Strider

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Il protagonista della serie in posa per una delle copertine; c'è un motivo se hanno preferito fargli indossare una sciarpa sul volto tutto il tempo.
« Io sono il cacciatore, tu la preda. »
(Hiryu prima di affettare un arrosto durante la pausa pranzo del QG degli Strider)
« Dai, Hien, muoviti che sei già dentro da 3 ore filate a incipriarti il naso! »
(Hiryu a Hien che occupa il bagno dei dormitori degli Strider per truccarsi in modo fashion)
« Scusa, forse volevi dire "MFGHFFUGHFUH!". »
(Soldato nemico che fa notare a Hiryu che parlare mentre si è avvolti nella propria sciarpa non è una buona idea[1])
« Cioé, ma chi è 'sto sfigato che si crede un ninja, oh? Non sa neanche fare un rasengan. »
(Fan quattordicenne di Naruto sul suo primo approccio con la serie)

Quella di Strider è una serie di videogiochi di marca Capcom dove si taglia qualunque cosa mentre si corre su delle piattaforme da sinistra a destra. Ai tempi del NES, quando ancora andavano di moda i film d'azione come quelli di Reb Brown e i ninja erano sulla cresta dell'onda grazie a dei rettili che li rappresentavano, la compagnia giapponese pensò bene di realizzare un nuovo franchise basandosi su questi elementi e mischiandoli a caso, ottenendo risultati discutibili ma apprezzati comunque dal pubblico.

Storia tra i titoli

Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler.

Gli spoiler rendono il testo più aerodinamico aumentandone la velocità, quindi attenzione ai colpi d'aria.

Strider

Dato che anche al tempo delle prime console casalinghe Capcom aveva tendenze avare degne del terzo girone dell'Inferno dantesco, pensò bene di rilasciare due versioni completamente diverse tra loro di questo gioco per coprire l'allora esistente fetta di mercato. Doppia la versione, doppi i guadagni, e senza neanche il bisogno di versioni aggiornate come con Street Fighter.
La versione arcade si concentra su Hiryu, ninja del clan degli Strider, mercenari addetti a tagliuzzare e a sparare shuriken a caso per conto di gente col portafoglio gonfio. Hiryu però è al di sopra di questi codici morali, e la sua missione è sconfiggere l'alieno Meio che minaccia di conquistare il mondo con l'aiuto dei generali dell'Unione Sovietica[2]; peccato che per farlo sfoggi una tutina rosa shocking e un volto non esattamente bello da vedere.

La versione NES invece si focalizza su Hiryu che ha una tresca con sua sorella o cose simili. È tutto collegato a un manga anonimo di cui questa versione serviva come cross-promotion. L'unica nota positiva uscita da qui è il design di Hiryu, leggermente più simile a un ninja e a un uomo maschio.

Hiryu si gode una delle giostre robotiche create dai cattivi. Chi ha detto che per salvare il mondo non ci si deve divertire?
Strider 2

Con un bel salto temporale di qualcosa come 2000 anni, un membro del clan Strider decide così, ammuzzo, di tradire gli altri e di riportare in vita il cattivo della versione arcade del titolo precedente, il quale ovviamente riesce a ri-conquistare il mondo in circa 0.4 petosecondi. Tocca di nuovo a Hiryu, vestito però con il completino fashion della versione NES, salvare la situazione e dare una lavata di capo allo Strider reietto.

Dopo questo gioco però, gli studi responsabili si presero una bella e comoda pausa di circa 15 anni per riflettere sul significato della vita[citazione necessaria] e cose simili. Solo nei primi anni '10 ebbero l'illuminazione.

Strider (2014)

Dopo tutto questo tempo, Capcom quindi si ricordò di avere ancora questo franchise tra le mani e decise di darlo in pasto allo studio Double Helix[3], il quale prese tutto quello che c'era nei tre titoli passati, lo frullò e lo mise sul mercato spacciandolo per un reboot dai toni nuovi e originali. Circa.

In questo Metroidvania, Meio torna in forma bella smagliante e tutti gli Strider inviatigli contro finiscono morti ammazzati in qualche anfratto della sovietica città di Kazakh City. Tocca quindi a Hiryu arrivare sul posto e affettare qualunque cosa trovi sul suo cammino, umano, robotico o alieno che sia.

La trama è finita, leggete in pace.


Personaggi

Anche con più di 2000 anni di età, Hiryu risponde sempre alla chiamata del clan.
Strider Hiryu

Il protagonista della saga, sempre pronto a sollevarsi contro le forze del male o nel caso la Capcom lo chiami per uno dei settordicimila crossover che organizza contro altre compagnie. Addestrato fin da bambino con metodi alla Cassandra Cain, ha resistito fino a diventare il ninja belloccio che tutti conoscono e amano al giorno d'oggi. Avrebbe anche una personalità, ma è una cosa che è stata riservata al manga e che quindi non è canonica, con buona pace di Hiryu.

