Stupido grafomane che imbratta i muri con scritte inutili delle quali a nessuno frega un tubo ma che è lo stesso convinto dell'importanza del suo gesto

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Una grande testimonianza di acume dei writers.

Lo stupido grafomane che imbratta i muri con scritte inutili delle quali a nessuno frega un tubo ma che è lo stesso convinto dell'importanza del suo gesto, detto anche imbrattamuri, è una curiosa sottospecie della comunità urbana che copre i muri cittadini, pareti, banchi, treni e cassette dello sciacquone con scritte inutili, patetiche e monotematiche, convinto di lasciare al prossimo un messaggio che verrà distrattamente letto e subito dimenticato. Non si dispone di sufficienti dati scientifici utili a spiegare il comportamento di questo fantomatico soggetto di fattezze umanoidi, ma si può stimare con una buona approssimazione che il suo Q.I. sia inversamente proporzionale alle quantità di stronzate scritte.

NB

mai confondere un comune graffitaro con uno stupido grafomane: il primo evolve pastrocchi di natura egocentrica ma non necessariamente è dannoso (si pensi che colori vivaci possono attirare preziosi insetti impollinatori nella sterile città); il secondo è un fiero scarabocchiatore il cui scopo non è comprensibile se non da qualcuno dello stesso stampo ed è sempre dannoso (si pensi al peso inutile aggiunto all'edificio che può diminuire sensibilmente la resistenza meccanica alle calamità naturali).

Storia

I primi grafomani della storia avevano già le idee chiare.

Gli imbrattamuri popolano le terre del nostro pianeta sin dalla sua comparsa. Le prime testimonianze riguardano vecchi graffiti nelle grotte, raffiguranti mammut che stritolano e incornano allegramente qualche indifeso ominide, gli antichi geroglifici e le barzellette scritte nella stele di Rosetta.
Come qualunque (o quasi) aspetto dell'uomo, anche l'arte dell'imbrattamuri ha subito numerose evoluzioni: in periodo bizantino si scriveva per indicare strade, pericoli e mignotte lungo il percorso; durante il colonialismo le navi europee erano solcate da miliardi di segni stanti a indicare il numero di giorni passati dal marinaio in mare durante il quale non ci si poteva svagare per mesi; nel vecchio West le scritte le facevano sulle pareti dei saloon i pistoleri a suon di piombo e rappresentavano il nome dell'ultima testa calda che aveva osato sfidarli e che in quel momento era già in un solido abito d'abete massiccio; l'avvento dell'era tecnologica porta nel mondo un'ondata di novità grazie all'avvento delle bombolette spray e delle loro scorie velenose: cominciano a comparire i primi, indelebili X ama Y e Y ama X... e P... e C... e Z... e Q...; infine l'avvento dell'era moderna, che nonostante le comodità, continua a preservare il fascino dell'antico e la resistenza ai detergenti.

Aspetti generali

Un comune imbrattamuri può facilmente passare inosservato agli occhi della comunità: sia egli o ella un serio lavoratore/lavoratrice, studioso/a o disadattato/a sociale avrà sempre e comunque quel briciolo di buon senso che gli permette di evocare il suo "estro" quando meno lo si aspetti e perciò in una condizione solitaria, esattamente come quando si cerca un albero fuori vista per scaricare l'acqua di sentina.

Sia anche un onesto, serio lavoratore, il vero imbrattamuri, presto o tardi, è destinato a tradirsi.

Anche fisicamente l'analisi risulta alquanto difficoltosa e solo un'approfondita indagine può evidenziare caratteri riconducibili quali l'ipertrofia muscolare del dorso della mano che tiene la bomboletta. In questo caso però, può facilmente insorgere il dubbio grafomane o graffitaro?. Un metodo più attendibile attinge nel campo della psicologia e più precisamente nel ramo dell' "espressionalità occulta"[1]: si fa camminare il sospetto accanto a una lunga murata bene incrostata e si osservano eventuali reazioni: commenti del tipo bella fratello! o con la croce nel cuore, boss! ma anche spalancamento involontario delle palpebre e sfregamento nervoso delle mani sono segni quasi sicuri che il soggetto possa essere un imbrattamuri. In questo caso si può tranquillamente procedere alla ramanzina o, ancora meglio, alla soppressione.

