Luce stroboscopica

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(Rimpallato da Strobo)
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Per luce stroboscopica si intende una luce che proviene da fonti strobittenti®, ossia intermittenti in maniera decisamente stronzetta. Viene usata soprattutto nelle discoteche, ma trova impiego anche durante le torture a Guantanamo e nei film horror, nella classica scena in cui la vittima entra in una stanza con luci che vanno e vengono nella quale non possono mancare altri due elementi fondamentali: la presenza dell'assassino e una porta che non si apre.
Il termine "stroboscopica" viene dalla Cirenaica, o comunque dalla provincia di Siracusa, ed è composto da strò (che è il rumore che fa il nervo ottico quando si lacera), boh (che indica l'incertezza delle cause), scopi (che è una palese richiesta anche in assenza di punto interrogativo) e ccà (che stabilisce un luogo nelle immediate vicinanze ove compiere l'atto).
Alcuni medici molto qualificati sostengono che la prolungata esposizione ad una sorgente stroboscopica può causare vari problemi, uno di questi è il blocco della mandibola nei Carabinieri, perché quando si avvedono del flash intermittente iniziano a sorridere ripetutamente pensando alle fotografie[1]. Purtroppo non è l'unico effetto collaterale segnalato, la lampada risulta dannosa anche per i soggetti epilettici, e questo ci porta ad una considerazione scientifica inoppugnabile:

« Se sei uno a cui prendono gli attacchi te ne stai a casa, non vieni a dare preoccupazioni a chi si vuol divertire. »
« Ah! Lascia anche perdere l'ecstasy. »

Questa formidabile invenzione risale al 1926, ad opera del fisico part-time Werner Heisspieß. Dopo aver enunciato il Primo teorema della strobiscuità®, che non spiegava alcun fenomeno ma serviva a far colpo su una compagna di studi, Heisspieß convinse un elettrotecnico di Dresda a costriure una luce stroboscopica. Il progetto ebbe successo, ma non si riuscì a sfruttarlo commercialmente perché i DJ furono inventati mezzo secolo dopo.

« Nell’ambito della realtà in cui le sorgenti luminose subiscono interferenze intermittenti a frequenze ravvicinate, le leggi naturali non conducono ad una completa determinazione di ciò che accade nello spazio e nel tempo, però "ammazza che figata!" »
(Werner Heisspieß, Über quantenmechanische Kinematik und Mechanik, Berlino 1926.)

Lo stroboscopio si rivelò comunque essenziale per lo sviluppo della moderna stroboscopia[2].

Prime osservazioni del fenomeno

L'esperimento di Michelson e Morley.

L'esperimento di Michelson-Morley è stato uno dei più famosi ed importanti della storia della fisica. Fu eseguito nel 1887, nell'attuale Case Western Reserve University di Cleveland (Ohio), che all'epoca era un magazzino clandestino di unguenti per la gotta. Il proprietario aveva affittato il mezzanino a due studiosi di robe incomprensibili ai più, Albert Abraham Michelson e Edward Morley, che pagavano regolarmente l'affitto e costituivano una buona copertura per il resto degli "affari". I due erano i massimi esperti di elettromagnetismo dell'isolato, cosa che tornava puntualmente utile a Natale per maneggiare le luminarie. Essi tentavano da anni di confutare la teoria dell'etere luminifero, che affermava che "la luce viaggia sopra una sostanza non meglio identificata, sicuramente esistente ma che non si vede all'atto pratico"[3]. Insomma, una evidente evoluzione[dicono] del modello corpuscolare proposto da Newton.
Mentre riflettevano sulla maniera di dire una stronzata ancora più grossa delle precedenti, Morley passeggiava nervosamente davanti alla finestra illuminata dalla luna e poi si fermò di scatto esclamando:

« Guarda il gatto! Mi è sembrato che si muovesse. »
(Edward Morley, Per certe scoperte ci vuole culo, Cleveland 1887.)

Osservarono il felino davanti alla ciotola dei croccantini, il cucciolo tanto amato da Michelson era immobile, da tre anni, da quando l'avevano imbalsamato. Era chiaro che si trovavano di fronte ad un effetto ottico, il movimento era solo apparente ma l'interessante osservazione andava approfondita con puntiglio scientifico.
Michelson ordinò ai suoi schiavi di correre davanti alla finestra con pesanti coperte in mano, sempre più velocemente. I due scimuni scienziati presero a ballare la macarena, ridendo l'uno dell'altro per i movimenti a scatti. Per aumentare l'effetto fu necessaria la frusta, ma le feste a casa Michelson divennero ben presto l'evento mondano più atteso.

La tecnica attuale

Grazie a questo semplice schema potrete costruirla anche da soli, ma prima assicurate l'appartamento.