Il suo equipaggiamento comprende:

  • Lama cypher: in pratica una scimitarra laser che affetta tutto ciò che sia solido. A Hiryu basta agitarla davanti a sé per ridurre un nemico in avvicinamento a dadini o per deflettere proiettili.
  • Rampino: studiato per arrampicarsi sui muri, trasforma Hiryu in Spider-Man e gli permette di muoversi dove meglio preferisce. Purtroppo non può essere usato per cavare gli occhi ai nemici.
  • Opzioni: un set di animali meccanici o energetici comandabili a distanza, comprendenti una tigre blu, un'aquila rossa e due dischi rotanti che sputano proiettili energetici alla Touhou per 10 secondi.
Solo

Dovrebbe essere un'ovvia citazione a Han Solo, ma purtroppo alla Capcom hanno visto la trilogia di Star Wars al contrario e hanno dato a questo personaggio l'aspetto di Boba Fett: è infatti un cacciatore di taglie che adora rompere le palle a Hiryu nei momenti meno opportuni, usando un arsenale di gadget che neanche Batman si sognerebbe di avere. Purtroppo Solo non è abbastanza intelligente da tenersi alla larga dalla lama cypher del ninja, quindi ogni volta finisce sempre con l'essere abbattuto come una pera matura.

Un visino da cattivo che incute timore al primo sguardo, vero?
Strider Hien

Rivale eterno e virilissimo[citazione necessaria] di Hiryu, si è schierato dalla parte dei cattivi probabilmente perché sganciavano meglio dell'associazione degli Strider, e le bollette e i cosmetici non si pagano da soli. Ha quindi fatto risorgere il Grandmaster e gli ubbidisce come un cagnolino, ma non vorrebbe combattere Hiryu per far sì che si salvi[4].
Del resto però, chiunque capirebbe subito che Hien non ha ben chiaro cosa fare della sua vita, visto che il suo stile di combattimento consiste nel gettare via la sua lama cypher e sperare che torni indietro in qualche modo. Vien da chiedersi piuttosto come sia sopravvissuto così a lungo.

Sorelle Pooh/Kuniang M.A. Team/Quattro Venti

Letteralmente "Sorelle Caccah", nome usato per riflettere le loro abilità in combattimento; sono un gruppo di ninja femmine scartate da Mortal Kombat per mancanza di posti disponibili. Avendo chiesto asilo politico alla Capcom, hanno trovato un posto come cattive di serie B che vengono costantemente prese a calci dal clan degli Strider, ma a loro sta bene così.

Grandmaster Meio

Il cattivo dietro a ogni piano malvagio della serie; all'inizio si sospettava che fosse un laziale con un pessimo carattere autodefinitosi "er Meio", ma questa teoria è saltata quando il cattivo stesso si è rivelato un alieno dai gusti strani, visti i modi con cui agisce per conquistare il mondo.
Ciò ha fatto sì che il clan degli Strider ricevesse supporto finanziario dalla Lega Nord, con questa frase come motivazione:

« Che sia terùn o extracomunitario, viene su questo pianeta a rubarci il lavoro, e noi non lo vogliamo. »

Da notare come in ogni titolo della serie, Meio preferisca assumere forme finali aliene diverse, anche se la sua preferita è quella del reboot del 2014 in cui scopiazza bellamente il nano Ramon Zalazar di Resident Evil 4.

Curiosità

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Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse ti incuriosisce sapere com'è dormire coi pesci?

  • In origine, Hiryu si sarebbe dovuto chiamare solamente Ryu per continuare la tradizione dei protagonisti dei videogiochi Capcom con quel nome. Peccato solo che la Tecmo Koei avesse già un ninja di nome Ryu, e così si è dovuto aggiungere l'appendice al nome.
  • Completando tutti i livelli di Strider 2 se ne sblocca uno segreto... che funge da prequel al primo livello e spiega cose che si sanno già. L'utilità è dubbia, ma almeno è in un gioco Capcom senza che sia DLC.
  • Il reboot del 2014 è così lungo e profondo che i giocatori meno impegnati sono riusciti a finirlo solo dopo ben 37 minuti. Inutile dire che è subito iniziata la rivalità con Metal Gear Solid: Ground Zeroes.

Voci correlate

Note

  1. ^ Ovviamente attimi prima che suddetto soldato venga tranciato dalla lama cypher del ninja.
  2. ^ Giusto per ricordare, questa versione è stata fatta nel periodo in cui il Giappone ci teneva a ricordare di essere stato colonizzato dagli americani.
  3. ^ La cui più grande opera videoludica fatta fino a quel momento era un FPS basato sul film Battleship.
  4. ^ O forse perché non vuole sporcare la sua tutina bianca come un lenzuolo.