Strumenti di vandalismo

L'attrezzatura di un comune imbrattamuri varia a seconda dell'utente in questione: come già citato, questi soggetti conducono una vita normale, sono loro stessi apparentemente normali. Questo li condurrà perciò a comporre con strumenti e tecniche che riflettono la loro depravata personalità, dai fini esteti e campioni di raffinatezza agli sbrigativi e grezzi plebei che privano sempre e comunque il loro operato di un "tocco dell'artista". Dunque, ritornando agli armamenti di guerra, si potranno riscontrare:

  • Bombolette spray, per i più pratici e per coloro che non badano più di tanto alla forma;
  • Penne o matite, inadatte per muri ruvidi ma perfette per le stanze imbiancate che come tali si vorrebbe rimanessero;
  • Pennarelli, come per le penne, ma più usati se il segno lo si vuole indelebile e inlavabile;
  • Scolorina, un'esclusiva studentesca, facilmente grattabile;
  • Acquerelli, per veri artisti ed elegantoni;
  • Gessetti, intramontabili;
  • Rossetto, utilizzato non necessariamente da sole femmine, è l'ultima risorsa in mancanza di meglio;
  • Liquidi biologici, utilizzati non necessariamente da soli maschi, sono perfetti quando si vuole lasciare impressa, almeno per un po', la classica frase simpatica tipo

Chi legge è omosessuale. Anche sangue, sperma e vomito rientrano nella categoria.

  • Solidi biologici, lascianti uno stampo simile al rossetto ma con un tocco di personalità in più;
  • Cenere, per i poveracci, costretti a utilizzare mozziconi di sigarette e fiammiferi usati, le cui capocchie dovranno essere ripetutamente abbrustolite;
  • Oggetto qualsiasi appuntito, il terrore dei sedili dei pullman. Non è esattamente un'imbrattata, ma è 100 volte più micidiale.

Naturalmente la fantasia può farla benissimo da padrona e regalare combinazioni di strumenti e luoghi ai limiti della realtà. Tutto sta nel non farsi beccare...

Classificazione degli imbrattamuri

Tipici esempi di operato romanticone. Il n°4 non è grammaticalmente scorretto, ma solo riferito a un soggetto atipico.

Il romanticone

Categoria tra le più irritanti e disprezzate, classico esempio di come si possa portare al massimo del suo significato l'espressione "a nessuno importa". Il suo modus operandi è tanto fiacco quanto banale: si tratta semplicemente di scrivere un mucchietto di parole in uno stile più dolce di una cacata d'ape e più viscido delle interiora di quaglia. Spesso e volentieri il lavoro del romanticone consiste in qualche orrendo versetto rimato o meno, arrovellato per anni nei meandri della propria mente e finalmente espresso con orgoglio sul muro della stazione delle corriere, orgoglio spento 1,8 minuti dopo il termine quando l'artista si rende conto di una scritta identica alla sua da un'altra parte, rivolta a qualcun altro e vecchia di 15 anni. Nondimeno, la soluzione dei più pigri ripiega su un semplice "ti amo", del quale assai raramente si capisce il destinatario, che può benissimo essere il proprio cane o la scabbia sull'inguine di un netturbino russo.

Sottocategorie

  • Romanticone puccioso: è un soggetto che farcisce le sue frasi con vezzeggiativi e dolcificanti come biscottina/o, fragolina/o, zuccherina/o e altri diabetici virtuosismi letterari. L'unica conseguenza di tale gesto è quella di far comparire i "bozzi di rabbia" sul collo in stile Homer Simpson a qualunque individuo dotato di un briciolo di buon senso.
  • Autoromanticone: caso veramente curioso: l'autoromanticone è un imbrattamuri che rivolge le lodi del proprio messaggio a sé stesso. Per quanto paradossale, può risultare addirittura un comportamento sensato, poiché le conseguenze riconducono all'ingelosimento della/del partner e all'aumento dell'autostima del creatore stesso.

Il predatore

Forse la categoria più diffusa. Predilige per lo più i gabinetti degli autogrill e le toilette in generale, non disdegnando comunque qualsiasi superficie piatta.

Un predatore che si rispetti sa che non deve troppo menare il can per l'aia.

Il suo approccio tipico è la pretesa di sesso immediato e sfrenato. Naturalmente non può certo aspettarsi di prevalere sui millemila altri annunci dello stesso tipo, sullo stesso muro e sullo stesso decimetro quadrato, scrivendo qualche formula base tipo Bongo vuole Bonga che gogoli con il suo gogolo. No. La concorrenza spietata impone sofisticazione e ingegno che si sono evoluti nei secoli per la ricerca dell'approccio perfetto: qualcuno tira dunque fuori misure del proprio sparviero o dei propri meloni alquanto insoliti (si possono avere più di un John Holmes solo nel bagno della stazione di Marina di Pisciotta). Altri preferiscono la tecnica dell'"avvinghiamento colloso", scrivendo romanzi fino a convincere il povero lettore a considerarsi un fallito e che l'unica soluzione al suo problema sia di giocare al dottore col mittente. Esiste infine una piccola percentuale che utilizza la tattica "o la va o la spacca": fissa un appuntamento (per esempio mi trovi questa sera alle ore x, mi riconosci dal pelo sulla faccia e la totale mancanza di denti) con il primo gonzo che abbocchi alla sua esca e si apposta come un leopardo in vista della preda in trepida (e il più delle volte inutile) attesa.