Partendo dal prototipo costruito da Werner Heisspieß cinque anni prima, nel 1931 Harold Edgerton ottenne il primo stroboscopio a frequenza variabile. Stava illuminando degli oggetti che si muovevano ad alta velocità e, utilizzando un potenziometro[4], trovò la frequenza del flash con la quale essi sembravano fermi, ossia esattamente il contrario di quello che voleva. Il pensiero di una sala da ballo in cui tutti apparivano immobili lo riempì di tristezza, poi si rincuorò pensando di servirsene per settare la rotazione della ventolina di raffreddamento della CPU del suo computer, ma il computer non era ancora stato inventato e allora, per non saper né leggere né scrivere, iniziò a consumare allucinogeni.
Oggi non esiste molta differenza tra una luce stroboscopica ed uno stroboscopio, strobbano® più o meno alla stessa maniera. Quello che cambia è la componentistica, identica per entrambi i fregni[5].
Componenti:

  • una lampada con una potenza da 10 a 150 joule (che è l'unità di misura rilevata da un attrezzo davvero strano);
  • mezza quintalata di resistenze parecchio ostili;
  • un trasformatore di circa sei etti (se è leggermente di più lasciate);
  • un chilometro e mezzo di fili colorati a piacere;
  • tre pulsanti che schiacciandoli fanno click;
  • quattro led rossi (tre che si accendono con i pulsanti e uno che si illumina quando se la sente);
  • una spina elettrica;
  • una spina media;
  • mezza dozzina di condensatori (mettetene prima un paio e assaggiate prima di aggiungerne altri);
  • una busta grande di corrente elettrica;
  • due accumulatori (in alternativa sostituibili con sparpagliavacche);
  • un potenziometro;
  • un solenoide toroidale (che non serve a nulla ma giustifica il costo dell'apparecchio).

Galleria fotografica strobbante®

Tumpf! Tumpf! Tumpf!
"ALLA CONSOOOOOLE! MIMMO AMERELLI... ALLA CONSOOOOOLE! MIMMO AMERELLI." Il celebre DJ fu uno dei primi ad usare la strobo.
Tumpf! Tumpf! Tumpf!
I devastanti effetti della stroboscopica sugli organismi viventi.
Tumpf! Tumpf! Tumpf!
"BASTAAAAAAA! TI PREGO SPEGNILAAAA!!"
Tumpf! Tumpf! Tumpf!
Dopo l'esposizione alla stroboscopica è normale restare ciechi per circa sei minuti, si sconsiglia però il procedere a tastoni.
Tumpf! Tumpf! Tumpf!
Spesso viene usata anche in chiesa, per creare suggestivi e convincenti miracoli.

Applicazioni

Per una buona nottata in discoteca è essenziale il trittico PSP: Palla, Strobo e Pasticche.

Le luci stroboscopiche hanno molti usi, a volte anche legali.

  • Industria: lo stroboscopio permette di calcolare le frequenze dei dispositivi elettronici, a Napoli calcola la frequenza con cui ti rubano il mangianastri dall'auto.
  • Medicina: le troviamo nei reparti che ospitano persone paralizzate o in coma, dove vengono utilizzate cinicamente per creare illusioni ottiche nel movimento.
  • Musica: il disco (o piatto) stroboscopico era uno strumento utilizzato per regolare la corretta velocità di un giradischi. Grazie a tanta pazienza, e una mano ferma, si riusciva a far andare il disco esattamente a 33 giri invece che a 32 e rotti. "Comprare un piatto decente no eh?!"
  • Nautica: possono essere utilizzate per localizzare un punto cospicuo, che detta così potrebbe lasciare indifferenti, mentre è ad esempio il punto in cui si trova la cima di ancoraggio dell'imbarcazione, e quando stai facendo un'immersione notturna, e ti trovi inseguito da uno squalo, sapere esattamente dov'è la barca ti aiuta.
  • Sport: alla fine degli anni '80 venivano usate spesso allo stadio Olimpico, quando giocava Andrade (meglio conosciuto come "Er Moviola") perché era l'unico modo per vederlo in movimento.
  • Intrattenimento: in discoteca, manco a dirlo, è la morte sua.
  • Tortura: dopo due giorni che ti "sparaflashano" è la morte cerebrale.

Note

  1. ^ è vecchia ma ci sta
  2. ^ assurdo, esiste davvero!
  3. ^ impalpabile realtà molto simile alle spese per la manutenzione delle strade messe a bilancio dai comuni
  4. ^ coso rotondo che gira e succede qualcosa
  5. ^ Fregno: oggetto (o persona) difficilmente descrivibile altrimenti.
    Fregno buffo: coso (o tizio) strano ma divertente

Voci correlate