anche lui uno Spadiano, con cui si diletta in battaglia a uccidere a distanza da buon camper.
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Chelsea Torn, sorellina adottiva di Garr sempre attaccata alle sue caviglie da bravo animale domestico qual è. In battaglia almeno si rivela decente per distrarre il nemico con la sua pucciosità, lasciando lo squartamento agli altri.
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Bruiser Khang, personaggio anonimo che viene reclutato per puro caso; per integrarsi nel gruppo cerca di fare la spalla comica della situazione mostrando anche alcune tecniche di suo nonno Sagat, ma l'opinione generale di Stahn e compagnia è di ignorarlo.
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Leon Magnus, personaggio obbligatorio di nome Leon[3] che non manca mai; per toglierselo velocemente dal gruppo, gli altri lo accoppano usando la scusa che il cattivo di turno lo stava controllando mentalmente, ma all'insaputa di tutti, i produttori hanno deciso di tenere in caldo un suo clone per il seguito.
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Lydon Bernhardt , primo a tentare di essere l'antagonista; è il bigotto di prim'ordine che aveva preso l'Occhio di Antani per diffondere il proprio verbo nel mondo. Sfortunatamente per lui, Stahn e compagnia hanno dato un taglio netto ai suoi piani prima che potesse cominciare a essere un personaggio interessante.
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Hugo Gilchrist, secondo a tentare di essere l'antagonista; ricercatore e nerd da biblioteca, si è fatto convincere dall'Occhio e dal fatto che come cattivo avrebbe ricevuto uno stipendio migliore. Peccato che la tredicesima gli sia stata negata dal colpo di scena finale.
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Kronos, terzo a tentare di essere l'antagonista, ma sbucato troppo tardi perché a qualcuno possa importargliene. Qui raffigurato in una cartolina di auguri natalizi.
Curiosità
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- Per convincere i dirigenti Namco a salvare le disgrazie di questo gioco create da Shyamalan, Sthan e Rutee hanno deciso di mettersi insieme e di sfornare un simpatico marmocchio che erediti la palma di protagonista in un sequel. Ha funzionato, ma solo per la Giappocina.
- Anche Khang e Philia finiscono per avere una relazione, con sommo orrore dei giocatori. Fortunatamente però non hanno figli come Stahn e Rutee, in quanto al solo pensarci la character designer della serie è morto per arresto cardiaco.
- In uno dei millemila remake, è possibile reclutare anche la sorellina minore di Sthan, che in combattimento usa una padella e lo stile di combattimento insegnatole da Samvise Gamgee.
- Si sospetta che il prolungamento della saga del clone dell'Uomo ragno verso la fine degli anni '90 sia stato ispirato dal trattamento dei produttori nei confronti di Leon. O forse da una pessima sceneggiatura. O forse da entrambe le cose.
Note
- ^ Nel mondo di gioco sembrano essere la valuta locale: si vede che sono tutti ciechi.
- ^ O la sfiga, dipende.
- ^ E che, come da tradizione, ha sostanzialmente una personalità da depresso che tende all'autolesionismo.
Final Fantasy ci fa una pippa!
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