Il politico

Tipico "politico" che si compiace del suo faticoso operato.

Altro esempio di irritante grettezza. Il politico non fa altro che scrivere montagne di accuse rivolte spesso a non si capisce bene chi, con argomenti dei quali è straconvinto del pieno appoggio popolare. Ovviamente non ottiene mai risultati di alcun genere e qualunque bersaglio si trovi a leggere il messaggio lo troverà interessante quanto un calzino appeso a una quercia. Lo stile è uno dei più aggressivi, con grosse lettere evidenziate e ricalcate, spesso necessitanti di un'intera bomboletta ognuna. Quando l'imbrattamuri giunge finalmente al termine del suo ignorato messaggio, arriva il momento più agognato: l'inserimento di un simbolo politico a casaccio, unico vero obiettivo.

Tipi di politici

  • Politico comunista: classico esempio di pirla che dice di essere di un certo schieramento per sentirsi importante e/o figo. Dotato di uno spiccato senso del dovere, pensa che il suo sia un lavoro da portare a termine necessariamente. Non si rende conto, vuoi perché è solo uno stupido ignorante, vuoi perché non sa nemmeno cosa sia il comunismo, che così facendo non fa altro che contribuire a sottolineare ciò che il comunismo è realmente diventato: un mucchio di parole privo di qualsivoglia contenuto.
  • Politico fascista: chiamato anche "il master razzista" o "l'esaltato", scrive furiosamente minacce di morte a chiunque gli stia sulle scatole, prediligendo persone di colore e comunisti. Raramente il messaggio ha un significato logico, ma la cosa sembra non importargli più di tanto, quasi gli piaccia farsi compatire...
  • Politico nazista: simile al fascista ma ancora più delirante e codardo. La sua provocazione si riduce alle volte alla sola svastica mal disegnata, con brutti riccioli sulle punte e pure al contrario.
  • Politico idiota: uno sfigato che lancia provocazioni o finte minacce al nulla. Se la prende per lo più con le figure in carica e di più spicco, senza sapere cosa facciano o se sono già morte da un pezzo. Il suo vero obiettivo è sentirsi un gran figo pensando di scrivere cose scontate con le quali tutti sono d'accordo. Se ci crede lui...
  • Politico elettore: di uno stile decisamente differente dagli altri, è tipico dei paesi in via di sviluppo e in Italia: l'elettore ha il solo scopo di pubblicizzare qualche pretendente alla poltrona presidenziale, ma essendo un miserello non può affittare emittenti radio e tv e deve accontentarsi di scriverlo su sassi[2], alberi ed extracomunitari. Di solito, se tale elezione non sopraggiunge, si dà sempre la colpa a lui.

L'amicona (o bimbaminkia)

Quella del tipo Gigia + Nina amiche 4ever o Peppa e Titty oggi sono state qui!!!. Ho già detto tutto.

Il rivoluzionario

Le provocazioni anarchiche ricevono spesso risposte di consenso...

Da non confondere col "politico", questo bellimbusto è probabilmente la forma più folle di imbrattamuri. Nelle sue parole si può quasi percepire la sua rabbia ed è forse il più coinvolgente di tutti. Perennemente incazzato con qualsiasi cosa e con chiunque, non ha paura di mostrarsi per quello che è: un sudicio predicatore. Il suo calco è molto marcato, quasi voglia far intendere che consideri qualunque suo destinatario un povero deficiente, e mira a predicare libertà e tolleranza, scioperi e defenestrazioni, pace e legalizzazioni. Il suo intento è uno dei pochi a mostrare, apparentemente, un certo spirito d'iniziativa, che si evince durante le pacate manifestazioni per abolire la vivisezione dei panda e promuovere la pena di morte per i vivisezionisti.
Esiste, ed è anche abbastanza frequente, una degenerazione del rivoluzionario: l'anarchico scassamaroni, che non ha alcuna intenzione di smuovere alcunché, aizzare nessuno o far valere le sue (presunte) ragioni. Il suo tema è per lo più ovvietà e qualunquismo e il suo simbolo quasi d'obbligo. Neanche a dirlo, il suo messaggio non viene minimamente cagato da nessuno e probabilmente lui stesso ne è consapevole. Semplicemente, il fatto di imbrattare i muri cittadini è la sua forma di protesta.

Il cagone

Alcune composizioni sono delle vere e proprie introspezioni alla riflessione.

Chi col dito il cul si netta
tosto in bocca se lo metta
resterà così pulito
carta culo bocca e dito

Detto popolare culonico

Il classico simpaticone che scrive sui cessi su quanto sia bello cagare, orinare o altro. Non molto appariscente, delizia i momenti di spurgo con sonetti e prose degne dei più sommi compositori. È veramente l'unico esemplare a dare un senso all'insensata attività dell'imbrattamuri, in quanto in un versetto ben scritto può essere nascosta una verità, un segreto, il sussurro di un deretano...
Può sembrare strano, ma è anche tra i più grammaticalmente preparati.

Il bastardo

Su codesto personaggio non c'è molto da descrivere: è solo un piccolo stronzo che sa che imbrattare i muri provocherà l'ira funesta di qualcuno, per cui lo fa. Di ciò che scrive non frega una ceppa nemmeno a lui stesso.

L'ultrà

Nonostante la pochezza mentale l'ultrà tiene sempre a precisare le sue vere intenzioni.

Un altro esaltato del calibro del rivoluzionario. La sua specialità è aizzare anche il più mite pacifista a fare a pezzi qualche bastardo della controparte o gli sbirri, che sono i soliti infami, servi dei servi ecc.ecc.. Scrive le sue rabbie, i suoi sostegni, i suoi cori vietnamiti ma in realtà è un gran pippone al quale mai passerà per la testa di riconoscere i suoi capolavori in pubblico per paura di prenderle sul serio da un rivale. Per qualche motivo, la stragrande maggioranza delle scritte finisce con qualche allusione fascista o nazista, che ovviamente non c'entra nulla con l'argomento.
Un particolare che accomuna tutti gli imbrattamuri ultras è che in ogni lascito c'è sempre un riferimento a qualche insignificante avvenimento passato che ricorda solo l'autore, un po' nello stile degli sketch dei Griffin, per cui raramente si hanno conseguenze per questo. Come per il resto del messaggio, d'altronde.

Il poeta

Eh, già... è quel che dico sempre anche io.

Costui può essere considerato una via di mezzo tra il romanticone, l'anarchico e il cagone. Riunisce infatti la commiserazione che raccoglie il primo con il contenuto insignificante del secondo e lo stile filastrocchico del terzo. I suoi temi sono i più disparati, i suoi creatori i più disperati. Non tiene particolarmente alla forma, pur non disdegnando un corsivo che lo obbliga a utilizzare 60 metri di muro per ogni sua ode. Come già detto, i suoi componimenti sono privi di significato e mirati a colpire l'animo gentile di cerebrolesi e bimbeminkia. In realtà il poeta sa benissimo di essere un fallito, ma mira a far credere che nella sua creazione vi siano chissà quali significati celati. E il bello è che qualcuno li cerca sul serio!

Il punzecchiatore

Una punzecchiatrice in vena di infierire.

Il punzecchiatore è una classe che non agisce mai in solitaria: di solito è sempre un individuo che, in vena di rompere i quaglioni a qualcuno, gli spara un bell'insulto a bruciapelo, attendendo nei dintorni una risposta. Se la risposta arriva, inizierà una sfida fino a un eventuale chiarimento a quattr'occhi o a chi resiste di più inventandosi qualsiasi baggianata gli venga in mente, prima tra tutte la classica tua madre è una.... In caso contrario, la sfida si dissolve come un pulcino in un microonde e su quel muro rimarrà per sempre una lacrima di delusione.
Può essere che i due-tre-...[3] lottatori si incontrino prima del tempo, ovvero prima che entrambi abbiano tirato fuori i loro assi nella manica. In questo caso la faccenda si può risolvere nell'indifferenza, nella discussione, nella discussione accesa e nella discussione a percussione.

L'anticlericale

Un pazzoide che non ha niente di meglio da fare che prendersela con preti e cristiani in genere. Il suo disprezzo è il più delle volte privo di fondamento e marcato da un evidente stile pecorone del tipo tanto lo dicono tutti. Un po' come il politico idiota di cui sopra, insomma.
Altre volte l'anticlericale può evolversi nel predicatore, il quale manda ammonimenti e avvertimenti prevedendo un'ecatombe diversa ogni 15 minuti e di fatto cercando di convincere i più fragili di mente ad adorare messer Belzebù.

Voci correlate

Note

  1. ^ e magari una cosa del genere esiste sul serio.
  2. ^ Non è una cazzata: in Perù lo fanno sul serio!
  3. ^ La sfida tra punzecchiatori può essere talmente coinvolgente da prendere una piega decisamente catastrofica. Le guerre puniche nacquero proprio da una sfida tra un cacciatore cartaginese e un bottaio romano.